“Dio c’è ma non si lascia coinvolgere”, diceva una scritta murale del “maggio francese” (1968) che indica bene il sentimento dell’umanità di oggi. NelIa primavera del sessantotto avevo 24 anni e posso attestare che da allora ho visto i credenti ingegnarsi in mille modi a smuovere l’incredulità dei contemporanei, ma sono venuto convincendomi che dovrebbero piuttosto impegnarsi a provocare il coinvolgimento di Dio. Questa svolta potrebbe operarla papa Benedetto, che da cardinale aveva parlato così della finalità alla quale dovrebbe applicarsi “la forza della preghiera, della fede e dell’amore”: “Grazie a questa forza Dio viene sollecitato a lasciarsi coinvolgere nella storia del mondo perchè tra gli uomini si diffonda una scintilla della sua luce” (Joseph Ratzinger in colloquio con Peter Seewald, Dio e il mondo, San Paolo 2001, p. 62).
Coinvolgere Dio: questo è il problema
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Buongiorno a tutti.
Se c’è una persona che può insegnarci a coinvolgere Dio ed a farci coinvolgere da Lui,questi è sicuramente Papa Ratzinger.
“A tutti vorrei dire con insistenza: spalancate il vostro cuore a Dio, lasciatevi sorprendere da Cristo! Concedetegli il “diritto di parlarvi” durante questi giorni! Aprite le porte della vostra libertà al suo amore misericordioso! Esponete le vostre gioie e le vostre pene a Cristo, lasciando che Egli illumini con la sua luce la vostra mente e tocchi con la sua grazia il vostro cuore”.
(Papa Benedetto XVI,festa di accoglienza dei giovani,Colonia 18 agosto 2005).
La prima GMG che io abbia seguito con crescente interesse dall’inizio alla fine.