Il vescovo argentino Gustavo Óscar Zanchetta – 55 anni, emerito di Oran dal 2017, da allora assessore all’Apsa, ultimamente sospeso dall’ufficio – è sotto processo presso la Congregazione per la dottrina, con l’accusa di “maltrattamenti”, o “abuso di potere”: l’ha detto il Papa nell’intervista alla messicana Televisa tradotta ieri in italiano da Vatican News: ” Circa quindici giorni fa mi è arrivata l’indagine preliminare e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l’ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, stanno facendo il processo”. I media argentini a suo tempo avevano parlato anche di abusi sessuali ma Francesco non ha specificato. Sul caso – e sul comportamento del Papa in esso – si erano fatte molte illazioni. Ora abbiamo la versione di Francesco. Riporto per intero domande e risposte nei primi commenti. E poi butto un’occhiata sul resto dell’intervista.
Zanchetta è sotto processo: l’ha detto il Papa a Televisa
11 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Zanchetta 1. Parlando sempre della mancanza d’informazione o del fatto che non arriva tutto, in Argentina, per esempio, i media dicono che avevano informato circa monsignor Zanchetta, che voi qui in Vaticano sapevate. Lei lo ha portato qui, lo ha messo in un posto che ha creato praticamente dal nulla per lui. Questo la gente non lo capisce.
R. – No, ma bisogna spiegarlo alla gente.
Per questo mi piacerebbe che lei lo spiegasse.
R. – Vuole che lo spieghi ora? Lo faccio volentieri.
Se lei vuole…
R. – Sì. allora, c’era stata un’accusa e, prima di chiedergli la rinuncia, l’ho fatto venire subito qui con la persona che lo accusava. Un’accusa con telefono.
Immagini…
R. – Sì, ma alla fine si è difeso dicendo che lo avevano hackerato, e si è difeso bene. Allora di fronte all’evidenza e a una buona difesa resta il dubbio, ma in dubio pro reo. Ed è venuto il cardinale di Buenos Aires per essere testimone di tutto. E l’ho continuato a seguire in modo particolare. Certo, aveva un modo di trattare, a detta di alcuni, dispotico, autoritario, una gestione economica delle cose non del tutto chiara, sembra, ma ciò non è stato dimostrato. È indubbio che il clero non si sentiva trattato bene da lui. Si sono lamentati, finché hanno fatto, come clero, una denuncia alla Nunziatura. Io ho chiamato la Nunziatura e il Nunzio mi ha detto: “Guardi, la questione della denuncia per maltrattamenti è seria”, abuso di potere, potremmo dire. Non l’hanno chiamata così, ma questo era. L’ho fatto venire qui e gli ho chiesto la rinuncia. Bello e chiaro. L’ho mandato in Spagna a fare un test psichiatrico. Alcuni media hanno detto: “Il Papa gli ha regalato una vacanza in Spagna”. Ma è stato lì per fare un test psichiatrico, il risultato del test è stato nella norma, hanno consigliato una terapia una volta al mese. Doveva andare a Madrid e fare ogni mese una terapia di due giorni, per cui non conveniva farlo tornare in Argentina. L’ho tenuto qui perché il test diceva che aveva capacità di diagnosi di gestione, di consulenza. Alcuni lo hanno interpretato qui in Italia come un “parcheggio”.
Zanchetta 2. E l’hanno criticata perché ha detto che qui si era comportato bene e lo ha messo nell’Apsa.
R. – Non è stato così. Economicamente era disordinato, ma non ha gestito male economicamente le opere che ha fatto. Era disordinato ma la visione è buona. Ho iniziato a cercare un successore. Una volta insediato il nuovo vescovo, a dicembre dello scorso anno, ho deciso di avviare l’indagine preliminare delle accuse che gli erano state mosse. Ho designato l’arcivescovo di Tucumán. La Congregazione dei Vescovi mi ha proposto vari nomi. Allora ho chiamato il presidente della Conferenza Episcopale Argentina, l’ho fatto scegliere e ha detto che per quell’incarico la scelta migliore era l’arcivescovo di Tucumán. Chiaro, metà dicembre in Argentina è come metà agosto qui, e poi gennaio e febbraio come luglio, agosto. Ma qualcosa hanno fatto. Circa quindici giorni fa mi è ufficialmente arrivata l’indagine preliminare. L’ho letta, e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l’ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, stanno facendo il processo. Perché ho raccontato tutto questo? Per dire alla gente impaziente, che dice “non ha fatto nulla”, che il Papa non deve pubblicare ogni giorno quello che sta facendo, ma fin dal primo momento di questo caso, non sono rimasto a guardare. Ci sono casi molto lunghi, che hanno bisogno di più tempo, come questo, e ora spiego il perché. Perché, per un motivo o per l’altro, non avevo gli elementi necessari, ma oggi è in corso un processo nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Cioè non mi sono fermato.
Penso che sia stato importante raccontare tutto ciò, non crede?
R. – L’ho raccontato ora. Ma non posso farlo ogni momento, ma non mi sono mai fermato. Adesso, che il processo sta per concludersi, lo lascio nelle loro mani. Di fatto, come vescovo, devo giudicarlo io, ma in questo caso ho detto no. Facciano un processo, emettano una sentenza e io la promulgo.
L’intervista a Televisa è lunga: l’ho stampata e prende una ventina di pagine, e tocca una trentina di argomenti. Nei prossimi commenti do un elenco degli argomenti, riportando anche qualche parola che ne dica il tono: lo faccio per provocare a leggere. Non mi pare che vi siano passaggi che fanno notizia o che danno notizie, tranne quello su Zanchetta che ho posto a titolo. Ce n’è uno in cui risponde a Viganò: è la prima volta che gli risponde, ma non mi pare che dica nulla di nuovo rispetto a quanto gli aveva già risposto indirettamente tramite Ouellet. Il pregio dell’intervista è il tono colloquiale, pastoso con cui si svolge e che permette all’intervistatrice Valentina Alazraki – che è ormai un protagonista della vita vaticana – di essere audace nel porre questioni. Lei qui è la più libera tra quanti ad oggi hanno posto domande a Francesco. Audacia di donna, cioè leggera, che dice e passa avanti. E che aiuta Francesco a chiarire varie questioni e varie sue parole. Un’intervista capolavoro, paragonabile solo a quella realizzata dallo scrittore francese Dominique Wolton e pubblicata con il titolo “Dio è un poeta” (Rizzoli 2017). – Per altro mio apprezzamento di Valentina vedi ai commenti 5 e 6 di questo post: http://www.luigiaccattoli.it/blog/quattro-sguardi-di-donna-sugli-abusi/#comments
Fuochi dell’intervista.
1. Messico violento e “punito dal diavolo”
2. Migrazioni alla frontiera nord e a quella sud del Messico e in tutto il mondo
3. Dramma mondiale della gioventù e del femminicidio
4. “Il mondo senza le donne non funziona”
5. Se sia finita la luna di miele del Papa con i media
6. “Mi sono sentito aiutato” dai media per rimediare agli errori commessi in materia d’abusi.
7. “Chiedo al Signore di illuminarmi per non sbagliare nelle nomine”.
8. il C9 che ora è C6: “Stiamo funzionando bene in sei, per cui perché aggiungere altri se sta funzionando bene in questa fase?”
9. Sulla situazione dei cardinali Pell e Maradiaga. “A Maradiaga dicono di tutto, ma non c’è nulla di certo, no, è onesto e mi sono preoccupato di esaminare bene le cose. Si tratta di calunnie. Può aver commesso qualche errore, ma non del livello che gli vogliono addossare”.
10. Viganò e McCarrick. Quella lettera [di Viganò] era un accanimento, come voi stessi vi siete resi conti dai risultati […]. Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea. E quando [Viganò] dice che mi ha parlato quel giorno, che è venuto … e io non mi ricordo se mi ha parlato di questo, se è vero o no. Non ne ho idea! Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto. Il motivo del mio silenzio è stato prima di tutto che le prove erano lì, vi ho detto: “Giudicate voi”. È stato davvero un atto di fiducia. E poi, per quello che vi ho detto di Gesù, che nei momenti di accanimento non si può parlare, perché è peggio. Tutto va a sfavore. Il Signore ci ha indicato questo cammino e io lo seguo.
Caro Luigi,
non trovi che sia notevole anche questa parte dell’intervista?
«De McCarrick yo no sabía nada, obviamente, nada, nada. Lo dije varias veces eso, que yo no sabía, ni idea. Y que cuando esto que dice que me habló aquel día, que vino… Y yo no me acuerdo si me habló de esto. Si es verdad o no. ¡Ni idea!»
Il nocciolo della denuncia di Viganò era che Francesco sapeva di McCarrick almeno dal 23 giugno del 2013, perché in quella data, nel corso di un’udienza privata con lui, il papa aveva chiesto informazioni su McCarrick e il nunzio gli aveva detto: «se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza».
Da allora, (agosto 2018) in tanti – ma davvero in tanti, e non solo tra quelli che sono critici nei confronti dell’attuale pontificato – si sono chiesti come mai il papa non facesse la cosa più ovvia e necessaria in questo caso, cioè smentire Viganò.
Ora sappiamo il perché: non si ricorda se Viganò glielo ha detto o non glielo ha detto. Non lo sa. Non sa se quello che dice Viganò è vero o è falso. Testuale. Scritto nero su bianco (nonostante il patetico tentativo di sbianchettarlo dalla traduzione italiana, poi frettolosamente rientrato).
Che ne pensi, caro Luigi?
Caro Luigi,
vedo che mentre scrivevo il messaggio precedente, stavi aggiungendo lo stesso punto alla tua lista. Che felice consonanza dei cuori e dolce concento dei pensieri! Ora attendo fiducioso lo svolgimento del tema.
11. Il summit episcopale di febbraio sugli abusi
12. Lei ha parlato degli abusi come se la colpa fosse del diavolo: “È la verità, figlia mia: non riesco a spiegarmi il problema della pedofilia, senza vedervi lo spirito del male. Sono credente e Gesù ci ha insegnato che il diavolo è così”.
13. C’è gente che dice: “Mi sembra che al Papa piacciano più quelli lontani dei suoi”. – “È un complimento per me! È quello che faceva Gesù, e lo accusavano di questo. E Gesù dice: del medico hanno bisogno i malati, non i sani, quelli che sono lontani. Accusavano Gesù continuamente: va con i peccatori, mangia con i peccatori, si unisce ai monchi”. Lei preferisce quelli di fuori o quelli di dentro? – Non preferisco, no. Preferisco, no. Ma priorità sì”.
14. “Da un lato i giornalisti mi accusano di tollerare troppo la corruzione della Chiesa, e dall’altro se li rimprovero, mi dicono: li rimprovera troppo. È una cosa bella. Così mi sento pastore”.
15. Perché oggi il Papa si occupa tanto dei migranti e parla tanto dei migranti? “Perché è un problema scottante, attuale. Ma il Papa continua a parlare della vita. Contro l’aborto ho detto cose molto dure, molto dure. Ripeto tutto quello che ha sempre detto la Chiesa, ossia non ho trascurato il resto”.
16. Omosessualità: “Io non posso scartare nessuno”.
17. Matrimonio omosessuale: “E’ un’incongruenza. Io ho sempre difeso la dottrina.
18. Alcuni suoi conoscenti quando viveva in Argentina dicono che lei era conservatore. Prima ero una cosa e ora sono un’altra, è vero. Sì, perché ora è Papa. – No, perché confido nel fatto che sono cresciuto un po’ […]. Che ho ampliato i criteri, può essere, che vedendo i problemi mondiali ho avuto più coscienza di certe cose di quanta ne avessi prima. Ma, conservatore… Sono tutte e due le cose. Sarebbe tutte e due le cose allora [sia conservatore sia innovatore]? – E sì, in Argentina andavo nelle villas, in una villa per esempio mi si fermerà il cuore, e poi mi preoccupavo pure che la catechesi fosse seria. Non so, un poco… un mix.
19. Una cosa che pensa di aver fatto male, che non rifarebbe nello stesso modo? – Parliamo degli errori in Cile, per esempio. Qualche errore di giudizio in alcune decisioni che poi ho dovuto rettificare, allora ne ho fatti diversi. Alcuni che non conoscete grazie a Dio, altrimenti mi avreste criticato duramente. Ce lo può raccontare, abbiamo tempo. – Gli errori si fanno sempre. Mi confesso ogni quindici giorni, segno che commetto sbagli. E sono confessioni lunghe o no? – La curiosità femminile eh? The woman’s touch. Era per rendere tutto più piacevole. – È già bello.
20. L’accusa di essere eretico, come l’ha presa? – Con senso dell’umorismo, figlia mia.
21. Castel Gandolfo e “lo schema di corte che deve sparire”.
22. Giovanni Paolo II e il caso Maciel.
23. “A me la strada dice molto, imparo molto in strada”.
24. Islam: “Bisogna aiutarli con la vicinanza, perché mostrino il meglio che hanno, che non è certo la guerriglia”.
25. “Il mio sogno è la Cina. Voglio molto bene ai cinesi”.
26. “Vorrei concludere parlando a Rocío [donna messicana uccisa davanti al figlio]. Questa donna non ha potuto vedere i suoi figli, non li ha visti crescere, e qui c’è la sua maglietta [che l’intervistatrice ha portato al Papa]. Vorrei dire a quanti ci stanno seguendo che più che una maglietta è una bandiera: una bandiera della sofferenza di tante donne che danno vita e danno la vita, e che passano senza un nome. Di Rocío conosciamo il nome, ma di tante altre no. Passano senza lasciare il nome, ma lasciano il seme. Il sangue di Rocío e di tante donne uccise, usate, vendute, sfruttate, credo che debba essere seme di una presa di coscienza di tutto ciò. Vorrei chiedere a quanti ci stanno vedendo di fare per un momento silenzio nel proprio cuore per pensare a Rocío, per darle un volto, per pensare a donne come lei. E se pregate, pregate, se avete desideri, esprimeteli, e che il Signore vi dia la grazia di piangere. Piangere su tutta questa ingiustizia, su tutto questo mondo selvaggio e crudele, dove la cultura sembra essere solo una questione d’enciclopedia. Vorrei concludere con questo ricordo e con la parola Rocío”.
Con riferimento al punto 10.
La affermazione del papa di non sapere nulla di McCaarick ha suscitato scalpore al punto che qualcuno ha addirittura detto che il papa mente.
Io credo che non sia così. Il papa non sapeva nulla dello o degli abusi su minori per il quale Mc Carrick è stato ridotto allo stato laicale, che sono la sol cos che gli interessa. Del comportamento moralmente riprovevole nei confronti dei seminaristi, come in genere dei peccati di sesso, non se ne cura! Come ha detto sin dall’inizio del suo pontificato i peccati di sesso siano essi etero od omosessuai sono i minori dei peccati che affliggono gli uomini ed è necessario che la Chiesa delle infrazioni al sesto comandamento per un po’ non ne parli.
Sono solo gli abusi su minori a essere intollerabili! Gli altri – quando si tratti di sesso tra adulti – sono irrilevanti e in fondo comprensibili per la umana debolezza e se si tratta di sesso con sottoposti il problema non è il sesso ma il presumibile abuso di potere.
In realtà non tutti i fedeli della Chiesa Cattolica la pensano allo stesso modo. VIgano’ ha parlato al papa del comportamento omosessuale di McCarrick ma, da quel che si legge, non esplicitamente degli abusi au minori.