“Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri”: Matteo 10, 29-31. E’ nel Vangelo di oggi. Nel primo commento una mia nota su questo messaggio che è uno dei più forti – per consolazione e per impegno – tra quanti ci vengono dalle parole di Gesù.
Voi valete più di molti passeri
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Due passeri per un soldo. Le parole di Gesù sui passeri che sono cari al Padre nostro e su noi che gli siamo ancora più cari è come un abbraccio, una sicurezza che viene dalle braccia del Padre, appunto. Ma si tratta di una sicurezza rispetto a chi può uccidere l’anima, non rispetto a chi può fare del male solo al corpo. Dunque l’abbraccio del Padre ci dice che andrà tutto bene per la salvezza dell’anima, mentre da chi assalta il corpo – il lavoro, la casa, la salute, le proprietà, la pensione – non siamo garantiti. Una parola dunque, questa di Gesù, che è insieme di consolazione e di impegno. Consolazione per la sorte eterna, perchè nulla, tranne il peccato, potrà separarci dall’amore di Cristo, come scriverà l’apostolo Paolo ai romani – impegno a non dare priorità alla sorte terrena rispetto a quella eterna. Perché tale priorità sguarnirebbe le difese e metterebbe a rischio la speranza nella vita che verrà.
Buon onomastico Luigi!
La crisi finale del razionalismo
http://gpcentofanti.altervista.org/la-crisi-finale-del-razionalismo/
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-23-giugno-2020/
Caro Luigi.
So di essere in ritardo, ma ti porgo i miei più cari auguri di Buon Onomastico.
Sulla tua nota al Vangelo, mi permetto di aggiungerne una io: Gesù ci dà parole di grande, grandissima consolazione ed è una delle pagine evangeliche che mi hanno sempre affascinato di più.
Nello stesso tempo ci dice però che dobbiamo temere Dio colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo e tu questo lo hai scritto specificando che il peccato può separarci da Cristo.
E’ il secondo capoverso che non viene mai sottolineato, carissimo Luigi. Grazie per averlo fatto tu.
“Nessuno ci ama capello per capello come Dio” è il titolo con il quale Avvenire di giovedì 18 ha presentato il commento al vangelo di ieri del padre servita Ermes Ronchi:
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/nessuno-ci-ama-capello-per-capello-come-dio
Fabrizio Scarpino mette in giusta evidenza che nel detto di Gesù la persona da “ temere “ è Dio , il solo che abbia il potere di uccidere e l’anima e il corpo. “Temere Dio” in senso biblico non corrisponde al nostro “Avere paura “ ma piuttosto a “ Avere il rispetto conseguente alle reciproche posizioni di Creatore/creatura, Padre/figlio “. E quindi “temere Dio” è un invito a fuggire “ il peccato “ , la volontaria trasgressione a quanto Egli dice.
I commenti spesso lascerebbero intendere che invece Gesù dica “temere il Maligno” ( del quale, bisogna si “avere paura”ma che non ha il potere di mandare nessuno nella Geenna )
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-24-giugno-2020/
Salmo 132 (133)
Canta in te naturalmente un’allegria
che viene dalla pace e questa scende
dalla sua fonte d’acqua fresca sorgiva
tra le fronde e questa alla sua volta
a monte da una benedizione.
Di là mi basta udire il canto e dire
amico così, semplicemente,
anch’io ti benedico e ti ringrazio.