I tre cileni che nel fine settimana sono stati a colloquio con il Papa hanno incontrato oggi i giornalisti: hanno raccontato che Francesco ha chiesto il loro perdono e hanno affermato che a quelle “amorevoli parole” ora debbono seguire “azioni esemplari, altrimenti tutto questo sarebbe lettera morta”. Nei commenti l’intera dichiarazione e una mia notula.
Vittime cilene al Papa: alle parole seguano atti esemplari
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Dichiarazione dei tre. Dopo aver trascorso quasi una settimana a casa Santa Marta con Papa Francesco, vorremmo dire quanto segue. Per circa 10 anni siamo stati trattati come nemici perché abbiamo combattuto contro l’abuso sessuale e il suo insabbiamento nella Chiesa. In questi giorni abbiamo conosciuto un volto amichevole della Chiesa, totalmente diverso da quello incontrato in passato. Il Papa ci ha chiesto formalmente perdono a nome suo e della Chiesa universale. Riconosciamo e apprezziamo questo gesto e la grande ospitalità e generosità di questi giorni. Ringraziamo anche mons. Jordi Bertomeu [accompagnatore dell’arcivescovo Scicluna nella missione cilena] che, per volere del Papa, ci ha accompagnato ed è riuscito a trasformare questo soggiorno in qualcosa di costruttivo. Non spetta a noi portare avanti le necessarie trasformazioni nella Chiesa per fermare l’epidemia degli abusi e degli insabbiamenti. Speriamo che il Papa trasformi le sue amorevoli parole di perdono in azioni esemplari, altrimenti tutto questo sarebbe lettera morta. Infine, vorremmo ripetere che abbiamo deciso di accettare questo invito a nome di migliaia di persone che sono state vittime di abusi sessuali e loro copertura nella Chiesa cattolica. Sono loro che hanno dato significato alla nostra visita. Juan Carlos Cruz, James Hamilton, José Andrés Murillo
Sabato e domenica Francesco ha avuto colloqui di oltre due ore con ciascuno dei tre e lunedì un quarto lungo incontro collettivo. Hanno riferito che il Papa ha chiesto la loro opinione su questioni specifiche e li ha pregati di continuare a dargli suggerimenti. Francesco li ha assicurati che in questo impegno la Chiesa “non torna indietro”. E ha confidato che a suo parere “l’abuso e il suo insabbiamento non sono semplicemente peccato ma corruzione”. Ovvero perversione: Francesco usa spesso questa parola nel senso etimologico – raro nell’italiano corrente – di pervertimento, perversione. – La mia idea è che davvero il Papa ha compiuto – con questi colloqui – un preciso atto di governo ecclesiale: nel senso di aver indicato ai vescovi la necessità di farsi concretamente accompagnatori e alleati delle vittime. Questo è nuovo. Lo potremo forse valutare per intero quando – nella terza settimana di questo mese – verranno a Roma i 33 vescovi del Cile.
Certamente è un atto di governo ecclesiale.
Quello che però mi chiedo, perplessa e addolorata, è perché solo oggi la Chiesa abbia preso la decisione di intervenire con un atto di ufficialità o quasi su fatti talmente scandalosi e contrari alle parole del Cristo da gettare discredito enorme sull’Istituzione.
Riusciamo a cogliere la portata dell’espressione “EPIDEMIA degli abusi e degli insabbiamenti” usata dai tre cileni o pensiamo che si tratta di qualcosa di banale cui si è fatta l’abitudine? Si va parlando continuamente del problema della mancanza di fede e non ci si accorge che la Chiesa stessa ha buona parte in causa su questo problema su cui tutti si interrogano incessantemente senza vederne la centralità.
Lasciando da parte la pedofilia, che è un peccato orrendo che spesso rovina la vita intera di molte persone–basta indagare a fondo sulla questione– io conosco persone che non mettono più piede in chiesa dopo avere sperimentato comportamenti impensabili da parte di certi presbiteri.
Se il buon esempio non viene da loro, da chi allora?
Parole. parole. parole.
I fatti non seguono le parole. A Milano un caso di pedofilia è stato coperto ed insabbiato . Addirittura sono stati offerti soldi alla famiglia perchè stesse zitta.
Dall’attuale vescovo Delpini.
Forse che qualcuno a Milano si ribella come i tre coraggiosi cileni? No tutti zitti, tutti muti, tutti conniventi. Il prete abusatore è stato, come da abitudine, solo rimosso dalla sua parrocchia e spostato in un altra, sempre a contatto con bambini.
Poi alla fine il caso “scoppia” e c’è il processo e le solite giustificazioni ” ma noi non sapevamo” ” non credevamo”
.http://www.ilgiornale.it/news/politica/prete-pedofilo-e-vescovo-delpini-processo-segreto-curia-1512672.html
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/abusi-la-curia-di-milano-su-un-caso-del-2011
http://retelabuso.org/2018/04/05/pedofilia-larcivescovo-di-milano-mario-delpini-insabbia-volutamente-il-caso/
e dunque a che servono le parole , le richieste di perdono ???
Parole, parole, parole. intanto il vescovo Barrios è ancora vescovo e i cardinali che hanno insabbiato la faccenda sono ancora in auge ( Card. Erraruziz che fa parte del G9)
“La Curia sapeva, e non denunciò. La famiglia, cattolicissima e quasi succube, non denunciò, nè lo fecero i servizi sociali. Ci vollero i carabinieri, che arrivati a casa di A. dopo un tentato suicidio ne raccolsero il racconto, perché il muro di silenzio si rompesse.”
Capito? ci volle il tentato SUICIDIO della vittima perchè cominciasse l’inchiesta comtro Don Galli.
l’asttuale vescovo delfini non fece NULLA SE NON SPOSTARE IL PRETE. e non incontro ‘ MAI LA VITTIMA!
Rif. 13.43 e 13.52 – Repetita non iuvant
Dispiace ripetersi. Il caso di Milano (leggi: Delpini e Tremolada e anche Scola) non è nei termini raccontati sopra.
Barrios ed Errazuriz appartengono ad altro/i pontificato/i che – per carità di patria e di aureola – non sono stati mai toccati esplicitamente. E forse è anche questo il motivo per cui i casi legati ai due nomi non sono stati affrontati adeguatamente prima di oggi.
Va bene, i pedofili al gabbio. Ma perché c’è ne sono tanti fra i preti?
Che ce ne siano troppi e più che certo. Temo tuttavia che il numero di pedofili e di efebofili presenti nel mondo sia molto più grande di quanto noi pensiamo .
Forse sono disponibili di dati statistici in merito
“Ma perché c’è ne sono tanti fra i preti?”
Temo che sia perché anche i preti sono uomini come tutti, con le stesse pulsioni naturali degli uomini “normali”. E poiché a loro è prescritto il celibato, molti, anziché cercare una donna ( alcuni però ce l’hanno), hanno presa facile sui bambini e sui giovanissimi. Li plagiano e li intimoriscono affinché non ne parlino con nessuno. Solo che gli abusati vivono questa situazione con senso di ripugnanza e di colpevolezza opprimente e alla fine ne parlano con qualcuno. E la storia viene a galla.
Oggi poi con internet non si può nascondere nulla, e meno male!
Ricordo di aver letto su un giornale le confidenze di un noto personaggio di cosmesi, ormai avanzato negli anni, il quale ricordava per filo e per segno gli approcci, quando lui era un ragazzino, di un prete di sua conoscenza. Non voglio riferirli qui nel blog, ovviamente, ma posso dire che erano stomachevoli e indicativi dello schifo e del timore che provava il personaggio in questione.
Mi scuso per la franchezza con cui ho parlato di questa oscenità. Sono convinta che su certe cose non si possa, non si debba, tacere.
Bisogna porre rimedio a certe brutture che infangano la Chiesa ( chissà da quando!).
Ma perche’ c’è ne sono tanti fra i preti?
Secondo me domanda fondamentale quella di Leopoldo Calo’ a cui l’ ipocrisia clerical- buonista tende a glissare a fr finta di nulla.
E invece per chi ha a cuore la verita’, non solo con la minuscola ma con la V maiuscola, e’ la domanda FONDAMENTALE: perche’ tanti pedofili nel clero?
Alcuni rispondono molto superficialmente perche’ i preti non possono sposarsi e dunque sono dei frustrati sessualmente.
Ma scusate, un prete che no riesce a vivere in castita’ , magari mette incinta la perpetua, magari ha un amante, dei figli, come succedeva nel Medio Evo in cui persino i papi avevano dei figli e delle amanti.
. Ma perche’ mai una persona NORMALEdovrebve sfogare il suo istinto sessuale su MINOREnni?
Mettiamo pure che si facciano sposate i preti. Ma credete voi che la piaga della pedofilia del clero sarebbe sanata?
Altri dicono ed e’ vero che la maggior parte dei preti oggi sono gay. Questo e’ sicuramente vero ed e’ vero altresi’ che I gay o pedearasti non sanno o non possono
Reprimere i loro istinti. Va bene ,
Ma forse si dovrebbe fare una cernita, diciamo una scrematura all’ origine, nei seminari? Sei gay? Forse non sei adatto a fare il prete soprattutto a contatto con adolescenti.
Insomma l’ ipocrisia ecclesiastica a parte la solita retorica oggi e’ alle stelle.
La lobby gay nella Chiesa e’ piu’ forte che mai, non piu’ contrastata da alcuno.
I preti pederasti sono la MAGGIORANZA! Chi ha il coraggio di dirlo? Nessuno.
Chi ha il coraggio di estrometterli dalla Chiesa ? Nessuno.
Parla una madre di tre figli maschi. Che per fortuna sono scampati alle attenzioni dei preti. Ma mio figlio maggiore, dopo essere stato scout per anni, d’ improvviso se ne e’ voluto andare.Dall’ oggi al domani. Non abbiamo appurato perche’. Lui non c’è l’ ha mai detto.
Ma il mio cuore di. Madre mi dice che qualcosa di brutto ci deve essere stato.
Provate a pensare a questi poveri vitime cilene che per anni sono state non solo disprezzare ma anche tacitare dalle autorita’ ecclesiastiche cilene.
Provate a pensare persone cattoliche a cui la Chiesa cattolica di
cui facevano parte ha mostrato una assoluta contrarieta’. Provate a pensare d essere misconosciuti da quelli che vi dovrebbero difendere,
1)”Ma perche’ mai una persona NORMALEdovrebve sfogare il suo istinto sessuale su MINOREnni?”
Perché sono i più deboli ed è facile plagiarli.
2)”Mettiamo pure che si facciano sposate i preti. Ma credete voi che la piaga della pedofilia del clero sarebbe sanata?”
Io credo che diminuirebbe notevolmente.
3)”Ma forse si dovrebbe fare una cernita, diciamo una scrematura all’ origine, nei seminari? Sei gay? Forse non sei adatto a fare il prete soprattutto a contatto con adolescenti.”
Questa era l’opinione di Ratzinger ed infatti c’è un’apposita norma, voluta da lui, per la quale chi ha tendenze omosessuali non viene più ammesso al sacerdozio.
A mio parere questa norma non serve a niente, infatti i preti pedofili non sono quelli con tendenze omosessuali.
La pedofilia e l’omosessualità sono cose diversissime.
La considero, inoltre, una norma ingiusta perché impedisce a un presunto omosessuale che sia vicino a Dio e voglia servirLo, di svolgere un servizio IMPORTANTE per la Chiesa.
Lo dico perché ho letto qualche lettera di giovani con tendenze omosex che esprimevano sincero dolore per essere stati esclusi dalla Chiesa proprio in seguito a quella norma voluta da Ratzinger.
Un altro errore della Chiesa, questo.
4)”I preti pederasti sono la MAGGIORANZA! Chi ha il coraggio di dirlo?”
Questa è una grossa stupidaggine, signora Venturi. Il “coraggio” di dirlo ce l’ha SOLO lei.
La Chiesa non è il rifugio dei pederasti. La maggior parte dei preti sono persone eccellenti, di grande rispetto, grazie a Dio!
“ La maggioranza dei preti sono gay”. “Tanti preti sono pedofili”. Sinceramente mi sembrano affermazioni molto superficiali e poco suffragate da dati. Sono zia di un giovane prete e conosco tanti altri preti, alcuni di loro mi hanno accompagnata nel mio percorso di fede. Nessuno rientra in queste categorie. Non nego che ci siano i gay e i pedofili, contesto che siano la maggioranza.
Ada Murkovic
Assimilare l’omosessualita’ alla pedofilia è un’infamia. Non saprei come altro definirlo.
Una infamia certificata.
Oltreché una bufala colossale, come tutto l’intervento delle 20.38 di ieri: denigratorio e repellente nei toni, nei termini e nella non sostanza delle affermazioni.
Fa un certo effetto ripassare di qua dopo qualche tempo e ritrovare i cecchini imperterriti e inamovibili.
Sull’argomento c’è una gran confusione legata soprattutto al termine “pedofilo”. Sotto questo nome vengono qualificati tutti coloro che hanno relazioni sessuali con minorenni. Invece si tratta di due fenomeni distinti : la pedofilia vera e propria che riguarda rapporti sessuali con bambini impuberi e la efebofilia che riguarda rapporti sessuali con ragazzi e ragazze dopo la pubertà. La pedofilia propriamente detta non ha nulla a che vedere con la omosessualità, la efebofilia invece si : si trova al confine.
Per qua to riguarda il. Umero di casi nella Chiesa cattolica, esso è indubbiamente troppo alto ( anche un solo caso darebbe scandalo ) tuttavia bisogna tener conto del fatto che da un lato nella maggior parte dei casi si tratta di efebofilia e non di pedofilia e dall’altro che la pedofilia è un fenomeno assai più diffuso nel mondo di quanto potremmo pensare.
È anche vero che un giovane il quale ha tendenze omosessuali può edsere attirato dall”idea di fare il prete. È compito dei formatori nei seminari discernere se quella che muove questi giovani è vera “vocazione” o sia mescolata con altro.
Oltre che “imperterriti e inamovibili”, i cecchini sono di un’ignoranza abissale, caro Lorenzo.
Pedofilia o efebofilia? Se non è zuppa è pan bagnato.
La Chiesa, in ogni caso, ha sempre parlato di preti “pedofili”.
Qualcuno dica al Papa–mi raccomando– che bisogna fare distinzione.
Non è poi detto che un prete con tendenze omosessuali sia un pericolo.
Tutti i preti, eterosessuali e omosessuali, sono tenuti al celibato. O forse no?
Se io ho davanti a me un prete, non mi chiedo se sia eterosessuale o omosex.
Questa è proprio l’ultima delle mie preoccupazioni. La cosa non mi riguarda.
Non è il “celibato” a essere in questione ma la “castità” alla quale sono chiamati tutti i cristiani non uniti con vincolo matrimoniale.
Ha comunque ragione Victoria fino a quando si parla di “orientamento” sessuale e non di esercizio della sessualità non c’è differenza.
Di “preti pedofili” parla soprattutto il mondo laico. Una Chiesa sotto accusa non può proprio mettersi a fare dei distinguo, che tuttavia sono necessari per comprendere il fenomeno.