Il blog di Luigi Accattoli Posts

Eugène Delacroix – Agonia nel Giardino del Getsemani – 1861 – per introdurre la scheda della lectio che faremo lunedì 14 a Pizza e Vangelo, via Zoom alle 21.00, leggendo dal capitolo 14 di Marco i versetti nei quali Gesù supplica il Padre che gli sia risparmiata la passione e la morte. Diremo che quella – per noi cristiani – fu la notte più importante della storia. Nei commenti l’intera scheda

Foto del vescovo Luigi Bettazzi che è sulla copertina della biografia che ne ha scritto – per la San Paolo – il collega Alberto Chiara. Prendendo spunto da questo volume uscito ora e dal testo postumo del vescovo “A tu per tu con Dio” (EDB 2023) ho pubblicato sulla rivista Il Regno una mia memoria di Bettazzi sostenendo che questo patriarca vissuto cent’anni è stato vittima, nella nostra Chiesa, di un’ingiusta sottovalutazione che perdura dopo la morte. Nei commenti riporto la stesura originaria dell’articolo, che ho dovuto ridurre perchè potesse entrare nella pagina della rubrica che tengo sulla rivista
Nicolaj Nikolaevich Ge – L’entrata di Cristo nell’Orto degli Ulivi – 1889: con questa tela del pittore russo amico di Tolstoj segnalo la pubblicazione della registrazione audio dell’ultima serata di Pizza e Vangelo, che tenemmo in collegamento Zoom il lunedì 30 settembre, leggendo – dal capitolo 14 di Marco – la conversazione che Gesù e il discepoli conducono lungo il cammino che li porta dal Cenacolo al Getsemani. Qui sotto trovi il link all’audio, nei commenti uno spunto sull’immagine proposta dal pittore

“Coscienza – Giuda” di Nikolai Nikolaevich (1891): mostra in primo piano Giuda che osserva i Dodici che con Gesù, usciti dal Cenacolo, si avviano verso il Giardino degli Ulivi. Secondo il grande pittore russo questo è’ il momento nel quale l’Iscariota si chiede: vado con loro o vado a tradirli? Con questa immagine introduco la lectio di Pizza e Vangelo che faremo domani sera alle 21.00, via Zoom, per leggere dal capitolo 14 di Marco il brano nel quale il Maestro preannuncia ai discepoli che tutti l’abbandoneranno di lì a poco, non appena verrà catturato. Nei commenti l’intera scheda
“Le mani”, scultura di Auguste Rodin (1870-1917): con questa immagine chiedo aiuto ai visitatori per una mia ricerca di testi di suicidi: ultime parole, biglietto lasciato sul tavolo, lettera, testamento. Nel primo commento dico perché faccio questa indagine. L’interpretazione della scultura di Rodin come mani della solitudine e della disperazione è mia: l’artista l’aveva intitolata soltanto “Le mani”. Mani che uno può usare anche contro se stesso. Uno spunto per tale interpretazione mi è venuto dalla copertina del fascicolo della rivista Servitium intitolato “Togliersi la vita”, marzo/aprile 2018
Salendo sul Monte Conero (Ancona) nei giorni della vacanza agostana, ho fotografato questa lapide che si trova all’ingresso dell’Eremo Camaldolese detto Badia di San Pietro, che fu tale fino al 1860 e che oggi è un albergo. La scomunica – qui detta scommunica dal latino excommunicatio – mirava a proteggere la clausura monastica maschile di quell’Eremo, alla pari con la scomunica che ai tempi era riservata agli uomini che avessero violato la clausura dei monasteri femminili. Nei commenti un richiamo a Teresa di Lisieux che vivamente si stupiva di queste scomuniche e una mia divagazione sulla sciolta facilità delle scomuniche fino a tempi recenti
Piuma che Albularius, il mio amico gabbiano, si è strappata da un’ala con il becco e mi ha regalato l’altro ieri venendomi a trovare sulla spiaggia di Marcelli, ai bordi della riviera del Conero. Nel primo commento provo a fare chiarezza su questa vicenda di sole e di sale
Nel mezzo del vagabondaggio estivo eccomi a Monte San Giusto, nel maceratese, per vedere la Crocifissione del Lotto (1533-34) e per udire una donna trafelata che bestemmia al cane nella piazza
Particolare della Madonna con bambino di Raffaello, 1508, detta Madonna Tempi dal nome della famiglia fiorentina alla quale è appartenuta prima di essere acquistata nel 1829 da Ludovico I di Baviera, finendo infine nella Alte Pinakothek di Monaco. La dedico alla figlia che ha appena partorito, insieme ai due versi liberi che trovi nel primo commento