www.labibbiasenzasosta.it

www.labibbiasenzasosta.it è il sito di “un evento di bellezza e di grazia” che si è appena concluso – alle ore 11 – in Mantova, nella Rotonda di San Lorenzo: un migliaio di persone ha letto “senza sosta” l’intera Bibbia ebraicca e cristiana, dalla Genesi all’Apocalisse, per 137 ore, quasi sei giorni. Ne parlo al telefono con Giuseppina Nosè che i nove componenti del comitato promotore hanno incaricato dell’informazione. L’idea viene dalla Francia, dove una simile maratona biblica si è tenuta a Limonges nel dicembre del 2005. L’iniziativa è stata mantovana, ma sono accorsi lettori anche da tante città, da Milano, Bologna, Roma, Palermo. L’intera Scrittura è stata suddivisa in 1159 brani e qualche lettore ne ha proclamati più d’uno. “Non ci siamo fermati mai e nessuno tra quanti si erano iscritti è mancato all’appuntamento” racconta con entusiasmo Giuseppina: “Notte e giorno hanno fatto a gara a essere presenti cattolici, ortodossi, valdesi, atei con la passione per la Bibbia, ebrei, musulmani, baha’i e spero di non dimenticare qualcuno. Giovedì sera è venuto a trovarci il vescovo Egidio Caporello, che non aveva dato l’adesione come lettore ed ha ascoltato a lungo, finchè chi leggeva non gli ha passato il libro e anche lui si è fatto proclamatore tra gli altri, leggendo un brano del libro delle Cronache”. La prima pagina della Genesi è stata proclamata e anzi cantata dal presidente della comunità ebraica di Mantova. Circa cinquecento in media le presenze giornaliere degli uditori. “No, non ripeteremo l’esperienza, che pensiamo debba restare unica per Mantova” dice ancora Giuseppina: “Ora siamo pieni della Parola e dobbiamo prolungarne l’ascolto, forse cercare chi ce la spieghi. E’ probabile che qualcosa di simile si faccia tra poco a Bologna”. La portavoce del Comitato è così presa da quanto è avvenuto che quasi parla in versetti: “No, non ci sarà nessuna festa finale, è stata tutta una festa questa settimana di parole e di Parola. E’ stato per tutti un kairòs, un tempo profittevole. Ne porti la sensazione che in te si sia accesa una luce che non si spegnerà”.

69 Comments

  1. Leonardo

    Domanda (non retorica, ma reale): qual è il senso di questa iniziativa?
    Sarei molto cauto ad attribuire un particolare valore alla proclamazione ‘fisica’ della parola di per se stessa (mi verrebbe da dire: alla sua ‘sonorizzazione’), e d’altra parte una ‘lettura spirituale’ richiede tempi, misure (e pause di silenzio!) che mal si conciliano con una ‘maratona’. Inoltre il mélange di modi di leggere la Bibbia così diversi come quelli che necessariamente distinguono cristiani, ebrei, musulmani, atei ecc. non so che effetto può avere. Infine confesso che mi suscita una certa istintiva reazione ‘di pelle’ l’implicita analogia che ci avverto con altre pratiche basate sulla continuità di un culto protratto nel tempo (penso all’adorazione perpetura del Santissimo), analogia che rifiuto. Quest’ultima però è probabilmente una mia idiosincrasia.

    17 Marzo, 2007 - 15:51
  2. Luigi Accattoli

    Si tratta di un evento culturale, paragonabile a una lettura continuata della “Divina Commedia”, non certo all’adorazione perpetua. Ma in questi limiti la trovo bella. Luigi

    17 Marzo, 2007 - 16:18
  3. Luisa

    Evento culturale…ma stiamo parlando delle Sacre Scritture non della Divina Commedia.
    Condivido i dubbi di Leonardo.
    Comunque mi piace che Giuseppina dica che forse dovranno cercare qualcuno “che ce la spieghi”, preferirei che non ci fosse il “forse”.
    Se l`ascolto della Parola ha suscitato anche in una sola persona la voglia di approfondire non può essere che positivo, fermo restando il mio dubbio sulla “religione fai da te”. Luisa

    17 Marzo, 2007 - 17:41
  4. Luigi Accattoli

    Forse nel post non ho chiarito abbastanza che si trattava di una iniziativa spontanea, culturale, non di Chiesa. Le obiezioni di Leonardo e Luisa andrebbero bene se fosse stato il vescovo, o un gruppo cristiano a proporre l’evento, ma non è stato così. Spero che intervenga qualcuno che vi ha partecipato a dire meglio. Intanto all’indirizzo che ho fornito con il titolo del post si può leggere qualcosa. Luigi

    17 Marzo, 2007 - 17:49
  5. Dubbi possiamo averne finché vogliamo. Ma ricordiamoci anche che quella Parola è divina. Nella Scrittura risuona il Verbo stesso, lo stesso Gesù Cristo, nostro Signore, colui di cui siamo il Corpo mistico. E di quella Parola è stato detto che non ritornerà a Lui fino a quando non avrà compiuto ciò per cui è stata mandata. Lasciamola lavorare.

    17 Marzo, 2007 - 19:32
  6. Francesco73

    In mezzo a tanti fiumi di parole, ben venga una terapia d’urto fatta con la Parola, intesa qui come puro Evento, puro Dato, per una volta senza le comunque sempre fondamentali mediazioni filologiche, storiche e teologiche.
    Può concorrere ad accendere una scintilla nei deserti aridi che si trovano anche dentro tante confessioni religiose, una piccola sorgente di acqua pura destinata a incrementare la sete, non a saziarla.
    Io che sono “romano”, “papalino” e molto “episcopale”, capisco anche che non sempre tutto deve accadere col sigillo dell’istituzione e nemmeno sempre e necessariamente con quello della ecclesialità.

    17 Marzo, 2007 - 19:53
  7. Luigi Accattoli

    Aggiungo due particolari sull’evento: il testo scelto per la lettura è stato quello della Traduzione interconfessionale in lingua corrente; tra i musulmani che hanno letto vi sono state due donne velate. Luigi

    17 Marzo, 2007 - 20:05
  8. Luisa

    Sono andata sul sito francese. L`iniziativa è nata da una coppia dopo aver ascoltato la testimonianza di una professoressa tedesca che aveva vissuto un`esperienza di lettura continua à Nûrenberg. La moglie , molto toccata, è riuscita a convincere suo marito, membro di un`associazione di imprenditori e dirigenti cristiani, di investirsi nel progetto, come se fosse un`impresa.
    Si vede effettivamente che il progetto è stato attuato, organizzato, preparato, minutato, con serietà e efficacità.
    La Bibbia usata è stata la TOB, traduzione ecumenica.
    Le comunità ebraiche, ortodosse russe e copte, cattoliche e riformate, gli avventisti , hanno risposto positivamente. La comunità musulmana non è stata sollicitata.La lettura ha avuto luogo in una chiesa di Limoges.
    Sul sito francese si parla di una futura lettura a Bologna dopo Mantova.
    Luisa

    17 Marzo, 2007 - 21:10
  9. Francesco73

    Scusate il fuori-tema, ma ho appena ascoltato il Papa spiegare la parabola del figliol prodigo ai ragazzi del “carcere” minorile di Casal del Marmo, a Roma (dove mi pare trascorresse molte delle sue ore libere il cardinale Casaroli, anche da Segretario di Stato e soprattutto dopo, negli anni della pensione).
    L’omelia di Benedetto è stata toccante e bella ancor più di sempre, quasi tutta a braccio, e piena di cuore soprattutto per il tipo di persone che aveva davanti. Credo davvero che questo giorno non passerà come gli altri, per quegli sfortunati che sono lì dentro.

    18 Marzo, 2007 - 10:08
  10. Luisa

    Come te e come spero moltissime persone, ho seguito la Santa Messa e ascoltato il Santo Padre. E come ad ogni volta che egli parla ,ma ancor più quando parla a braccio, mi sento presa per mano e trasportata un un mondo dove tutto è chiaro, semplice , luminoso, evidente e colmo di umanità e amore.
    Quelle parole erano certo indirizzate ai giovani presenti,ma penso che ognuno di noi può farle sue nel suo personale viaggio interiore.
    Una piccolissima “provocazione”…vi sono sembrate parole strane e incomprensibili?
    Avete anche osservato l`emozione che stringeva la gola del ministro Mastella ?
    Un`emozione forte, questo discorso doveva essere importante per lui!
    Sai ,Francesco ,non siamo poi così fuori tema, stiamo parlando di un brano del Vangelo e di un Papa che con la sua saggezza riesce trasmetterci la Parola rendendola viva e attuale .
    Buona domenica a tutti, Luisa

    18 Marzo, 2007 - 11:42
  11. Maria Grazia

    Buona domenica a tutti.
    Ho seguito la visita del Papa al carcere minorile e sono rimasta molto colpita da due eventi:innanzitutto l’omelia,quasi tutta a braccio.In secondo luogo il saluto di Benedetto a ciascuno degli ospiti del penitenziario.
    L’omelia era diretta a tutti,soprattutto a chi ha un concetto distorto di libertà:essa e’ un trampolino,ma anche un pericoloso crinale.Mi ha colpito la contrapposizione fra il figliol prodigo che si pente,chiede perdono e viene accolto,e il fratello egoista che,pensando di essere migliore degli altri,si chiude nella sua arroganza.
    Molte volte interpretiamo il ruolo del fratello maggiore ma,forse,dovremmo seguire l’esempio di quello minore.
    La seconda circostanza che mi ha colpito,dicevo,è stato l’incontro con i ragazzi:il Papa ha avuto per ciascuno una parola,per ognuno un sorriso.
    Ha ragione Francesco:non sarà facile per questi ragazzi dimenticare la giornata di oggi.
    Saluti MG

    18 Marzo, 2007 - 13:28
  12. Francesco73

    Sul fratello maggiore del figliol prodigo c’è la fondamentale opera di Mazzolari, “La più bella avventura”.
    Quando la lessi capii che il perbenismo è uno dei grandi rischi implicati da un certo tipo di cristianesimo: e compresi che anche un cattolico di sensibilità abbastanza tradizionale, come me, non deve mai voltarsi dall’altra parte rispetto agli argomenti e alle stesse provocazioni dei profeti.
    Ciò che distingue la nostra fede da tutto il resto è proprio la sua costante fiammella di implausibilità, e il suo permanente non appagamento. Se così non fosse, ci ridurremmo a seguire una pura ortoprassi, un moralismo, un’etica inanimata e piuttosto pedante, persino.
    Ben venga, quindi, la santa inquietudine delle voci che gridano nel deserto, e tutte le testimonianze della logica rovesciata, per cui è nei luoghi della sofferenza, del dolore, della sconfitta (come Casal del Marmo) che si rintraccia la verità della vita, la verità di Cristo, anzi, la verità che è Cristo.

    18 Marzo, 2007 - 14:21
  13. Luisa

    Vorrei solo aggiungere che le parole che mi toccano maggiormente sono:
    ” tu figlio mio sei sempre con me”, mi consola che così lontano che possano portarci le nostre erranze(?), sulle vie che Dio ci lascia liberi di seguire , niente può allontanarci dallo sguardo del Padre ! Troppo spesso dimentichiamo questa “vicinanza”.

    Mi permetto di approffittare di questo spazio per porgere i miei più affettuosi auguri a Benedetto XVI in occasione del suo onomastico .

    Tanti auguri Santo Padre uniti a un sincero ringraziamento per la forza e la profondità del suo magistero e la dolce fermezza con la quale lei conduce la Chiesa !

    Vi segnalo infine un sito :

    http://www.segnideitempi.net/2006/modules.php?name=News&file=article&sid=3223

    Buona settimana a tutti ! Luisa

    19 Marzo, 2007 - 9:51
  14. Leonardo

    Cara Luisa, «erranze» non ci sarebbe in italiano, ma è così bello che direi di introdurlo

    19 Marzo, 2007 - 10:55
  15. Buongiorno a tutti e ben ritrovati! Mi permetto di segnalare alla vostra attenzione un editoriale che ho pubblicato questa mattina sul quotidiano “Petrus”, all’indirizzo http://www.papanews.it, dal titolo: “UN APPELLO AL CARDINALE MARTINI. TOLGA LE VESTI DA ANTIPAPA E TORNI AD INDOSSARE QUELLE DA CARDINALE”. Negli ultimi giorni, infatti, ho ricevuto almeno 400 e-mail di protesta verso le posizioni e le parole pronunciate da Martini rispetto al Papa dopo la pubblicazione dell’esortazione post-sinodale sull’Eucarestia. Per carità, non ho certamente l’autorità, da piccolo pennivendolo quale sono, per giudicare un Cardinale (che peraltro mi sembra di aver dimostrato di stimare, battibeccando addirittura con la mia cara amica Luisa in questo blog), ma i lettori del mio giornalino (circa 350.000 visite al giorno) possono esprimersi pubblicamente solo attraverso la mia tastiera.
    Un abbraccio a tutti

    19 Marzo, 2007 - 11:28
  16. Luisa

    Ti ringrazio, caro Gianluca ,per il tuo editoriale su Papanews al quale aderisco dall`inizio alla fine.
    Vorrei dire che condivido l`opinione di coloro che pensano che il cardinal Martini ha oltrepassato i limiti del tollerabile .
    Visto il suo silenzio non possiamo che dedurne che egli approva l`interpretazione e direi sopratutto l`uso fatto delle sue parole da parte di coloro che il bene della Chiesa non lo vogliono di certo!
    Si dice che un uomo avvertito ne vale due, non sono certo gli avvertimenti a essere mancati al Cardinale…. eppure egli persiste permettendo la strumentalizzazione delle sue ” uscite mediatiche” al fine di criticare il magistero di Benedetto XVI.
    È possibile che un uomo della sua levatura senta ancora il bisogno di occupare le prime pagine e di porsi così regolarmente al centro dell`attenzione assumendo il ruolo che gli è cucito su misura dai media ?
    È possibile che il Cardinal Martini non si renda conto che è un giocattolo in mano di persone non certo oneste che si servono di lui unicamente per servire i loro interessi?
    A meno che sia lui a dettare le regole del gioco e ciò sarebbe ancor più grave!
    Luisa

    19 Marzo, 2007 - 12:58
  17. Luisa, sono io che ringrazio te per il sostegno che non mi hai fatto mai mancare. Il mio ringraziamento vuole essere anche un atto di ravvedimento e di umiltà, quella stessa umiltà di cui ho mancato quando, proprio per difendere Martini se non sbaglio, ho rischiato o forse ho addirittura realmente incrinato il rapporto personale con te. Debbo ammettere che avevi visto lungo, che eri stata profetica; ammetto quindi il mio sbaglio e ti chiedo pubblicamente scusa. Anzi, no: mi riservo di formularti le mie scuse a Roma il mese prossimo in occasione di quell’evento che tu sai.
    Un abbraccio

    19 Marzo, 2007 - 13:11
  18. Io invece non sono assolutamente d’accordo.

    Il card. Martini è strumentalizzabile come tutti lo siamo. Ma tutto è strumentalizzabile, Papa compreso. E infatti il messaggio del Papa – oltre a essere deformato dai media di varia impronta anticlericale – è deformato e strumentalizzato dall’insieme dei media vicini alle destre che lo piegano brutalmente alle proprie convenienze. Succedeva in passato, per altri temi, con le sinistre; ma ORA succede con le destre (parlo dell’Italia), e mi sembra che anche qui i nostri implacabili fustigatori dei media si siano platealmente dimenticati di segnalarlo.
    Si dovrebbe allora forse chiedere al Papa di tacere per non consentire questo greve gioco politico sulle sue parole? Non credo proprio. Ma allora non si chieda di tacere a Martini.

    Se non ci fosse tutta questa ridda di strumentalizzazioni, che nocciono gravemente non solo alla diffusione del messaggio della Chiesa ma anche, purtroppo, al suo clima e alla sua comunione interna, credo che sarebbe più facile vedere come le posizioni di Martini si inseriscono serenamente in un dibattito ecclesiale rispettoso e assolutamente pacato, dal quale nella Chiesa non si può mai prescindere. Mi fa invece paura chi sembra credere che il minimo accenno non dico di dissenso, ma di riflessione e discussione sui temi ecclesiali sia assimilabile all’opera del Maligno. Un caro saluto a tutti.

    19 Marzo, 2007 - 13:59
  19. Luisa

    Oh la la ! Ma Luca ,mi sbaglio o tu stai mettendo sullo stesso piano il Papa e un cardinale ?
    Il magistero del Papa con i discorsi di un cardinale ?
    Ci sono chiaramente, e in questo posso essere d`accordo con te, strumentalizzazioni molteplici e diverse , ma un conto è servirsi delle parole di un cardinale per attaccare il Papa ad uso di interessi contrari ai valori difesi dalla Chiesa e un conto è appoggiarsi sul Magistero Petrino per difendere gli stessi valori e principi.
    Sono d`accordo che se non ci fossero i media e anche laici cattolici che si servono delle parole del cardinal Martini contro il Papa, perchè questa è la realtà, potrei anche aderire a certe sue riflessioni, ma purtroppo i media esistono con i loro interessi , la loro malafede e malevolenza verso Benedetto XVI e più generalmente verso le posizioni difese dall Chiesa.
    Allora non facciamo come nel sistema della punizione collettiva : puniamoli tutti o nessuno ! Qui si tratta di un cardinale che rifiuta di tener conto delle lezioni del passato e persevera a tenere propositi suscettibili di essere manipolati e ,senza disturbare il maligno,non mi sembra che il cardinal Martini sia ingenuo al punto di non rendersene conto!
    No, veramente , dire :” facciamo tacere anche il Papa se si domanda di tacere a
    Martini ” , mi sciocca…..scusami Luca ma mi sembra che vai un pò troppo lontano ! Cosi lontano da non potere nè volere seguirti!
    Un caro saluto,Luisa

    19 Marzo, 2007 - 15:06
  20. Il mio era ovviamente un ragionamento per assurdo: non ha senso chiedere di tacere al Papa, non ha senso chiedere di tacere a Martini.

    Ma questa idea che sembra trapelare, che nella Chiesa il Magistero del Papa è tutto, e il resto è niente, e quindi, allorché possa rivelarsi problematico o in qualche modo non pienamente pedissequo alle parole del Papa, deve tacere e scomparire, è del tutto estranea alla mia sensibilità ecclesiale – e direi non solo alla mia. Andiamoci pure a rileggere il Concilio Vaticano I (Primo, non Secondo!). Il Papa sarà pure il Vicario di Cristo, ma non è il Re Sole.

    19 Marzo, 2007 - 15:18
  21. Luisa

    Scusa Gianluca, ma la lettura del post di Luca mi ha distratto dal mio scopo di
    risponderti per dirti che non c`è nessuna incrinatura nel nostro rapporto. E nessuna scusa da formulare , credimi !
    Io ho per abitudine di rispettare le opinioni altrui ma anche di difendere le mie, sempre nel rispetto reciproco.
    Fra poco comincerò il mio conto alla rovescia dei giorni che mi separano dal viaggio che mi porterà a Roma. A Dio piacendo una grande gioia in preparazione!Un caro saluto, Luisa

    19 Marzo, 2007 - 15:19
  22. Luisa

    Caro Luca , il mondo non si definisce in nero o bianco, o piuttosto in bianco o rosso, Papa o Martini.
    C`è posto per tutti e Benedetto XVI è il primo a invocare la ricchezza di tutti i talenti , di tutte le vocazioni, ma ciascuno al suo posto con le sue responsabilità.
    Fermo restando che il Papa è il Pastore universale di Santa Romana Ecclesia e che non ha effettivamente niente da vedere con il Re Sole !
    Ho l`impressione che molte persone che hanno difficoltà con il Primato Petrino hanno allo stesso tempo problemi con l`autorità in generale, forse quella di un padre mal digerita ma non vorrei qui fare della psicologia a buon mercato, da due soldi ! E sopratutto non sto pensando a te Luca, di cui apprezzo spesso le riflessioni ! Luisa

    19 Marzo, 2007 - 15:33
  23. A Luca: sai bene che ho prontamente modificato il titolo di qlc giorno fa sulle esternazioni di Martini proprio per non alimentare inutili polemiche e perchè, in effetti, l’articolo del mio giornale non conteneva dichiarazioni estreme e gravissime; tuttavia, leggendo bene Repubblica e Corriere, mi sono reso conto che ancora una volta Martini attaccava frontalmente il Papa. Ciò non lo trovo corretto: va bene il confronto, anche la critica costruttiva, ma diciamo no al modo di Martini di voler sempre e comunque giudicare e condannare l’operato di Benedetto XVI. Quanto al ministero proprio del Papa, ti ricordo cosa recita il dogma dell’infallibilità papale: “ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa, allora egli, in forza dell’assistenza divina conferitagli dal beato Pietro, possiede appunto quella infallibilità, della quale il divino Redentore volle munire la sua Chiesa nelle decisioni riguardanti la dottrina della fede e dei costumi. Pertanto, tali decreti e insegnamenti del Romano Pontefice non consentono più modifica alcuna, e precisamente per sé medesimi, e non solo in conseguenza all’approvazione ecclesiastica. Tuttavia, chi dovesse arrogarsi, che Dio ne guardi, di contraddire a questa decisione di fede, sarà oggetto di scomunica”. Non dico che Martini andrebbe scomunicato, ma è certo che con le sue esternazioni non fa altro che mettere in discussione l’autorità del Papa e la Suia infallibilità in quanto capo supremo della Chiesa, successore di Pietro e Vicario di Cristo in Terra! Ti ricordo, che chi non crede in un dogma – e spero che non sia il tuo caso – è automaticamente fuori dalla Chiesa.

    A Luisa: torno volentieri a sottoscrivere quanto riportato nel tuo post di risposta a Luca:-)

    19 Marzo, 2007 - 16:36
  24. bianca

    scusate se mi intrometto, ma ho appena letto una parte delle dichiarazioni rilasciate dal card. Martini a Gerusalemme sul blog di Magister e se Luigi permette segnalo il link
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
    Temo che le strumentalizzazioni siano ormai bipartisan e il Papa e Martini siano i primi ad averlo capito. Forse dovremmo smettere di leggere i giornali e andare direttamente alle fonti perchè nè il Papa nè Martini possono smettere di parlare per evitare che le loro parole vengano distorte e strumentalizzate. Persino questa mattina, grazie al protagonismo di Mastella e al suo discorso, sono stati pubblicati titoli sui Dico relegando in secondo piano il senso della visita a Casal Del Marmo. C’e di fatto che la questione dei Dico sta finendo per oscurare il messaggio cristiano ed è una trappola dalla quale non sembra esserci via d’uscita e di questo comincio a dispiacermi.

    19 Marzo, 2007 - 18:06
  25. Caro Gianluca,
    siamo perfettamente d’accordo che quando il Papa parla “ex cathedra”, definisce un insegnamento definitivo immutabile e vincolante per tutti coloro che sono nella Chiesa cattolica. Se non lo credessi non sarei cattolico, cosa che vi invito con serena fermezza a non mettere in dubbio. Ma dal 1870, come ben sai, il Papa ha parlato “ex cathedra” solo due volte: per definire i dogmi rispettivamente dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione di Maria. Tutti gli altri insegnamenti del Papa non hanno questo status e non rientrano, quindi, nelle condizioni poste dal Vaticano I. Il che non vuol dire certo che tutto ciò che non è dogma possa venire snobbato, anzi! Ma far coincidere ogni insegnamento del Papa con una verità assoluta e irreformabile, tanto da essere questione di “dentro” e “fuori” dalla Chiesa, oltre che non corrispondere alle intenzioni del Papa (di nessun Papa!), tende a generare una certa “papolatria” alla quale necessariamente risponde un’uguale e contraria “papofobia”. Vorrei che tutti rimanessimo ben lontani da entrambe. Le scelte pastorali dei papi, come dei vescovi, sono sicuramente soggette a discussione. Il che è sicuramente pericoloso nella civiltà del dibattito e del talk show… ma vi prego di riflettere che sarebbe molto pericoloso anche il contrario.
    Ricordiamoci anche che nella formazione del “sensus fidei”, quel “senso della fede” della Chiesa di cui le formulazioni dei Papi e dei Concili sono solenne espressione e inveramento vengono a entrare tutte le istanze ecclesiali, tutte le “voci” di cui si compone la Chiesa (a condizione che rimangano dentro la Chiesa, certo!).

    Vorrei anche che tutti operassimo il massimo discernimento possibile sulle strumentalizzazioni di cui possiamo essere vittime NOI STESSI. Quelle dell’altro le vediamo fin troppo bene… è l’antico discorso della pagliuzza. In questo aiutatemi e aiutiamoci. Per essere veramente “cattolici”.

    E vi prego di credere che quanto scrivo non è né contro il Papa né contro l’autorità (cosa potremmo, senza autorità?). Semplicemente per dare un piccolo contributo alla corretta comprensione della nostra fede. Insieme a voi, ovviamente.

    19 Marzo, 2007 - 19:36
  26. Luca, come al solito discutere con te è molto costruttivo. E’ raro – sono sincero – trovare persone preparate come te. Tuttavia, credo che tu faccia un po’ di confusione sul dogma dell’infallibilità papale. Esso, infatti, non sancisce che il Papa è infallibile solo quando proclama un dogma, ma come riportato prima, “ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa”. Allora mi domando e chiedo: quando il Papa dice no alle unioni omosessuali per difendere la natura tradizionale della famiglia, non si vorrà mica far credere che lo fa a titolo personale? Parla da Papa, parla appunto “ex cathedra” di vita morale, e come dice il dogma dell’infallibilità la sua dichiarazione è “vincolante per tutta la Chiesa”. Non so come essere più chiaro. Come dire, verba volant…

    19 Marzo, 2007 - 19:49
  27. Luisa

    Mi sembra che in quest`ultima puntata del sceneggiato” Cardinal Martini e la stampa”, siamo in molti a dover tirare delle lezioni.
    Il cardinal Martini, innanzi e sopratutto. Egli deve accettare di assumere la responsabilità delle conseguenze di una situazione che ha contribuito largamente a creare ,non solo con i suoi interventi ,ma anche con i suoi continui silenzi malgrado le strumentalizzazioni chiassose dei media.
    Mi sembrerebbe saggio e meritevole da parte sua , anche se triste e forse ingiusto, misurare ogni sua parola pronunciata alla stampa, come se mille luci si accendessero per segnalargli il potenziale, ma purtroppo anche reale pericolo della manipolazione che va sempre nella stessa e unica direzione che conosciamo e che egli conosce benissimo.
    E pure noi dobbiamo imparare a diventare sempre più dei lettori attenti, maturi e critici, sapendo che fra quello che noi leggiamo e la realtà di una situazione o di un discorso c`è di mezzo il mare, direi l`oceano della vergognosa malafede di certi giornalisti.
    C`è effettivamente l`altra soluzione ….non leggere più certi giornali di cui si conoscono fin troppo bene le posizioni e i pre-giudizi.
    Luisa

    19 Marzo, 2007 - 20:54
  28. Maria Grazia

    Caro Gianluca,ti faccio i complimenti per il tuo sito e per il coraggio delle tue parole che vanno controcorrente.
    Nessuno chiede al cardinale Martini di tacere e certamente nessuno può pretendere(eppure in molti lo vorrebbero)che il Papa non si esponga su temi eticamente sensibili.
    Ciò che,tuttavia,mi sembra evidente è il diverso trattamento riservato dai mass media a Martini rispetto a Ratzinger:il primo buono,misericordioso e dialogante,il secondo arcigno e oscurantista.
    Non è così?Beh,questa è la sensazione che si ha leggendo i giornali alla mattina.
    Noi siamo fortunati perchè con internet possiamo facilmente leggere i documenti alla fonte,ma chi non ha questa opportunità si forma un’idea sbagliata sul Papa e sul suo magistero.
    Il rischio di essere strumentalizzati coinvolge tutti,ma è incontestabile che i media abbiano trasformato Martini in un antipapa confortati dal fatto che lui non fa nulla per smentirli.
    Può darsi che non ci sia contrapposizione fra i due ma io noto un piccolo particolare:Ratzinger si mostra estremamente gentile con Martini.Mai una volta l’ha messo in imbarazzo in pubblico,anzi l’ha lodato in due o tre occasioni.
    Non mi pare che da Martini siano venuti identici attestati di stima nei confronti del Pontefice.
    Può darsi che il Papa non parli più ex cathedra ma per me la parola del Pontefice vale di più di quella di ogni altro vescovo o cardinale.
    Il perchè è presto detto:è il Papa a essere il Vicario di Cristo.
    Saluti MG

    19 Marzo, 2007 - 21:03
  29. Francesco73

    Ragazzi, se posso permettermi un dubbio fraterno, non credo sia il caso di appassionarsi troppo al tema dell’infallibilità. E’ cosa sacrosanta, ma nel mondo d’oggi non c’è un contesto culturale adeguato a capirne il senso, il fondamento e la funzione e si rischia di scambiarlo per una sorta di “ipse dixit” buono più per le caserme che per le chiese.
    Io direi: seguiamo un’intuizione fondamentale di Benedetto, ovvero cerchiamo “il cuore” delle questioni, cioè come lo Spirito illumina i problemi e fa respirare le nostre intuizioni circa essi, nel quadro della grande riflessione della Chiesa.
    Noi abbiamo bisogno di parole chiare, ma anche di una sempre nuova purificazione delle nostre stesse certezze. E per questo occorre amare le istituzioni ecclesiastiche, quando esse hanno la capacità di rappresentare un punto di discernimento, di temperamento ma anche di vitalità del carisma. Quando invece noi ci soffermiamo sui soli dati canonici, ci attacchiamo un pò alle clausole, le evochiamo a disciplinare lo stesso dibattito e la carità dell’ascolto reciproco, allora – secondo me – facciamo la Chiesa perfetta del diritto e dei documenti, ma non tanto quella ardente, ricca e complessa della comunione tra sensibilità anche differenti.
    In tal senso, la comunione è proprio questo: ascoltarsi, confrontarsi, parlarsi, riconoscere le cose di fondo, accordare il proprio cuore e il proprio pensiero con l’opinione autorevole della Chiesa, anche quando non la si sente del tutto propria. Ma anche, contemporaneamente, attendersi che il proprio punto di vista – certo meditato, pensato, ponderato e fondato – trovi momenti di condivisione e valutazione, nell’ottica di uno sforzo di comprensione del Vangelo che non finisce mai.
    Ora, noi viviamo stagioni complicate e i cristiani – gerarchia e laicato – si trovano a doversi confrontare con sfide difficili. In questo c’è il rischio dell’accerchiamento, il pericolo di non riuscire a trovare tempi e modi adeguati per un ulteriore approfondimento, la difficoltà a resistere rispetto alle logiche e ai metodi del dibattito culturale secondo le regole degli altri, che sono comunque differenti rispetto a quelle che dovrebbero caratterizzare noi. Ci sono anche le insidie legate agli equivoci, ai fraintendimenti, alle nevrosi che il martellamento dell’agenda su due o tre temi stanno creando.
    Secondo me Martini – con libertà un tantino imprudente – ci ha richiamato a questo. Attenzione, ci ha detto, gli sforzi compiuti dalla Chiesa sono fondamentali, ma occhio a non farsi prendere la mano dalla “battaglia”. Le questioni in gioco sono complesse, e non rischiamo di semplificare tutto per le pur comprensibili urgenze che “il mondo” ci impone.
    Da questo punto di vista, mi pare una voce che arricchisce, non che confonde.

    19 Marzo, 2007 - 21:23
  30. Per Gianluca:
    – Ti ringrazio dei complimenti, in realtà non sono affatto particolarmente preparato e non ho altri titoli che quello di leggiucchiatore.

    – “Ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa” (riprendo la tua citazione) indica precisamente la definizione di un dogma (se no, che cos’è un dogma?), ed è comunemente intesa come “magistero straordinario ” del Papa (o di un Concilio, che del resto non è tale se non è presieduto dal Papa legittimo).

    Per le altre forme in cui il Papa esercita il suo magistero si parla di “magistero ordinario”, sia che si tratti – per esempio – delle catechesi del mercoledì, sia di scritti più impegnativi e autorevoli come le encicliche. Questo magistero va rispettato, ascoltato e seguito, ma NON implica l’obbedienza della fede; non seguirlo implica “temerarietà”, ma non comporta l’esclusione dalla Chiesa. Se io dicessi (cosa che non dico affatto) che “non condivido l’enciclica Veritatis splendor” darei un giudizio in cui mi assumo una responsabilità pesante, ma ciò non mi metterebbe affatto, di per sé, fuori dalla Chiesa.

    Tutt’altro conto è l’obbedienza “pratica”: per quella non ci sono sconti. (Anche perché se non si obbedisse anche a cose che si ritengono francamente sbagliate, non credo che ci sarebbe granché di meritorio nell’obbedienza.) L’unica eccezione è il vincolo di coscienza (cioè quando avessi la chiara consapevolezza che obbedire a un ordine ecclesiastico mi metterebbe in condizione di peccato; ma si deve trattare di coscienza “ben informata” dalla fede).

    Per Luisa:
    – Ricordo parole del card. Martini, successive all’elezione di Papa Ratzinger, piene d’affetto e di stima nei suoi confronti. Purtroppo non te le so indicare quindi la prova vale sì e no a metà.

    – Il Papa può parlare “ex cathedra” quando gli pare (a lui e allo Spirito Santo). Se ci sarà bisogno lo farà.

    – Sulla necessità assoluta di non fermarsi al giudizio dei giornali (di TUTTI i giornali) e sulle grandi opportunità che in questo ci dà Internet sono perfettamente d’accordo. Preferirei, nel caso, assistere al dibattito tra Martini e il Papa che tra la controfigura di Martini e la caricatura del Papa.

    Ovviamente, se sbaglio corigetemi. 😉

    19 Marzo, 2007 - 21:30
  31. Scusa, Luca, vorresti dire che l’esortazione post-sinodale sull’Eucarestia non è vincolante? Continuo a credere che si stia facendo troppa confusione sul dogma dell’infallibilità e sul rispetto che a prescindere dovrebbe essere tributato prima alla persona del Santo Padre e poi alle sue decisioni. Io sono convinto che tutti gli indirizzi che il Papa dà ai fedeli siano vincolanti, non a caso anche il prossimo documento sui Dico, ampiamente anticipato nell’esortazione di cui sopra, sarà, a detta del Cardinale Ruini, “vincolante”. Per intenderci: il divieto di matrimonio in Chiesa per un divorziato non appartiene ad alcun dogma, eppure esiste in quanto direttiva vincolante, cioè a cui attenersi. Se passasse il discorso che fai tu, qualsiasi prete – la metto sul banale – potrebbe dire: non sposare un divorziato in Chiesa non è un dogma, e quindi faccio come mi pare! Sarebbe assurdo, non credi?

    A Maria Grazia: sono con te, fa conto che il tuo ultimo post l’abbiamo scritto insieme. E grazie dei complimenti.
    Bacioni

    19 Marzo, 2007 - 21:46
  32. Luisa

    Mi piacerebbe vedere il cardinal Martini prendere carta e penna e scrivere ai giornali una lettera aperta per smentire tutte le interpretazioni , diciamo abusive, delle sue parole chiarendo così “definitivamente” la sua posizione e il suo reale pensiero e chissà, si può sempre sognare, potrebbe anche confermare la sua lealtà verso Benedetto XVI.
    Sino a quando non vedrò questa rettificazione, fatta da lui e non dal Cardinal Tettamanzi, i miei dubbi sulle sue reali intenzioni sussisteranno !
    Luisa

    19 Marzo, 2007 - 21:47
  33. Luisa

    Vi segnalo un`interessante riflessione ( a mio umile parere) di Padre Lombrdi su
    http://www.radiovaticana.org/it1/index.asp…..e ringrazio Raffaella che ce l`ha segnalata sul suo blog ! Luisa

    19 Marzo, 2007 - 22:07
  34. L’esortazione sull’eucaristia non è dottrinalmente vincolante, certo che no. OVVIAMENTE no. Il che, ripeto, non significa affatto che inviti a trascurarla: absit!

    Se la Conferenza episcopale italiana pubblicasse un documento con delle prescrizioni pratiche ai fedeli (per esempio, non votare una determinata legge), il documento sarebbe vincolante nel senso dell’obbedienza (quindi mi considererei sinceramente vincolato a rispettare quelle prescrizioni); ma non sarebbe vincolante – né pretenderebbe di esserlo – in senso dottrinale (cioè, pur obbedendo potrei dissentire, senza per questo considerarmi o essere considerato fuori della Chiesa).

    Per fare un altro esempio: Milingo è scomunicato, e giustamente, per aver trasgredito alla regola del celibato, non certo per aver proposto di cambiarla (lo ha proposto anche una parte, minoritaria, dei padri sinodali nel 2005).

    19 Marzo, 2007 - 22:19
  35. Luca, rimango della mia idea, confortato da qualche testo e dall’opinione di qualche esperto:-) tuttavia, ti faccio i complimenti per i tuoi approfondimenti molto arguti:-)
    Gianluca

    19 Marzo, 2007 - 22:50
  36. Caro Gianluca… ti ringrazio dei complimenti ma non posso accettarli, perché se tu avessi ragione io sarei ampiamente passibile di scomunica e non vorrei certo che tu facessi i complimenti a uno scomunicato, o almeno a uno scomunicabile. Ma sono convinto che non sia così… Un caro saluto a te, Luisa, MariaGrazia e tutti gli altri… e a Luigi, che prova pervicacemente a farci cambiare argomenti ma ‘gn’a’a fa. 😉

    19 Marzo, 2007 - 23:55
  37. fabrizio

    Mi inserisco nel dibattito sull’ex cathedra perchè comincio a essere confuso: quando Ratzinger, annunciando il suo prossimo libro scritto da teologo e non da papa, precisa che potrà anche essere contraddetto, non implica che non lo può essere quando parla come Benedetto XVI?
    Apro ad esempio l’Evangelium Vitae: “Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ad i suoi Successori…dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave”
    E’ o non è parlare Ex Cathedra? Secondo me si, ma vorrei che qualcuno mi chiarisse per bene la questione.

    Condivido però il commento di Francesco, e per questo avrei anche trovato le parole di Martini molto sensate, se i giornali non le avessero trasformate in un Martini contro il Papa”.
    Bene ha fatto Tettamanzi ha chiarire il senso dell parole di Martini, tra l’altro utilizzando argomenti che sono musica per le mie orecchie, ma certamente sarebbe stato meglio se avesse chiarito direttamente Martini.
    Purtroppo non è sufficiente che noi “volenterosi” non ci fermiamo al giudizio di TUTTI (bravo Luca) i giornali, perchè il messaggio che passa al 95% dell’opinione pubblica e dei fedeli è proprio quello dei giornali: la Chiesa dovrebbe fare qualcosa (ma che cosa non lo so) per arginare questo delirio di falsità.
    Per ultimo, per trovare parole di elogio di Martini al Papa basta risalire ad un mese fa e a quello stupendo messaggio di auguri. Lì dentro c’è tutto, ed anche il suo ultimo intervento andrebbe letto alla luce di quello.
    Buongiorno a tutti, Fabrizio

    20 Marzo, 2007 - 8:12
  38. Luisa

    Osservo che siamo passati dalla lettura continua della Bibbia, all`omelia del Santo Padre ai giovani detenuti, alle nostre reazioni verso gli interventi e i silenzi del Cardinal Martini , a una discussione sul carattere più o meno vincolante del magistero del Papa e qui , vi confesso, io sono completamente “larguée”, come un gregario in una corsa ciclistica è lasciato indietro nelle tappe di montagna, mollata, sganciata.
    Non posso più seguire.
    “Vincolante nel senso dell`obbedienza ma non nel senso dottrinale”…mollata sono, ve lo dico!
    Se ho ben capito, l`Esortazione post sinodale è un Documento , “frutto maturo” scritto dal Papa su preghiera dei padri sinodali.
    Il cardinal Scola l`ha definito ” uno specifico genere letterario”, e leggendola , trovo parole come “raccomando, invito, esorto, chiedo”, alla fine il Papa scrive “auguriamoci vicendevolmente…”
    È chiaro che non vi trovo parole del stile “ordino, comando” .
    Ma questa esortazione partecipa del Magistero di Benedetto XVI , di quel “patrimonio dottrinale ,pastorale, spirituale” definito dall`arcivescovo Eterovic. Vi sono scritte le verità essenziali della Dottrina Eucaristica….scusate del poco !
    Il cardinal Scola durante la presentazione dell`Esortazione, ha parlato di “indicazioni pastorali, suggerimenti” , ma sono indicazioni, suggerimenti pastorali del Sommo Pastore che siamo, tutti noi cattolici, chiamati a seguire !
    Allora, vincolante, ex- cathedra, obbedienza parole…..parole… che per me non vogliono dire gran che , e sono senza dubbio fuori le righe, per me l`Esortazione è innanzitutto un testo da leggere , meditare, che mi “obbliga”, mi “vincola” a riflettere sul mio essere cattolica e siccome per me essere cattolica significa anche seguire il mio Pastore, considero questo testo come quello che è e cioè un`esortazione a essere ancora più cosciente della mia identità di cattolica con tutte le responsabilità che ne conseguono.
    E spero di tutto cuore che nel mondo intiero i responsabili religiosi la leggono per potere in seguito farne beneficiare i fedeli, affinchè possiamo” andare colmi di gioia e di meraviglia all`incontro con la Santa Eucaristia…”
    Luisa

    20 Marzo, 2007 - 9:41
  39. A Luca: accetta i miei complimenti; chi non accetta, non merita, ma tu li meriti davvero per lo spirito e l’approfondimento:-)
    A Luisa: mi rispecchio nelle tue parole, brava!

    20 Marzo, 2007 - 10:29
  40. bonzieu

    Per quel poco che può valere la mia opinione, devo dirmi d’accordo con Luca e con Francesco. Gli ordini dall’alto senza possibilità di discussione non li sopportavo neppure in caserma.
    Un intervento molto bello e pieno di profondo buon senso lo ha fatto anche il Cardinale Tettamanzi quelche settimana fa in occasione del Consiglio Pastorale Diocesano, ed era in linea con quanto sta dicendo Martini da tempo.
    Ecco, quello che forse stiamo dimenticando è proprio il buon senso. Io leggo tutti i giorni questo blog, ma sempre più spesso trovo interventi al limite dell’integralismo e della “papolatria” (per riprendere un’espressione di qualche commento fa).
    Diceva Tettamanzi nel suo intervento: “La mia prima preoccupazione di Vescovo sono le coppie e le famiglie cristiane, quelle fondate e sostenute dal Sacramento del Matrimonio […]. Questa prima preoccupazione – mia e della comunità cristiana – sprigiona uno sguardo attento e un profondo interesse anche per tutte le altre situazioni di coppia, sia che si tratti di famiglie nate da un vincolo matrimoniale civile o religioso non cristiano, sia che si tratti di realtà di “convivenza”. Al riguardo non dobbiamo dimenticare che la grazia di Dio si fa presente e operante in tutte le situazioni umane. […] Queste esperienze di convivenze toccano non soltanto le singole persone coinvolte ma anche la stessa società nel suo complesso: rivestono, infatti, un’innegabile dimensione sociale, ma prima ancora sono oggetto di una cura pastorale della Chiesa attenta alla persona e alla società secondo il disegno di Dio.”
    Non volendo riportare il discorso per intero, l’ho troncato in alcune parti senza (almeno spero) travisarne il contenuto. Parole tutto sommato molto simili a quelle del Cardinal Martini: “Farsi comprendere, appunto, parlando, ascoltando anzitutto la gente, le loro necessità, i loro problemi, le loro sofferenze, lasciando che rimbalzino nel cuore e lasciando che poi risuonino nelle nostre parole, così che le nostre parole non siano prese dall’alto, da una teoria, ma siano prese da quello che la gente sente, vive, e portino la luce del Vangelo. Che però non è una luce che ci porta parole strane, o parole incomprensibili. Porta parole che tutti possono intendere, e anche chi non pratica una religione o chi ha un’altra religione le può intendere ugualmente, perché sono il primo passo.”

    Mi sembrano, entrambi gli interventi, molto carichi di buon senso e di quella carica che la Chiesa dovrebbe portare nella vita di tutti i giorni.
    E queste sarebbero interventi “Da non crederci!” e “insegnamenti di cui il Santo Padre non ha assolutamente bisogno”? (riprendendo l’articolo su Petrus).

    Ce ne fossero di interventi di questo tipo a favorire la discussione senza preconcetti di sorta!

    A me, sinceramente, sembra che molta gente dovrebbe cominciare a scendere dalla cattedra e avvicinarsi alla gente nella vita di tutti i giorni.

    Saluti
    Eugenio

    20 Marzo, 2007 - 11:12
  41. Eugenio, grazie della tua lezione di umiltà, ne avevamo proprio bisogno…
    La prossima volta, però, fa più attenzione: nell’articolo di Petrus da te citato, si poneva non il problema della qualità dei suggerimenti, ma il fatto che gli stessi venissero dati in pubblico con toni polemici e facilmente strumentalizzabili; che poi il Papa in generale non abbia bisogno di suggerimenti banali e da bastiancontrario di Martini, a me sembra pacifico. Ecco, appunto, da non crederci!

    20 Marzo, 2007 - 11:57
  42. bonzieu

    Gianluca, se devo proprio dirla tutta, era li tono saccente di tutto il tuo articolo che non mi piaceva (però questo è un problema tutto mio).
    Per quanto riguarda i “toni facilmente strumentalizzabili” delle parole di Martini, questa polemica mi ricorda quella di tempo fa sul discorso del Papa a Colonia: quando qualcuno disse che forse il Papa avrebbe dovuto utilizzare espressione meno strumentalizzabili, fosti tra i primi (se non ricordo male) ad intervenire a sua difesa.
    Mi pare che ora stai tenendo un atteggiamento opposto con Martini.
    In fondo Martini ha detto e ripetuto quello che continua a dire da anni (tant’è che lui stesso cita un suo discorso del 2000).
    La novità non sta nelle sue parole, ma nell’interpretazione che certa gente ne fa a seconda della convenienza.
    Così ci ritroviamo con un cardinale che da “papabile” è passato ad “antipapa”!
    Ma per piacere!

    Saluti
    Eugenio

    20 Marzo, 2007 - 12:16
  43. Luisa

    Eugenio, se per lei amare il Santo Padre , essere fedeli al suo insegnamento, seguirlo come Pastore successore di Pietro, cercare eventualmente di difenderlo contro i continui attacchi di cui è l`oggetto, dare spazio al suo magistero…è essere papolatri intergristi ……ebbene assumo di esserlo, secondo la sua definizione che non condivido di certo.
    È talmente più facile etichettare le persone rinchiudendole così in uno spazio limitato e ben distinto , come si ha tendenza a fare con tutto ciò che disturba perchè differente o che non si capisce.
    Perchè giudicare ? È libero di esporre la sua opinione ed io accetto che sia differente della mia, non per questo dirò di lei che fa prova di “martinilatria” o che è integrista a modo suo !
    Quanto alle coppie di fatto, ho sempre sentito parole piene di comprensione e affetto pronunciate per es. dal cardinal Ruini, e non solo dal cardinal Martini o dal cardinal Tettamanzi, il problema è altrove e lei sa benissimo dove, non intendo rilanciare il dibattito,ma pretendere che solo Martini abbia parole vicine alle genti, è semplicemente far prova della stessa attitudine che lei ci rimprovera .
    E ancora una cosa, vorrei dirle che mi è dato di avvicinare la gente nella vita di tutti i giorni, non ho bisogno di scendere dalla cattedra , semplicemente perchè non ci sono mai salita , perche credo che siamo tutti sulla stessa barca, e che ci diamo la mano per andare in avanti… detto questo non posso certo imperdire a qualcuno di considerare che sono su una cattedra a partire dal momento che lui, per un motivo che lui solo conosce ,mi ci installa !
    E mi domando: se il cardinal Martini fosse diventato Papa, sarebbe stato più facile accettare gli insegnamenti venuti dall`alto?? O sarebbero stati considerati come degli ordini difficimente accettabili?
    Luisa

    20 Marzo, 2007 - 12:24
  44. Eugenio, in effetti sì, sono saccente, ma ho l’abitudine e l’educazione di rispettare ciò che dicono, scrivono e pensano gli altri, tranne quando offendono il Santo Padre:-) Quanto alle parole del Papa a Colonia, credo che il Vicario di Cristo non debba interessarsi della strumentalizzazione a cui possono andare incontro le Sue parole – in quanto ritengo che quando si esprime il Papa è, in un certo senso, perchè iluminato dallo Spirito -; discorso diverso per un Cardinale che puntando tutto sulla sua autorevolezza, sul suo prestigio, strumentalizza e si fa strumentalizzare volontariamente dai media per lanciare messaggi in codice al Papa o per mettere in discussione il Suo Magistero.
    Con stima
    Gianluca

    20 Marzo, 2007 - 13:26
  45. Luigi Accattoli

    Torno da un viaggio, leggo solo ora e stupisco di tanta energia e sentimento. Spesso sui media la Chiesa patisce contrasti che non vive nella realtà. Il caso Martini è uno di questi. Ma non il solo, ci sono anche quelli mai archiviati e oggi quasi ritornati ACI-CL e gesuiti-Opus Dei. Tuttavia se non ci fossero i media il mondo non sarebbe affatto migliore. E neanche la Chiesa. Mi riconosco in Bianca e Luca, ma apprezzo la passione di ognuno. Anche da Francesco, Fabrizio e Bonzieu trovo espressi miei spunti non detti. Luisa, Gianluca e Maria Grazia a mio parere staccano troppo il papa dal resto della Chiesa, ma una volta compresa quell’ottica quanto affermano mi risulta vicino. – Confermo la mia gratitudine al cardinale Martini, che è grande e non sminuita dalle accentuazioni giornalistiche delle sue uscite. L’utilità delle sue parole va misurata io credo innanzitutto sulle questioni che affronta, cioè sul contributo che offre ad affrontarle. E’ da questo punto di vista che ogni volta che parla ne ricavo un aiuto a credere. Luigi

    20 Marzo, 2007 - 13:40
  46. Luisa

    Le sarei grata , caro signor Accattoli, di spiegarmi che cosa intende quando scrive che “stacchiamo troppo il Papa dal resto della Chiesa”. Non la capisco .
    Se mettere il Papa davanti al gregge, se considerarlo come il Primus inter pares, se seguire il suo magistero come il solo “vincolante” perchè magistero petrino, significa staccarlo dalla Chiesa , non mi sembra corretto. Dunque la sua spiegazione deve essere altrove.
    Io mi sento, sono membro della Chiesa e sento il Santo Padre intimamente unito a noi, lo sento vicinissimo, preoccupato per le sofferenze del mondo, ,le sue parole sono rivolte a noi , le sue catechesi, le sue omelie, tutti i suoi interventi ci insegnano, ci avvicinano, ci riportano sempre a Cristo… allora come si può dire che lo stacchiamo dalla Chiesa ?
    Semplicemente, per quel che mi concerne non ho nessun problema a riconoscergli l`autorità di Vicario di Cristo sulla Terra, con tutte le conseguenze.
    La rassicuro non considero il Papa come un extraterrestre che osserva le formichine laboriose che siamo dall`alto del terzo piano del Palazzo Apostolico!
    Benedetto XVI è davanti a noi ma CON noi.
    Un caro saluto, Luisa

    20 Marzo, 2007 - 14:06
  47. bonzieu

    Luigi, visto come ci si scalda sulla “diatriba” Martini-Papa, per favore non riaprire anche quella ACI-CL!!! 😉

    20 Marzo, 2007 - 14:12
  48. Quanto a Luigi, lui è un maestro della professione e il padrone di casa, pensavo non stesse intervenendo per mantenere un ruolo super partes. Ora che è intervenuto so come la pensa; lui rispetta le mie opinioni, io le sue, ma entrambi sappiamo che sono inconciliabili. Forse anche questo è il bello della Chiesa: avere visioni diverse, percorrere strade diverse, esprimersi in modo diverso, non dimenticando il fine ultimo, che è Cristo. Già, Cristo: chissà se potesse parlare cosa direbbe non del distacco che noi vediamo, come in preda ad allucinazioni, tra il Papa e la Chiesa, ma dell’allontanamento di alcune pecore dal pascolo che ha affidato al Pastore Ratzinger.

    20 Marzo, 2007 - 14:17
  49. fabrizio

    Il problema sollevato da Martini (e da tanti altri) e buttato sul piatto da Eugenio è talmente drammatico e reale che penso che anche il Papa ce l’abbia ben presente, e infatti anche lui ne ha parlato più volte.
    La Chiesa sa davvero parlare alla gente?
    Riesce a far capire che i suoi principi ( che, piaccia o non piaccia, vengono dall’alto e sui quali si può discutere fino ad un certo punto) non sono assurde imposizioni e costrizioni ma sono il bene dell’uomo?
    Riesce a trasmettere che la norma e il giudizio sono sempre accompagnati dalla misericordia?

    Credo che la discussione possibile e necessaria stia proprio nel come tradurre i principi nella vita di tutti noi, e per questo penso anch’io (senza ironia, ma in maniera molto pratica) che tutti, dal parroco in su, dovrebbero avvicinarsi alla gente nella vita di tutti i giorni. La mia proposta di abolire dei titoli ecclesiastici di qualche giorno fa voleva essere proprio un esempio, molto riduttivo e banale, di come le distanze si potrebbero ridurre facilmente.
    Il problema è quando in questo necessario dibattito ecclesiale si inseriscono i media che tirano il Papa da una parte e Martini (o chi per lui) dall’altra, e allora lo stesso dibattito da fecondo che dovrebbe essere diventa quasi esclusivamente strumento di divisione.
    Porto un caso reale che ho sotto gli occhi in questi giorni di una coppia che non riesce ad avere figli: secondo il Catechismo, anche la fecondazione artificiale omologa non è accettabile, ma come in concreto farsi capire da quella coppia che, pur rifiutando la fecondazione eterologa, chiede solo il sostegno della medicina? Hai voglia di dire che i figli non sono qualcosa di dovutyo ma un dono, la teoria la conosciamo tutti benissimo, ma in pratica come si fa a spiegare a qualle coppia che non le si sta chiedendo un sacrifico troppo alto e, di fatto, inapplicabile?

    Detto questo, il fatto che i principi debbano per forza di cose venire dall’alto (partendo sempre dall’ascolto e dalla lettura della realtà) e che non siano (o siano poco) discutibili, può anche irritarci, ma non capisco come potrebbe essere diversamente.

    Fabrizio

    20 Marzo, 2007 - 14:18
  50. Luisa

    Eugenio mi piace vedere che nella diatriba Martini-Papa, lei mette Martini al primo posto….
    Per me non c`è nessuna diatriba, ammesso che capisca il senso della parola, il cardinal Martini ,con tutto il suo valore, resterà sempre un vescovo fra i vescovi, e non si tratta di paragonarlo al Papa, ciò che fanno i suoi ammiratori e gli avversari della Chiesa che ne hanno fatto un portabandiera delle loro opinioni.
    E sono d`accordo con voi che le sue riflessioni possono essere di aiuto e stimolo, ammesso che non vengano sistematicamente dopo un intervento maggiore di Benedetto XVI e in termini che i media non potranno che strumentalizzare.
    Osservo che la mia domanda su come sarebbero recepiti gli insegnamenti venuti dall`alto se il Papa fosse Martini…non ha ricevuto risposta.
    Cari saluti, Luisa

    20 Marzo, 2007 - 15:27
  51. Francesco73

    Luisa, per quanto mi riguarda con Papa Martini mi sarei posto esattamente come mi pongo con Papa Benedetto.
    Sarei partito anzitutto dalla sua credibilità di uomo, cristiano, prete e vescovo. Altissima secondo me, come quella di Joseph Ratzinger e come quella dell’amatissimo Karol Wojtyla.
    Poi avrei considerato che è il Papa, per il quale il Signore assicurerà pure una grazia particolare, e con il quale io desidero stare in comunione di sentimenti, di affetto e di preghiera.
    Quindi avrei valutato nel merito le cose insegnate e proposte, alla luce della mia ragione e della mia sensibilità, oltrechè naturalmente in rapporto alla mia cultura, all’ambiente che frequento, ecc.
    Qualora le avessi ritenute non del tutto collimanti con le mie attese, avrei comunque fatto affidamento sulla sua autorevolezza di Padre e Maestro.
    E sia in questo caso che in quello di una totale condivisione, avrei accettato di buon grado di confrontarmi con le sfumature e le tonalità differenti di chi – in buona fede e con profondità – avesse magari messo in luce aspetti diversi e angolature ulteriori.
    Il tutto – per quanto possibile – con passione intellettuale e stile fraterno, ben sapendo che l’avversario della Chiesa non è l’articolazione del pensiero comune, ma la polarizzazione interna, la divisione tra poli, la semplificazione delle cose ad uso polemico ma senza reale cuore.
    E’ chiaro, pensare ci fa correre dei rischi. Ma anche affidarsi e basta, secondo me, non è privo di dolorose smentite.
    E tutto sommato è meglio una fede corroborata da qualche interrogativo e purificata da qualche provocazione, che non l’auto-rassicurazione di chi ha sempre già trovato tutte le risposte.
    Aiutiamoci a vicenda, quindi. 🙂

    20 Marzo, 2007 - 15:47
  52. bonzieu

    Cara Luisa, tu nelle mie parole ci puoi vedere quello che vuoi.
    Ho scritto Martini-Papa invece che Papa-Martini e ne vuoi fare un caso nazionale? Liberissima…. (e se ti dicessi che erano in ordine alfabetico?)
    Per quanto riguarda la tua “maliziosa” domanda, la mia risposta è inutile, perchè ho detto in partenza che gli ordini imposti dall’alto non li tolleravo neanche in caserma.
    Tu sei mamma, se non ricordo male, e saprai benissimo che gli ordini imposti dall’alto non funzionano neanche con i figli.

    Dice Fabrizio: “La Chiesa sa davvero parlare alla gente?
    Riesce a far capire che i suoi principi ( che, piaccia o non piaccia, vengono dall’alto e sui quali si può discutere fino ad un certo punto) non sono assurde imposizioni e costrizioni ma sono il bene dell’uomo?”

    Condivido fino in fondo il post di Fabrizio.

    La gente vuole capire, non vuole ricevere ordini.
    Ad un ordine posso obbedire, magari malavoglia, ma posso obbedire; ma se non capisco cosa mi è stato ordinato domani dovrai ordinarmelo ancora; se me lo spieghi e mi convinci, domani potrò farlo da solo senza bisogno di un ordine.

    Sull’altra questione che sollevavi: “…pretendere che solo Martini abbia parole vicine alle genti, è semplicemente far prova della stessa attitudine che lei ci rimprovera”.
    Chi ha mai detto una cosa del genere? Non certo io; riportavo le parole dell’intervista a Martini e un intervento di Tettamanzi, che ha detto cose molto simili a più riprese senza essere mai bollato di essere contro il Papa (forse perchè Martini fa notizia, Tettamanzi no)
    Per il fatto che abbia citato solo Martini e Tettamanzi… beh, uno è il mio Vescovo e l’altro lo è stato fino all’altro ieri.
    Sarò forse fuori moda, ma seguo e leggo gli interventi del mio Vescovo più di quelli del Papa perchè li sento più vicini alla mia realtà (posso dirlo senza beccarmi una scomunica?)

    Saluti
    Eugenio

    20 Marzo, 2007 - 16:05
  53. Leonardo

    A me sembra che il problema dell’obbedienza nella chiesa non vada posto prima di tutto in termini giuridici, disciplinari, come se si trattasse ogni volta di determinare se e quanto una dichiarazione del magistero mi obbliga o di fissare continuamente dei paletti: fin qui obbedisco, da qui in poi no …
    Se crediamo che la chiesa è voluta da Dio come il mezzo ordinario attraverso cui gli uomini si salvano, se crediamo che il suo sviluppo storico è assistito dallo Spirito santo, anche il progressivo emergere e consolidarsi del primato del vescovo di Roma, come riscoperta sempre più intensa del primato di Pietro deve essere per noi un dono provvidenziale da accogliere con gratitudine e devozione.
    In altre parole, tutti, dai più umili fedeli fino ai cardinali (soprattutto i cardinali!) dovremmo avere un grande desiderio di seguire il papa, di capire sempre meglio le ragioni del suo magistero e del suo governo e di aiutarlo per quello che possiamo. Ripeto: non è una questione giuridica e disciplinare. Da questo punto di vista, del resto, se uno disobbedisce che mai gli succede? La chiesa non è mica come lo stato: è cautissima nel punire, e le sue punizioni sono per lo più materni tentativi di correggere. Farsi cacciare via è difficilissimo.
    No, il problema è un altro: siamo tutti così pieni delle nostre idee (!) che non vogliamo ascoltare e non vogliamo imparare. Ho letto sul sito di MAgister un piccolo aneddoto che può essere istruttivo: pare che quando il papa ha dialogato con i preti della sua diocesi, essendo stato lasciata liberamente la possibilità di parlare a chi voleva, siano andati su molti preti che, invece di fare domande al papa, si sono messi a disquisire lungamente su quello che fanno e pensano loro, tant’è vero che il papa ha ironicamente replicato ai loro interventi limitandosi a dire che avevano già spiegato tutto così bene che non c’era bisogno che lui aggiungesse altro. Vi rendete conto? Tu sei un prete, hai la straordinaria possibilità di parlare con il papa e invece di chiedere parli, parli, parli …

    20 Marzo, 2007 - 16:09
  54. Luigi Accattoli

    A Luisa. Lei attribuisce al papa un ruolo a mio parere troppo alto, onnicomprensivo. Non è la prima a farlo. Ma la sua è la veduta del Vaticano I, che è stata poi integrata con il ruolo dell’episcopato rivalutato dal Vaticano II. Lei – se capisco – tiene il papa in una posizione incomparabile, al cospetto della quale l’episcopato ha una funzione trascurabile. In questo senso ho detto che lo stacca (distacca, esalta) eccessivamente rispetto all’insieme della famiglia di Gesù.
    A Gianluca. Non è vero che le nostre vedute siano inconciliabili, ovvero io non le sento tali. Tanti la pensano come te e tanti come me e tutti siamo nella Chiesa. Una diversa opinione sul ruolo del papa è lecita. Per fissare due immagini: il cardinale Siri la pensava piuttosto come te e il cardinale Lercaro piuttosto come me, ed erano coetanei e ambedue genovesi e ugualmente santi uomini. Alla salute! Luigi

    20 Marzo, 2007 - 16:11
  55. – “Come vescovo tra i vescovi”: e ti pare poco? Stiamo parlando di un successore degli apostoli, non di un catechista di borgata. Il carisma del magistero è condiviso dai vescovi e dal collegio dei vescovi, ovviamente non senza né contro il papa. Un vescovo è un mistero grande!

    – “obbedienza della fede” e “obbedienza pratica”: non è difficile quando mio padre mi diceva di prendere la medicina l’importante era che la prendessi, non che me la facessi piacere.

    – “Inconciliabili”, Gianluca? Non in Cristo!

    – A Luisa, ma anche a Gianluca, consiglio solo, con estremo rispetto, di attribuire al Papa l’autorità che la Chiesa e il Papa stesso gli attribuiscono: non di meno ma neanche di più. Insomma, di non essere “più papisti del papa”. Grossomodo, tutto qua.

    – La pagina linkata da Gianluca è delirante (ma sarebbe meglio ribadire, in questi giorni, che il magistero della Chiesa insegna anche il rispetto per gli omosessuali).
    I giochi di parole su Martini-cardinale e Martini-bevanda sono vecchi quanto quella pubblicità.
    E anch’io mi chiedo come si sarebbe sentita Luisa trovandosi di fronte, nell’aprile 2005, un Martini Bianco.

    20 Marzo, 2007 - 16:14
  56. Luisa

    Ti ringrazio per il tuo intervento Francesco, come ringrazio Fabrizio.
    Sono d`accordo con te che affidarsi e basta può recare prima o poi dolorose esperienze. Io ho per abitudine di riflettere , di confrontarmi. Sono tutto salvo passiva nel recepire un`informazione e ancor meno un insegnamento.
    Per questo sono grata a Benedetto XVI, perchè il suo Magistero così profondo, esigente , ma chiarissimo nella sua semplicità evangelica, mi obbliga a riflettere, mi ha obbligata a confrontarmi con i miei dubbi, anche le mie resistenze,ciò che mi sembrava oscuro è diventato chiaro,limpido alla luce del suo insegnamento. Non è stata una decisione volontaria: ecco d`ora in poi decido che Joseph Ratzinger diventato Papa sarà il mio maestro.Sono troppo ribelle e esigente (direbbe Luigi Accattoli) per questo…. Benedetto XVI si è imposto direi naturalmente, con un`evidenza mai smentita. Ho trovato nel suo magistero quella parola forte di cui sentivo crudelmente e dolorosamente la mancanza.
    Ma il mio intelletto non si è assopito, ingurgitando passivamente le parole del Papa…al contrario il suo insegnamento mi stimola a spingere sempre più lontano la mia riflessione e con essa la mia coerenza .
    Amo molto confrontarmi con chi non ha le mie stesse convinzioni, ma non accetto che, semplicemente perchè seguo e amo Benedetto XVI, io sia trattata di papalatra integrista ,mentre se invece seguissi altri magisteri paralleli sarei vista come una che va con i tempi, la modernità e le reali preoccupazioni della gente.
    Saluti, Luisa

    20 Marzo, 2007 - 16:35
  57. Luisa

    Caro Signor Accattoli ,non avrei proprio capito un bel nulla non solo dell`insegnamento di Papa Benedetto ma ancor più della sua personalità se considerassi, i vescovi come “trascurabili”, si sa quanta cura , quanta attenzione il Santo Padre porta loro.
    Semplicemente l`insegnamento che per me è un riferimento è quello del Papa…..e penso che normalmente dovrebbe esserlo anche per i vescovi.
    Ho già osservato che non abbiamo su questo punto opinioni convergenti. Mi ricordo una lunga discussione sul Primato Petrino….lei non ha cambiato idea nel frattempo ed io neppure !
    Quanto a Martini in bianco, la mia domanda si rivolgeva a coloro che sembrano ammirare il cardinale ma nello stesso tempo rifiutare gli ordini venuti dall`alto e Eugenio mi ha risposto. Per me rispondere è difficile, perchè il mio ritorno nel gregge è strettamente legato agli avvenimenti di aprile 2005.Non so se il miracolo si sarebbe prodotto con Martini e poi a me non piace ragionare con dei ” se”. Il misterioso disegno divino ha scelto e la sua scelta mi conviene perfettamente.
    Anche se so che se fossi una buona cattolica avrei dovuto rispondere, se Martini fosse stato eletto Papa avrei avuto per lui la stessa obbedienza filiale e
    devozione…… Luisa

    20 Marzo, 2007 - 16:58
  58. Questa è per me una giornata di grazia infinita. Perchè raccogliendo qualcosa da ogni singolo vostro racconto, ho potuto constatare ancora una volta quanto sia bello discutere in seno alla Chiesa, anche se con visioni e angolature diverse; noi tutti, dimostriamo che la Chiesa è viva ed ha voglia di confrontarsi, di capire, di approfondire alcune tematiche attraverso le sue membra, che poi siamo noi. E’ una giornata di grazia perchè Luigi, pur non sapendolo, ha accostato me, povero pennivendolo, ad uno dei personaggi della Chiesa che più ho amato, il Cardinale Giuseppe Siri, il Papa non eletto, uomo di grandi virtù. Già, il Papa…Non è la prima volta che mi tacciano di essere più papista del Papa, ma a mia “discolpa” mi sia consentito solo di ricordare che amare il Papa significa amare anzitutto ciò che Egli rappresenta: il Cristo. Non amarlo, metterlo sullo stesso piano degli altri componenti l’episcopato o appena un passo in avanti, significa non riconoscere che Egli è Pietro e che su di Lui si reggono le fondamenta della Chiesa. Mi sia perdonato qualche eccesso; proprio qualche giorno fa scrivevo di essere contro il culto del Papa, cioè contro manifestazioni fanatiche di affetto verso il Pontefice, alla cui base non vi è una fede concreta e matura. Non so come sia la mia fede, ma so che amo il Papa all’infinito, e se anche secondo i costumi di oggi ciò è sbagliato, a me non importa: io amo (il Papa) – per parafrasare un bel motto di Sant’Agostino – e faccio ciò che voglio.
    Un saluto

    20 Marzo, 2007 - 18:57
  59. A proposito…mi permetto di postare un articolo che ho pubblicato ieri su Petrus in occasione dell’onomastico del Papa e che riguardava degli auguri particolari…Lo riporto giusto per fornire un bell’esempio di amore per il Vicario di Cristo da parte di una persona che non c’è più.

    “Angelo era un uomo buono, aveva 54 anni, una splendida moglie, tre figli, una nipotina e una grande ammirazione per Benedetto XVI. Da giovedì scorso, Angelo non c’è più: purificato dalla sofferenza, ora ci osserva dal Cielo. Angelo lottava dalla primavera scorsa, con fede e dignità esemplari, contro un male incurabile. L’ultima volta che sono andato a rendergli visita, era ancora lucido, sia pure inchiodato al suo letto di dolore come Gesù sulla Croce. Gli ho parlato come fa un figlio, ho cercato di dargli coraggio, gli ho ricordato i tanti aneddoti che lo legavano a mio padre, che proprio tra le sue braccia era spirato nel ‘96. “Lunedì prossimo è San Giuseppe, è la festa del Papà”, gli ricordai ad un certo punto. E lui mi disse: “Non solo: è anche l’onomastico del Papa”. Che grande impressione mi fece questa frase! Angelo sapeva di essere in punto di morte eppure si era ricordato del Pontefice. Ribattei: “Quando starai meglio, quando inizieranno a muoversi un po’ di nuovo le gambe, ti porterò ad assistere all’Udienza Generale del Papa; sai, alla fine della catechesi, Lui incontra sempre gli ammalati”. Mi fissò con le lacrime agli occhi, le mani gli tremavano, vedevo in Angelo una nuova luce, come quella che sa emanare solo la speranza. “Volentieri, volentieri – mi rispose -, ma se non dovesse essere possibile, fagli gli auguri e i complimenti anche da parte mia”. Ecco, Santità, oggi, in questa giornata di festa, Le formulo non solo gli Auguri di buon Onomastico da parte di “Petrus” e dei suoi lettori, ma anche e soprattutto da parte di Angelo, perché sono gli Auguri di una persona che non c’è più, di un uomo che è andato incontro alla morte con fiducia nella Risurrezione, di un cattolico, apostolico e romano che Le ha tributato amore, fedeltà e obbedienza sino all’ultimo respiro. Pochi giorni prima di questo incontro, gli avevo portato un rosario ufficiale del Pontificato. Parlavamo ancora una volta del Santo Padre e lui esprimeva apprezzamento perché diceva che “Ratzinger è il Papa giusto per i nostri tempi”. A un certo punto, una sua familiare lo interruppe: “Benedetto sarà anche bravo, ma io preferivo Giovanni Paolo II”. Ricordo ancora la risposta quasi stizzita di Angelo: “Ma che c’entra? Ma che dici? Il Papa si ama a prescindere dal nome: io amo Ratzinger allo stesso modo in cui amavo Giovanni XXIII quand’ero piccolo”. Già: Angelo voleva bene al Papa come un bambino vuole bene al suo papà. Dunque, ancora Auguri, Santità, e non solo per il Suo onomastico: per le persone come me, come Angelo, come i nostri lettori più affezionati, Lei non è solo Papa ma anche papà”.

    20 Marzo, 2007 - 19:01
  60. Maria Grazia

    Il codice di diritto canonico, emanato il 2 gennaio 1984(ben oltre il Concilio Vaticano II)parla chiaro,a mio modesto avviso:

    Articolo 1 – Il Romano Pontefice

    Can. 331 – Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l’ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente.

    Can. 332 – §1. Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l’elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l’eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell’accettazione. Che se l’eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato Vescovo.

    §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.

    Can. 333 – §1. Il Romano Pontefice, in forza del suo ufficio, ha potestà non solo sulla Chiesa universale, ma ottiene anche il primato della potestà ordinaria su tutte le Chiese particolari e i loro raggruppamenti; con tale primato viene contemporaneamente rafforzata e garantita la potestà propria, ordinaria e immediata che i Vescovi hanno sulle Chiese particolari affidate alla loro cura.

    §2. Il Romano Pontefice, nell’adempimento dell’ufficio di supremo Pastore della Chiesa, è sempre congiunto nella comunione con gli altri Vescovi e anzi con tutta la Chiesa; tuttavia egli ha il diritto di determinare, secondo le necessità della Chiesa, il modo, sia personale sia collegiale, di esercitare tale ufficio.

    §3. Non si dà appello né ricorso contro la sentenza o il decreto del Romano Pontefice.

    Can. 334 – Nell’esercizio del suo ufficio il Romano Pontefice è assistito dai Vescovi, che possono cooperare con lui in diversi modi, uno dei quali è il sinodo dei Vescovi. Inoltre gli sono di aiuto i Padri Cardinali e altre persone, come pure diverse istituzioni, secondo le necessità dei tempi; tutte queste persone e istituzioni adempiono in suo nome e per sua autorità l’incarico loro affidato per il bene di tutte le Chiese, secondo le norme determinate dal diritto.

    Can. 335 – Mentre la Sede romana è vacante o totalmente impedita, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale; si osservino invece le leggi speciali emanate per tali circostanze.

    A me pare chiaro che il Primato Petrino si esercita sia a livello universale che particolare.
    Si tratta di un Primato immediato,supremo,pieno e libero.
    Non vorrei che il Vaticano II venisse interpretato come “abilitazione generale alla critica al Papa”.
    Saluti MG

    20 Marzo, 2007 - 21:32
  61. Francesco73

    E direi che con il richiamo canonico di Maria Grazia, la discussione è stata sigillata. Ci ha tolto pure il “celebret”…
    🙂 🙂 🙂

    Scherzo, eh, sia chiaro

    🙂

    20 Marzo, 2007 - 21:38
  62. Ma santo cielo, Maria Grazia!
    Scusa se stavolta sbotto, ma qui si confondono pere con mele e per giunta copincollando i Sacri Canoni.

    A parte che un Concilio è superiore a un Codice di diritto canonico; a parte questo, che nella fattispecie non c’entra, qui nessuno e tantomeno io parlava del primato petrino, che ovviamente è indiscutibile per qualunque cattolico almeno nella misura che è fissata (dogmaticamente) dal Vaticano I (non II) e che il Codice giustamente riprende. Qui ci si chiedeva se i documenti ordinari del magistero del Papa (encicliche, esortazioni ecc. ecc.) sono da considerarsi vincolanti e – praticamente – infallibili. Il primato significa invece, sostanzialmente, che il Papa può governare la Chiesa liberamente, senza dover sottostare ad alcun’altra umana autorità – compresi i vescovi, i patriarchi eccetera. C’è una bella differenza.

    Il Concilio Vaticano II riprende, come ovvio, i dogmi del Vaticano I gettando però maggior luce sulla figura dei vescovi; il Codice di diritto canonico armonizza elegantemente, dal punto di vista giuridico, tutte queste acquisizioni.

    Nel caso che qualcuno ritenga che io stia difendendo le mie opinioni personali, magari per poter disobbedire al Papa (!), lo supplico di credere che il mio solo e unico intento è quello di confessare e chiarire, per come posso, la buona dottrina cattolica di cui il Papa è in terra il supremo garante. Ci aiutino i Santi a usare discernimento. Ne abbiamo bisogno tutti.

    Un abbraccio a tutti (Maria Grazia, ai miei amici è noto che m’incavolo, ma di solito mi passa presto) e in particolare a Gianluca per la sua così bella testimonianza. E a Luisa per il suo cammino di conversione, che non avevo mai messo a fuoco così bene e che me la fa guardare con ancora maggior simpatia.

    20 Marzo, 2007 - 22:04
  63. fabrizio

    Luca, scusa ma continuo a capire poco la differenza tra documenti del Magistero ordinari e straordinari, tra documenti vincolanti e non vincolanti.
    Se apriamo il Catechismo, secondo te quali sono le pagine “vincolanti” e quelle no? A me questa differenziazione sembra un po’ artificiosa. Secondo me tutto il Magistero è vincolante, ma va comunque inquadrato in quello che dice molto chiaramente Leonardo, abbandonando cioè la questione giuridica e disciplinare.
    Ti faccio questa domanda ma domani probabilmente non riuscirò ad accedere ad internet e continuare la discussione.
    buona notte, Fabrizio

    20 Marzo, 2007 - 23:42
  64. Luisa

    Sai Luca, da noi quelli che dopo essersene allontanati ritornano nel gregge, sono chiamati con un termine che trovo piuttosto bruttino: “les recommençants” , i ricomincianti. Io non ho mai cessato di essere cattolica , ma l`allontanamento dalla pratica religiosa l`ho vissuto quasi come “una legittima difesa” contro l`agressione che subivo durante quelle che non oserei chiamare “messe” secondo Vaticano II ,alla salsa de “chez nous”.
    Quando mi leggerai Fabrizio, sappi che quello che tu scrivi è esattamente ciò che volevo dire quando ho scritto in un post precedente:”parole, parole” !
    Un caro saluto, Luisa

    21 Marzo, 2007 - 8:33
  65. Già che ci sono, e considerato che il discorso sembra terminato ma a me non piacciono le cose lasciate a metà, riporto la lettera aperta che mi ha scritto tonizzo (che per chi non lo sapesse è il giornalista Antonino D’Anna di Affari Italiani) e che io ho pubblicato su “Petrus” in merito alla questione Martini. Buona lettura!

    “Caro Gianluca,
    ho letto con interesse il dibattito che hai aperto a proposito del cardinal Carlo Maria Martini e dei suoi interventi che, a tuo dire, lo fanno apparire un’antipapa agli occhi di tanti, non credenti inclusi. Oggi leggo il tuo invito, rivolto sempre al cardinale, a discutere con Benedetto XVI, in privato, dei problemi della Chiesa. Questo proprio per evitare l’eccessiva attenzione dei media. Permettimi di non essere d’accordo con te. Essenzialmente per alcune ragioni, che cercherò di sintetizzare per non tediare te né i lettori. Innanzitutto è appena il caso di sottolineare che nel momento in cui Martini dice qualcosa, la stampa immediatamente la riprende e commenta. Un po’ per far da contraltare a questo Papa non mediatico, non interessato ad apparire in un modo piuttosto che in un altro, deciso a fare la sua parte; un po’ per fargli dispetto (e in certi casi la cosa è più che evidente, gli esempi si sprecano); un po’, infine – e credo soprattutto per questo – perché questo Papa interviene molto spesso, parla di tante – forse troppe – cose e quindi è a rischio, lui così poco mediatico, di sovraesposizione della propria immagine. Gianluca, che Giovanni Paolo II abbia lasciato alla Chiesa un potere mediatico (almeno lo chiamo così) è fuori discussione. Ma bisogna saperlo utilizzare. Ti faccio un esempio: nei giorni tormentati dell’agonia di Piergiorgio Welby, gli interventi papali e non sono regrediti a poco a poco nella gerarchia delle news offerte dalla homepage di un noto giornale italiano (parlo di Internet volutamente perché il futuro è questo, nonostante la carta stampata ci snobbi ancora). Perché? Perché forse sono stati fiumi di parole in luogo di una parola sola, chiara, condivisibile o meno ma che avrebbe avuto più eco rispetto a questo martellamento continuo. Attenzione: non appartengo alla categoria di quelli che dicono che la Chiesa debba tacere. Lo trovo semplicemente fascista: mi sento più garantito se, oltre alle parole di Marco Pannella o di questo o di quell’onorevole posso trovare le repliche di monsignor Angelo Bagnasco o del cardinale Camillo Ruini. E viceversa, certo. Altrimenti la democrazia se ne va a quel paese. Detto questo, torniamo a Martini. Che difendo perché ha assunto un ruolo ingrato, quello della coscienza critica. Martini non piace perché prova a guardare le cose da un altro punto di vista. E fa bene, nonostante i motteggi in libertà di Francesco Cossiga o l’odio di alcuni movimenti nella Chiesa. Odio, Gianluca: uso questa parola perché spesso Martini viene demonizzato o maltrattato pur dicendo delle cose ragionevoli. Che non piacciono perché da qualche tempo ho come l’impressione che si sia diffusa, in certi marinai della Barca di Pietro, l’idea della non discussione o dell’accettazione acritica di alcune idee. Guai, credo, a quella fede che non viene mai presa dal dubbio; guai a quella Chiesa che non ammette divergenze d’opinione o quantomeno una discussione. Perché non va avanti, rischia di fossilizzarsi e soprattutto smentirebbe la sua natura di ecclesia, cioè assemblea, unione, incontro per diventare qualcosa di settario. Martini è anziano, in lista d’attesa, come ama dire. E’ malato e ritirato, eppure se ha qualcosa da dire, la dice. Perché è un Gesuita e del discernimento ha fatto la sua bandiera, la sua missione. Sbaglierà agli occhi di qualcuno, ma lo fa in buonafede. E con buonsenso, quello che certi diktat calati dall’alto senza spiegare perché rischiano di offuscare. Licht, mehr Licht, caro Gianluca. Perché solo dialogando e dandosele di santa ragione – a volte – possiamo andare avanti. La stampa faccia il suo mestiere: la gente non è stupida e sa che Martini non è l’antipapa di nessuno. Grazie a te per lo spazio su “Petrus” ed ai lettori per la pazienza che hanno avuto nel leggermi”.

    http://www.papanews.it

    22 Marzo, 2007 - 10:58
  66. bonzieu

    Complimenti a tutt’e due!
    A Tonizzo, che era mancato in questa discussione, per la lettera (che condivido pienamente, ma ormai non c’è più bisogno di dirlo);
    ma complimenti anche a Gianluca, che ha postato qui una lettera ricevuta altrove anche se critica nei suoi confronti.

    Buon lavoro ad entrambi.
    Ciao
    Eugenio

    22 Marzo, 2007 - 11:34
  67. Grazie Eugenio sia dei complimenti, sia della franchezza che ti ha sempre contraddistinto:-)
    Gianluca

    22 Marzo, 2007 - 11:49

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