Francesco sorpreso e ferito dalla vicenda Rupnik – assicura di non aver avuto ruoli in essa

Lo afferma in un’intervista con l’Associated Press diffusa oggi. In essa parla anche di Benedetto, della Cina, del Sinodo tedesco, dell’omosessualità, della sua salute e afferma che se un giorno rinuncerà al papato sarà “vescovo emerito di Roma” e andrà a vivere nella Casa del Clero anziano della diocesi. Non disponendo di una traduzione affidabile dell’intera intervista riporto nei commenti l’intero servizio a firma Salvatore Cernuzio che le ha dedicato Vatican News.

18 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ho perso un padre. Il Papa definisce “un gentiluomo” Benedetto XVI e assicura che con la sua morte “ho perso un padre”: “Per me era una sicurezza. Di fronte a un dubbio, chiedevo la macchina, andavo al monastero e chiedevo”. Jorge Mario Bergoglio, ancora una volta interrogato sulle sue eventuali dimissioni, dice che, se mai rinunciasse al ministero petrino, sarebbe il “vescovo emerito di Roma” e andrebbe “a vivere nella Casa del Clero a Roma”. “L’esperienza di Benedetto – aggiunge – fa già nascere i nuovi papi che si dimettono per inserirsi in modo più libero”. Francesco spiega che il predecessore era ancora legato a una concezione del papato: “In questo non era del tutto libero, perché forse avrebbe voluto tornare nella sua Germania e continuare a studiare teologia da lì. Ma ha fatto tutto il possibile per essere il più vicino possibile. E questo è stato un buon compromesso, una buona soluzione”.

    25 Gennaio, 2023 - 19:26
  2. Luigi Accattoli

    Hanno visto i miei difetti. Dal Pontefice anche una riflessione sul suo pontificato, che il prossimo 13 marzo compie dieci anni. All’inizio, spiega, la notizia di un Papa sudamericano è stata accolta con sorpresa da molti dentro e fuori la Chiesa, poi, dice, “hanno iniziato a vedere i miei difetti e non gli sono piaciuti”. A proposito delle critiche ricevute e coincise tutte nell’ultimo periodo, tramite libri o documenti fatti circolare tra i cardinali a firma di pseudonimi, Francesco dice che per lui come per tutti sarebbe sempre meglio non avere critiche “per la pace della mente”: “Sono come un’orticaria, sono un po’ fastidiose, ma li preferisco, perché significa che c’è libertà di parola”. L’importante è che vengano dette “in faccia perché è così che cresciamo tutti, giusto?”. È peggio, secondo il Papa, “se si tratta di un’azione subdola”. Con alcuni fautori di queste critiche Papa Bergoglio dice di aver discusso personalmente: “Alcuni di loro sono venuti qui e sì, ne ho discusso. Normalmente, come si parla tra persone mature. Non ho litigato con nessuno, ma ho espresso la mia opinione e loro l’hanno espressa. In caso contrario, si crea una dittatura della distanza, come la chiamo io, in cui l’imperatore è lì e nessuno può dirgli nulla. No, lasciateli dire perché la compagnia, la critica, aiuta a crescere e a far andare bene le cose”.

    25 Gennaio, 2023 - 19:30
  3. Luigi Accattoli

    L’omosessualità non è un crimine. Nell’intervista, Francesco viene poi interpellato sul tema della omosessualità che, afferma, “non è un crimine” ma una “condizione umana”, e dei diritti della comunità Lgbtq: “Siamo tutti figli di Dio e Dio ci vuole così come siamo e con la forza che ognuno di noi combatte per la propria dignità. Essere omosessuali non è un crimine”, afferma. Poi, come sempre nella sua predicazione o nelle interviste, mimando un colloquio tra due persone, dice che qualcuno afferma che “è un peccato”. “Prima distinguiamo tra peccato e crimine”, chiarisce Francesco. “È peccato anche mancare di carità gli uni verso gli altri”. È questo lo spunto per il Papa per rivolgere una critica a leggi che definisce “ingiuste” che criminalizzano l’omosessualità: “Credo che ci siano più di 50 Paesi che hanno una condanna legale e di questi credo che una decina, un po’ più o meno, abbiano la pena di morte. Non lo nominano direttamente, ma dicono ‘coloro che hanno atteggiamenti innaturali’”. Un invito ad un diverso approccio è indirizzato anche ai vescovi che discriminano le persone gay e le comunità Lgbtq. In tal senso il Pontefice richiama il Catechismo della Chiesa cattolica che afferma “che le persone con tendenze omosessuali devono essere accolte, non emarginate, accompagnate se viene dato loro un posto”. Nessuno deve essere discriminato, afferma il Vescovo di Roma. E questo non riguarda solo l’omosessualità: “Anche il più grande assassino, il più grande peccatore non dovrebbero essere discriminati. Ogni uomo e ogni donna deve avere una finestra nella propria vita dove poter rivolgere la propria speranza e dove poter vedere la dignità di Dio”.

    25 Gennaio, 2023 - 19:34
  4. Luigi Accattoli

    Sorpresa e ferita per Rupnik. A lungo, nel colloquio ci si sofferma sulla problematica degli abusi del clero. Il rimando è subito alla vicenda del gesuita Marko Rupnik, noto mosaicista, oggi al centro di accuse di abusi sessuali, psicologici e di coscienza, che gli vengono rivolte da suore e che sarebbero avvenuti circa 30 anni fa in Slovenia e poi in Italia. Interpellato in merito, Francesco dice: “Per me è stata una sorpresa, davvero. Questo, una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita”. L’intera vicenda è stata gestita dalla Compagnia di Gesù, mentre l’istruzione del processo è stata affidata all’incaricato delle questioni legali dei domenicani. Assicura poi di non aver avuto un ruolo nella gestione del caso ma di essere intervenuto solo proceduralmente “in un piccolo processo che è arrivato alla Congregazione della Fede in passato”. Francesco spiega di aver dato indicazioni affinché le due serie di accuse fossero affrontate dallo stesso tribunale che aveva vagliato le prime: “Che continui con il tribunale normale… Altrimenti i percorsi procedurali si dividono e tutto si confonde”. Quanto al fatto che il Vaticano non abbia rinunciato in questo caso alla prescrizione, il Pontefice concorda che è giusto rinunciare “sempre” ai termini di prescrizione nei casi che coinvolgono minori e “adulti vulnerabili”, per mantenere invece le tradizionali garanzie legali con i casi che coinvolgono gli altri adulti, come è accaduto per Rupnik.

    25 Gennaio, 2023 - 19:36
  5. Luigi Accattoli

    Dalla Cina alla Germania. Il Papa amplia poi lo sguardo sul lavoro della Commissione per la tutela dei minori e non manca di menzionare l’opera diplomatica svolta dalla Santa Sede. A tal proposito, affronta il tema dei rapporti con la Cina e ribadisce: “Dobbiamo camminare pazientemente”. Riguardo a possibili aperture, “stiamo prendendo provvedimenti”: le autorità cinesi “a volte sono un po’ chiuse, a volte no”. “L’essenziale è che il dialogo non si interrompa”, afferma il Papa. Invece sul cammino sinodale tedesco che porta avanti richieste come l’abolizione del celibato sacerdotale, il sacerdozio femminile e altre possibili riforme di liberalizzazione, Francesco avverte che rischia di diventare dannosamente “ideologico”. Il dialogo è buono, ma “l’esperienza tedesca non aiuta”, afferma il Papa, sottolineando che il processo in Germania fino ad oggi è stato guidato dalla “élite” e non coinvolge “tutto il popolo di Dio”. “Il pericolo è che entri qualcosa di molto, molto ideologico. Quando l’ideologia viene coinvolta nei processi ecclesiali, lo Spirito Santo va a casa, perché l’ideologia vince lo Spirito Santo”. Del cardinale Zen, che ha ricevuto in Vaticano il 6 gennaio scorso, dice che è “affascinante”: ora – osserva – svolge la sua pastorale in carcere “ed è in prigione tutto il giorno. È amico delle guardie comuniste e dei prigionieri. Tutti lo accolgono bene. È un uomo di grande simpatia”. È coraggioso – afferma ancora – ma è anche “un’anima tenera” e ha pianto come un bambino di fronte alla statua della Madonna di Sheshan che ha visto nel suo appartamento a Santa Marta.

    25 Gennaio, 2023 - 19:38
  6. Luigi Accattoli

    Salute e grazia dell’umorismo. Non manca nell’intervista un cenno sulla sua salute. Salute che Jorge Mario Bergoglio definisce “buona”, considerati gli 86 anni e malgrado sia “tornata” la diverticolite per la quale era stato operato al colon lo scorso luglio: “Però è sotto controllo”. Il Pontefice rivela inoltre il dettaglio una piccola frattura al ginocchio dovuta a una caduta, guarita senza interventi chirurgici: “Il ginocchio, grazie a una buona terapia e alla magnetoterapia, al laser… l’osso si è saldato… Sto già camminando, mi aiuto con il carrello, ma sto camminando”. Per la sua età, è tutto “normale”: “Posso morire anche domani, ma dai, è tutto sotto controllo. La mia salute è buona. E chiedo sempre la grazia, che il Signore mi dia il senso dell’umorismo”.

    25 Gennaio, 2023 - 19:39
  7. maria cristina venturi

    Quindi: a rimettere la scomunica a Rupnik (se non è stato il Papa, com’egli dice), sarebbe potuto essere solo quella stessa autorità (la CDF) che però aveva appena finito di condannarlo.
    Insomma, la CDF (in seno alla quale è stata addirittura creata una Commissione ad hoc per i delitti di abusi sessuali commessi da ecclesiastici) avrebbe processato Rupnik ad insaputa del Papa, lo avrebbe condannato confermando la scomunica (ad insaputa del Papa) e poco dopo (sempre ad insaputa del Papa) lo avrebbe “graziato” rimettendogli la scomunica confermata pochi giorni prima…
    Se così fosse allora il povero Card. Ladaria dovrebbe dimettersi per schizofrenia.

    26 Gennaio, 2023 - 7:41
  8. maria cristina venturi

    Invece che Sua Santita’ Francesco sara’ chiamato “A Sua Insaputa” .

    26 Gennaio, 2023 - 7:42
  9. maria cristina venturi

    Comunque la scelta e’ fra pensare di avere un papa che non esita a mentire pur di difendersi, oppure quella di avere un papa ignaro che cade dalle nuvole ogni volta perche’ non sa nulla di cosa avviene sulla terra e non conosce le persone con cui ha a che fare ,come nei casi McCarrick, Zanchetta, Don Inzoli eccetera
    Un gesuita ignaro e ingenuo e’ cosa poco credibile.

    26 Gennaio, 2023 - 8:16
  10. alphiton

    A me pare che il caso Rupnik, gravissimo quant’altri mai, venga trattato secondo due ottiche prevalenti
    La prima è quella pruruginosa del prete satirello che utilizza le monache per i suoi piaceri, la seconda è quella della clava da usare contro Papa Francesco (MTV rientra perfettamente in questo schema). Non ho sentito molte voci a difesa delle suore strumentalizzate dal losco figuro, ma solo un fitto fuoco di artiglieria contro il Pontefice. Vero è che la gestione della dimensione sessuale da parte dei chierici è un punctum dolens che preesiste a Francesco, come ben dimostra la questione degli abusi e altre vicende, come quella di Marcial Maciel Degollado, protetto da Giovanni Paolo II. Invece di sparare con i cannoni da 90 dovremmo tutti quanti assumere un atteggiamento penitenziale (gli errori di alcuni feriscono l’intero popolo di Dio) e si promuova una riflessione seria e accurata sul tema della sessualità, in particolare il rapporto che hanno con essa coloro che scelgono la vita religiosa. Ma per alcuni l’unica cosa che conta è la guerra contro Francesco.

    Alberto Farina

    26 Gennaio, 2023 - 11:54
  11. picchio

    Una spiegazione è possibile.
    la scomunica può essere tolta anche dal penitenziere apostolico su richiesta del penitente. Tutto quanto avviene in forma anonima: il penitente va dal confessore e si accusa di quel peccato che comporta scomunica, il confessore senza dire nulla che possa far capire chi è il penitente , nè nome ovviamente, ma neppure luogo o altro , ricorre alla Penitenzieria che rimette la scomunica. Se successivamente a questo la CDF viene a sapere ,per la denuncia di una vittima, dell’esistenza del reato che prevede la scomunica , scomunica il reo . Se il reo rivela alla CDF si essere già stato assolto dalla scomunica , per lo stesso reato, dalla penitenzieria, la scomunica viene tolta e non c’è bisogno di passare dal papa.
    Cristina Vicquery

    26 Gennaio, 2023 - 11:57
  12. Leonardo Lugaresi

    Ricordo che quando ero bambino, alla mia sorellina veniva comprato settimanalmente un fascicolo delle “Fiabe sonore” dei Fratelli Fabbri editori. Insieme al testo della favola, ben illustrato, c’era un disco da 45 giri, con il racconto, piacevolmente drammatizzato, della favola. Ogni favola cominciava con una canzoncina che diceva così: «A mille ce n’è / nel mio cuore di fiabe da narrar, / da narrar! // Venite con me / nel mio mondo fatato per sognar …». Non so perché mi sia tornato in mente, leggendo i post che il caro Luigi ci ha gentilmente servito (e di cui sempre lo ringrazio perché mi evita di leggere le fonti).

    26 Gennaio, 2023 - 17:04
  13. Amigoni p. Luigi

    Rif. 13.15 – Un caso di massima potenza
    Il caso Rupnik è gravissimo e oltre ogni limite. Diventa anche pruriginoso per via dei vari gesuiti a diverso titolo coinvolti (papa, prefetto della CDF, vescovo ausiliare di Roma che ha tenuto la seria ispezione in Slovenia, gesuiti che contano dentro o a due passi dal Vaticano).
    Negli ultimi giorni è diventato prevalente, rispetto al filone complessivo e di più lungo tempo degli abusi di potere in Slovenia, quello dell’assoluzione del complice in sexto di cui ai canoni 977 e 1378.
    Trovo sconcertante che un “peccato gravissimo” personale diventi accusa pubblica di reato; rispetto a questa non risultano a me chiari accusatori, persone coinvolte, circostanze di tempo e luogo. Un’assoluzione (invalida) con scomunica connessa può essere “affrontata” in “foro interno”, come si ricorda alle ore 11.57 di oggi; qui è diventata evento pubblico (con qualche dato che non mi “torna”) e perciò fortemente schoccante.

    26 Gennaio, 2023 - 23:23

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