“Siate clementi e misericordiosi, anche nel futuro. Sempre però con la chiarezza e l’immediatezza di persone che camminano insieme”: così ieri il cardinale Zuppi, nuovo presidente della Cei, ha parlato ai giornalisti. “Voi avete il compito di raccontare e di camminare con noi, sicuramente con quella vicinanza indispensabile per il vostro mestiere e anche per il nostro. Voi aiutate tanti a capire scelte della Chiesa che a volte possono sembrare distanti e incomprensibili. È la Chiesa che sta per strada e che cammina nella missione di sempre: parlare a tutti e raggiungere il cuore di tutti”. Nel primo commento altre parole del cardinale nella cronaca che ne ha dato Vatican News.
Zuppi ai giornalisti: siate clementi – aiutate a capire le scelte della Chiesa
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Saluto di Zuppi ai media. La prima cosa che volevo fare è ringraziare il Papa perché mi ha scelto nella terna e poi i vescovi perché mi hanno indicato. E questa fiducia del Papa che presiede nella carità il suo primato e della collegialità, insieme alla sinodalità, è la Chiesa. Sono le tre dinamiche che mi accompagneranno”. Il “momento che stiamo vivendo, sia in Italia, in Europa e nel mondo, sia come Chiesa, perché le cose sono strettamente unite”. Quindi “le pandemie”: anzitutto “la pandemia del Covid con tutto quello che ha rivelato delle nostre fragilità e debolezze, con le domande che ha aperto, le consapevolezze e le dissennatezze che ha provocato”. E adesso “la pandemia della guerra” che Papa Francesco “con tanta insistenza” ha stigmatizzato in questi anni, parlando di una terza guerra mondiale a pezzi, cristallizzando poi il suo pensiero nella ‘Fratelli tutti’. È alle indicazioni del Papa che Zuppi invita a guardare “in queste settimane e mesi terribili che stanno coinvolgendo tutto il mondo”, in modo da “non dimenticare tutti i pezzi delle altre guerre”.
“In questa sfida si colloca il cammino della Chiesa italiana, che quest’anno, insieme alla Chiesa universale, si muove verso il Sinodo sulla Sinodalità. Un cammino sinodale, non un Sinodo strutturato o organizzato, ma molto più coinvolgente” che ora “continua con l’ascolto”. Per Zuppi “è importantissimo” questo atteggiamento, perché “l’ascolto ferisce. Quando qualcuno ascolta si fa ferire da quello che vive, fa sua la sofferenza”. E “quello che stiamo vivendo ci aiuta a comprendere le tante domande e sofferenze, a capire come essere una madre vicina e come incontrare i tanti compagni di strada. La vicinanza è una delle cose che mi solleva di più”, sentrendo sulle spalle la propria “piccolezza e inadeguatezza”: “Spero di restarne sempre consapevole”.
Infine un ricordo dei predecessori. Primo fra tutti il cardinale Antonio Poma, come lui arcivescovo di Bologna, poi il cardinale Ugo Poletti, vicario di Roma dal 1972 al 1991 e presidente Cei dall’85 al ’91, “vescovo nei miei primi anni di sacerdozio” che “con coraggio diede a Sant’Egidio la chiesa di Sant’Egidio, dando fiducia a questi ragazzi”. Zuppi ringrazia poi “per la loro sapienza” i cardinali Camillo Ruini e Angelo Bagnasco: “Ho chiamato poco fa entrambi, chiedendo udienza”. In ultimo, dice grazie al cardinale Gualtiero Bassetti “che in questi anni con tanta paternità e tanta amicizia ha guidato la Chiesa italiana, creando una fraternità di cui io da vescovo ho goduto”.
Da qui un affidamento del suo mandato alla Madonna di San Luca: “A Bologna dopo il Padre eterno – o forse anche prima – c’è la Madonna di San Luca. Chiedo a Lei e a Maria Madre della Chiesa di accompagnarmi e accompagnarci in questo cammino della Chiesa italiana”. “Tutta la Chiesa”, specifica il porporato. Quella che in questi giorni ha visto rappresentata nell’Assemblea generale: “Tanti referenti e tanti laici, un pezzo di sinodalità che è entrato dentro la collegialità. Questo mi incoraggia nelle sfide e difficoltà: credere che la Chiesa con tanti compagni di viaggio, consapevoli e non, farà risplendere la misericordia di Dio di cui il mondo ha bisogno”.
C’è tanta strada da poter aprire. E il blog di Luigi anche con la sua accoglienza offre un bel contributo. Qui le persone più diverse anche dibattono ma finora ho percepito un clima di famiglia proprio per questa amorevolezza.
https://gpcentofanti.altervista.org/i-pochi-media-scampati-alluniformismo/
Queste manfrine sono francamente risibili: ok Zuppi ha vinto, Sant’ Egidio ha vinto, ringrazino il papa e solo lui che l’ ha voluto ( il vescovo Castellucci ,bannato dal papa, prima di rinunciare aveva avuto 45 voti dai vescovi ) . Non facciamo finta che tutti i vescovi italiani siano unanimemente per Sant’ Egidio. Non facciamo gli ipocriti ,gli untuosi, i melliui. Questi modi allontanano i cattolici invece di essere invitanti.
Vogliamo dei vescovi italiani e un capo dei vescovi italiani virili ,sinceri, non delle macchiette.
Ai giornalisti. “Siate clementi e misericordiosi”. Dipende.
Se sugli abusi e la pedofilia del clero italiano, fin qui messa a tacere e che scoppiera’ a breve come una pentola a pressione, non credo che la clemenza della corte debba essere preventiva: prima i giornalisti, denuncino coraggiosamente, poi se il caso siano clementi.O se Zuppi ha giornalisti amici che lo trattano bene, non credo bastera’: grideranno le pietre.
Rif. 15.03 -Papalismo
Concordo: c’è stato, nell’elezione di Zuppi e nel dopo, un “di più” di enfasi e di ipocrisia, del tutto evitabile.
Il vescovo Castellucci, da un anno vicepresidente CEI per il nord, è una grande risorsa per tutti, al di là che avesse l’appoggio di Bassetti e non del papa.
Qualcuno potrebbe spiegare alla somma sacerdota stracciavesti e calunniatrice che scrive (?!) qui sopra che:
a) esiste un regolamento per l’elezione del Presidente della Cei,
b) che tale regolamento è stato naturalmente osservato alla lettera,
c)che la nomina papale è prevista e non trattasi di un colpo di stato dell’odiato ( da lei) papaetetico e papapampero?
Capisco- la conosciamo ahime a memoria – che la signora sia tutta un fremito all’idea di un “capo dei vescovi” che per lei dovrebbe essere evidentemente un misto tra Orban e Salvini con il labbruzzo sbaciucchiante il rosario.
Capisco molto meno perché non si tenga per sè le sue paturnie personali e le sue personali perversioni.
Nel frattempo potrebbe per lo meno badare a mettere una dietro l’altra parole con un minimo di senso logico, invece di affastellare somarate come ” vogliamo dei vescovi italiani ” (cretinata) ” virili” (idiozia), “sinceri” ( calunnia), non delle macchiette ( bischerata).
Qui di macchietta ce n’è una sola, e si chiama Maria Cristina Venturi.
Tragicamente ridicola.
Si dia pace: quando mai tenesse la bocca maldicente chiusa ( sempre troppo tardi), per lei non griderebbe nemmeno il minimo tra tutti i piccolissimi granelli di sabbia.
Altro che pietre.