Incontro un vescovo intelligente che mi sorprende con questo ragionamento riguardo alla sottovalutazione – da parte dei media – degli appelli del papa per il Medio Oriente: “Se fosse rientrato a Roma dalla Valle d’Aosta, il giorno in cui ha invitato a una giornata di preghiera e di penitenza, l’attenzione sarebbe stata diversa. Egli certamente non ha bisogno di lasciare la montagna per pregare e fare penitenza, ma quel gesto avrebbe aiutato il mondo a udire il richiamo”.
Se Benedetto avesse interrotto la vacanza
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Caro Accattoli,se il Papa avesse lasciato Les Combes non sarebbe cambiato proprio un bel niente.Il problema è che Ratzinger non è Wojtyla e tutto ciò che fa non è mai sufficiente,non è mai abbastanza incisivo.Io penso esattamente il contrario e cioè che Ratzinger sia mille volte più incisivo del predecessore:non dimentichiamo che giovedì ha chiesto il corridoio umanitario,poi concesso il giorno successivo.
La verità è che i media non amano questo Papa perchè agisce senza clamori e senza pubblicità.”Il Corriere” non si è degnato di scrivere nemmeno un articolo.A me non interessa perchè seguo il Pontefice su internet,ma chi non ha questa possibilità?
Se lo stesso appello fosse stato fatto da Wojtyla,il mondo si sarebbe fermato davanti a Les Combes,ne sono più che sicura.
Chi vuole conoscere il pensiero di Papa Ratzinger,vada qui:
http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=73281
Nemmeno il sito del Vaticano ha diffuso queste parole,per fortuna esistono persone come Magister,uno dei pochi giornalisti che apprezzano davvero Benedetto.
Saluti.
Maria Grazia.
Aggiungo ancora una considerazione sul rapporto fra Benedetto e i media.
Domenica scorsa,per la diretta da Les Combes,presente Navarro(perchè?),ad un certo punto è stato negato a De Carli di proseguire fino alle 12.25(scorrevano già i titoli di coda…).
Poi il giorno successivo guardo gli ascolti e che cosa scopro?L’angelus è stato il terzo programma più visto della giornata.
Che cosa ne deduco?Ai media,in questo caso raiuno,non interessa del Papa,ma ai telespettatori evidentemente sì!C’è di cui riflettere!
Carissimo signor Accattoli le parole di questo vescovo sorprendono anche me, non penso assolutamente che Benedetto XVI avrebbe dovuto lasciare la Val D’Aosta perche’ il suo richiamo alla preghiere e alla penitenza fosse piu’ ascoltato, o perche’ i media così gli avrebbero dato piu’ risonanza, le parole del Pontefice. In qualunque contesto geografico, sia questo il Vaticano o Les Combes, o qualunque altro posto, vengano pronunciate penso abbiano comunque lo stesso risultato, chi vuole ascoltarle o recepirle lo fa in ogni caso, tutti i fedeli che accorrono in migliaia ovunque sia il Santo Padre ne e’ la dimostrazione. Riguardo alla risonanza dei media sull’argomento prima di tutto dipende dai media senza fare nomi ci sono tg che danno risalto a qualunque azione del Papa sia questa un appello alla pace, o una semplice passaggiata, oppure una banalissima battuta con i giornalisti e poi ce ne sono altri che spesso dedicano al Pontefice pochissimo spazio o addirittura nesuno tranne rari casi in cui non possono fare a meno che parlarne. Penso che ormai Ratzinger sappia cosa deve aspettarsi dai media a tutti i livelli cartacai o visivi , la sua disponibilita’ con questi signori e’ enorme e, visto il suo carattere, del tutto inspettata e sorprendente, ma sa bene che fare il papa impilica anche questo, come sa altrettanto bene che al mondo di oggi non se ne puo’ fare a meno per cui lo accetta e nonostante la sua indole sia improntata piu’ alla riservatezza non si sottrae mai ne’ alle telecamere ne’ allo scambio di battute ne’ al contatto con i giornalisti, anzi e’ chiaro che preferisca il rapporto diretto piuttosto che passare attraverso portavoci che riferiscano alla stampa cio’ che lui dice, pensa o fa’, e’ chiaro che egli preferisca essere il portavoce di se stesso, e sentirlo parlare direttamente magari anche sbagliando qualche parole costruzione o verbo e’ davvero bellissimo.
Il mondo se vuole puo’ benissimo udire, recepire, quindi accogliere le sue richieste, i suoi richiami e farli propri da qualunque posto egli li lpronunci, l’appello alla pace di Sua Santita’ non sarebbe stato piu’ efficace ne’ piu’ ascoltato o recepito se lo avesse elevato da Haifa, Nazaret, Beirut Gerusalemme avrebbe solo riscosso piu’ successo giornalisticamente parlando, avrebbe fatto piu’ notizia, ma a Benedetto XVI non interessa che si parli di dove va il Papa o di cio’ che fa il Papa, non vuole ne’ ha mai voluto la centralita’ per la sua persona, nel suo pensiero questa spetta solo al Signore ed e’ a lui che tutto deve andare e tornare, per cui dove e da dove parli Sua Santita’ per Benedetto XVI non ha alcuna rilevanza ed e’ giusto che sia così sempre e comunque, la cosa che conta e’ il contenuto dei suoi messaggi che egli sa efficacemente mandare esattamente dove vuole che arrivi, ma questo solo non basta ci vuole poi naturalmente la volonta’ delle persone, a tutti i livelli, che faccia si che tale messaggio non resti inascoltato o cada nel vuoto, ma non e’ certo la presenza del Papa che puo’ aprire le menti e i cuori delle persone, le sue parole i suoi gesti i suoi sguardi da qualunque luogo lui li lanci hanno sempre la stessa forza e valenza.
Cari saluti Francesca
gentile accattoli, il caro vescovo non fa altro che riprendere il ragionamento di melloni. certo, usa parole piu’ gentili ma il succo e’ sempre lo stesso: il papa è una sorta di sprovveduto, che se ne sta in vacanza mentre c’e’ una guerra. si fa anche riprendere quando suona il pianoforte…non si fa!!
la sostanza del ragionamento del vescovo “melloniano” e’ la seguente: benedetto non fa nulla e, quando fa qualcosa, sbaglia.
si e’ fatto un gran parlare del fatto che finalmente abbiamo un grande pontefice delle parole e poi tutti gli chiedono ANCORA gesti! francamente non se ne puo’ piu’ di tutto questo discorrere su papa ratzinger per metterlo, piu’ o meno velatamente, in secondo piano rispetto al predecessore, il papa dei gesti…appunto!!
Quel “vescovo intelligente” confida molto, a quanto sembra, nell’efficacia di una strategia comunicativa impostata sulle esigenze dei media, papa Benedetto evidentemente no.
Eppure Papa Ratzinger è così comunicativo!!!Come mai i media non se ne accorgono?E’ una cosa che mi lascia perplessa e mi indispone parecchio.Eppure ci sarebbe così tanto da dire,da spiegare,da far conoscere.E poi Benedetto ha la capacità di non sottrarsi mai alle domande.I giornalisti chiedono,lui risponde,ma poi dove finisce il filmato?Perchè non lo mostrano in tv?Boh,capisco le esigenze dei media,ma qui non siamo di fronte ad un Pontefice musone o indisponente.
La grandezza di questo Papa è arrivare al cuore delle persone attraverso il messaggio salvifico di Cristo, “che non toglie nulla e dona tutto”. Non importa da dove Egli decida di lanciare questo messaggio, è il contenuto che va guardato, non il palcoscenico. Quando parla il Papa, parla Dio: non c’è bisogno di colpi di teatro. Per favore, basta: ormai si gioca a fare il tiro al bersaglio! Un certo settore della stampa non sa più a cosa appigliarsi. Paragoni e condanne nei confronti di questo Pontefice sono assurdi e fuori luogo. Finiamola! Mi ritrovo grosso modo nelle parole di lella e maria grazia. Giù le mani dal Papa! Lui sa cosa e come fare a guidare la barca di Pietro malgrado i fulmini scagliatigli contro: Cristo è con Lui e Lui è in Cristo!
Il punto e’ appunto questo certa stampa non sa piu’ che pesci prendere, gli appigli stanno cedendo tutti, si stanno letteralmenmte arrampicando sugli specchi, attaccandosi a delle assurdita’ pur di non dire e soprattutto vedere come stanno le cose. Deve fare davvero male a certa gente ammettere non solo quanto piaccia ai fedeli questo Papa, quanto incontri, come sappia rivolgersi alla gente, come arrivare ai loro cuori conquistarli e attrarne sempre di piu’, ma soprattutto ammettere che i giudizi dei primi tempi erano sbagliati e come questi anche quelli precedenti quelli che per anni hanno fatto una montagna di critiche, attacchi e prese di posizioni assurde, nei confronti di una persona che in realta’ e’ e lo e’ sempre stata l’esatto contrario di come tutti la dipiongevano. Sono stati scritti fiumi di inchiostro per descrivere l’intransigente custode dell’ortodossia cattolica, il cardinale di ferro, l’inqusitore, una persona inavvicinabile chiusa nelle sue idee e convinzioni pronto sempre e solo a punire, tutti lo hanno descritto con parole terribili come se fosse un essere con cui non si poteva parlare pena chissa’ che scomunica, gli sono stati affibbiati nomignoli e appellativi di una cattiveria inudita, poi dopo l’elezione si e’ fatto anche peggio sembrava che con Papa Ratzinger la chiesa dovesse tornare quasi ai tempi dell’Inquisizione o forse peggio, e ora dopo un anno e piu’ in cui e’ palese anche ai piu’ irriducibili e ostinati nelle loro convinzioni, che a capo della chiesa c’e’ una persona semplice affabile sempre pronta al dialogo diretto che non si sottrae mai al contatto ne’ con i giornalisti ne’ tantomeno con i fedeli, una persona di una disponibilita’ immensa , un Papa, il miglior teologo al mondo, ma che sta facendo il catachista per colmare le tante lacune che molti fedeli hanno, che sta facendo di tutto per riportare un po’ di rigore e spiritualita’ la’ dove dovrebbero regnare da sempre, che non si stanca di ripetere che Dio e’ amore che i comandamento non sonop ne’ sono mai stati una serie di no e di divieti, che tenta in ogni modo di ridare a Cristo quella centralita’ perduta da tempo, che certo con immensa fatica riporterta’ la sconquassata barca della chiesa in acque finalmente sicure. Queste cose sono sotto gli ochi di tutti da piu’ di un anno ma come si dice “non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire ne’ peggior cieco di chi non vuol vedere….!!!!!!!!!!!!! “.
Francesca
Cara Francesca, sottoscrivo pienamente ciò che hai scritto in questo ultimo post. Che Dio ti benedica per la tua fedeltà al Santo Padre.
Gianluca
Io preferireri essere benedetto per la mia fedeltà a Dio piuttosto che al singolo Santo Padre. Detto questo, condivido il pensiero del vescovo intelligente. Sarebbe stato un gesto molto forte, capace di far sapere al mondo quanto la Chiesa tenga alla pace in Terrasanta.
Trovo comunque disdicevole questa caccia al “melloniano” piuttosto che “martiniano”. Siamo agli albori di un fondamentalismo cattolico? Lo temo.
Gianluca, il concetto che “quando parla il papa parla Dio” è fuori dai canoni, non trovi? Luigi
Tornare a Roma non sarebbe servito a niente così come non è servito a niente il discorso del Papa all’Angelus di domenica e poi nella parrocchia aostana.
Se il Papa parla ma poi giornali e tv non riprendono il suo pensiero,serve davvero a poco un gesto eclatante.
A me preoccupa molto questa corsa ad insegnare il mestiere al Papa:i non cattolici possono dire ciò che preferiscono,mantendo il rispetto,ma quelli che si dichiarano cattolici dovrebbero almeno cercare di capire le intenzioni del Pontefice e non criticarlo per partito preso.
Caro Tonizzo,si è parlato molto di melloni ma le motivazioni sono più che giustificate:penso di non avere mai letto tante offese gratuite ad un Papa.
Saluti.
Maria Grazia
Caro Luigi, tu mi insegni che il Papa è il Vicario di Cristo, che è Dio. Dunque, quando il Papa interviene in materia di Fede o di pace, nelle Sue parole noi vediamo e sentiamo le azioni e la voce di Dio. Fatto soggettivo, che nulla ha a che vedere con il dogma dell’infallibilità papale. Per me è così: quando parla il Papa, a modesto avviso del sottoscritto, Egli parla su ispirazione dello Spirito Santo che, nell’unità del Padre e del Figlio, rappresenta il Creatore. Ma, poi, in fondo, non trovi che sia fuori dai canoni l’accanimento nei confronti di questo Papa, non perchè è il Capo della Chiesa cattolica, ma perchè è caratterialmente diverso dal Suo predecessore? Capisco che nel nostro lavoro fa più notizia l’uomo che morde il cane e non viceversa, ma non pensi che effettivamente la stampa stia sottovalutando e non dando il giusto risalto alle parole del Papa in questo particolare momento storico?
Un abbraccio. Gianluca
Per quanto mi riguarda non c’e’ alcuna distinzione fra il Santo Padre e Dio, per un cattolico il Papa e’ il rappresentante di Gesu’ Cristo in terra, attraverso di lui si ama Cristo stesso e se si e’ fedeli a lui si e’ allo stesso modo fedeli a Gesu’ Crsto. Se non sbaglio la persona del Papa viene scelta da Dio attraverso lo Spirito Santo che illumina i cardinali, quindi se Dio ha scelto Josef Ratzinger come suo vicario la fedelta’ a lui deve essere totale perche’ chi e’ fedele a lui e’ fedele a Dio e alla chiesa.
Il mondo intero puo’ benissimo sapere e rendersi conto quanto la chiesa e il Papa tengano alla pace in Terrasanta senza gesti forti, Benedetto XVI sa benissimo far sentire la sua voce da qualunque zona parli, lo spostamento ipotetizzato dal vescovo intelligente non avrebbe reso piu’ forti le sue parole, ne’ piu’ ascoltati i suoi appelli alla pace, l’attenzione si sarebbe spostata direttamente sulla sua persona, tutti avrebbero parlato del viaggio papale, del suo spostamento o rientro a Roma prima del tempo, non del contenuto del suo discorso, avrebbe senza dubbio fatto piu’ notizia il suo vuiaggio che il suo appello alla pace.
…..Il papa solo, isolato, quasi immerso nelle sua vacanza nonostante cadessero bombe e morissero persone, il Papa inascoltato anche perche’ privo di un’efficiente diplomazia e con una segreteria di stato quasi alla deriva …….oggi se non sbaglio quella “sconquassata” diplomazia sedeva al summit di Roma e i corridoi umanitari invocati e richiesti a piu’ riprese da Benedetto XVI in vacanza si sono aperti non molto dopo i suoi appelli e la sue richieste di preghiera e penitenza, questo stesso Papa tanto criticato qualche frutto lo sta portando….e come giustamente ha detto Benedetto XVI poco prima dell’inizio del summit ” le preghiere non sono inutili…” . Benedetto XVI non ha bisogno di accompagnare i suoi discorsi, o i suoi appelli, con gesti forti perche’ le sue parole bastano e a quanto pare arrivano esattamente dove devono e quindi ascoltate poi ottengono qualcosa.
Non si tratta di fondamentalismo cattolico ma di pura obbiettivita’.
Volevo dire qualcosa a Gianluca, ma ora arriva Maria Grazia con l’affermazione che per lei “non c’è alcuna distinzione fra il Santo Padre e Dio”. Credo di non aver mai sentito, nè dal vivo nè dalla storia, una più forte idea del papato. Di certo non la condivide Joseph Ratzinger. Egli già riteneva che il papa com’è presentato dalla tradizione romana contemporanea sia gravato di responsabilità eccessive. Se sentisse quell’idea che l’assimila a Dio, scapperebbe. Luigi Accattoli
O Gesù, Re e Signore della Chiesa: rinnovo alla tua presenza la mia adesione incondizionata al tuo Vicario sulla terra, il Papa. In lui ci hai voluto mostrare il cammino sicuro e certo che dobbiamo seguire in mezzo al disorientamento, all’inquietudine e allo sgomento. Credo fermamente che per mezzo suo tu ci governi, istruisci e santifichi, e sotto il suo vincastro formiamo la vera Chiesa: una, santa, cattolica ed apostolica.
Concedimi la grazia di amare, di vivere e di diffondere come figlio fedele i suoi insegnamenti. Custodisci la sua vita, illumina la sua intelligenza, fortifica il suo spirito, difendilo dalle calunnie e dalla malvagità. Placa i venti erosivi dell’infedeltà e della disobbedienza, e concedici che, attorno a lui, la tua Chiesa si conservi unita, ferma nel credere e nell’operare e sia così lo strumento della tua redenzione. Così sia.
Questa è la preghiera ufficiale riconosciuta dalla Chiesa per il Papa. In essa leggiamo chiaramente che Cristo ci guida mediante il Suo Vicario, il Papa. Ne deduco, che nel Papa agisca Dio, non solo quando si esprime ex cathedra, come previda l’apposito dogma dell’infallibilità papale, ma anche quando parla agli uomini in materia di pace e morale.
Va da sè che se il Papa è il Vicario di Cristo, che è Dio, non può essere Egli stesso Dio, ma sicuramente può parlare in nome di Dio. Ancora ricordo cosa disse Benedetto XVI ai terroristi l’estate scorsa dopo gli attentati di Londra: “In nome di Dio, fermatevi!”.
Saluti e grazie dell’ospitalità. Gianluca
Caro Accattoli,solo una precisazione,tanto per dovere di cronaca:non sono stata io a affermare di il Papa è Dio.
Saluti.
Maria Grazia
A Maria Grazia: chiedo scusa per la confusione! Meno male che i nomi sono scritti e dunque ognuno può verificare che era Francesca a fare quell’affermazione.
A Gianluca: “in nome di Dio” lo può dire ogni credente – il titolo di “vicario di Cristo” in origine si applicava al papa in quanto veniva dato a ogni vescovo e in tal senso lo dobbiamo intendere anche oggi, altrimenti esso dice “troppo”. Vedi in materia un articolo del padre Yves Congar su un fascicolo speciale di Concilium, dedicato nel 1975 al “ministero petrino”.
Saluti. Luigi Accattoli
Il Papa e’ il vicario di Cristo in terra, quindi la fedelta’ al Papa e’ fedelta’ a Dio, seguire gli insegnamenti del Papa equivale a seguire la via indicata da Dio, quindi l’identificazione del Papa con Dio almeno io la leggo in questo senso, ecco perche’ non c’e’ distinzione. Dio puo’ guidare la chiesa e i fedeli attraverso la figura del Santo Padre, che parla in suo nome di Dio a tutti i fedeli indicando loro le vie da seguire e seguendo, rispettando, amando ed essendo fedeli al Santo Padre si trasferiscono verso Dio tutti questi sentimenti.
Ratzinger penso sappia in cuor suo che egli rappresenti Cristo in terra e che per i fedeli guardare a lui seguirlo e amarlo sia il trasferimento di questi sentimenti verso Dio stesso, e’ a lui che mi sembra non si stanchi di dire che spetta la centralita’, oggi se vogliamo dare per così dire un “volto umano” a Dio l’unico che viene alla mente e’ il suo perche’ e’ lui il Papa quindi il vicario di Cristo, Pietro che e’ chiamato da Dio a governare la chiesa a reggerla e guidarla in sua vece.
Saluti. Francesca
A queanto si legge il Papa è Dio. Un’affermazione incredibile, visto che l’unico uomo e Dio è Gesù Cristo stesso, e visto che attraverso lo Spirito Santo è possibile il rapporto io-tu fra credente e Dio (Giovanni Paolo II, Dominum et Vivificantem). Quindi dopo Gesù, ogni Papa è stato Dio. Dunque ogni Papa non ha il libero arbitrio e si salva a prescindere, se procediamo su questa linea.
Mah.
Veniamo a chi ha sostenuto che il dissenso rispetto ad alcune idee papali dev’essere sopportato con amarezza in silenzio. Primo: la Chiesa non è una setta, dove qualsiasi cosa che dica il capo terreno è infallibile e legge morale (si accettano per fede solo i dogmi, del resto ne possiamo parlare). Secondo: esiste il primato della coscienza. Terzo: se non avessimo avuto un bel po’ di rivoluzionari come Don Primo Mazzolari (bollato da buoni e devoti cattolici come “vitando”, cioè da evitare altrimenti chiunque l’avesse avvicinato sarebbe incorso nella scomunica), ribelli come Don Milani o l’Arcivescovo Romero, bollato come ‘comunista’ e ucciso mentre celebrava la Messa (vi ricordo che Romero non è ancora beato) forse oggi non avremmo certe luminose figure del mondo cattolico da additare come esempi. Buona giornata a tutti.
Un’ultima cosa: vedo che per qualcuno ancora oggi i chierici “praecedunt” i laici. Quel tempo è finito, per fortuna. L’8 dicembre del 1965, a essere precisi.
Caro Luigi,
come ben sai, i comandamenti ci insegnano a non pronunciare il nome di Dio invano. Ciò, implicitamente, ci vieta di implorare il nome di Dio. A meno che, come insegna Gesù nel Vangelo, non veniamo costituiti, per mezzo dello Spirito Santo, ministri di Dio. “Andate e battezzate (…) nel nome mio scaccerete i dèmoni”. Gesù riserva questo privilegio solo agli Apostoli, su cui è sceso lo Spirito, non a tutti. Quindi, è evidente che ci sia una grossa differenza se a parlare in nome di Dio è il Papa, successore del principe degli Apostoli, Pietro, o il sottoscritto o qualunque altra persona. Ad esempio, vedi gli esorcismi: la Chiesa dà la facoltà di esercitarli solo a Vescovi o a sacerdoti all’uopo delegati. Ai laici è proibito scacciare Satana nel nome di Dio, tranne quando si effettuano, privatamente, delle preghiere di liberazione. Ne deduco che non tutti possiamo parlare a nome dell’Altissimo. La mia opinione è questa, e come tale spero venga rispettata. Potrò sbagliarmi – e non credo – ma effettivamente quando parla il Papa, per il sottoscritto parla Dio.
Un abbraccio. Gianluca
Ah, dimenticavo: ho notato, caro Luigi, la sottigliezza con cui hai scritto: “ho incontrato un Vescovo intelligente”, come se ciò ti accadesse raramente;)
Salutoni
“Identificazione del papa con Dio” è un’espressione che credo dica da sola la propria irrealtà, non credi Francesca? Prima avevi scritto “non c’è distinzione”. Ora è chiaro che Dio è in cielo e il papa è sulla terra, dunque la distanza è infinita. Il papa – pur gravato di eccessive responsabilità com’è oggi – resta sempre uno di noi. Per parlare di identificazione o “non distinzione” dobbiamo innalzare il papa e abbassare Dio, due operazioni ugualmente imprudenti.
A Gianluca dico che per intenderci dobbiamo collocare il papa – successore di Pietro – sul piano dei vescovi, successori degli apostoli. Se lo stacchi da quel piano, che la Chiesa cattolica ha sempre accettato – pur rivendicando per il successore di Pietro un primato sugli altri – e ne fai il solo “vicario”, esci dai canoni e passi al piano delle devozioni. Rispetto dunque la tua opinione – come quella di Francesca e ogni altra – ma non la condivido.
Stupito dalla vivacità dei miei visitatori estivi, saluto tutti di nuovo. Luigi Accattoli
Il potere di scacciare i demoni, osserva padre Gabriele Amorth nel suo “Esorcisti e psicologi” (se non ricordo male il titolo), è di tutti i cristiani nel nome di Gesù. Tuttavia, è una scelta storica, quella della Chiesa, che ha portato alla creazione degli esorcisti.
Tonizzo, studio da anni Padre Amorth e ne sono un grande estimatore. Il libro di cui parli è “Esorcismi e psichiatria”, se non erro. Ve ne sono tanti altri dello stesso autore ugualmente molto belli. Mi permetto di farti notare che ho scritto appunto quello che dice Amorth e che dice ufficialmente la Chiesa: in nome di Dio possono pubblicamente chiedere ad un demònio di abbandonare un corpo solo i Vescovi o i loro sacerdoti delegati. Poi, privatamente, ognuno, nel nome di Cristo, può pregare per la liberazione di una persona o di un luogo da influssi malefici o demoniaci. Ti invito, a tal proposito, a prendere visione dell’esorcismo breve di Leone XIII, l’unico che un laico possa effettivamente recitare senza incorrere nella disobbedienza nei confronti di Madre Chiesa.
A Luigi dico che è un gran piacere parlare e confrontarsi di questi argomenti con lui che è un grande conoscitore della materia ed un grandissimo giornalista. Caro Luigi, apprezzo il tuo sforzo, ma sono nato e morirò ottuso: difficilmente cambio idea. Ne consegue che per me il Papa, quando parla alle folle o adotta provvedimenti che riguardano la Fede e la morale, agisce per tramite dello Spirito Divino e di Egli si fa promotore.
Caro Luigi, ti ringraziamo davvero di cuore per l’ospitalità che ci offri nel tuo pregevolissimo blog.
Anche questo significa evangelizzare.
Gianluca Barile
Carissimo sig. Accattoli, Gianluca dice che quando parla il Papa per lui parla Dio forse mi sbaglio ma al momento anch’io la vedo così ecco perche’ dico che non c’e’ distinzione e con questo lungi da me abbassare Dio per innalzare il Papa, ma poiche’ il Papa lo sceglie Dio, tramite lo Spirito Santo, che illumina i cardinali elettori, come suo vicario in terra, il Papa e’ in un questo senso Dio in terra dal momento che parla e agisce in vece di Dio. Puo’ essere un punto di vista particolare che forse mi fara’ passare come dice lei al piano delle devozioni, ma al momento la mia devozione al Papa e’ sininimo di devozione a Dio, e’ per questo che per me non c’e’ distinzione.
Il Papa poi sara’ anche come dice lei “uno di noi”, ma secondo me il vicario di Cristo in terra non e’ proprio uno di noi… !!!!
Saluti e un grazie anche da parte mia per rendere possibili questi scambi di idee seguiti e guidati dalla sua grande professionalita’ e preparazione doti, me lo consenta, che nel giornalismo di oggi putroppo scarseggiano un po’!!!!!!!!!!!!!!!
Francesca
Ho un grande affetto e rispetto per il Santo Padre ma non mi permetterei ma i di metterlo sullo stesso piano di Dio! Vi consiglio la rilettura della sua omelia del 24 aprile 2005.Lui ,l`umile,debole servitore nella vigna del Signore desidera solo mettersi,con tutta la Chiesa, all`ascolto della parola e volontà di Dio perchè sia Lui a guidare la Chiesa. Penso che se Papa Benedetto venisse a leggere le righe che dicono che fra lui e Dio non c`è differenza sarebbe piuttosto contrariato.Saluti,Luisa
No, Gianluca. Nelle Scritture Cristo dà il potere di scacciare i demoni nel suo nome. Ma storicamente la Chiesa ha limitato questa facoltà a vescovi ed esorcisti. Questo è quello che dico io. Qua stiamo parlando di una tradizione storica, non di obbedienza alla Chiesa.
Anche la papolatria è peccato. Mi pare stia scritto “Non avrai altro Dio all’infuori di Me”… ma dove l’avevo letto? Ah, saperlo… :)))))
Caro Gianluca,
tu dici (qualche intervento fa) che quello che tu ritieni non c’entra col dogma dell’infallibilità, ma di fatto è proprio questo dogma che tu estendi a tuo piacere. Perché è ovvio che, se uno parla con voce di Dio, è infallibile.
Ora, credo che estendere questo dogma sia un errore esattamente come negarlo.
Che poi nel papa agisca lo Spirito Santo (come in ciascun credente, ma con uno speciale carisma dovuto al ministero del tutto particolare di cui è investito) è assolutamente vero, ma è vero che anche nel papa lo Spirito Santo, inevitabilmente, si mescola ai limiti e agli errori della persona umana: così che anche il papa è soggetto ad affermazioni che sono sempre autorevoli – e che il credente deve dunque ascoltare con attenzione e rispetto filiali – ma che non sono incontrovertibili.
Un conto è suscitare polemiche per puro spirito di contraddittorio o per malevolenza verso il papa o la Chiesa; un conto è cercare di valutare serenamente – partendo da un presupposto positivo di accettazione filiale e devota – cosa possa eventualmente parere meno opportuno nelle parole di un papa, o di un vescovo (che pure è ordinato sacramentalmente esattamente come un papa, ma che anche tu riconosci non esente da limiti ed errori).
Sei sicuro che si faccia un miglior servizio a ciò che dice un papa accettandolo supinamente che non ragionandovi costruttivamente sopra?
In ogni caso mi unisco a te ai ringraziamenti ad Accattoli, che riesce a farci dibattere anche su temi delicati senza che mai perdiamo il rispetto e – spero – la stima gli uni degli altri.
Francesca, il papa è uno di noi nel senso che è stato scelto tra noi – insieme agli altri vescovi e con un mandato unico fra loro – per esserci guida, mentre Dio nessuno mai l’ha veduto. Dunque la parola del papa è parola di una guida, certo ispirata, ma pur sempre terrena. Tra la sua parola e quella di Dio c’è l’intera distanza che corre tra il cielo e la terra. Magari tra un punto elevato della terra e il cielo. Ma è sempre una distanza infinita. Ti ringrazio per l’attenzione con cui segui i miei post e per il fatto che mi costringi a riflettere. Luigi Accattoli
Buongiorno! Mi sembra che il Santo Padre è sacerdote,vescovo e come tale primus inter pares. Certo la sua parola è ispirata.Certo Benedetto XVI è abitato da Dio,innamorato di Dio come è stato detto. Impregnato dalla Santa Scrittura egli è un interprete,un portaparola (se oso esprimermi così) fidato e sicuro e io lo seguo come il mio Pastore mite e fermo. Ma egli resta pur sempre un uomo e non penso vorrebbe essere considerato altrimenti! Grazie a Luigi Accattoli per la sua ospitalità,Luisa
Innanzitutto, un abbraccio e un ringraziamento di cuore a Francesca per il suo sostegno.
Cara Francesca, non ti stancare mai di difendere l’immagine del Papa, che sia Benedetto XVI o Pio IX: il Papa è uno, è Pietro, io e te non idolatriamo la persona ma ciò che rappresenta. Sembra, però, che ciò non riusciamo proprio a spiegarlo bene. Mi sia consentito di dire che rispetto ciò che scrive tonizzo, ma non mi piace il tono di sufficienza che utilizza. Caro tonizzo, ribadisco che ciò che decide la Chiesa per me è ciò che decide Cristo. E’ inutile soffermarsi su questo o quell’aspetto.
Ragazzi, che Dio vi benedica, è davvero un piacere “parlare” con tutti voi. Naturalmente, non per ruffianeria, un grazie grande come la cupola di S. Pietro va a Luigi Accattoli per averci riunito in queste sane e costruttive discussioni.
A presto
Caro Gianluca, ma se tu vieni qui e non ti confronti, dopo che ti abbiamo ripetuto più volte come stanno le cose, che ci vieni a fare? Il pensiero debole fatto di “io resto della mia opinione anche se ne abbiamo parlato” è l’anticamera di quel relativismo che non piace proprio a Papa Ratzinger… Saluti.
Per quanto riguarda la visibilità di Dio, beh, non per essere scontato, ma io vedo Dio nell’ammalato, nell’indifeso, nel perseguitato, anche nell’ateo più incallito che però è in difficoltà.
Vedi, tonizzo, non fa parte di me evitare il confronto. Ma siccome ho terminato da un bel po’ l’Università, mi trovo molto a disagio con persone come te che salgono in cattedra e credono di poter dare lezioni a destra e a manca. Perdonami la franchezza, non ho alcun intento di essere offensivo o provocatorio, ma non accetto il tuo tono. In primis, non devo dar conto a tese e quando mi collego a questo blog; poi, non accetto assolutamente che tu dica: “dopo che ti abbiamo ripetuto più volte come stanno le cose”, come se io fossi uno stupido o un ottuso a cui non si riesce a far capire nulla. Oggi, 28 Luglio, è il 10° anniversario della morte di mio padre. Proprio stamattina pensavo che una sola volta mi ha dato uno schiaffo: quando parlando con lui dissi “hai capito?”. Si arrabbiò e dopo quel buffetto mi rispose: “Non si dice hai capito, ma: mi sono spiegato”. Ecco, evidentemente sei tu che non riesci a spiegarti. Per quanto riguarda il relativismo, lascia perdere. Non fai che dire cose che appartengono al relativismo: matrimonio per i preti, Chiesa che decide a scapito dei fedeli, Papa che va considerato come uno qualunque che dice la sua, tranne quando proclama un dogma. Tonizzo, come vedi mi sto confrontando, ma senza offendere. Non mi sembra che tu stia facendo altrettanto. E poi non parlare al plurale, perchè se non sbaglio la maggioranza degli amici del blog dice più o meno quello che dico io.
In conclusione, caro tonizzo, nella vita come in questo blog, siamo tutti allo stesso livello, nessuno può dare lezioni agli altri, soprattutto in materia di Fede, un sentimento talmente intimo e soggettivo su cui è davvero impossibile sindacare.
Caro Gianluca, nessuno ti vuole offendere. Purtuttavia non ci vuole l’Università per parlare della Chiesa, ma un minimo di ascolto delle idee altrui sì.
Il dialogo si fa mettendo assieme delle idee e provando a dare un risultato comune. A me sembra che tu non lo cerchi, quantomeno nei miei confronti. Rispondi sempre di restare della tua idea: lo comprendo, ma allora perché parlarne? Se uno si confronta per restare della propria idea che senso ha?
Detto questo, se nelle mie parole sulla Chiesa vedi relativismo pazienza; se per te è tremendo leggere di preti sposati non ci posso fare niente. Ma quelli come noi per fortuna nella Chiesa continueremo a stare e dire la nostra, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Perché le fedi tetragone, quelle che non si fanno prendere dal dubbio, ci mettono paura.
Quanto al “non hai capito” e “non mi sono spiegato”: qua parliamo di sostanza o di forma? Io ti parlo di sostanza, di problemi concreti che occupano la vita della Chiesa e propongo la mia idea, una soluzione; tu mi parli di forma, norme, rispetto totale e tremendo delle forme. Spiacente, ma credo che Dio si possa trovare anche fuori dalle regole, nelle camere chiuse di ogni coscienza che Lo chiamano ad ogni ora del giorno e della notte. E che Lui – penso – ascolta; indipendentemente da quante volte si confessino o quante mogli abbiano avuto, se ne vogliano una nel proprio sacerdozio e quant’altro.
Prima di tutto mando un caro abbraccio a Gianluca al quale dico che gli sono vicina in questo anniversario.
Riguardo a tutta la questione: forse con le mie parole non sono riuscita a spiegare bene i miei pensieri ci riprovo, io parlo di identificazione e del fatto che non ci sia distinzione fra Dio e il Papa perche’ dal momento che il Papa e’ scelto da Dio in virtu’ di questo, almeno io, lo identifico con Dio stesso. Il Papa, chiunque egli sia, parla agisce predica consiglia e indica le vie da seguire in nome di Dio, quindi quando fa questo per me e’ Dio che agisce tramite lui, quindi per me, come penso per Gianluca, e’ in questo senso che va inteso che quando parla il Papa parla Dio, ecco quindi l’identificazione totale e la mia affermazione piu’ controbattuta “non c’e’ distinzione”, quando penso all’ipotetico volto di Dio a livello terreno non puo’ che venirmi in mente il volto del Papa, perche’ e’ lui il suo vicario in terra, scelto espressamente da Dio stesso. Solo un’ultima precisazione in tutto il mio pensiero lungi da me lo ripeto abbassare Dio per innalzare il Papa, lo so che la distanza fra i due e’ come dice il caro Accattoli quella fra il cielo e la terra e che il Papa e’ comunque un uomo, ma consentitemi la considerazione, molto ma molto vicino a Dio stesso, il solo in continuo contatto diretto col Signore.
Il succo del mio pensiero e’ tutto nelle parole di Benedetto XVI quando dice:
“Scegliendomi quale Vescovo di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto “pietra” su cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla povertà delle mie forze, perché sia coraggioso e fedele Pastore del suo gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito.” E ancora :” Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia.”
E’ da queste parole che almeno per me nasce la totale identificazione fra i due, e’ da qui che dico che non c’e’ distinzione, forse sbaglio e scado al livello di venerazione ma al momento e’ questo il mio pensiero.
Un caro saluto a tutti, in ogni caso e’ un bellissimo scambio di idee del quale rinnovo il mio grazie allo splendido signor Accattoli!!!
Francesca
Quand’uno mi dice che “questo al momento” è il suo pensiero non posso che rispettarlo. Io penso diversamente, ma avverto un buon sentimento in quello che dici e questo mi basta. Per me i più vicini a Dio e i più in contatto con lui sono i santi, persino quelli non cristiani. Nulla toglie che lo siano i papi, ma possono anche non esserlo. Da qui il mio richiamo a una qualche prudenza di linguaggio. Ma non voglio dire altro. Non voglio contristare nessuno. Credo che i papi recenti – diciamo: da Pio IX in poi – siano tutti dei santi. Saluti, Luigi
Accattoli, dall’alto della sua esperienza e della sua preparazione, ha detto una cosa molto giusta, che ci deve far riflettere. Non è detto che tutti i Papi siano necessariamente Santi. Qualcuno vada a vedere la storia di papa Borgia. Ecco, in quel caso non credo che il Pontefice fosse esattamente Dio in terra, semmai il demonio in terra. Ma è acqua passata…per fortuna ora decide davvero lo Spirito Santo e il Papa non è eletto per volontà di questo o quel potente. Condivido il fatto che da Pio IX in poi, tutti i Papi siano stati dei Santi. Tuttavia, va apprezzata la cautela della Chiesa: da Papa Mastai Ferretti in poi – Lui è stato l’ultimo Papa Re – solo un Pontefice è stato canonizzato e si tratta di Papa Sarto, Pio X. Lo stesso Pio IX, se non erro, è stato “solo beatificato”, insieme a Giovanni XXIII, e per gli altri è in corso il processo di beatificazione. Dunque, la Chiesa è cauta, non santifica automaticamente i suoi Papi, ma analizza i loro Pontificati. Ciò nonostante, la Chiesa riconosce al Papa il titolo di Santo Padre. Una contraddizione? Non credo: quando il Papa parla agli uomini, a tutti gli uomini, Egli, in quanto pastore del gregge del Signore, è davvero Padre e davvero Santo, in quanto ciò che dice è ispirato da Dio. Mi fa piacere che il caro Accattoli non abbia escluso dalla sua lista a priori Pio XII: io non c’ero ancora, ma so che è stato un grande Pontefice e lo venero come se fosse Santo.
A Francesca un grazie di cuore per la sua vicinanza e un fraterno abbraccio per la sua convinzione e la sua caparbietà: continua così, ama il Papa, ama la Chiesa, ama Dio, ama la beata Vergine Maria e il tuo cuore vivrà in letizia.
Già, oggi è il 10° anniversario della morte di mio padre. Mi sia consentito di dire, senza essere considerato un fanatico, che in Benedetto XVI, come in Giovanni Paolo II, io che sono cattolico, non vedo solo il Papa ma anche il papà.
Termino con una battuta: sono reduce da un’ischemia cerebrale, me la sono vista brutta, ho il braccio destro praticamente bloccato, la fisioterapia non sembra dare buoni risultati. Ma per fortuna c’è questo blog che mi spinge e mi stimola a muovere almeno la mano per digitare ciò che penso.
Cari amici, in questo periodo di malattia, siete voi la mia compagnia.
Grazie di cuore
Gianluca Barile
Se siete curiosi di vedere che faccia ho, visitate pure un sito che ho pubblicato per il Papa. L’indirizzo è http://www.clubpapabenedetto.it
Salutoni
Buona sera a tutti…. Allora mi sembra piu’ che evidente che qualche espressione e’ stata fraintesa. Il Papa è il vicario di Cristo in terra non e’ propriamente DIO!!!!!! E’ chiaro comunque almeno per me, che da qualsiasi luogo parli il Papa le sue parole hanno la medesima importanza ed il medesimo peso e significato e questo mia uguro che il vescovo intelligente lo riconosca!!!!!!!! Infatti, non e’ che se il Papa si catapultava a Roma in fretta e furia le sue parole ricevevano maggiore attenzione o avevano piu’ importanza……….. Io direi che tutti i potenti e pezzi da novanta radunati nel summit per la pace delle parole del Papa e dei suoi accorati appelli se ne sono per dirla elegantemente lavate le mani!!!!!!! e questo sarebbe successo se Benedetto avesse parlato dalla Val d’Aosta, se avesse parlato da Roma e se avesse parlato dal Libano etc.etc. si potrebbe continuare all’infinito.
Ribadendo il concetto che il Papa è un uomo è non è propriamente Dio ma il vicario di Cristo in terra, vorrei almeno che alle sue parole fosse data l’importanza che meritano compreso il rispetto che purtroppo mi accorgo, che spesso e volentieri manca. Per quanto rigurda il confronto su questo argomento, vorrei che rimanesse in un’ambito civile. Perchè si deve dare a tutti la possibilità di esprimere il prorpio parere a chi difende Benedetto perchè probabilmente ha rispetto e crede nel suo operato e a chi diciamolo pure non lo ama e riesce solo a vedere nel suo operato una sequela di errori madornali incìvece di riconoscere, che questo Papa, prende ognim volta su di se la responsabilità di quello che dice quando è intervistato senza avvalersi constantemente di intermediari.
Grazie a tutti.
Carissimo Gianluca ti ringrazio tantissimo per le belle parole che mi hai dedicato, ogni volta che scrivi qualcosa finisce che alla fine dici esattamente quello che penso, io e’ una cosa bellissima, non ho la tua preparazione in materia ma anch’io ho notato con grandissimo piacere che il caro signor Accattoli ha inserito il nome di Pio XII anch’io non c’ero ma anch’io sono convinta della sua santita’!!!!
E’ un grande piacere sapere di poterti fare compagnia in questo momento e spero davvero che alla fine lo stimolo procuratodi dall’uso della tastiera sia l’inizio della guarigione, sai che facciamo continuiamo ad animare questo bel blog così tu fai esercizio, tutti insieme ti facciamo compagnia e ci scambiamo anche delle belle vedute!!!!!!!!!!! Ora e’ tardi ma lunedì visittero’ certamente il tuo sito, un abbraccio anche da parte mia e buona notte!!!!!
Al signor Accattoli dico che e’ davvero una bella persona e lo ringrazio tanto per tutto quello che ci sta dando e almeno a me anche insegnando!!!
Un buon fine settimana a tutti e un saluto particolare all’ideatore di tutto questo!!!!!!!!!!
Francesca
ciao gianluca, permettimi di farti i migliori auguri affinche’ tu possa superare del tutto questa dura prova che devi affrontare.
ti sono davvero vicina e sono particolarmente felice che possiamo esserti di compagnia :-))
per quanto riguarda il discorso sulla santita’ dei papi, sono certa che da pio xii (compreso pio xii) in poi abbiamo avuto, fortunatamente, solo grandi pontefici.
io pero’ vorrei ricordare anche benedetto xv che si oppose in tutti i modi alla guerra definita “inutile strage”. egli volle che la cerimonia della sua incoronazione avvenisse nella cappella sistina, e non in basilica, in senso di profondo dolore per le ostilita’ fra popoli fratelli.
personalmente, credo che mi sarebbe piaciuto anche pio xi, da molti definito “positivista”, nel senso che analizzava i fatti (comprese le apparizioni di fatima) con grande distacco e razionalita’.
in questo, penso, sia molto vicino alla sensibilita’ di papa ratzinger.
saluti, lella.
Buongiorno! Trovo lo scambio d`idee sull`identificazione del Papa a Dio interessante. Da una parte mi sono detta che dopotutto chi pensa così non fa male a nessuno ,a il diritto di avere la sua opinione,anche se io non la condivido. Poi mi sono domandata se non eravamo nell`ambito di quella ” religione fai da te” di cui ha parlato il Papa a Colonia e che dire che fra Dio e il Papa non c`è differenza non è poi una affermazione così priva di conseguenze. Allora ho pensato che forse c`è un teologo che legge questo blog e che potrebbe dirci che cosa insegnano la Tradizione e il Magistero della Chiesa …e a questi dobbiamo tutti,in principio,conformarsi! Grazie e buona giornata,Luisa
Grazie di cuore a tutti per le belle parole;) Che Dio vi benedica
Gianluca
Un abbraccio a Gianluca, di tutto cuore, in questi momenti di difficoltà.
Cerchiamo di mantenere tutti la pace del cuore mentre discutiamo e ci confrontiamo, tantopiù perché desideriamo tutti il bene della Chiesa e del mondo e ogni nostro dissenso dev’essere relativizzato (quello sì!) a questo.
Il papa è, per volontà e dono particolare dello Spirito Santo, la nostra guida (assieme al nostro vescovo), gli dobbiamo sempre non solo rispetto, ma amore, ascolto filiale e santa obbedienza, e non è poco.
Penso anch’io che abbiamo avuto – e questo sia stato un grandissimo dono alla Chiesa – da un secolo e mezzo a questa parte, dei papi santi e innamorati di Dio, pur con le inevitabili differenze e sensibilità (compreso Pio XII che si è trovato ad affrontare momenti storici di una tragicità e di una difficoltà impressionanti).
Quindi non vorrei proprio passare per una specie di “anti-papa”, anche se a volte penso che il mio destino sia quello di essere visto come eretico dadevoti e come integralista dagli increduli! Ma, se penso di non essere integralista, so per certo di non essere eretico… e affido la mia povera fede alla fede della mia madre Chiesa.
Per il resto, attendo anch’io “messianicamente” ( 😉 ) come Luisa un blogger teologo che ci spieghi cosa dicono la Scrittura e il Magistero sulla figura del papa. Accattoli lo sa, ma è troppo modesto! 😉 😉 😉
Il Papa, quest’oggi, è tornato a parlare “in nome di Dio” per chiedere “immediatamente” il cessate il fuoco in Medio Oriente. Proprio in questi giorni, ci eravamo confrontati, in maniera costruttiva, sull’identificazione del Pontefice con Dio. Ho sempre creduto e sostenuto che quando parla il Papa è come se parlasse Dio. Oggi ho avuto una gradita conferma: Benedetto XVI ha lanciato il Suo accorato appello “nel nome di Dio”, cioè in Sua vece. Mai, dall’inizio del Pontificato, avevo visto Benedetto XVI così teso e addolorato. In un’intervista, Monsignor Lajolo, Ministro degli Esteri vaticano, ha detto che accanto ad ogni madre che piange i propri figli in M. O., c’è anche il Papa. Mi rendo così sempre più conto che la scelta del nome Benedetto non è stata casuale: ha influito certo la devozione a San Benedetto da Norcia, ma in questa epoca ricca di lutti e distruzione, Joseph Ratzinger si è voluto richiamare profeticamente a Benedetto XV, il Papa che tanto si è adoperato per la pce durante il primo conflitto mondiale. Oggi, ho visto il dolore negli occhi del Papa. Il Suo dolore è entrato nei miei occhi, nella mia anima. Oggi ho avuto la conferma che Dio ci parla unicamente attraverso il Suo Vicario, il Pontefice. Oggi mi sono reso conto che pregare per la Pace in Medio Oriente non solo è cosa buona e giusta, ma rappresenta indiscutibilmente la volontà del Padre. Io non sono che una goccia d’acqua in mezzo all’Oceano, ma anche oggi dedicherò il mio Rosario alla pace in M. O. e alle intenzioni e alla salute del Santo Padre.
Speriamo che Dio illumini così la coscienza di questi uomini che hanno dimenticato il comandamento di non calpestare il proprio fratello. Proprio oggi, a Caifa, la città in cui Cristo ha compiuto il primo miracolo (la trasformazion e dell’acqua in vino), sono morte oltre 50 persone, di cui circa la metà bambini. E’ stato uno schiaffo a Dio e all’umanità. Preghiamo affinchè cessi al più presto questa nuova, inutile strage.
Buona domenica
Gianluca
Osservo che la Cana del bombarbamento è quella del Libano e non quella della Galilea legata al miracolo evangelico. Io sono solo un giornalista e non pretendo a nulla, ma ripeto a Gianluca che le parole esagerate non aiutano. Era tale la sua affermazione che quando parla il papa è “come se parlasse Dio” ed è tale oggi questa nuova frase, se possibile ancora più proiettata a fare del papa un unicum che certo non gli giova: “Dio ci parla unicamente attraverso il Suo Vicario”. Mi limito a citare l’apostolo Paolo che viene poposto come seconda lettura nella messa di oggi: “Un solo Dio padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Efesini 4, 6). Saluti a Gianluca e a tutti. Luigi Accattoli
Caro Luigi,
come vedi sono finito fuori strada tant’è che ho scritto addirittura Caifa e nemmeno Cana. Poco importa la collocazione geografica del luogo. Resta il dato di fatto di una sessantina di morti, di cui quasi 40 bambini. Se fosse accaduto realmente nella Città in cui Cristo ha trasformato l’acqua in vino, nulla si sarebbe aggiunto o tolto alla gravità dell’atto militare di Israele. Ho commesso un errore da somaro nel citare un luogo per un altro, ma anch’io sono solo un giornalista e per giunta non del Corriere della Sera;)
Ora, caro Luigi, constato quanto segue: sto per passare, insieme a qualche altro amico del blog, quasi come un fanatico. Trovami un solo passo in cui dico che il Papa e Dio sono la stessa persona…Pocco essere un somaro in geografia, ma addirittura un esaltato no. Ribadisco l’idea di sempre: secondo me, e sottolineo secondo me, quando parla il Papa, Egli lo fa, come oggi, “nel nome di Dio”. Lui rappresenta Dio e quindi interviene in Suo luogo.
Ora, io condivido la cautela di Luigi, ma troverei sbagliato far passare il Papa per uno qualsiasi, che parla a titolo personale e non a nome di chi rappresenta in Terra. “Non avrai altro Dio all’infuori di me”: mi basta questo comandamento per capire che di Dio ve ne è uno solo. Non faccio del Papa un Dio, ma neanche oso pensare che la Sua autorità a livello religioso e morale possa essere identica a quella del primo che passa, anche se San Paolo scriveva che Dio “agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.
Grazie di avermi fatto fare un po’ di fisio-terapia alla tastiera anche oggi, vedo con piacere che la mano inziia a muoversi spontaneamente.
Un grazie di cuore a Luigi per i suoi interventi comunque illuminati e per il fatto che non sale in cattedra ma discute con ognuno di noi con saggezza, equilibrio ed umiltà. Poi, ovviamente, è naturale che ognuno viva la Fede e la devozione al Papa e alla Chiesa in modo diverso, altrimenti saremmo davvero degli esaltati fanatici.
Un abbraccio. Gianluca
P. S. Luigi, scusa, ma com’è che vedo apparire i messaggi sul blog solo dopo qualche ora? problemi tecnici?
Un salutone
I “commenti” non vengono pubblicati automaticamente, ma solo dopo che li ho visti. Fino a oggi li ho pubblicati tutti, tranne uno che conteneva male parole. Ma la procedura che ho scelto è questa. Saluti. Luigi Accattoli
Hai scelto bene, Luigi. Uno dei problemi dei blog di ispirazione cattolica è la presenza di individui che godendo dell’anonimato non si limitano nel linguaggio. Complimenti! E di nuovo grazie! Avrai inteso di aver realizzato davvero una bella iniziativa. Mi permetto di aggiungere una postilla all’intervento di prima: Il Codice di diritto canonico (n.331), parlando del ”Romano Pontefice”, afferma: ”Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l’ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, e’ capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli percio’, in forza del suo ufficio, ha potesta’ ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potesta’ che puo’ sempre esercitare liberamente”. Anche il Cdc definisce dunque il Papa vicario di Cristo. Vicario vuol dire rappresentante e se il Papa rappresenta Dio penso che possa parlare con maggiore autorità di chiunque altro in nome dell’Altissimo.
Buon lavoro a Luigi e ben tornati dal mare agli altri amici del blog.
Gianluca
Caro Gianluca, sono stato assente dal blog per qualche giorno. Spero che la tua salute si rimetta quanto prima. Mi raccomando…
Qui da Vibo Valentia è quasi tutto. Io sto osservando una cosa che mi lascia un po’ disperato: a quasi un mese dall’alluvione, nelle zone colpite tutto è più o meno nelle stesse condizioni (o almeno sembra). E mi sembra strano vedere la schizofrenia dei manifesti sui muri: accanto a quelli con l’ordinanza del Sindaco che impone il divieto di balneazione causa calamità naturale, ecco – chiassoso – l’annuncio della sagra in questo o quel paese. Anche questo è voglia di tornare a vivere.
Vi abbraccio tutti.