Visito per la quarta volta l’ottima mostra “Costantino 3013 dopo Cristo”: la prima volta l’avevo vista a Milano a Capodanno, poi a Roma appena era arrivata quaggiù per vederne le novità rispetto a Milano. Una terza volta per prepararmi a guidare la visita di un gruppo della Parrocchia di Sant’Elena al Casilino e infine ieri con questo gruppo. Consiglio ai romani del blog e agli amici che capiteranno a Roma entro il 15 settembre di farci un salto. Suggerisco di fermarsi a decifrare il cippo con la DEDICA A ELENA MADRE DI COSTANTINO DA PARTE DI UN SENATORE (nr.39 del catalogo): la riporto nel primo commento e segnalo la forte impronta che l’epigrafia encomiastica imperiale ha lasciato nella lingua della liturgia romana.
Visitate al Colosseo la mostra “Costantino 313 dopo Cristo”
21 Comments
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Dedica a Elena e sua traduzione. “Dominae Nostrae Fl(aviae) Iul(iae) Helenae, piissimae Aug(ustae), Genitrici D(omini) N(ostri) Costantini”: Alla nostra Signora Flavia Giulia Elena, Augusta piissima, genitrice del nostro signore Costantino. Immaginiamo una dedica mariana corrispondente e avremo un probante esempio della derivazione della lingua della pietà cristiana da quella della corte imperiale: “Dominae Nostrae Mariae piissimae Genitrici Domini Nostri Jesu Christi”. Chiedo lumi alla signora Lignani.
A suo modo,
continuità-discontinuità-conversione/compimento (onde Cristo è romano)…
Il titolo Pontifex Maximus che passa pari pari dagli imperatori ai Papi, insieme alla Clamide imperiale che tira al rosso nei secoli le vesti dei Papi. Titoli e vesti che sono durati fino alla rinuncia di Papa Benedetto: egli li ha deposti e il nuovo Papa ne è uscito privo fin dalla Loggia.
Siamo a un tornante epocale. Mille e settecento anni dall’Editto di Milano. Importanza di una mostra.
E’ inutile che mi tenti, Luigi Accattoli. Non tornerò!
Benedetto li ha deposti e il nuovo Papa ne è uscito privo…
Siamo ad un tornante epocale…
Due affermazioni fortissime di cui ti ringrazio, e su cui spero di essere aiutata a riflettere.
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/2010/159q08a1.html
Clodine a me par che tu sie tornata…
Non sono in grado di andare in bilocazione,almeno per il momento. Forse un giorno, quando avrò superato certe resistenze, leviterò ed entrerò nell’etere tutta intera con le mie sembiante. Per il momento, ti sbagli, Luigi Accattoli….è il tuo sub conscio, che lo desidera, parola di Clodine!
Clodine lunedì 9 settembre alle 16.30 guiderò una visita alla mostra di Costantino degli amici di PIZZA E VANGELO [nome di un gruppo di lettura biblica che si tiene a casa mia da una decina di anni]: sei invitata come tutti, visitatori attivi, in sonno e in dormiveglia.
Settimio all’Arancio, in via dell’Arancio, è un ristorante che conosco bene, essendo che là vicino per tanti anni ho lavorato alla redazione romana del Corriere della Sera – lunedì è stato teatro di una truffa magistrale, alla Totò, che dedico agli amici romani e agli ammiratori dell’attore: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_luglio_4/20130704ROM09_ROM01_29-2221986967573.shtml
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/roma-truffa-alla-toto-finge-di-avere-1610987/
Il 9 settembre io vengo !
Dopo la visita, andiamo tutti da Settimio all’Arancio… sapete, sono il proprietario…
Luigi, te’ possino…sei proprio ….proprio un diavoletto! Mi stai prendendo a tentazione eh… eh…e vabbeh, dai, ma se lo faccio è solo per amore di Costantino, e perché aspettavo la ricorrenza dell’Editto come minimo da due anni!…
Ora, torno nella bara, come Nosferatu…Addio!
Clodine ci vediamo dunque al Colosseo il 9 settembre… spero che venga pure Matteo… poi vi offro un gelato della pace… e intanto conoscete Mattlar…
P.S. Sinceramente: pensavo di essere più amabile di Costantino – o se non altro più giovane – ma va bene lo stesso…
Don Stefano mio amico e parroco di Sant’Elena al Casilino mi ha chiesto per il centenario della parrocchia un profilo della santa, che io ho scritto uscendo spericolatamente dalle mie competenze e facendo interessanti letture storiche. Poi è arrivata la mostra di Milano e sono corso a vederla, e lì acquistai i due cataloghi, uno dedicato a Costantino e un altro a Sant’Elena. La mostra si è trasferita a Roma in maggio con molte novità e un nuovo catalogo e io ora possiedo tre cataloghi pieni di informazioni e così mi sono messo a fare la guida per rifarmi dalle spese. E’ bello qualche volta uscire dal proprio orto e vedere orti innaffiati con altre modalità e producenti altre cocuzze…
Se alla visita del 9 settembre venisse anche Antonella Lignani potremmo passare lunghe ore a decifrare i cippi dedicatori. Antonella ora non fingere di non aver letto per fare la sostenuta…
Se alla visita del 9 settembre venisse anche Marilisa potremmo passare un po’ di tempo a scrivere un cippo dedicatorio insieme a Clodine: per i prossimi 1700 anni si parlerà della famosa pax accattoliana.
mattlar, rischiare una rissa davanti al faccione di Costantino è poco edificante. dai, non scherzare…
Invece interessante l’Editto dal punto di vista storico, interessante la valutazione postuma di quell’atto “libertario” totalizzante [non dimentichiamo che la libertà religiosa non riguardava solo i Cristiani, ma tutte le credenze con relativi contesti mistici , rituali e quant’altro, e ce n’erano a caterve] i risvolti, e i rivoli anche, conseguenti, di portata gigantesca, contribuirono non poco a cristallizzare la storia della Chiesa del primo millennio. Lo Spirito Santo soffiò sulle macerie conseguenti l’abbandono di Roma a sé stessa da Parte di Costantino che ben presto lasciò per rifondarla altrove quale roccaforte inespugnabile: Bisanzio, Costantinopoli, Istambul. Quanti nomi da dare un Impero teocratico. Costantino: l’autocrate cristiano. Roma – abbandonata all’anarchia militare, “oscurata” , affamata, confusa, immiserita, con una politica imperiale ormai sgretola, con Giuliano l’apostata persecutore- non cangerà mai nome perché indentificata nella Chiesa fondata proprio sul sangue di martiri . Le alte mura della ricca e possente Costantinopoli crollarono sotto l’incalzare ottomano e quivi tornaro tutti, sotto l’ombrello della URBE. Quando si dice che Dio è padrone della Storia, si dice una grande evidente Verità!
Basta: incrocio le braccia al petto! La bara mi attende, nosferatu saluta! Addio…
Invidio il prefigurato consesso epigrafistico. Salvete et valete!