Wojtyla santo subito: i dubbi di Martini

“Era un uomo di Dio ma non è necessario farlo santo”: si può riassumere così il giudizio del cardinale Carlo Maria Martini sulla santità del Papa polacco quale risulta dalla “deposizione” come teste che è agli atti del processo. Ne ha dato notizia lo storico Andrea Riccardi nel volume La santità di Papa Wojtyla pubblicato dalla San Paolo (pp. 99, euro 15). Ho approfondito la segnalazione e ne ho cavato un testo che il Corsera pubblica oggi alle pagine 1 e 23 con il titolo I dubbi di Martini su Wojtyla santo. “Doveva ritirarsi prima”.

77 Comments

  1. lorenzo

    Considerazioni interessanti e anzi necessarie quando sono state fatte, in sede di istituzione del processo di beatificazione e di audizione dei testimoni.
    Del tutto sorpassate, adesso, che Giovanni Paolo II è santo.
    E con un placet definitivo e al disopra di ogni valutazione per quanto autorevole e doverosa, venendo da Dio stesso.
    Questo, ovviamente, se ci si crede.
    Se invece si ha di queste cose una visione, diciamo così, alla Augias, allora ogni parere resta in ballo fino alla fine dei tempi….
    Ma per fortuna c’è la Chiesa Cattolica a dire l’ultima- in tutti i sensi- parola.

    9 Aprile, 2014 - 20:12
  2. Certo si è dovuto raschiare il barile per trovare giudizi negativi su Papa Wojtyla.
    1 Giovanni Franzoni, ex abate di San Paolo fuori le Mura, che Paolo VI aveva “dimesso dallo stato clericale” nel 1976
    2 Bernard Fellay, superiore della Fraternità lefebvriana, vescovo scismatico
    3 Godfried Danneels, Wikipedia lo segnala come “considerato tra i più progressisti della Chiesa cattolica”.

    Questo che scrivo ora e seguono invece sono parole di mio padre:
    “se i principi per far santo un papa o chiunque devono essere gli atti personali o di governo, di santi non se ne fa nessuno. Con quel metro di giudizio Benedetto XVI allora per il solo fatto di aver festeggiato il suo compleanno a casa di quell’ essere innominabile dovrebbe essere dimenticato per sempre.”

    9 Aprile, 2014 - 21:01
  3. Marilisa

    “Non saprei dire se abbia perseverato in questo compito anche più del dovuto, tenuto conto della sua salute. Personalmente riterrei che aveva motivi per ritirarsi un po’ prima”.

    “Tutti i santi sugli altari? Meglio scegliere i santi tra la gente comune”

    Mi trovo perfettamente d’accordo su questi due asserti.
    Io non idealizzo nessuno e non santifico nessuno. Tutti hanno difetti e non solo virtù, per cui non considero “santo” nessuno.
    D’altronde ritengo che il giudizio sulla “santità” sia riservato solo a Dio.
    Ci sono tante persone comuni che potrebbero essere considerate “sante” dal nostro soggettivo punto di vista. E magari per altri non sarebbe la stessa cosa.
    Anche io penso (lo pensavo anche allora) che papa G.P.II, che io peraltro ammiravo moltissimo, non abbia fatto bene a restare sul soglio pontificio fino all’estremo delle sue forze. Le condizioni in cui si trovava negli ultimi tempi erano penosissime. E credo che probabilmente non abbia avuto il coraggio di lasciare, non essendoci precedenti in tal senso.
    Apprezzo invece che Ratzinger lo abbia fatto, non sentendosi più in grado di guidare la Chiesa. E spero che d’ora innanzi altri lo facciano, se è il caso.
    Detto ciò, mi preme dire o ripetere che io vedo nella figura di Martini non un “santino” davanti al quale inginocchiarmi, ma un grande uomo di Chiesa. Di una Chiesa in cammino,in grado di allargare lo sguardo su un popolo che ha a che fare con problemi che oggi vengono allo scoperto, mentre prima, anche se c’erano, venivano nascosti per non esporsi alle critiche di una pubblica opinione che spesso poggiava su basi ipocrite.
    Il card. Martini ascoltava tutti e con tutti dialogava. Una mente apertissima, che piuttosto che giudicare, lasciava grande spazio al cuore.
    E questo non a tutti piaceva. Non a chi faceva, e tuttora fa, del rigore il suo unico metro di giudizio.

    9 Aprile, 2014 - 21:23
  4. Francesco73

    Gigi, hai fatto bene a raccontare queste cose, se può dirtelo un lettore comune affezionato.
    Forse, a pensarci bene, è vero che le citazioni di Franzoni e Fellay, per quanto in sè rispettabili, non danno una grande autorevolezza agli argomenti critici su Wojtyla, che pure esistono e sono da ascoltare, soprattutto da parte di quelli di noi che gli vogliono molto bene (e io sono tra questi, indubbiamente).
    Anche quel che hai riportato di Riccardi, che comunque ha scritto cose importanti su Giovanni Paolo II, mi pare un pò leggero, alla fine.
    Forse i conti con la complessità della figura dell’uomo e del papa non li abbiamo fatti ancora del tutto, nemmeno sul piano dell’analisi, non trovi?

    9 Aprile, 2014 - 22:34
  5. Luigi Accattoli

    Francesco73. Sono d’accordo nel lasciare aperta l’istruttoria. Su Giovanni Paolo II ho fatto nei decenni sei pubblicazioni: si possono vedere scorrendo la pagina del blog elencata sotto la mia foto con il titolo Antologia delle pubblicazioni: http://www.luigiaccattoli.it/blog/antologia-delle-pubblicazioni-2/.
    E ho appena consegnato la settima, a Editalia, in vista della canonizzazione. Continuo a parlarne perchè continuo a studiarlo, a intenderne lati che prima non mi erano chiari.

    9 Aprile, 2014 - 23:10
  6. Luigi Accattoli

    Che qualcuno immagini che io abbia scritto l’articolo pubblicato oggi dal Corsera per infangare la figura di Giovanni Paolo è divertente.

    9 Aprile, 2014 - 23:12
  7. Luigi Franti

    Le considerazioni di Martini e C. mi sembrano abbastanza irrilevanti. Necessità di fare santo qualcuno non c’è mai. Quanto agli errori, chi non ne ha commessi?
    Wojtyla, ad esempio, andò a pescare proprio Martini per farlo arcivescovo di Milano, e a quanto sembra fu proprio un’iniziativa tutta sua. Vogliamo negargli gli altari per questo?

    9 Aprile, 2014 - 23:16
  8. Gianrinaldo

    Per capire il motivo per cui il Card. Martini espresse tali opinioni credo sia da ricercarsi nella assoluta divergenza di vedute tra il Card. e il grande Papa su temi fondamentali della Fede, come Vita, morale sessuale e Famiglia. E’ inutile ricordare la grandezza del Magistero di GP II su questi temi, espresso senza paura e senza desiderio di piacere al mondo. Il Card. Martini invece la pensava così: “Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male che, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli” ed anche: “Siccome credo nella vita eterna, su quella temporale, fisica, di questa terra, posso transigere, sfumare, variare a seconda dei tempi, della storia, delle culture, e alla fine il nascere e morire sono misteri sui quali ciascuno può e deve giudicare secondo la propria sensibilità. Contro un’etica non negoziabile della vita, dal concepimento alla morte naturale, c’è il relativismo cristiano della libertà che decide”. Mi sembra evidente che non fosse d’accordo che GP II fosse proclamato Santo….

    10 Aprile, 2014 - 9:01
  9. manuel76

    Vorrei osservare due cose:

    1. Il fatto che qualcuno obbietti alla santità è qualcosa che da maggiore splendore alla santità stessa nel momento in cui viene proclamata. Se non ci fossero obiezioni sarebbe perfettamente inutile istruire un processo per la santificazione: si procederebbe per acclamazione a furor di popolo, basterebbe qualche servizio televisivo con lacrime annesse per convincere le masse.
    Che inoltre queste obiezioni arrivino cristalline da persone molto preparate, inserite in un giudizio complessivamente positivo, è una Grazia ancora maggiore, perchè vuol dire che si sono raccolti elementi molteplici con metodo ed attenzione e ne è scaturita una decisione.
    E’ ancora più importante che ci siano eventuali obiezioni anche forti se si decide di andare avanti con una canonizzazione “rapida”, perchè vuol dire che si è riusciti a superarle e la rapidità può guadagnare la stessa maturità di giudizio che la storia potrebbe dare tra trent’anni.

    2. Citare, estrapolati dal contesto, paragrafi di Martini che vengono da conversazioni e si inseriscono in ampi discorsi, trasformandoli in piccoli compendi del pensiero di Martini è cosa del tutto disonesta da un punto di vista intellettuale, che dimostra che poco si è capito del personaggio. Idem giudizi trancianti sul servizio alla diocesi di Milano. Queste semplificazioni sono analoghe a quelle di chi estrapola paragrafetti di Benedetto XVI: anche Papa Ratzinger non è stato ancora capito. Abbiamo avuto la fortuna di avere due giganti in Benedetto e Martini.

    10 Aprile, 2014 - 10:02
  10. Marcello

    Mi sembra bene precisare che Martini non mettesse in dubbio la “santità” di Giovanni Paolo II, ma solo l’opportunità della canonizzazione, l’elevazione -cioè- alla “santità degli altari”.

    E mi piace pensare che la canonizzazione di Giovanni Paolo II avvenga grazie a un papa assai “martiniano”.

    10 Aprile, 2014 - 10:26
  11. Gianrinaldo

    Andiamoci pianino con l’affermazione che sia cosa disonesta da un punto di vista intellettuale citare paragrafi estrapolati dal contesto ecc. Mi sembra che siano affermazioni esaurienti e puntuali che indicano chiaramente un pensiero. Poi ognuno giudichi come crede. Di questo passo è preclusa ogni eventuale citazione, a meno di non citare l’opera omnia di un personaggio. E poi non ho capito il riferimento a Benedetto XVI. Mi si permetta infine di dissentire circa l’equiparazione della grandezza di Benedetto a quella del Card. Martini.

    10 Aprile, 2014 - 10:45
  12. nicoletta z.

    Tra il magistero di un Papa e la conversazione di un cardinale io colgo una certa qual differenza…

    10 Aprile, 2014 - 10:55
  13. Federico

    Faccio notare che nel processo di canonizzazione colui che contesta la santità di una persona è l’avvocato del diavolo.
    Queste parole del Card. Martini si possono interpretare in molti modi e qualcuno potrebbe sostenere che Martini sperasse in una rinuncia di Giovanni Paolo II perché era il candidato favorito a prenderne il posto…
    Concordo sul fatto che Giovanni Paolo II avrebbe potuto fare altre scelte, a cominciare proprio dalla scelta dell’Arcivescovo di Milano.

    Capisco che sia difficile giudicare un contemporaneo e specialmente una persona che si ha avuto la sorte di incontrare spesso, magari anche discutendo di visioni differenti della Chiesa: credo però che la santità di Giovanni Paolo II sia una realtà che si impone a tutti, salvo avere pregiudizi personali. Stupisce che proprio “padre Martini” abbia avuto uno sguardo tanto critico. Non stupiscono invece i giudizi velenosi dei martiniani.

    @Marcello,
    papa Francesco è un gesuita, non un “martiniano”.
    E questo è un bene per la Chiesa Cattolica.

    10 Aprile, 2014 - 11:27
  14. Ciao Luigi.

    Effetto polarizzazione.

    Il bisogno di schierarsi.

    Sembra che questo abbiano creato le parole del tuo articolo.
    Eppure in sè, l’articolo non cerca questa polarizzazione.

    Ma,
    quel tuo ultimo paragrafo,
    parla al mio cuore di povero cristiano.

    Un grazie.

    10 Aprile, 2014 - 11:32
  15. L’unica cosa che posso dire è che ero in piazza s. Pietro quando uscirono gli striscioni “santo subito” e non si trattò affatto di una invocazione di popolo, ma di una organizzazione scenografica accuratamente organizzata. Mi dispiacque molto.

    10 Aprile, 2014 - 11:57
  16. Federico

    Striscioni a parte, la percezione comune e popolare della santità di Giovanni Paolo II, come di Madre Teresa di Calcutta, Giovanni XXIII, Padre Pio, Don Gnocchi…, è una realtà con cui anche i più scettici devono fare i conti.
    Il fatto che qualcuno “organizzi” o promuova manifestazioni “corali” esplicite non inficia la spontaneità e la purezza di un sentimento profondamente popolare e largamente diffuso.

    10 Aprile, 2014 - 12:05
  17. Scusa federico, forse hai equivocato il mio intervento. Il sentimento popolare è lo stesso mio: ma proprio per questo, non capisco che bisogno c’era di organizzare una macchina così poco spontanea che avrebbe tarpato, poi, la vera espressione del sentimento popolare. Se il sentimento c’era (e sicuramente c’è) perché far prevalere delle sovrastrutture (brutte, peraltro)?
    Poi, condivido le considerazioni di qualcuno prima di me, che ormai non appartiene più nemmeno alla chiesa il giudizio, perché Dio lo ha confermato con il miracolo.

    10 Aprile, 2014 - 12:25
  18. Marcello

    Caro Federico, io ho scritto “martiniano” (preceduto da “un papa assai”) per dire che è il papa più “martiniano” di tutti.

    Detto questo, «il cardinale Carlo Maria Martini ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa. Ricordo con gratitudine la sua intensa opera apostolica profusa quale zelante religioso figlio spirituale di sant’Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato rettore della pontificia Università gregoriana e del pontificio Istituto biblico, e quindi come solerte e saggio arcivescovo di codesta Arcidiocesi ambrosiana» come ben disse papa Benedetto XVI in occasione della sua morte.

    Carissimo Federico, pensare che Martini non sarebbe stato un buon papa ti fa perdere quella “Patente di buon cattolico” che per fortuna non esiste, ma alla quale tu tieni tanto e che rilasci e revochi allegramente.

    Ti chiedo scusa per il tono polemico. Davvero. Lo faccio per difendere un principe della Chiesa.

    10 Aprile, 2014 - 12:42
  19. 🙂
    Buon Marcello,
    spero che dismetterremo con il tempo
    questi desueti termini “principe” di…
    🙂

    Per il resto,
    p.Carlo
    nella mia spiritualità è stato fondamentale,
    da quando lo scoprii alla fine degli anni ’70,

    ma da quando si verificarono le polarizzazioni
    di una parte di Chiesa e di mondo cattolico,
    già nella seconda metà pontificato Wojtylano,
    non sentii mai il bisogno
    di difendere chi si difende già con la sua opera.

    Lasciamo agli altri seppellire i loro morti…

    10 Aprile, 2014 - 13:20
  20. discepolo

    Che ce voi fa’ Federico questi sono i “nuovi” cristiani tutti dialogo, amore e misericordia.. sì, con quelli che la pensano esattamente come loro!
    Altrimenti ti tolgono la patente di buon cattolico…se osi anche solo pensare che Martini non sarebbe stato un buon papa …
    Aridatece la versione 1.0 perchè questa nuova versione Chiesa 2.0 a me sembra peggio della prima!
    😉

    10 Aprile, 2014 - 13:24
  21. discepolo

    E vogliono riabilitare Giordano Bruno! Ma però oggi non SOPPORTANO nessuna voce critica!

    10 Aprile, 2014 - 13:36
  22. Daiiii discepolo-trans

    che te do’ sta soddisfazione !!

    Se te lo voi senti’ di’
    che Martini era stronzo ?
    ma se te fa piacere,
    eccotelo!!!

    Te senti della Chiesa 1.0 ????
    adesso!

    Ogni volta che te voi sentì meglio
    e te piace senti’ che uno è stronzo,
    io te accontento!!!!

    10 Aprile, 2014 - 13:49
  23. discepolo

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/09/nella-disputa-sulla-comunione-ai-risposati-ce-un-superfavorito-il-cardinale-kasper/

    Hai capito come stanno le cose caro Federico?
    Dialogo , dialogo , , dibbbattito, dibbattito . ok , specchietti per le allodole.
    in realtà tutti debbono allinenearsi al pensiero unico: quello del card. Kasper e di Papa Francesco: si deve dare la comunione ai divorziati risposti. Punto e basta.
    E se non sei d’accordo : sei un eretico! Pelagiano o novaziano , puoi scegliere!
    Dunque caro Federico siamo onesti soprattutti con noi stessi: o ci allineiamo o se vogliamo continuare a pensarla diversamente, se vogliamo continuare ad essere cattolici secondo la versione uno della Chiesa cattolica, quella che è durata da Cristo al Concilio Vaticano II, dobbiamo esser pronti ad essere emarginati, bistrattati, commissariati ( Francescani dell’Immacolata) derisi e
    calunniati. Moriremo in odore di eresia : pelagiana, novaziana.
    I gesuiti, i martiniani e tutti quelli del Sol dell’Avvenire , brinderanno un buon bicchiere di Vino Nuovo, sulle nostre tombe!

    10 Aprile, 2014 - 13:49
  24. Federico

    @discepolo,
    che vuoi dire di più?
    cvd.

    @Mattlar,
    a me non sembra che qualche striscione possa aver sporcato un sentimento popolare tanto diffuso e condiviso. Oltretutto nel caso specifico è stato anche una sorta di “omaggio” al pontificato di Giovanni Paolo II e alle folle munite di striscioni e bandiere che lo hanno accolto e seguito in giro per il mondo. Non voglio per forza insistere su questo tema, ma mi sembra veramente una critica eccessiva.

    @Marcello,
    io ho sempre parlato bene del Card. Martini e ho sempre espresso critiche, anche molto aspre, ai “martiniani” (quelli che hanno beatificato in vita p. Martini, spesso strumentalizzando le sue parole). In QUESTO senso, un papa “martiniano” non sarebbe stato, a mio giudizio, un bene per la Chiesa Cattolica. Inutile discutere di un immaginario “pontificato” del Card. Martini: lo Spirito Santo ha disposto diversamente e bisognerà pure prenderne atto.
    Non ho mai pensato di dare patenti di cattolicità a nessuno, anche se è vero che sono contento di essere cattolico.
    Il tono polemico, come vedi, non era necessario.
    Abbiamo molte altre questioni, ben più urgenti e rilevanti, sulle quali potremo dividerci. Questioni sulle quali i “martiniani” hanno troppo spesso giustificato posizioni relativistiche e peccati di omissione.
    Ti chiedo scusa per sfogo. Davvero. Lo faccio per difendere il bene della Chiesa e della disgraziatissima società in cui viviamo.

    10 Aprile, 2014 - 13:55
  25. discepolo

    Caro Matteo, ma no per me il Cardinale Martini non era affatto uno “stronzo” come dici tu. Anzi era una persona umanamente straordinaria. e ammirevole Mi piaceva . davvero.
    Quello che non potevo sopportare erano le sue idee. Tipo quella che la Chiesa fosse Arretrata di 200 anni e che dovesse rincorrere la modernità, anzi far proprie TUTTE le idee della modernità. Anche le più contrarie alla morale cattolica.
    Riesci a capire, Matteo, la differenza fra voler bene e rispettare una persna e non condividerne le idee?
    Non credo che tu ci riesca. Perchè tu non rispetti le persone.
    hai scritto discepolo-trans.
    non so cosa tu voglia dire con questo, penso che volesse essere un insulto ma non è ben scelto. Non sono un trans. L’ho spiegato mille volte , mi firmo Discepolo, mi chiamo Maria Cristina. Sono una madre di famiglia e una pediatra.
    Trans caro Matteo dillo a tuo fratello! 😉

    10 Aprile, 2014 - 14:10
  26. Sara1

    Mattlar non ho presente questo episodio però immagino che l’espressione popolare potesse anche essersi organizzata il giorno prima.
    Insomma non è che dovesse manifestarsi tipo pentecoste evidentemente una parte della Chiesa era convinta della santità di Giovanni Paolo II e lo ha chiesto in quel modo.
    Comunque Benedetto raccontò di aver chiesto fossero rispettati tutti gli iter per la canonizzazione, c’è stata velocità ma non scorciatoie.

    10 Aprile, 2014 - 14:19
  27. manuel76

    Gianrinaldo il parallelo è chiaro. Basti pensare a Benedetto XVI a Ratisbona, per citare l’esempio più clamoroso.
    Per chi ha studiato filosofia o geometria è normale riconoscere la struttura logica che da certe premesse assunte per vere si deducano le conlcusioni necessarie.
    Tolte, o cambiate, le premesse la deduzione non vale più. La tesi è vera solo su quei postulati e facendo quelle limitazioni.
    Se uno sta parlando di omosessuali ed esprime come laicamente più sensata una relazione stabile tra due persone, non sta dicendo che d’ora innanzi sposerà in chiesa persone dello stesso sesso.
    E quando si riferisce a persone che pensano con la propria testa è perchè ha lavorato tanto per formare le persone perchè possano camminare con le proprie gambe e pensare con la propria testa.

    Il ruolo dell’avvocato del diavolo è quello, per metodo, di trovare argomenti contro in modo che questi possano cadere.
    Se un cardinale è sentito in merito penso sia suo dovere dire cosa ne pensa. Come sarebbe doveroso tenere riservato il parere.
    Comunque visto nel suo complesso mi sembra un parere non sfavorevole, solo che pone domande di opportunità sul fare un Papa santo “in fretta”. E sicuramente sarà stata valutata come cosa.

    E notate che anche a Benedetto XVI fu chiesto di proclamare santo Giovanni Paolo II in fretta saltando la beatificazione!! Ma Benedetto preferì che si seguisse il processo regolare, con tappa intermedia di beatificazione, concedendo solo la deroga alla regola dei cinque anni dalla morte. Mi sembrano elementi di consonanza. Anche all’epoca si disse che la gente voleva subito santo il Papa: la scelta di Benedetto è per la prudenza, all’epoca giudicata non positivamente dalla stampa.

    10 Aprile, 2014 - 14:48
  28. Federico

    A proposito di santità e processi di canonizzazione, segnalo a Luigi che durante la celebrazione eucaristica per il 27o anniversario della morte di LAURA VINCENZI l’Arcivescovo “Mons. Luigi Negri ha confermato la santità di Laura e la fede di popolo della comunità parrocchiale e degli amici di Tresigallo. Si procede con istanza e costituzione parti attrici presso la cancelleria diocesana”.

    http://www.youtube.com/watch?v=hoFw2XV0_y0

    10 Aprile, 2014 - 15:09
  29. Federico

    Picchio,
    profeti e uomini di discernimento non sono necessariamente santi da venerare.

    10 Aprile, 2014 - 15:10
  30. lorenzo

    La Chiesa 1.0 e la Chiesa 2.0 esistono solo nella testa di chi si fa un film diverso dalla realtà dei fatti.
    La Chiesa “che è durata dai tempi di Cristo al Vaticano II ” non solo E’ QUELLA CHE VIVIAMO, ma non ne è mai esistita una diversa. Il Vaticano II considerato una cesura , un corpo estraneo paracadutato chissà da dove e sbalestrare la Catholica, è la bufala delle bufale: come tutti i Concili, è la Chiesa stessa che si convoca, si confronta, argomenta e si modifica laddove ritiene di doverlo fare. Così come Martini, Kasper e Benedetto non sono degli ultracorpi arrivati dallo spazio, ma gente di lunghissimo, collaudatissimo, pluriconfermato corso lungo decenni di servizio all’interno della Chiesa. Insomma i signori Cardinali che hanno offerto il papato a Benedetto , e anni dopo a Bergoglio, sapevano esattamente cosa stavano facendo, chi stavano scegliendo, e come avrebbe avuto intenzione di governare l’uno e l’altro.
    Francesco ( come Benedetto e tutti gli altri) se l’è scelto la Chiesa: quella vera, l’unica.
    Quale pensiero unico?
    1.0 e 2.0 sono palle.

    10 Aprile, 2014 - 15:59
  31. Luigi Accattoli

    Federico ti ringrazio del link. Ho ascoltato con gratitudine il vescovo Luigi Negri che parlava “con animo doloroso e lieto” della carissima Laura Vincenzi.

    10 Aprile, 2014 - 16:01
  32. Pasquale VILARDI

    Premetto di essere un “ammiratore” del Card. Martini di cui ho letto parecchi, illuminanti testi.
    Non solo sono d’accordo con lui ma addirittura non credo sulla opportunità che la Chiesa proclami Santi, tanto più se si tiene conto dei meccanismi attraverso cui si giunge a questa proclamazione. E’ noto, infatti, che occorre che le “candidature” siano sostenute da soggetti ed organismi che nella Chiesa hanno “potere”. Basta poi vedere la composizione dei soggetti interpellati per la “causa” Giovanni Paolo II cui peraltro riconosco molte qualità e meriti.
    Penso poi che se potessero interpellare gli interessati ( cosa ovviamente impossibile) sarebbero i primi a rifiutare il “titolo”. Altrimenti non sarebbero Santi!
    E allora lasciamo al Signore il compito di riconoscere i Santi, limitandoci a prendere esempio dalle persone ( e sono tante) che danno testimonianza del Vangelo. E le numerose serie di “Ceco fatti di Vangelo” sono al riguardo molto illuminanti

    10 Aprile, 2014 - 16:25
  33. Federico

    Ma sì, aboliamo il culto dei Santi e della Beata Vergine Maria.
    Lo sosteneva anche Lutero…

    10 Aprile, 2014 - 16:35
  34. Federico

    Il Card. Martini una cosa del genere non l’avrebbe mai detta.
    Vedete la differenza tra Martini e martiniani?

    10 Aprile, 2014 - 16:56
  35. Luigi Franti

    ohoh!

    10 Aprile, 2014 - 19:13
  36. Giuseppe S

    Ho letto un altro bel commento su quest’argomento da Aldo Maria Valli

    http://www.europaquotidiano.it/2014/04/10/perche-martini-non-voleva-wojtyla-santo-subito/

    A Luigi vorrei chiedere se pensa sia stato opportuno da parte di Riccardi pubblicare ora questo testo: le considerazioni di Martini mi sembrano del tutto legittime, ma non erano destinate ad essere conosciute dal pubblico. In molti altri ambiti si chiede un parere riservato su una persona (da assumere, ad esempio) o su un testo da pubblicare, ma si garantisce l’anonimato a chi fornisce il parere, che altrimenti non potrebbe (o non vorrebbe) darlo sapendo che il suo giudizio verrà reso noto a tutti. Il fatto che entrambi i protagonisti siano scomparsi non mi sembra cambi le cose.

    10 Aprile, 2014 - 20:16
  37. da repubblica.it:

    – Fecondazione eterologa: Il giornale dei vescovi “Picconata la famiglia”.

    e appena sotto:

    – Rodotà: “Consulta aiutata da rivoluzione Bergoglio”

    in pratica, il buono e i cattivi.

    10 Aprile, 2014 - 20:43
  38. lorenzo

    “….E allora lasciamo al Signore il compito di riconoscere i Santi”

    Infatti, cosi è.

    10 Aprile, 2014 - 21:56
  39. Grazie a Giuseppe S
    per l’articolo di Valli.

    Le polarizzazioni
    sono solo frutto degli incapaci a vivere il “reale”.

    11 Aprile, 2014 - 6:37
  40. picchio

    mi unisco al grazie Giuseppe

    11 Aprile, 2014 - 9:24
  41. Luigi Accattoli

    GiuseppeS mi chiede se sia stato “opportuno” da parte di Riccardi pubblicare ora l’opinione del cardinale Martini sulla santità di Papa Wojtyla. Posso rispondere per me, che ho fatto qualcosa di simile all’uscita di Riccardi: lui ha lanciato il sasso, io l’ho raccolto e ne ho approfondito la conoscenza. Tra l’altro sia lui sia io siamo biografi e ammiratori di Giovanni Paolo II. Meno interessati, ovviamente, allo specifico della canonizzazione. Ma favorevoli a che l’uomo e la sua opera siano conosciuti e apprezzati nel loro valore. Conosciuti criticamente, non mitizzati. Alla conoscenza critica è utile la deposizione di Martini, che è insieme di ammirazione e di segnalazione di aspetti discutibili.

    11 Aprile, 2014 - 10:07
  42. Luigi Accattoli

    Riccardi ed io riteniamo che Papa Wojtyla sia stato grande come apostolo ma che il suo “governo” della Chiesa sia stato mediocre. Siamo contenti che venga riconosciuto santo, forse abbiamo contribuito oggettivamente a tale riconoscimento, ma questa contentezza non ci impedisce di mantenere una prospettiva critica.

    11 Aprile, 2014 - 10:11
  43. Luigi Accattoli

    So da altra fonte rispetto alla deposizione di Martini che le sue riserve sono state interpretate in positivo nel riconoscimento della santità di Giovanni Paolo, secondo questa argomentazione, che è – anch’essa – negli atti della Causa: se uno che “ammette qualche perplessità circa alcune scelte” del candidato alla canonizzazione e “non è entusiasta di una proclamazione immediata”; se un tale “testimone” segnala il candidato “come uomo di Dio, uomo di preghiera, zelante per il bene della Chiesa e delle anime”; ebbene questa sua segnalazione “acquista una forza particolare”. La stessa deposizione critica di Martini ha dunque, a suo modo, contribuito al riconoscimento della santità di Wojtyla, secondo il criterio consolidato che canonizzare un Papa non vuol dire canonizzarne il governo ma la testimonianza della fede.

    11 Aprile, 2014 - 10:20
  44. Luigi Accattoli

    La canonizzazione appaiata di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II – come già la beatificazione congiunta di Pio IX e di Giovanni XXIII – dovrebbe aiutare a intendere quella distinzione: si riconosce l’esemplarità di un’esistenza cristiana e la retta intenzione delle scelte in essa compiute, non la giustezza, l’efficacia, la fecondità di quelle scelte. Dovrebbe anche favorire una maggiore tolleranza interna alla comunione cattolica. Ce n’è bisogno.

    11 Aprile, 2014 - 10:26
  45. Marilisa

    Tutta questa discussione sulla proclamazione della santità di G.P.II non riesco a capirla.
    Indubbiamente l’accelerazione a questo evento è una conseguenza diretta dell’onda emotiva suscitata dalla sua morte nove anni fa, dopo un lungo pontificato caratterizzato, quanto mai prima di lui era stato, da viaggi in tutte le parti del mondo per portare direttamente il messaggio evangelico a tutti i popoli. Una grande novità, un merito indiscutibile.
    E allora non ha molto senso, a me pare, mettere in campo alcune riserve del card. Martini, contrapponendo addirittura le due figure. E facendolo, come alcuni hanno fatto, in modo pretestuoso per sottolinearne la diversità. Talvolta esasperando certi aspetti della personalità di entrambi fino a contraffarli.
    Segno evidente che il giudizio dell’uomo non è mai perfetto.
    Lasciamo a Dio il giudizio.
    Bene hai fatto, Luigi, a puntualizzare il tuo pensiero.

    11 Aprile, 2014 - 10:57
  46. Francesco73

    Mio padre al telefono l’altra sera mi ha chiesto se avevo letto di Martini e Wojtyla sul Corsera. Mi ha detto che non si aspettava una cosa del genere, che poteva intuire differenze tra i due ma non che la cosa si trasferisse con quelle parole in sede di causa.
    La mia non è una famiglia intensamente devota (nemmeno io lo sono), non c’èra nelle considerazioni paterne nè indignazione nè scandalo nè riprovazione.
    Sorpresa sì, però. E’ la prova che poi nei cerchi più larghi passa un’idea di divisione, di distinzione, o anche di contrapposizione, che difficilmente viene intesa nel suo corretto senso ecclesiale.
    Ciò nulla toglie all’utilità di una discussione libera, e di un’indagine vera, senza tabù.

    11 Aprile, 2014 - 15:45
  47. Sara1

    Basta leggere i giornali e commenti per vedere che è così.

    C’è anche questo:

    http://m.huffpost.com/it/entry/5126546

    Pure Rodota’ ieri ha detto cose simili.
    Usano il Papa contro di noi e lo trovo un po’ squallido.

    11 Aprile, 2014 - 16:02
  48. lorenzo

    Usano il Papa contro di noi, ed è ridicolo, oltre che un po’ squallido.
    Noi però anche : usiamo il Papa contro quelli di noi che non la pensano come noi.
    O, ancora meglio, usiamo noi stessi con ardore contro il Papa.
    Il che , oltre che ridicolo, è da pirla.

    11 Aprile, 2014 - 16:09
  49. Sara1

    Si si pero’ ogni giorno i giornali come HP scrivono 5,6,10 articoli su queste tematiche.
    Hanno soppiantato tutto il resto essere progressista si riduce a divorzio aborto bioetica omosessuali femminismo.
    Sul resto si son fatti il bidè.
    E manca Salvini che insieme ai grillini vuol riaprire le case chiuse per un tocco di modernità. (Pure sulla cannabis se non sbaglio sono d’accordo)
    Siamo, come si suol dire, messi a tenaglia.

    11 Aprile, 2014 - 16:32
  50. Il dottor Accattoli sempre un poco piccato e nelle sue cortesi risposte sembra in un certo qual modo giustificarsi e spiegare meglio il suo pensiero.
    Lei dottor Accattoli non deve giustificarsi di niente, come credo non debba giustificarmi io, che sono una giovanissima, se mi pongo la domanda, spero lecita: può un giornalista, anche in barba alla sua carriera o al compenso economico (e credo lei non abbia problemi in tal senso) rifiutarsi di scrivere un articolo pensando sia alle ricadute che esso può avere sul sentire comune. Articolo che, detto con sincerità, e credo ora se ne sia avveduto anche lei, ha un livello che non è proprio il massimo quanto a contenuti.

    11 Aprile, 2014 - 19:20
  51. Luigi Accattoli

    Ma che hai capito? Quell’articolo non mi è stato chiesto, l’ho proposto io e quando l’ho letto mi è piaciuto moltissimo…

    11 Aprile, 2014 - 20:54
  52. Papa Francesco lo chiamerebbe “narcisismo giornalistico” 🙂 .

    11 Aprile, 2014 - 21:15
  53. Luigi Accattoli

    Approfitto dell’attenzione su Martini che caratterizza questo post per segnalare la Fondazione Carlo Maria Martini che può essere utile a chi voglia fare ricerche sulla figura e sull’opera del cardinale:
    http://www.fondazionecarlomariamartini.it/LYT.aspx?CODE=FCMM&IDLYT=548&ST=SQL&SQL=ID_Documento=1

    In particolare segnalo il comunicato sull’incontro dei responsabili della Fondazione con Papa Francesco avvenuto il 30 agosto:
    http://www.fondazionecarlomariamartini.it/LYT.aspx?Code=FCMM&IDLYT=455&ST=SQL&SQL=ID_Documento=496
    Le parole dette in quell’occasione dal Papa sono di un qualche interesse.

    11 Aprile, 2014 - 22:35
  54. manuel76

    Trovo le sciocche acidule considerazioni DEL GINESTRO molto fastidiose, assolutamente indegne della verginella nella quale vuole fare credere di essersi transmutato.

    11 Aprile, 2014 - 23:43
  55. roberto 55

    Sei solo un rottame della storia, Ginestro !

    Roberto 55

    12 Aprile, 2014 - 0:40
  56. Marilisa

    Grazie di cuore a Luigi e a Sara per i link.
    Buona giornata!

    12 Aprile, 2014 - 9:52
  57. Gianrinaldo

    Mi sono fatto una brutta idea circa il motivo di queste uscite, che sono “velatamente ” contro GP II e il suo Magistero, che approfittano del momento per dire: “si, grande Papa, MA…..” Come al solito arriva il mastino Kasper nel ruolo di rottamatore (vedi: http://www.korazym.org/14046/non-si-serve-chiesa-creando-contrapposizioni/). Quale occasione migliore della proclamazione di Papa GP II Santo per dare un bel colpo al suo Magistero. Kasper infatti parla della “Chiesa arroccata dentro un castello, spesso un castello di carte”, contrapposta ad una Chiesa “aperta”, senza quei “confini inutili”, che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. Ultimi decenni: ci sono dentro GPII e Benedetto XVI…..

    13 Aprile, 2014 - 7:34
  58. Nino

    Gianrinaldo scrive,
    13 aprile 2014 @ 7:34

    Ma Kasper “La Chiesa che Kasper vede come arroccata” è la Chiesa che nasce da Giovanni Paolo II”, come Martini quando disse che la chiesa era indietro di 200 anni hanno solo registrato lo “status quo”.

    Korazym:
    Non si serve la Chiesa creando contrapposizioni
    Ogni Papa ha il suo ruolo e il suo compito nella storia che vive, nessun credente dovrebbe pensare che “ora finalmente è arrivato il nuovo e buttiamo tutto il passato”. Figuriamoci un cardinale.

    Si fa sempre riferimento ai credenti per semplificare, autoreferenzialmente, così vissero felici e contenti.
    Allons clericali.
    Ma Cristo, come più volte ha detto, non è venuto per chi è “sano” ovvero i credenti, i farisei, gli scribi , i legulei, etc,
    ma per i “malati” ovvero per chi non ha ricevuto la Parola o non l’ha capita.
    E questo non è affare della chiesa e dei battezzati?

    E quando la chiesa non è profetica e non incarna il Vangelo così da aprire i cuori dei non battezzati o dei cosiddetti “lontani”, di dare speranza ha adempiuto al suo compito?

    Le contrapposizioni non solo sono necessarie, ma benedette proprio perché mostrano al mondo la capacità dei cristiani di sapersi misurare con il Vangelo e fare autocritica (mea culpa) quando dirottano o peggio quando accettano passivamente i dogmi o i desiderata talvolta sbagliati della gerarchia.

    Ad esempio oggi si affaccia un problema di papolatria, guarda caso proprio da parte di quei lontani, mentre I FEDELONI , i bacia pile e la ex gerarchia dantan è scettica e critica.
    Non è questa una contrapposizione?

    Bene, parliamone.

    13 Aprile, 2014 - 8:49
  59. Nino

    “Come al solito arriva il mastino Kasper nel ruolo di rottamatore”

    Prima di esprimere giudizi- pregiudizi su Kasper consiglio qualche lettura

    come :Misericordia
    Autore Kasper Walter
    (Prezzo di copertina € 26,00
    Editore Queriniana (collana Giornale di teologia)

    13 Aprile, 2014 - 9:09
  60. Nino

    Socci?
    SANTO SUBITO già in vita.

    14 Aprile, 2014 - 8:53
  61. Luigi Franti

    Nino?

    14 Aprile, 2014 - 8:55
  62. Federico

    Ma qui è stato santificato in vita e poi da morto perfino don Gallo, con tutto quello che ha detto e fatto, con le sue posizioni politiche e ideologiche, la sua “transigenza” verso le prostitute che abortivano e il consumo di droghe leggere tra i giovani (considerato più o meno un fatto “culturale”).
    Se il metro è don Gallo, Giovanni Paolo II dovrebbe essere perlomeno un semi-dio!
    Chi spera di sminuire il magistero di GPII si sbaglia: la sua santificazione sarà un sigillo che impedirà qualsiasi forma di revisionismo. Non basteranno tutti gli sforzi di Kasper…

    14 Aprile, 2014 - 9:13
  63. Gianrinaldo

    Non c’è da biasimare il card . Martini, per quello che ha detto (pace all’anima sua), ma chi usa strumentalmente tutto ciò IN QUESTO MOMENTO, con lo scopo evidentemente di screditare il Magistero della Chiesa di GP II e Benedetto, in assurda contrapposizione a Papa Francesco. Chissà perché certa stampa (anche cattolica) pubblica e osanna solo certe frasi di Papa Francesco, e passa sotto silenzio altre, meno utili alle proprie cause (perse)….
    Poi mi sembra sciocco spernacchiare il povero Socci, che è almeno rispettoso e misurato nei suoi commenti. Una dote che anche certi cardinali farebbero bene a usare, quando parlano della Chiesa (e dei Papi) precedenti a questo Pontificato !

    14 Aprile, 2014 - 9:44
  64. lorenzo

    Socci, nella sua excusatio non petita, casca nello stesso errore, rovesciato, di chi valuta il giudizio di Martini come un motivo per accampare dubbi sulla santità di GPII.
    Semmai, è vero il contrario esatto.
    Non è che nei faldoni dei processi di beatificazione ci sia un ininterrotto peana celebrativo del candidato santo: tutto il contrario. Le testimonianze sono chieste per essere rese in piena e massima obiettività, a maggior ragione se chi le fornisce , come in questo caso, è uomo di Chiesa che esprime le valutazioni su certe azioni nel governo e nell’esercizio del governo della Chiesa da parte del candidato.
    LA Chiesa istituisce con cura una parte che si impegni proprio a fare venire fuori tutti i possibili lati controversi, discussi, i pareri negativi, i giudizi critici.
    Il giudizio favorevole alla prosecuzione del processo avviene non NONOSTANTE essi, ma proprio perché essi ci sono stati e sono stati esaminati, analizzati e valutati insieme a tutto il resto.

    P.S. Nessuno ha santificato in vita ( contraddizione in termini) e men che meno in morte don Gallo. Solo la sua Chiesa ha ribadito, in vita e in morte, che don Gallo e’ stato ed è un prete di Santa Romana Chiesa.

    14 Aprile, 2014 - 12:44
  65. Nino

    Non è per Lorenzo.

    Gutta cavat lapidem e piano piano anche i clericali spariranno.

    14 Aprile, 2014 - 14:40
  66. picchio

    Evidentemente Socci non è in grado di leggere un articolo cogliendone il senso e dopo tutto il polverone sul papa emerito e il papa regnante mi stupisco che qualcuno ancora lo prenda in considerazione.

    14 Aprile, 2014 - 14:52
  67. Luigi Franti

    «Anche i clericali spariranno». I coglioni, invece, saranno sempre fra noi.

    14 Aprile, 2014 - 15:14
  68. lorenzo

    Giusta anche l’osservazione di Franti sui coglioni.
    “Che, invece, saranno sempre fra noi”.
    Difatti io, che sono iscritto alla categoria da tempo immemore e da tempi non sospetti, continuo sempre a essere qua.
    La cosa consolante è che pure i santi saranno sempre fra di noi.
    E, trattandosi entrambe di categorie fluide e non ghettizzate, si possono aprire scenari interessanti per tutti quanti.

    14 Aprile, 2014 - 16:32
  69. lorenzo

    Chiedo scusa per la lunga citazione, ma non c’è stato verso di trovare un link singolo per il pezzo.

    Intervento del vescovo di Ivrea, Edoardo A. Cerrato, sulla santificazione di GPII

    “La sera del 16 ottobre 1978 il Signore ci donò il secondo Giovanni Paolo, a cui ho guardato affascinato fin dal momento in cui lo vidi in TV, sulla Loggia di S. Pietro per la Benedizione Urbi et Orbi. Le prime parole pronunciate ? “Sia lodato Gesù Cristo!” ? già lasciavano intravedere chi c’era al centro della scena: in quel saluto già risuonava quel “Perméttete a Cristo di parlare all’uomo” che pochi giorni dopo egli avrebbe gridato al mondo da Piazza San Pietro; già c’era in nuce la sua prima enciclica, “Redemptor hominis”, e tutto il prezioso Magistero che avrebbe illuminato il nostro cammino per ventisette anni: Magistero di gesti e di parole, nella fedeltà al Vaticano II da lui vissuto come Padre conciliare e come arcivescovo di Cracovia sotto i regimi dell’Europa orientale che sarebbero crollati durante il suo Pontificato; poi come Papa che indicò con chiarezza i pericoli incombenti sull’Europa intera nel graduale abbandono delle radici e della fede cristiana, per cui lanciò con forza, sulla linea tracciata da Paolo VI, l’impegno della “nuova evangelizzazione”.
    La sua umanità, così viva ed intensa, così concreta e manifesta ? lo abbiamo potuto constatare, giorno per giorno ? era abitata da Cristo; quella del Papa che ci guidava era LA CARNE DI UN UOMO DIVENUTA ” CRISTIANESIMO”, dal momento che il cristianesimo è la presenza di Gesù Cristo, vivente e salvatore, che si manifesta non in una astratta proposta di valori, ma attraverso uomini che totalmente si consegnano al Signore, in offerta d’amore.
    Per ventisette anni abbiamo conosciuto questa stupenda, continua testimonianza di umanità abitata da Cristo.
    La straordinaria grandezza del Magistero di Giovanni Paolo II è stata per me sempre inscindibile dalla forza dirompente della sua umanità che recava la Verità cristiana in tutta la sua vitalità, non rattrappita in spiritualismi vaghi o disciolta dalla mondanità che sempre ci tenta.

    Prima e durante gli anni del mio servizio alla Confederazione dell’Oratorio l’ho incontrato personalmente una trentina di volte. Di alcuni incontri nemmeno ricordo la circostanza; di tutti, invece, porto impresso nella mente e nel cuore il ricordo commosso delle parole, del volto, dello sguardo, delle mani capaci di dare una carezza o di posarsi forti sulle spalle di chi gli stava di fronte, consapevole di essere alla presenza del Vicario di Cristo.
    Ricordo Papa Giovanni Paolo ? forse è il ricordo più intenso ? nella S. Messa che fui invitato a concelebrare con lui nella sua cappella privata, il mattino presto di un giorno di gennaio del 1996. Nell’ingresso dell’appartamento pontificio, l’albero di Natale; in cappella un presepe molto semplice, posato sul pavimento, di lato all’inginocchiatoio del Papa, mostrava un Bambino Gesù dentro ad una piccola culla di stoffa: aveva poco di artistico, come tanti presepi delle nostre case, fatti dal popolo cristiano per poterci recitare davanti una preghiera. Il Papa già stava inginocchiato in cappella per la preparazione alla Messa. Concelebravamo soltanto il più giovane segretario del Papa ed io. Non dimenticherò mai gli istanti successivi alla consacrazione: prima di sollevare l’Ostia, il Papa si soffermò a lungo, già curvo per la malattia, sul Corpo di Cristo: il moto delle sue labbra e il sussurro di parole in polacco manifestavano il suo colloquio con il Signore presente, gli occhi chiusi e l’espressione del volto dichiaravano l’intimità di quel momento: ero davanti a Pietro che abbracciava il suo Signore e gli parlava nel segreto del cuore. Fu istintivo, dopo qualche secondo, retrocedere di un passo: ciò che stava sotto i miei occhi era qualcosa di così intimo ed intenso che io non potevo guardare da quella vicinanza.
    Nessuna immagine di Giovanni Paolo II più di questa mi è impressa nel cuore tra le tante che non posso dimenticare?
    Lo ricordo pellegrino alla “Chiesa Nuova” di Roma, nell’anno del IV centenario di S. Filippo Neri, soprattutto quando vide, davanti al presbiterio, un nugolo di bambini: per salutare tutti, a destra e a sinistra, aveva percorso a piedi, con immensa fatica, la lunga navata; ma il tempo dedicato a quei bimbi, l’affetto paterno con cui li ha accarezzati, lo scherzare con il bastone che già portava, la battuta sulle suore dell’appartamento papale, che stavano ritte sull’attenti nella fila dietro ai bambini ? “queste non mi fanno paura solo perché le conosco” ? valgono quanto la stupenda omelia che di lì a poco avrebbe pronunciato su Padre Filippo “nuovo evangelizzatore” di Roma.
    Lo ricordo nell’Udienza concessa al Congresso Generale dell’Oratorio, nel 2000. Anno Santo, fatiche straordinarie, salute più che compromessa, eppure volle ricevere i figli di S. Filippo Neri in udienza privata. Avevo chiesto che con i Padri fossero presenti anche i laici degli “Oratori Secolari” che partecipavano al Congresso, rappresentanti delle migliaia di fedeli che nel mondo percorrono la “via dell’Oratorio”: volle che mi sedessi accanto a lui e glieli presentassi; ha ascoltato, sfatto dalla fatica, quel che ognuno gli diceva; è rimasto nella Sala Clementina in quel filiale “caos filippino” anche quando i suoi collaboratori già lo avevano invitato a ritirarsi? Il suo messaggio alla Famiglia Oratoriana ? in quella sala solenne costruita da Clemente VIII con il quale Padre Filippo, a voce e per iscritto, rispettosamente scherzava? ? è bello e profondo quale nessun altro messaggio dei Papi all’Oratorio riunito in Congresso.

    Grazie, san Giovanni Paolo II, Vicario di Cristo che ci hai guidati nel passaggio dagli ultimi decenni del terribile XX secolo all’alba del terzo Millennio cristiano. Grazie per aver ricordato alla Chiesa intera l’essenziale che hai detto alla Famiglia filippina: «L’incontro con Gesù Cristo “Via, Verità e Vita”, realmente presente nella Chiesa e “contemporaneo” di ogni uomo, vissuto e proposto da San Filippo Neri in modo originale e coinvolgente, porta a diventare uomini nuovi nel mistero della Grazia, suscitando nell’animo quella “gioia cristiana” che costituisce il “centuplo” donato da Cristo a chi lo accoglie nella propria esistenza. Favorire un personale incontro con Cristo rappresenta anche il fondamentale “metodo missionario” dell’Oratorio. Esso consiste nel “parlare al cuore” degli uomini per condurli a fare un’esperienza del Maestro divino, capace di trasformare la vita. Ciò si ottiene soprattutto testimoniando la bellezza di un simile incontro, da cui il vivere riceve senso pieno. E’ NECESSARIO PROPORRE AI ” LONTANI” NON UN ANNUNCIO TEORICO, MA LA POSSIBILITA’ DI UNA ESISTENZA REALMENTE RINNOVATA E COLMA DI GIOIA.”
    Grazie per il sangue che bagnò Piazza San Pietro, il 13 maggio 1981; per le parole e gli insegnamenti che hanno fatto esultare il nostro cuore perché vi abbiamo percepito tutta la ricchezza, la maestà ed il sapore della Fede cattolica; grazie per il Tuo appassionato amore a Maria. Grazie per il tempo in cui, consunto dalla fatica, incapace fisicamente di muoverTi, ci hai rivolto la Tua parola prima con un filo di voce, poi con il silenzio eloquente dell’amore fedele. Nella Tua Persona, totalmente offerta a Cristo, abbiamo visto non una fiaccola ma un fuoco di intensità e di dimensioni stupefacenti.

    + Edoardo A. Cerrato, C.O.

    14 Aprile, 2014 - 16:57

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