Parlando a noi romani stamane il Papa ci ha chiamati a metterci in cammino in vista del Sinodo del 2023: «Per un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione». Un discorso da leggere anche se non si è romani. Per invogliare alla lettura nei commenti ne riporto due brani e cinque brevi passaggi che contengono queste parole chiave: ampiezza di Dio, ecclesiologia sostitutiva, ermeneutica pellegrina, un’asina profetessa, Chiesa sacramento di cura.
Francesco ai romani: in vista del Sinodo lasciatevi sconvolgere dal dialogo
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Il Sinodo comprende tutti. Francesco ai romani 1. Gli emarginati, i poveri, i senza speranza sono stati eletti a sacramento di Cristo (cfr Mt 25,31-46). La Chiesa è così […]. “Ma, Padre, cosa sta dicendo? I poveri, i mendicanti, i giovani tossicodipendenti, tutti questi che la società scarta, sono parte del Sinodo?”. Sì, caro, sì, cara: non lo dico io, lo dice il Signore: sono parte della Chiesa. Al punto tale che se tu non li chiami, si vedrà il modo, o se non vai da loro per stare un po’ con loro, per sentire non cosa dicono ma cosa sentono, anche gli insulti che ti danno, non stai facendo bene il Sinodo. Il Sinodo è fino ai limiti, comprende tutti. Il Sinodo è anche fare spazio al dialogo sulle nostre miserie, le miserie che ho io come Vescovo vostro, le miserie che hanno i Vescovi ausiliari, le miserie che hanno i preti e i laici e quelli che appartengono alle associazioni; prendere tutta questa miseria! Ma se noi non includiamo i miserabili – tra virgolette – della società, quelli scartati, mai potremo farci carico delle nostre miserie. E questo è importante: che nel dialogo possano emergere le proprie miserie, senza giustificazioni. Non abbiate paura!
Fiuto senza cittadinanza. Francesco ai romani 2. Già prima del Concilio Vaticano II era maturata la riflessione, elaborata sullo studio attento dei Padri, che il popolo di Dio è proteso verso la realizzazione del Regno, verso l’unità del genere umano creato e amato da Dio. E la Chiesa come noi la conosciamo e sperimentiamo, nella successione apostolica, questa Chiesa deve sentirsi in rapporto con questa elezione universale e per questo svolgere la sua missione. Con questo spirito ho scritto Fratelli tutti. Nel cammino sinodale, l’ascolto deve tener conto del sensus fidei, ma non deve trascurare tutti quei “presentimenti” incarnati dove non ce l’aspetteremmo: ci può essere un “fiuto senza cittadinanza”, ma non meno efficace. Lo Spirito Santo nella sua libertà non conosce confini, e non si lascia nemmeno limitare dalle appartenenze. Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi – che saranno il 3, 4 o 5%, non di più. Permettete a tutti di entrare… Permettete a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare insieme: lo Spirito vi condurrà, abbiate fiducia nello Spirito. Non abbiate paura di entrare in dialogo e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: è il dialogo della salvezza. Non siate disincantati, preparatevi alle sorprese.
Cinque motti parlanti. Nella lectio – in verità lunghetta – Francesco ha usato espressioni efficaci: In questo e nel prossimo commenti ne riporto cinque con il loro immediato contesto.
Ampiezza di Dio. Noi siamo Chiesa, tutti insieme. E vedete, non possiamo capire la “cattolicità” senza riferirci a questo campo largo, ospitale, che non segna mai i confini. Essere Chiesa è un cammino per entrare in questa ampiezza di Dio.
Ecclesiologia sostitutiva. “Lo Spirito santo e noi”. C’è sempre, invece, la tentazione di fare da soli, esprimendo una ecclesiologia sostitutiva – ce ne sono tante, di ecclesiologie sostitutive – come se, asceso al Cielo, il Signore avesse lasciato un vuoto da riempire, e lo riempiamo noi.
Ermeneutica pellegrina. Ci saranno sempre discussioni, grazie a Dio, ma le soluzioni vanno ricercate dando la parola a Dio e alle sue voci in mezzo a noi […];interrogando la Rivelazione secondo un’ermeneutica pellegrina che sa custodire il cammino cominciato negli Atti degli Apostoli.
Un’asina profetessa. C’è un episodio nel libro dei Numeri (cap. 22) che racconta di un’asina che diventerà profetessa di Dio […]. Questa storia ci insegna ad avere fiducia che lo Spirito farà sentire sempre la sua voce. Anche un’asina può diventare la voce di Dio, aprirci gli occhi e convertire le nostre direzioni sbagliate. Se lo può fare un’asina, quanto più un battezzato, una battezzata.
Chiesa sacramento di cura. In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missione di una Chiesa che sia sacramento di cura. Il mondo ha elevato il suo grido, ha manifestato la sua vulnerabilità: il mondo ha bisogno di cura.
Nuovo percorso sinodale. Francesco parlava stamane nell’Aula Nervi, all’Assemblea della Diocesi di Roma che avvia la fase locale del percorso sinodale.
Qui il testo della lectio:
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/09/18/0582/01244.html
https://gpcentofanti.altervista.org/una-nuova-spiritualita-una-nuova-filosofia-una-nuova-psicologia/
Preghiamo e speriamo che gradualmente si trovino le vie sagge e prudenti perché si possano sviluppare i carismi superando tutti i codici prefabbricati che ostacolano una profonda, davvero partecipata, ricerca del vero.