Ho avuto il secondo segno in chiaro – e non in medichese – del mio cammino di lumaca nel recupero del fiato: il flusso dell’ossigeno, che mi viene fornito con l’apporto di un erogatore a muro, è stato portato dal 35% di presenza per ogni litro a 31%. La precedente riduzione l’avevano attuata il 7 dicembre, cioè tre giorni addietro. Il punto di partenza al momento del ricovero – 29 novembre – era stato del 40%. Se i miei parametri respiratori, monitorati cinque volte al giorno – e a giorni alterni certificati con l’emogas: vedi post precedente – reggeranno a questo lento scalare; e se non si verificheranno rilanci traditori da parte del Covid 19, continueranno a ridurre fino al momento nel quale l’apporto meccanico dell’ossigeno potrebbe restare un’ipotesi di emergenza e non più una costante. – L’équipe medica che ci ha fatto visita a mezzogiorno ci ha trovati nella preghiera latina dell’Angelus, ovviamente subito da noi interrotta. Uscendo dalla stanza il responsabile della squadra ha detto: “Abbiamo visto che stavate pregando. Pregate anche per noi”.
Oggi hanno ridotto il flusso dell’ossigeno da 35% a 31%
6 Comments
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Bene! Queste son belle notizie. Grazie di avercele mandate!
Sì preghiamo! Sono molto contenta delle notizie.
Buone notizie Luigi.
E preghiamo anche per i medici e gli operatori sanitari come da loro richiesto.
Wikichiesa. “Inviato speciale dentro al Covid, testimone della speranza cristiana”. È il titolo che apre la rubrica Wikichiesa di venerdì 11 dicembre, che Guido Mocellin cura per i lettori di Avvenire
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/inviato-speciale-dentro-al-covid-testimone-della-speranza-cristiana
Dai !, Luigi, che si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel !
Roberto Caligaris
Bene, Roberto!