Che ne è dell’economia di Francesco? Forse al momento può essere intesa solo dai cristiani del Sud del mondo, come forse solo per loro la parola di Gesù “beati i poveri” è oggi un lieto annuncio. Nei commenti intreccio questi argomenti presentando un libretto del teologo Leonardo Boff e del collega giornalista Pierluigi Mele pubblicato da Castelvecchi: ABITARE LA TERRA. Quale via per la fraternità universale?
Leonardo Boff e Pierluigi Mele sull’economia di Francesco
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Assisi 2020. Parto dalla domanda sull’Economia di Francesco perché i due autori la pongono al centro del loro lavoro, sostenendo che essa costituisca una chiave di volta dell’attuale Pontificato, mentre in questa parte del mondo, tra i popoli del benessere, quell’economia è completamente trascurata e ne parla quasi solo chi intende irriderla. Il riferimento del libretto è all’Incontro internazionale Economy of Francesco – Papa Francesco e i giovani da tutto il mondo per l’economia di domani, che si fece ad Assisi dal 19 al 21 novembre 2020. Il mondo era nel pieno della seconda ondata pandemica e i media ignorarono l’evento. Non accuso nessuno: io per primo non ne parlai, neanche qui nel blog: ero già alle prese con la polmonite da Covid. Rimedio ora e nei commenti che seguono richiamo quell’evento, riporto le dodici “richieste” del documento finale, segnalo come ne parlano – di esse e delle due ultime encicliche di Francesco: Laudato si’ e Fratelli tutti – Mele e Boff nel loro libretto.
L’idea di Assisi. Papa Francesco sogna un “patto” per “cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”. Lo vorrebbe stringere con i “giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo” e a tal fine li chiama a una tre giorni in Assisi: ed è appunto l’evento che si è svolto lo scorso novembre. La lettera del Papa che lanciava l’impresa aveva un tono alto: “Insieme a voi [giovani], e per voi, farò appello ad alcuni dei migliori cultori e cultrici della scienza economica, come anche a imprenditori e imprenditrici che oggi sono già impegnati a livello mondiale per una economia coerente con questo quadro ideale [cioè un’economia di solidarietà]”. E’ il Francesco dei Movimenti popolari, quello degli interventi nei quali, a ogni trimestre, propone le sue utopie sociali, incappando regolarmente nell’indifferenza del Nord del mondo. Richiamo l’ultimo, di sette giorni addietro, l’appello contro il “crimine della fame” formulato in un messaggio del 26 luglio al Pre-Summit sul “Food System Summit 2021”: “Produciamo cibo a sufficienza per tutti, ma molti restano senza il pane quotidiano. Questo costituisce un vero scandalo, un crimine che viola i diritti umani fondamentali”.
I dodici sogni di Papa Francesco 1. Ecco le “richieste” formulate dal documento finale di Assisi 2020 “a nome dei giovani e dei poveri della Terra”:
Noi chiediamo che:
1. le grandi potenze mondiali e le grandi istituzioni economico – finanziarie rallentino la loro corsa per lasciare respirare la Terra. Il COVID ci ha fatto rallentare, senza averlo scelto. Quando il COVID sarà passato, dobbiamo scegliere di rallentare la corsa sfrenata che sta asfissiando la terra e i più deboli;
2. venga attivata una comunione mondiale delle tecnologie più avanzate perché anche nei paesi a basso reddito si possano realizzare produzioni sostenibili; si superi la povertà energetica – fonte di disparità economica, sociale e culturale – per realizzare la giustizia climatica;
3. il tema della custodia dei beni comuni (specialmente quelli globali quali l’atmosfera, le foreste, gli oceani, la terra, le risorse naturali, gli ecosistemi tutti, la biodiversità, le sementi) sia posto al centro delle agende dei governi e degli insegnamenti nelle scuole, università, business school di tutto il mondo;
4. mai più si usino le ideologie economiche per offendere e scartare i poveri, gli ammalati, le minoranze e svantaggiati di ogni tipo, perché il primo aiuto alla loro indigenza è il rispetto e la stima delle loro persone: la povertà non è maledizione, è solo sventura, e responsabilità di chi povero non è;
Sogni di Papa Francesco 2
5. che il diritto al lavoro dignitoso per tutti, i diritti della famiglia e tutti i diritti umani vengano rispettati nella vita di ogni azienda, per ciascuna lavoratrice e ciascun lavoratore, garantiti dalle politiche sociali di ogni Paese e riconosciuti a livello mondiale con una carta condivisa che scoraggi scelte aziendali dovute al solo profitto e basate sullo sfruttamento dei minori e dei più svantaggiati;
6. vengano immediatamente aboliti i paradisi fiscali in tutto il mondo perché il denaro depositato in un paradiso fiscale è denaro sottratto al nostro presente e al nostro futuro e perché un nuovo patto fiscale sarà la prima risposta al mondo post-COVID;
7. si dia vita a nuove istituzioni finanziarie mondiali e si riformino, in senso democratico e inclusivo, quelle esistenti (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale) perché aiutino il mondo a risollevarsi dalle povertà, dagli squilibri prodotti dalla pandemia; si premi e si incoraggi la finanza sostenibile ed etica, e si scoraggi con apposita tassazione la finanza altamente speculativa e predatoria
8. le imprese e le banche, soprattutto le grandi e globalizzate, introducano un comitato etico indipendente nella loro governance con veto in materia di ambiente, giustizia e impatto sui più poveri;
Sogni di Papa Francesco 3
9. le istituzioni nazionali e internazionali prevedano premi a sostegno degli imprenditori innovatori nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale, spirituale e, non ultima, manageriale perché solo ripensando la gestione delle persone dentro le imprese, sarà possibile una sostenibilità globale dell’economia;
10. gli Stati, le grandi imprese e le istituzioni internazionali si prendano cura di una istruzione di qualità per ogni bambina e bambino del mondo, perché il capitale umano è il primo capitale di ogni umanesimo;
11. le organizzazioni economiche e le istituzioni civili non si diano pace finché le lavoratrici non abbiano le stesse opportunità dei lavoratori, perché imprese e luoghi di lavoro senza una adeguata presenza del talento femminile non sono luoghi pienamente e autenticamente umani e felici;
12. chiediamo infine l’impegno di tutti perché si avvicini il tempo profetizzato da Isaia: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Is 2, 4). Noi giovani non tolleriamo più che si sottraggono risorse alla scuola, alla sanità, al nostro presente e futuro per costruire armi e per alimentare le guerre necessarie a venderle. Vorremmo raccontare ai nostri figli che il mondo in guerra è finito per sempre.
The Economy of Francesco. Quello che ho riportato nei tre commenti che precedono è uno dei testi di più forte carica utopica che mi sia capitato di leggere nei decenni della mia vita, che pure hanno visto i messaggi al mondo del Vaticano II, i fuochi del ’68 e le fiammate del femminismo, del pacifismo, dell’ecologismo. Il documento è intitolato The Economy of Francesco 21 novembre 2020 e ha questa intestazione: Noi giovani economisti, imprenditori, change makers del mondo, convocati ad Assisi da Papa Francesco, nell’anno della pandemia di COVID-19, vogliamo mandare un messaggio agli economisti, imprenditori, decisori politici, lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini del mondo: siamo convinti che non si costruisce un mondo migliore senza una economia migliore e che l’economia è troppo importante per la vita dei popoli e dei poveri per non occuparcene tutti.
E’ un testo da leggere per intero, come documento d’epoca, collocandolo sullo sfondo incendiario dei notiziari della pandemia:
https://francescoeconomy.org/it/final-statement-and-common-commitment/
Due testimoni a difesa. Propongo – a chi voglia approfondire le dodici tavole della nuova utopia di Assisi – di leggere il volumetto di Mele e Boff come la deposizione di due testimoni a difesa. In esso sono riportate (alle pagine 12 e 13) le dodici richieste assisiate come “coerenti con il cambio di paradigma che la pandemia ci impone” e con l’urgenza di attuare “un salto di qualità nel nostro modo di abitare la Terra”.
Leonardo Boff
ABITARE LA TERRA
Quale via per la fraternità universale?
Prefazione di Pierluigi Mele
Castelvecchi editore – pp. 71 – euro 11.00
Questo è l’indice del volume:
Prefazione. Francesco e Leonardo, fratelli universali di Pierluigi Mele
Introduzione. Le minacce che incombono sulla Terra e sulla natura
Fratelli tutti. La rivoluzione paradigmatica da dominus a frater
È possibile la fraternità fra gli uomini e le creature?
Una fraternità umana universale possibile: un altro tipo di presenza nel mondo
Conclusione
Ecco un brano del collega Mele (giornalista a RaiNews24): Ormai da due anni viviamo il dramma causato dalla pandemia di Covid-19, pandemia che ha fatto più di tre milioni e mezzo di morti e che ci pone davanti a un bivio radicale. Nel pensiero e nell’azione, mai come oggi siamo stati di fronte a un’alternativa chiara: dobbiamo scegliere tra una cosmologia della dominazione, della conquista, del potere, e una cosmologia della cura e della relazione che implica «il riconoscimento del valore intrinseco di ogni essere, anziché la sua mera utilizzazione da parte umana; il rispetto per l’intera vita e per i diritti e la dignità della natura, invece del suo sfruttamento». L’alternativa, dunque, è tra una “cosmologia” della dominazione e una “cosmologia” della fraternità della Madre Terra, la nostra Casa Comune.
La parola a Boff. Leonardo Boff (Concordia 1938), protagonista della Teologia della liberazione e membro della Commissione che ha elaborato la Carta della Terra (2000), in questo saggio fa suo il sogno di fraternità universale di Francesco di Assisi attualizzato da Papa Francesco e indaga la possibilità della sua realizzazione, concludendo con la necessità di una vera alternativa al paradigma del dominus, ovvero alla pretesa dell’essere umano di apparire come il signore e padrone di tutto quello che esiste e vive: Lo spirito di fraternità come esigenza per la continuità della nostra vita sul pianeta. Non siamo di fronte a un’opzione che possiamo scegliere o no: o facciamo una conversione ecologica globale, o mettiamo a repentaglio il nostro futuro come specie.
In https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/ osservo che nella Chiesa si è sviluppato negli ultimi tempi un orientamento che per certi versi ha positivamente contribuito a scardinare le certezze granitiche dei due storicamente prevalenti. Ma nessuno dei tre orientamenti è ancora consapevole del bisogno di una spiritualità-cultura che non abbia più comunque come riferimento il razionalismo.
Il razionalismo tende a proporre sempre soluziomi tecniche, mero fare. Serve un salto di qualità: https://gpcentofanti.altervista.org/la-nevrosi-della-tecnica/
Questo mero fare sta conducendo ad una super religione dove si parla di incontro, di solidarietà, ma ben guardandosi dal lasciare sviluppare, fin dalla scuola, le identità ed il solo allora autentico scambio. Tale fasulla solidarietà svuota in realtà le persone e rischia di renderle meri individui consumatori persi in una massa anonima. Gente spogliata di tutto, manipolata dal pensiero unico imperante per via del potere dei grandi media. La società rischia di andare verso il crollo. Dunque né solo identità né solo scambio. La ragione astratta come detto cerca di spegnere la vitale ricerca dei più e sviluppa piccole minoranze fanatiche delle identità o dello scambio. Termini che in realtà quando si contrappongono anche si spalleggiano nell’impedire la libertà di ciascuno.
Sarebbe pero’interessante sapere chi sono questi che si autodefiniscono collettivamente:Noi giovani economisti, imprenditori,change makers del mondo”
Sono stati “invitati” ad Assisi, ma con che criterio? Chi sono? Cosa vuol dire giovani? Ventenni, trentenni ? Cosa vuol dire imprenditori, quali imprese nel concreto rappresentano? Loro si definiscono “change makers del mondo” ma chi li ha definiti tali? Sono stati eletti e demandati dai loro coetanei o sono stati scelti e cooptati dai “vecchi” del Vaticano? Il loro pensiero e’ rappresentativo di un campione di loro coetanei o e’ quello di un unica parte?
Perche’magari sono tutti di una sola parte politica, magari sono tutti esponenti no-global, magari sono tutti sotto la stessa bandiera. E allora non rappresentano tutti i giovani cattolici.Non viene data voce alle opinioni e alle proposte diverse .
Se si vuole incidere veramente bisogna essere trasparenti, nei criteri di organizzazione anche di questi convegni ad Assisi. Invece l’impressione generale e’che si tratti di gruppetti scelti dal Vaticano perche’sanno gia’che ideologicamente vicini a Leonardo Boff e a Bergoglio.
La cattolicita’ non e’prerogativa solo della sinistra cattolica.
Come si vede nel mio commento delle 13,25 ho una posizione diversa da quelle che, in bianco o in nero, appaiono sui media. Ma queste voci non trovano modo di esprimersi sui grandi media anche dove evidentemente ben fondate e ricche di spunti originali e anche, su queste scie, di scoperte feconde a tutto campo, così limpide da venire di fatto accettate subito. Qui sta un aspetto del problema di fondo.
https://gpcentofanti.altervista.org/mental-coach-c-lambivalenza-della-fuga-pragmatista/