In una conversazione tra amici mi è stato chiesto come fosse nata la voce che il Bergoglio tagliuzzato in pancia stesse per rinunciare al Pontificato [vedi post del 2 settembre] e ho risposto con la superstizione dei numeri, che svolgo nel primo commento.
La superstizione dei numeri che ammalia noi giornalisti
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Ottantacinque ll’aneme ‘o priatorio. Non conosco la genesi delle voci sulla rinuncia papale, né so chi le abbia raccolte per primo. Da vecchio di quel pollaio immagino che siano nate dalla congiunzione astrale dell’intervento all’intestino subito da Francesco in luglio e dell’85° compleanno che arriverà in dicembre. Va aggiunto – per intendere la superstizione dei numeri che ammalia i giornalisti – che intorno agli 85 anni è morto Papa Wojtyla e a quella stessa età Papa Ratzinger ha rinunciato al Pontificato. Dunque i vaticanisti più cagionevoli ormai sono convinti che un Papa non possa, anzi non debba andare oltre gli 85. I più colti tra loro potrebbero poi trovare un rafforzativo a tale superstizione nella Smorfia napoletana, dove l’85 sta per ll’aneme ‘o priatorio: le anime del purgatorio. Che in questo caso sarebbero magari i cardinali in attesa del Conclave.
Pienamente d’accordo, anche se in altri casi certi fenomeni danno a pensare.
Si sta avviando il cammino sinodale. Nel brevissimo intervento qui sotto non tratto delle fonti della sinodalità, cui ho accennato in precedenti interventi ma di alcuni criteri concreti di verifica, almeno nel tempo.
https://gpcentofanti.altervista.org/cartine-di-tornasole-della-sinodalita/
Benedetto XVI ha rinunciato quand’era sulla soglia degli 86 anni, non a 85. E a quelle altezze, come sai bene, un anno (anche non intero) conta, eccome. A parte questo, quantunque sia superstizioso anche Bergoglio, non credo che si faccia impressionare da alcun calcolo numerico. Penso che starà lì dov’è finché potrà. Ad una sua rinuncia crederò solo dopo averla vista in atto.
Rif. 8 settembre 12.28 – Dicembre 2022
Anche io – nelle chiacchiere di sacrestia – ho spostato ad ottobre-dicembre 2022 l’età canonica ufficiosa delle dimissioni papali stabilita, di fatto, da papa Ratzinger. Soprattutto da “nemici sui” il papa, vescovo di Roma, è “enixe rogatur” (come vuole il can. 401§2) a presentare le dimissioni “per grave causa”. Rimane da stabilire a chi tocchi decidere di concedere o no l’eventuale proroga della carica. Suggerirei di prendere per vincolanti i desideri dei giornalisti e dei gruppi di destra, gli stessi che probabilmente han messo in giro le voci agostane, dando eco ai “rumors” della curia vaticana, provenienti dallo stesso loro humus di giudizi e di ardenti auspici.