Nel film “Brancaleone alle Crociate” di Monicelli e Gassman [1970], c’è un predicatore di Crociate che per incoraggiare i titubanti a scavalcare un baratro su un ponte di corde, ne raggiunge la zona centrale e su quella salta ripetutamente gridando “lo cavalcone regge”, finchè invece non crolla provocando l’inabissamento del predicatore. Uso questa metafora cinematografica per dire che nella giornata di oggi il fragile cavalcone che dovrebbe portarmi di là dal Covid è sembrato reggere. Non sto a dire i parametri di saturazione, febbre e pressione sanguigna che confortano a immaginare che anche domani io possa continuare a tirare il fiato più o meno come oggi, fruendo dello stesso apporto strumentale di un flusso d’ossigeno al 31%. Il tampone dell’altro ieri conferma che ancora sono positivo. – Si è intanto interrotta l’unità di lingua liturgica che il latinista e io avevamo realizzato pregando in questi giorni in latino: chi fosse curioso della faccenda, vada al post del 30 novembre. E’ arrivato un libanese che è maronita, anch’egli come noi praticante e ricevente l’Eucarestia, ma pregante in arabo. Dunque al momento la preghiera corale, che realizziamo per esempio a mezzogiorno è polifonica, come del resto sempre fu nella storia e già era ai giorni di Gesù che parlava aramaico, intendeva l’ebraico biblico, si faceva capire in greco.
Lo cavalcone regge: almeno per ora
11 Comments
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Caro Luigi.
Spero tutto bene per il tuo compagno di stanza latinista, ma mi sembra di capire che sia così. Si è solo interrotta la preghiera unita latina.
Ora però, con il tuo nuovo vicino maronita, potrete invocare anche la protezione di San Charbel.
Mi ha sempre colpito la figura di questo Monaco il cui quadretto campeggia fuori dalla Chiesa Maronita in Via Durini a Milano e nominato copatrono dell’Ospedale Covid in Fiera a Milano insieme a San Riccardo Pampuri (medico lombardo).
Se puoi, se vuoi, compatibilmente con la situazione ospedaliera, fatti raccontare dall’amico libanese maronita la storia del Monaco santo Charbel per poi magari riportarla qui se potrai, se vorrai.
Un caloroso abbraccio.
Domani ti ricorderò e non lo farò solo io ovviamente, nella Preghiera alla Vergine di Guadalupe tanto cara al nostro papa.
Un ricordo alla Vergine di Guadalupe che estenderò ai tuoi compagni di stanza.
Qui siamo già d’accordo (latinisti, maroniti, blogger) di seguire alle 11.00 la diretta papale guadalupana sul mio computer…
Bella ed arguta, Luigi, la tua citazione del monaco Zenone, strepitosamente interpretato da Enrico Maria Salerno nel film “L’Armata Brancaleone” (chi non ricorda il suo motto: “Mondo sarai se monderai lo mondo !” ?).
Vuol proprio dire che stai meglio !
Roberto Caligaris
Ben, Luigi.
Così vi riesce di essere segno, con la vostra polifonia, nella vostra camera di ospedale, nientemeno che dell’esortazione del salmista .
” Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti”.
Nene i commenti di Lorenzo e Roberto.
Chinare il capo e trovare Dio nella solitudine e nel silenzio è una grazia grande; ma pregare insieme, fisicamente o per metafora, è qualcosa di più: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Questi sono giorni di preghiera per il nostro amico Luigi, che è nella prova; naviganti vecchi e nuovi, in un’orgia di metafore e allegorie, si abbracciano, e fanno assembramento, e si asciugano le lacrime l’un l’altro, e si stringono attorno alla famiglia del nostro amico e guida, e sollecitano il cielo con insistenza.
In tutto questo movimento, io – con guanti e mascherina – dovrei restare a distanza, leggere e tacere, usando l’e-mail anche semplicemente per gli auguri di buon compleanno?
Mai più. Undici anni di quarantena bastano.
Un forte abbraccio a Luigi, un saluto affettuoso a tutti.
Giuseppe Vettori
Ciao Giuseppe (Sump), sono felice di rileggerti e di rivederti comparire qui sul Blog.
Grazie Giuseppe di essere venuto con il dono di queste parole e di questi sentimenti
CIAO, GIUSEPPE !
Ma che bello rileggerti !
Roberto Caligaris
Il deserto fiorirà… Questa profezia la sperimentiamo nel piccolo di una grande amicizia che continui a regalarci con il tuo “ministero” di giornalista svolto dal letto di un ospedale. Sentinella della notte a cui possiamo rivolgere domande e inquietudini anche da parte di chi sta vivendo in qualche modo una quotidianità “ordinaria”. I nostri limiti si confrontano con chi vive questi giorni sul limite della frontiera umana e della socialità esteriormente ristretta. Grazie di non apparire troppo “arrabbiato” con il Signore. Il Paese e certa Chiesa non sembrano in questi giorni sempre degni e all’altezza di questo momento strarodinario e così fecondo. Un abbraccio