Il pane fragrante nella piccola brace,
i panni stesi, la porta schiusa,
ogni cosa di te, intorno a te,
sommessa svelava una pace.
Tra la madia, la falegnameria, il piccolo orto,
imparai una piccola, semplice, via.
Piccino la notte sognavo che un manto di stelle
custodiva la terra dal male con un dolce canto.
–
Canto di Giuseppe
Sei come l’erba danzata dal vento,
docile, leggera, ma ferma nel vero
radicamento. E come questo campo
che amo tu sei, dove crebbe l’ulivo
d’argento che piantai per gioco,
fanciullo, non sapendo che il cielo
seminava per noi il suo bel tempo.
E se abbiamo patito, tanto sofferto,
è come ogni ruga d’ulivo d’argento.
Il mare in fondo alla campagna
sei anche, ché in te sempre mi perdo,
fiducioso, certo, di toccare la riva.
–
Il canto di Maria
Tutto e niente.
Niente senza di voi,
senza la gente.
Il canto che sento
è un canto che sente.
Shema’ Israel.
Poesie tratte da: https://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/
Sono poesie dove faccio cantare tante persone (anche se nessuno può dire quello sono io perche sono storie inventate da esperienze di tanta gente) persino Gesù Maria e Giuseppe.
Sono dunque poesie (scritte al volo, senza pretese) di un prete che cerca di partecipare di cuore alla vita delle persone e insieme a loro cresce e sente il loro canto. Per questo il sottotitolo è tratto da una poesia di Neruda (bella frase ma io mi fido poco delle persone tirate su dalla cultura di oggi perche fanno sempre e solo comodo al sistema deleterio del pensiero unico): yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo
In mezzo a tanta storia una lettura non così diffusa del Katechon di 2 Tess 2:
https://gpcentofanti.altervista.org/il-katechon-e-linganno-razionalista/
Sulla scia del testo sopra sul Katechon accenno qui ad altri Ghino di Tacco https://gpcentofanti.altervista.org/coincidenze-caso-e-necessita/
Bei luoghi e belle immagini.
Le poesie della Santa Famiglia
Ultimo giorno della vita nascosta, canto a Maria
Il pane fragrante nella piccola brace,
i panni stesi, la porta schiusa,
ogni cosa di te, intorno a te,
sommessa svelava una pace.
Tra la madia, la falegnameria, il piccolo orto,
imparai una piccola, semplice, via.
Piccino la notte sognavo che un manto di stelle
custodiva la terra dal male con un dolce canto.
–
Canto di Giuseppe
Sei come l’erba danzata dal vento,
docile, leggera, ma ferma nel vero
radicamento. E come questo campo
che amo tu sei, dove crebbe l’ulivo
d’argento che piantai per gioco,
fanciullo, non sapendo che il cielo
seminava per noi il suo bel tempo.
E se abbiamo patito, tanto sofferto,
è come ogni ruga d’ulivo d’argento.
Il mare in fondo alla campagna
sei anche, ché in te sempre mi perdo,
fiducioso, certo, di toccare la riva.
–
Il canto di Maria
Tutto e niente.
Niente senza di voi,
senza la gente.
Il canto che sento
è un canto che sente.
Shema’ Israel.
Poesie tratte da: https://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/
Sono poesie dove faccio cantare tante persone (anche se nessuno può dire quello sono io perche sono storie inventate da esperienze di tanta gente) persino Gesù Maria e Giuseppe.
Sono dunque poesie (scritte al volo, senza pretese) di un prete che cerca di partecipare di cuore alla vita delle persone e insieme a loro cresce e sente il loro canto. Per questo il sottotitolo è tratto da una poesia di Neruda (bella frase ma io mi fido poco delle persone tirate su dalla cultura di oggi perche fanno sempre e solo comodo al sistema deleterio del pensiero unico): yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo
La poesia di Neruda è Canto general
Ma questo blog è ancora di Accattoli o è diventato di Don Centofanti….?