Il Papa a ungheresi e slovacchi: guardare al futuro e cercare vie nuove per il Vangelo

Ieri pomeriggio sono stato a TV2000 per commentare in diretta l’incontro di Francesco con il Consiglio ecumenico delle Chiese di Slovacchia, a Bratislava. Dagli appunti che ho preso in questi due primi giorni del 34mo viaggio internazionale di Papa Bergoglio, vedo che i motti più ricorrenti nella predicazione papale riguardano l’invito – rivolto in particolare, al momento, ai vescovi e ai consacrati – è a “guardare avanti”, senza lasciarsi spaventare dalle novità ostili della secolarizzazione; e a cercare in essa “vie nuove” per l’annuncio del Vangelo. Nei commenti riporto sei brani: tre rivolti ai vescovi ungheresi e tre ai vescovi slovacchi.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Custodire il passato e guardare al futuro. Incontro con i vescovi – Museo delle Belle Arti (Budapest) Domenica, 12 settembre 2021Guardando a quella storia vostra, storia passata, fatta di martirio e di sangue, possiamo incamminarci verso il futuro con lo stesso desiderio dei martiri: vivere la carità e testimoniare il Vangelo. Ma sempre bisogna tenere insieme, nella vita della Chiesa, queste due realtà: custodire il passato e guardare al futuro. Custodire le nostre radici religiose, custodire la storia da cui proveniamo, senza però restare con lo sguardo rivolto indietro: guardare al futuro, guardare avanti e trovare nuove vie per annunciare il Vangelo.

    13 Settembre, 2021 - 18:36
  2. Luigi Accattoli

    Costruire nuovi ponti. Incontro con i vescovi 2. Se vogliamo che il fiume del Vangelo raggiunga la vita delle persone, facendo germogliare anche qui in Ungheria una società più fraterna e solidale, abbiamo bisogno che la Chiesa costruisca nuovi ponti di dialogo. Come Vescovi, vi chiedo di mostrare sempre, insieme ai sacerdoti e ai collaboratori pastorali, il volto vero della Chiesa: è madre. È madre! Un volto accogliente verso tutti, anche verso chi proviene da fuori, un volto fraterno, aperto al dialogo. Siate Pastori che hanno a cuore la fraternità. Non padroni del gregge, ma padri e fratelli. Lo stile della fraternità, che vi chiedo di coltivare con i sacerdoti e con tutto il Popolo di Dio, diventi un segno luminoso per l’Ungheria. Così, prenderà forma una Chiesa in cui specialmente i laici, in ogni ambito della loro vita quotidiana, familiare, sociale e professionale, diventeranno lievito di fraternità evangelica. La Chiesa ungherese sia costruttrice di ponti e promotrice di dialogo!

    13 Settembre, 2021 - 18:36
  3. Luigi Accattoli

    Nel ricordo di Mindszenty. Incontro con i vescovi 3. L’annuncio del Vangelo rinvigorisce la speranza perché ci ricorda che in tutto ciò che viviamo Dio è presente, ci accompagna, ci dà coraggio, ci dà creatività per iniziare sempre una storia nuova. È commovente ricordare quanto affermava il Venerabile Cardinale József Mindszenty, figlio e padre di questa Chiesa e di questa terra, il quale, alla fine di una vita colma di sofferenze a causa della persecuzione, ha lasciato queste parole di speranza: «Dio è giovane. Il futuro è suo. È Lui che evoca ciò che è nuovo, giovane e il domani negli individui e nei popoli. Perciò non possiamo abbandonarci alla disperazione» (Messaggio al Presidente del Comitato organizzatore e agli ungheresi in esilio, in J. Közi Horváth, Mindszenty bíboros, 111). Dio è giovane.

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/09/12/0558/01205.html

    13 Settembre, 2021 - 18:37
  4. Luigi Accattoli

    La Chiesa deve essere umile. Incontro con i vescovi, sacerdoti, religiosi/e, seminaristi e catechisti – Cattedrale di San Martino (Bratislava) Lunedì, 13 settembre 2021. È la prima cosa di cui abbiamo bisogno: una Chiesa che cammina insieme, che percorre le strade della vita con la fiaccola del Vangelo accesa. La Chiesa non è una fortezza, non è un potentato, un castello situato in alto che guarda il mondo con distanza e sufficienza. Qui a Bratislava il castello già c’è ed è molto bello! Ma la Chiesa è la comunità che desidera attirare a Cristo con la gioia del Vangelo – non il castello! –, è il lievito che fa fermentare il Regno dell’amore e della pace dentro la pasta del mondo. Per favore, non cediamo alla tentazione della magnificenza, della grandezza mondana! La Chiesa deve essere umile come era Gesù, che si è svuotato di tutto, che si è fatto povero per arricchirci (cfr 2 Cor 8,9): così è venuto ad abitare in mezzo a noi e a guarire la nostra umanità ferita.

    13 Settembre, 2021 - 18:38
  5. Luigi Accattoli

    Cercare il fuoco del Vangelo. Incontro con i vescovi 2. A volte anche nella Chiesa questa idea può insidiarci: meglio avere tutte le cose predefinite, le leggi da osservare, la sicurezza e l’uniformità, piuttosto che essere cristiani responsabili e adulti, che pensano, interrogano la propria coscienza, si lasciano mettere in discussione. È l’inizio della casistica, tutto regolato… Nella vita spirituale ed ecclesiale c’è la tentazione di cercare una falsa pace che ci lascia tranquilli, invece del fuoco del Vangelo che ci inquieta, che ci trasforma. Le sicure cipolle d’Egitto sono più comode delle incognite del deserto. Ma una Chiesa che non lascia spazio all’avventura della libertà, anche nella vita spirituale, rischia di diventare un luogo rigido e chiuso. Forse alcuni sono abituati a questo; ma tanti altri – soprattutto nelle nuove generazioni – non sono attratti da una proposta di fede che non lascia loro libertà interiore, non sono attratti da una Chiesa in cui bisogna pensare tutti allo stesso modo e obbedire ciecamente.

    13 Settembre, 2021 - 18:38
  6. Luigi Accattoli

    Nuovi alfabeti cercansi. Incontro con i vescovi 3. I santi Cirillo e Metofdio furono inventori di nuovi linguaggi per trasmettere il Vangelo: non è forse questo il compito più urgente della Chiesa presso i popoli dell’Europa: trovare nuovi “alfabeti” per annunciare la fede? Abbiamo sullo sfondo una ricca tradizione cristiana, ma per la vita di molte persone, oggi, essa rimane nel ricordo di un passato che non parla più e che non orienta più le scelte dell’esistenza. Dinanzi allo smarrimento del senso di Dio e della gioia della fede non giova lamentarsi, trincerarsi in un cattolicesimo difensivo, giudicare e accusare il mondo cattivo, no, serve la creatività del Vangelo. Stiamo attenti! Ancora il Vangelo non è stato chiuso, è aperto! È vigente, è vigente, va avanti. Ricordiamo cosa fecero quegli uomini che volevano portare un paralitico davanti a Gesù e non riuscivano a passare dalla porta di ingresso. Aprirono un varco sul tetto e lo calarono dall’alto (cfr Mc 2,1-5). Furono creativi! Davanti alla difficoltà – “Ma come facciamo?… Ah, facciamo questo” –, davanti, forse, a una generazione che non ci crede, che ha perso il senso della fede, o che ha ridotto la fede a un’abitudine o a una cultura più o meno accettabile, cerchiamo di aprire un buco e siamo creativi!

    https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2021/september/documents/20210913-bratislava-religiosi.html

    13 Settembre, 2021 - 18:39
  7. maria cristina venturi

    Cardinale Mindsenzy da Wikipedia :
    Il 26 dicembre 1948 fu prelevato in episcopio dalla polizia e arrestato. Sottoposto a torture e umiliazioni, fu picchiato per giorni, drogato e costretto ad ascoltare oscenità per spingerlo a confessare di aver commesso reati contro il regime. Dopo un processo-farsa, l’anno successivo fu condannato all’ergastolo. Sfinito fisicamente, sottoscrisse l’accusa di cospirazione tesa a rovesciare il governo, ma ebbe la lucidità di porre in calce la sigla C.F. (coactus feci, ossia “firmai perché costretto”). L’arresto del cardinale ebbe grande risonanza nelle cronache e fu considerato una prova della natura antireligiosa e oppressiva del comunismo[.

    Tra carcere e arresti domiciliari, Mindszenty trascorse otto anni, durante i quali non poté leggere testi sacri e col divieto di inginocchiarsi. Le guardie che lo avevano in custodia dovevano interromperlo qualora iniziasse a pregare. Durante la prigionia si ammalò di tubercolosi, a causa del duro regime carcerario..Il 1956 fu l’anno dell’insurrezione popolare e il cardinale fu liberato dagli insorti guidati dal maggiore Antal Pallavicini. Recatosi a Budapest, tenne un discorso alla radio dichiarando il proprio appoggio ad Imre Nagy. Quando le truppe sovietiche sedarono nel sangue l’insurrezione, si rifugiò nell’ambasciata statunitense di Budapest, dove restò sino al 1971, non potendo così partecipare ai conclavi del 1958 e del 1963.

    Altri tempi ,altri cattolici. Forse meno “creativi” e dialoganti, sicuramente piu’coraggiosi e capaci di sopportare sofferenze estreme

    13 Settembre, 2021 - 20:25

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