“Qualcuno mi riferì che il Santo Padre, quandò visitò la Casa dei Moribondi, a Calcutta, aveva sussurrato a Madre Teresa: ‘Se potessi, farei il papa da qui’. Mi sembrava poco delicato, e perciò non gli ho mai chiesto se avesse pronunciato quella frase. Ma, a ripensarci, era verosimile. Perchè era rimasto sconvolto, a vedere Cristo crocifisso nella carne martoriata di quella povera gente. E perchè, a stare accanto a Madre Teresa, nella realtà concreta della sua vita, della sua missione, aveva compreso una volta di più come, nella gratuità assoluta del donarsi agli altri, l’essere umano possa arrivare alla felicità più profonda. E Teresa era una donna felice” (Stanislaw Dziwisz, Una vita con Karol. Conversazione con Gianfranco Svidercoschi, Rizzoli, Milano 2007, pp. 224, euro 17,00).
Wojtyla a Calcutta: “Se potessi, farei il papa da qui”
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Ieri pomeriggio, alla mia libreria di fiducia, mi hanno detto costernati che il volume è finito nella prima edizione, perchè per un errore grossolano ne sarebbero state stampate poche copie.
Ho stentato a crederci, oggi vado altrove a vedere se è vero.
Non credo verosimile un “errore grossolano”, trattandosi della Rizzoli, già pratica di pubblicazioni collegate ai papi, che ha diffuso “Memoria e identità”, l’ultimo volume di riflessioni e memorie di Giovanni Paolo II e che sta per pubblicare il primo dei due volumi di papa Benedettop sulla figura di Gesù. Forse si è trattato di un errore di prenotazione di copie da parte di quella libreria… – il volume è interessante: il collega Svidercoschi ha fatto un buon lavoro di ricostruzione e inquadramento storico e don Stanislaw ci mette la sua passione per il papa con cui ha convissuto per quasi quarant’anni. Ogni tre pagine si impara qualcosa. Luigi
Al di là della veridicità dell’aneddoto, le parole di don Stanislaw sono preziose, perché ci fanno capire che anche un papa può imparare qualcosa. Lo scrivo senza nessuna mancanza di rispetto. Nel senso che nel cristianesimo la “legge” suprema è sempre e comunque quella dell’amore, superiore anche a ogni carica. L’essere papa sta anche nel riconoscere la grandezza dei piccoli.