“Questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio” parole del padre Lombardi sul massacro do Rouen, in Francia, dove un prete e forse un’altra persona sono stati sgozzati probabilmente da islamisti durante la messa delle nove del mattino. Nel primo commento le parole del portavoce vaticano.
“Violenza orribile” in una chiesa di Rouen
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Lombardi: “E’ una nuova notizia terribile, che si aggiunge purtroppo ad una serie di violenze che in questi giorni ci hanno già sconvolto, creando immenso dolore e preoccupazione. Seguiamo la situazione e attendiamo ulteriori informazioni per comprendere meglio ciò che è avvenuto. Il Papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite. Siamo particolarmente colpiti perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa in Francia, alla Arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francese”.
Vorrei pregare i nostri “pacifisti” “non-violenti” stile Lorenzo Cuffini, almeno per questa volta, di non farci almeno in questo caso la predica dicendoci che chi ha fatto questo, gli assassini sono “nostri fratelli”, che dobbiamo porgere kl’altra guancia , che l’Islam è una religione di pace e chi , come me è arrabbiato e indignato,e vorrebbe reagire, ha torto ed è cattivo.
basta. non è più sopportabile l’ipocrisia buonista e la retorica!
Basta: ma non vi rendete conto della realtà?
X Maria Cristina
Chiamami col mio nome e basta, senza ricorrere al “voi” di etichettature inesistenti e artefatte.
Col mio nome ti risparmio la predica, ma ti confermo che PROPRIO DAVANTI A FATTI COME QUESTO ( non sarà il primo, né l’ultimo, purtroppo) ABBIAMO L’OBBLIGO DI PARLARE LA LINGUA DI CRISTO: in attesa di vivercela addosso, se già non lo stiamo facendo.
Dove tu veda, in questo, una sola oncia di retorica o ipocrisia buonista, poi me lo spieghi.
Poi, se si preferisce sostituire Cristo con Salvini, prego.
Dalla parte di Lorenzo.
Io invece dalla parte di Discepolo.
Quando stasera (o domenica prossima o alla prima occasione, che magari per diversi di noi non capiterà prima di Natale..) entreremo nella chiesa del nostro paese/quartiere, non potremo non pensare che potrebbe capitare anche a noi, ai nostri bambini e ai nostri cari: un macello evitabile, che non ha nulla a che vedere con le opere di misericordia e l’amore verso il prossimo.
Vedo che la sveglia incomincia a suonare, Fede caro.
Perché: non dirmi che finora non ti era mai capitato di non pensare che potrebbe capitare anche a te, e alla tua famiglia, a me e alla mia, di famiglia, di saltare per aria come un gavettone a ferragosto. Dove sei stato in questi mesi/anni in cui il terrore morde tutto intorno?
Messaggio del Cardinale Segretario di Stato
Son Excellence
Monseigneur Dominique Lebrun
Archevêque de Rouen ROUEN
Informé de la prise d’otages dans l’église de Saint-Étienne-du-Rouvray, qui a causé la mort d’un prêtre et où une personne a été grièvement blessée, Sa Sainteté le Pape François vous assure de sa proximité spirituelle et s’associe par la prière à la souffrance des familles, ainsi qu’à la douleur de la paroisse et du diocèse de Rouen. Il invoque Dieu, Père de miséricorde, afin qu’il accueille l’abbé Jacques Hamel dans la paix de sa lumière et apporte réconfort à la personne blessée. Le Saint-Père est particulièrement bouleversé par cet acte de violence qui s’est déroulé dans une église au cours d’une messe, action liturgique qui implore de Dieu sa paix pour le monde. Il demande au Seigneur d’inspirer à tous des pensées de réconciliation et de fraternité dans cette nouvelle épreuve et de répandre sur chacun l’abondance de ses Bénédictions.
Cardinal Pietro Parolin
Secrétaire d’État de Sa Sainteté
“Macello evitabile”: vuol dire che si sarebbe potuto evitare, e non lo si è fatto.
E come si sarebbe potuto evitare?
La Chiesa che tu frequenti è militarizzata?
I rosari avvengono sotto scorta?
Che sappia io, no.
Puo’ darsi anche che ci si arrivi. I nostri fratelli maggiori ebrei lo sperimentano da anni. Puo’ darsi che toccherà anche a noi.
O pensi piuttosto , che so, a una bonifica integrale del territorio?
Vorrei capire “l’evitabile” dove si fonda.
Dove ero io?
In un paesotto come quel “Ruvre”, e tu dove vivi?
Non pensi che questa ennesima tragedia non potesse essere evitata? Non credi gli stessi islamici, se l’Islam fosse veramente una religione di pace, avrebbero potuto evitare il dilagare di questa violenza continua?
La retorica pacifista è complice di quanto stiamo subendo.
Non so se fosse evitabile,
Ma caro Lorenzo, credo che potresti qualche volta esimerti da battute tanto inopportune per non usare un termine più spregiativo.
Perché, permettimi, se è vero che nessuno pensa a Chiese militarizzate e rosari sotto scorta (?) è altrettanto ovvio che qualcosa si dovrà pur fare se non vogliamo che la nostra vita e la nostra libertà siano definitivamente condizionate dal terrore.
E che da buoni cattolici non possiamo certo, vero, limitarci all’ennesimo requiem sui caduti.
Che qualcosa si debba fare è talmente ovvio che mi pare persino ridondante scriverlo.
Agire! Cominciando da moschee, scuole coranici, centri di cultura islamica, controllo della rete e degli altri mezzi di comunicazione.
Spiacerà per i cosiddetti islamici moderati. Ma per difendere loro e la loro religiosità non possiamo certo lasciare che vengano messi a repentaglio i valori di civiltà su cui la nostra società occidentale si basa.
Purtroppo la linea di demarcazione tra islam moderato e fondamentalista non è così netta; non si possono dividere con semplicità capri da agnelli.
E la scelta oggi irrimandabile è fra la nostra civiltà occidentale e quella islamica; se non si sceglie e alla svelta continueremo la conta di morti e di requiem.
http://www.famillechretienne.fr/politique-societe/societe/l-appel-prophetique-du-pere-hamel-a-rendre-le-monde-plus-humain-et-plus-fraternel-199937
Carissimo LuigiFides,
mi permetto di risponderti io, anche se non sono direttamente chiamato in causa.
E’ difficile, è dura: gli attacchi terroristici sono incessanti.
Oggi tocca a un sacerdote cattolico, versare il sangue come i primi martiri cristiani e come è capitato in anni addietro a innumerevoli missionari cattolici in altri continenti (purtroppo). Sono eventi di cui sei a conoscenza ovviamente.
Il controllo, su moschee, scuole coraniche ed altro va fatto e io penso che la nostra intelligence italiana lo faccia. La difesa è un nostro diritto.
Non è facile, (mi tremano i polsi solo a scriverlo) e se dovesse capitare a un mio parente o amico/a sarei devastato e trafitto dal dolore, ma io penso che dobbiamo educarci al perdere la vita per Cristo.
Solo così potremmo evitare che la terza guerra mondiale a pezzi diventi globale.
Riguardo al mondo arabo, sei persona molto preparata e bene sai quanti affari e fiumi di denaro scorrano tra Occidente e stati più o meno grandi finanziatori dell’Isis.
Amico Fides, “dea ragione” in Occidente, senza discernimento e responsabilità ha portato solo a sconquassi distruggendo legalità e fraternità.
Mi permetto: ritorniamo a Cristo. L’Occidente torni a Cristo.
Ti saluto caro Luigi/Fides scusandomi per questo “pistolotto”.
Tu non sei chiaramente persona che ha bisogno di “prediche”.
Un abbraccio di pace.
Scusate. Ma altroché “qualcosa si dovrà pur fare “.
Altrove non posso dirlo, ma da noi, leggasi Italia, è in atto e non da questi giorni certamente, un ‘attività imponente quanto sottotraccia e certamente non strombazzata di monitoraggio e intelligence proprio in quegli ambienti in cui Fede e Luigi M chiedono che si vada ad intervenire.
Certo : si potrà/dovrà fare sempre di piu’ e sempre meglio.
Gli islamici “moderati” potranno/dovranno assumersi la responsabilità di una vigilanza e di una collaborazione crescenti, perché , come avvenne qui da noi negli anni di piombo,è soprattutto nell’ambiente di provenienza che i terroristi possono trovare terra bruciata e contesto inospitale.Sono convinto che lo faranno.
Ma ciò non toglie che la convivenza con queste forme di violenza sarà lunga e sofferta: non esistono ricettine facili e prontuarietti pronti all’uso.
In tutto ciò ( e ringrazio Fabri per le belle boccate d’aria fresca che ha immesso con le sue citazioni) la cosa fondamentale che NON VA FATTA, è quella di abboccare all’amo che questi criminali ci lanciano ormai quotidianamente, scendendo sul loro stesso terreno.
E , per quanto ci riguarda come cristiani, abbiamo un dovere personale e stringente di TESTIMONIARE secondo il Vangelo, tanto piu’ forte e spaventosa sarà la manifestazione dell’odio. E lo sarà certamente.
D’altra parte, non è che possiamo scegliere.
Il mandato che abbiamo da Cristo è uno.
Ciao Fabri!
Tremano i polsi per forza, se non succedesse saremmo degli irresponsabili.
Ma lo sappiamo tutti.
Uno si tiene il tremito, e si prepara.
Un grande, lungo abbraccio.
Caro Fabrizio,
La nostra civiltà ha commesso tanti sbagli, si è resa responsabile di tante ingiustizie.
Ma di fronte al male che vorrebbe cancellare i diritti, le libertà, la cultura che ci siamo faticosamente costruiti nei secoli per riportarci indietro al medio evo, dico di no e lo dico con tutte le forze, con tutta l’energia possibile.
Possiamo costruire un domani migliore, un’europa migliore, più umana e più solidale, certo; ma non distruggere la nostra civiltà per lasciare il passo ai barbari. NO.
E più da occidentale che da cristiano lascio solo un secondo da parte Cristo (mi perdoni!), visto che viviamo in un’Europa laica in cui possono pacificamente convivere credenti e non credenti; dico solo di difendere a ogni costo i diritti che sono il (minimo?) comune denominatore del nostro essere.
Grazie comunque del contributo e pace anche a te!
Ciao Lorenzo. Un forte abbraccio.
LuigiFides, grazie a Te.
Lorenzo Cuffini citava ieri don Primo Mazzolari e il suo messaggio “pacifista”.
ebbene caro Lorenzo non so se lo sai ma Don Mazzolari oltre che arruolarsi volontario nella Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario anche nella Resistenza partigiana contro i nazi-fascisti e spingeva i giovani a farlo!
“Dopo l’8 settembre 1943, partecipò attivamente alla lotta di liberazione, incoraggiando i giovani a partecipare, e venne arrestato e rilasciato.
Dopo la guerra, l’Anpi di Cremona gli riconobbe la qualifica di partigiano”.
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e siccome i partigiani sappiamo che non facevano “carezze” e non “dialogavano pacificamente ” coi nazifascisti ma li ammazzavano, vuol dire che il pacifismo di don Primo Mazzolari era ben diverso dal pacifismo di oggi.
Non combattere contro i nazifascisti all’epoca non sarebbe stato pacifismo ma collaborazionismo.
così oggi non combattere anche con la violenza e con la forza il fondamentalismo islamico è COLLABORAZIONISMO!
coloro che si limitano a preghiere e deprecazioni dei “folli gesti” coloro che parlano parlano e non fanno nulla non solo non sono cristiani veramente ma sono dei collaborazionisti dell’ISIS!
e hanno sulla coscienza come tutti i collaborazionisti le vittime che il fondamentalismo islamico ha fatto e continuerà a fare.
In nome del “dialogo” ci saranno ancora migliaia di morti ammazzati, quanti ce ne vorranno? sei milioni come gli ebrei della SHoah prima che alla fine qualcuno forse anche fra i cristiani finalmente si sveglierà dal sonno della ragione dirà basta rassegnazione, basta servilismo, basta dialogo unidirezionale con chi vuole massacrarti e ti massacra.
scambiare il cristianesimo colla filosofia di Don Abbondio sarà letale per il cristianesimo stesso e soprattutto sarà letale per le povere vittime non più difese dai loro pastori che dovrebbero dare la vita per loro invece di cianciare e basta.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/mentana-sui-terroristi-non-chiamateli-pazzi-strategia-1289582.html
ormai tutti anche i più idioti hanno capito che c’è un disegno una strategia ben precisa dietro tutti questi attentati magari compiuti da singoli individui psicopatici.
E noi di fronte a questo disegno e a questa strategia , quale strategia abbiamo?
NESSUNA.
Solo fare cerimonie inutili a stragi compiute, piangere sulle vittime, dire le solite parole di circostanza e aspettare rassegnati la prossima strage.
Quindi MariaCristinaVenturi dopo le guerre in Afghanistan, in Iraq (basata su menzogne) e in Libia, cosa dovremmo fare?
Tu ci chiami alle armi e di conseguenza ti prego di rispondere (cosa che, mi spiace dirtelo, non sempre mi pare tu faccia) alle mie domande:
Maria Cristina, noi cittadini occidentali e di noi dicenti cristiani dobbiamo procedere alle rappresaglie armate nelle abitazioni dei musulmani?
Maria Cristina, noi cittadini occidentali e di noi dicenti cristiani, dobbiamo vietare ai musulmani l’iscrizione alle scuole dell’obbligo?
Maria Cristina, noi cittadini occidentali e di noi dicenti cristiani dobbiamo istruire i nostri giovani affinché sappiano utilizzare le armi in modo da essere pronti all’uso in determinate situazioni?
Maria Cristina, noi cittadini occidentali e di noi dicenti cristiani dobbiamo con forza chiedere ai nostri Governi di attaccare prima per via aerea e poi con un massiccio intervento di terra l’Arabia Saudita e altri Stati satelliti?
Attendo cortesemente le tue risposte.
Bellissimo, padre Jacques! Era solito dire, sento adesso su Sky, che voleva lavorare fino all’ultimo respiro. , compie una storia d’altri tempi. Ucciso a ottantacinque suonati, in odio alla fede mentre faceva memoria della cena del Signore. Dalle mie parti si dice che uno così, in paradiso ci va in carrozza!
fa pensare questa chiesa francese, piccola nei numeri, ma, caspita, che qualità!
Silvio Lepora
Cara Maria Cristina, se oltre che scrivere veementemente leggessi anche quello che ti viene scritto , avresti visto che proprio alla esperienza di vita vissuta e alla pellaccia rischiata di don Primo avevo fatto riferimento.
Ma tu parti con le tue categorie con i paraocchi , pacifisti, buonisti, e giù con gli isti come se piovesse.
🙂
Lieto che abbia riportato qualche nota biografica di don Primo.
E’ proprio quella la differenza tra la ciarla da accademia, che sarebbe poi la tua e la mia sul tema, ad esempio, e le parole di Mazzolari, che vengono da esperienze di carne e sangue.
Altro che balle.
Quanto alla “strategia” che non ci sarebbe, e chi lo dice?
La strategia, in questi casi, è obbligata.
Sconfiggere il terrorismo e lottarci contro senza quartiere.
Avendo tu la mia stessa precisa età, ti sei vissuta in presa diretta gli anni di pionbo: mica parliamo di farfalle. Anche allora c’era tutto un fiorire di reazioni di pancia, di richieste di tribunali speciali e pene di morte, tanto per dire, e di fare chissà che cosa….
Invece NON E’ COSi’ che si lottano questo tipo di battaglie.
QUindi, se la strategia auspicata consiste nel chiudere porte, innalzare muri, cacciare gente, chiamare alla crociata e allo scontro di civiltà e di religioni, bene: credo proprio che, almeno qui da noi, non ci sia e non ci sarà mai.
FORTUNATAMENTE.
Con buona pace di Salvini e di quei titolisti imbecilli che sparavano ieri su una prima pagina ” Piu’ immigrati= piu’ attentati”.
Una certissima strategia perdente.
rispondo a Fabrizio Scarpino.
prima di tutto secondo me bisognerebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno e abbandonare il “politicamente corretto” oggi dominante.
Che l’islam abbia un problema con la vuiolenza, non solo l’ISIS, ma proprio l’Islam non lo dico io ma l’aveva detto benedetto XVI a Ratisbona attirandosi le ire dei musulmani , anche dei musulmani moderati, di quelli che ora abbracciano e baciano Francesco ma che chiusero appunto le porte in faccia a benedetto.
cosa aveva detto benedetto a Ratisbona di così tremendo? semplicemente la verità. e che cioè nel corano , Libro sacro dell’Islam , è menzionata ed auspicata la violenza come mezzo per convincere gli “infedeli2 e sottometterli all’Islam.
e’ ovvio che Maometto scriveva in un epoca il cui la violenza era ammessa da tutti, anche dai cristiani.
oggi però , siamo nel 2016, i musulmani dovrebbero rivedere queste teorie diciamo !”medioevali”.
Questo èprima di tutto: per onestà intellettuale! quell’onestà intellettuale che ebbe Benedetto a Ratisbona e che i cattolici -Don Abbondio non hanno.
xchi sono i cattolici-Don abbondio? Sono quelli che di fronte ai prepotenti calano le braghe come Don abbondio di fronte ai bravi. certo don abbondio era un tipo mite e pacifico, non voleva rogne, voleva andar d’accordo con tutti.
vogliamo seguire il suo esempio , caro Fabrizio?
o viogliamo seguire l’esempio di tutti i santi e i martiri per Cristo, che non si sottomisero MAI ai prepotenti per amor del quieto vivere?
Dunque prima di tutto ammettere e dire la VERITA’ , cosa che oggi non si dice, è censurata appunto per amor del quieto vivere: gli asttentati sono sempre opere di “follia” indistinta, non si nomina mai l’Islam, sembra quasi che questi terroristi siano degli extra-terrestri e non delle persone in carne ed ossa con idee e religione. NOn si deve MAI nominare la religione del terrorista! non è politicamente corretto!
Dunque per prima cosa caro fabrizio se mi chiedi cosa si dovrebbe fare ti dico: essere coraggiosi nel dire la verità, nel dire pane al pane e vino al vino.
secondo: i cristiani dovrebbero essere oRGOGLIOSI di esserlo e non mostrare di essere dei personaggi vili, striscianti e servili davanti ai prepotenti!
porgere l’altra guancia va bene, ma non essere vigliacchi!
Se non ci fosse stata la battaglia di Lepanto, caro fabrizio, magari oggi tu non potresti sentire la Santa Messa, ma solo la funzione in moschea.
ci hai mai pensato?
già il Beato Charles di Foucault che di musulmani se ne intendeva , avendo passato la suo vita fra i tuareg, e che era un sant’uomo e non certo un “islamofobo” anzi un amante della cultura araba, aveva capito tutto cento anni fa nel 1916:
” I musulmani possono diventare dei veri francesi? Eccezionalmente sì, ma in generale no. Molti dogmi fondamentali dell’islam si oppongono ai nostri principi. Con alcuni, e penso ai musulmani liberali che hanno ormai perso la fede, ci sono accomodazioni possibili. Ma con altri, e mi riferisco a coloro che aspettano il Madhì, non v’è nessuna possibilità di accordo. Escludendo i liberali, i musulmani credono che, giungendo i tempi del Giudizio Universale, verrà il Madhì che proclamerà una guerra santa per stabilire l’islam su tutta la terra, dopo aver sterminato o soggiogato tutti i non-musulmani. Secondo la loro fede, i musulmani ritengono l’islam come la loro vera casa e i popoli non-musulmani come destinati a essere sopraffatti da loro o dai loro discendenti. Considerano la sottomissione a una nazione non-musulmana come una situazione transitoria. La loro fede li assicura che usciranno vincitori da questo scontro con gli europei che oggi li dominano. La saggezza consiglia loro di patire con calma questa prova: “Quando un uccello intrappolato si agita, perde le piume e si spezza le ali, invece se resta tranquillo sarà integro il giorno della liberazione. Loro possono preferire un Paese a un altro, come preferiscono la Francia alla Germania perché ci ritengono più miti; possono intrecciare amicizie con tale o tal’altro francese; possono combattere con grande coraggio per la Francia, per sentimento o per onore; possono dimostrare spirito guerriero, fedeltà alla parola, come d’altronde i mercenari dei secoli XVI e XVII. Ma, di norma, esclusa qualche eccezione, finché saranno musulmani, non saranno dei veri francesi. Aspetteranno con più o meno pazienza il giorno del Madhì, quando allora attaccheranno la Francia. Ecco perché sempre più musulmani algerini si mostrano così ansiosi di chiedere la cittadinanza francese. Come possono chiedere di far parte di un popolo straniero che sanno sarà irrimediabilmente sconfitto e sottomesso? Diventare francesi davvero, implicherebbe una sorta di apostasia, una rinuncia alla fede nel Madhì».
(Lettera del beato Charles de Foucauld a René Bazin, dell’Accademia Francese, 29 luglio 1916)
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/islam_conversioni_cristianesimo_vaticano_integrazione_musulmani_charles_de_foucauld_europa-1875805.html
Dal discorso del pontefice Benedetto XVI a Ratisbona:
“Nel settimo colloquio (???????? ? controversia) edito dal prof. Khoury, l’imperatore tocca il tema della jih?d (guerra santa). Sicuramente l’imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: “Nessuna costrizione nelle cose di fede”. È una delle sure del periodo iniziale in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l’imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il “Libro” e gli “increduli”, egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”. L’imperatore spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. “Dio non si compiace del sangue; non agire secondo ragione (???? ????) è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell’anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia? Per convincere un’anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte?”.
L’affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio. L’editore, Theodore Khoury, commenta: per l’imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest’affermazione è evidente. Per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza. In questo contesto Khoury cita un’opera del noto islamista francese R. Arnaldez, il quale rileva che Ibn Hazn si spinge fino a dichiarare che Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l’uomo dovrebbe praticare anche l’idolatria.”
Caro Fabrizio noi siamo i discendenti della cultura GRECA oltre di quella giudeo-cristiana, siamo i discendenti della cultura del LOGOS così disprezzata dall’attuale pontefice Francesco, e così invece mirabilmente proclamata dal pontefice precedente Benedetto XVI
come possiamo rinunciare alla nostra identità o persino essere così abbietti da preferire alla ragione e alla tradizione greco-platonico-cristiana, la barbarie e la menzogna?
te lo chiedo.
qui non è una guerra di civiltà e neppure una guerra di religione. è semplicemente una guerra che è stata dichiarata alla ragione da parte della menzogna, l’ignoranza, la superstizione.
Anche in Occidente ora c’è qualcuno che è stato sgozzato per la fede, come i martiri copti.
Grazie, discepolo, per avere ricordato le nostre radici nella filosofia greca.
Ringrazio Maria Cristina per le sue parole chiare e coraggiose.
Questo attentato poteva essere evitato perché un attentatore era già noto alla polizia.
Sì, ho sentito adesso al tg del fatto che uno dei due di Rouen avesse addirittura un braccialetto di sicurezza, e proprio per aver tentato di diventare ” foreign fighter”.
Dunque in questo caso aveva ragione Federico e, Antonella qui sopra: avrebbe potuto essere veramente evitato il massacro. Ho sentito anche delle polemiche furiose a Nizza per le scarse misure preventive….Ecco, su questo deve assolutamente essere intensificato ogni sforzo.
Ringrazio Maria Cristina per aver riscontrato il mio intervento.
Ti risponderò, ma avrò bisogno di un po’ di tempo perché le risposte e le controdomande che poni, necessitano di un po’ di tempo.
Chiare e coraggiose le parole di Maria Cristina?
Che esordisce dicendo: rispondo a Fabrizio, e poi parla di tutt’altro ?
Sono rimaste sul tappeto tutte e quattro le domande secche secche che le sono state fatte, e si è guardata bene di dare una sola risposta.
Dove starebbe la chiarezza e dove starebbe il coraggio?
Parlo naturalmente delle domande formulate qui:
Fabrizio Scarpino scrive,
26 luglio 2016 @ 19:27
È vero Lorenzo, ma, tra le righe forse alcune risposte di MariaCristina ci sono…..Tra le righe, tra il detto e il non detto…Perché gli altri saranno tutti Don Abbondio, ma anche tra i defensor fidei e civitatis cristianitatis fra Cristoforo non ne vedo per niente.
A domani.
@Fabrizio e Lorenzo.
Scusate, ma credo che intimare un commentatore di rispondere a delle domane sia quanto meno improprio.
Semmai ognuno è tenuto a rispondere di quello che scrive, di citazioni riportate, ma non certo a domande che pongono altri.
Semmai si possono chiedere chiarimenti su certe prese di posizione; ma non sotto forma di quinto grado.
Questo è perlomeno il mio pensiero.
Tenere comunque le chiese aperte. “Non vogliamo chiedere allo Stato una protezione particolare; lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità, ma io non voglio pensare di pregare con le guardie intorno: non è possibile e soprattutto non si fa in Francia. Le chiese sono sempre aperte e questo deve continuare”: così il vescovo di Rouen alla Radio Vaticana. Un’intervista che incoraggia.
http://www.news.va/it/news/arcivescovo-di-rouen-sconvolto-ma-non-lasciamoci-v
Qualche mio pensiero:
1. Alla violenza lo Stato risponde con la forza e non con la violenza. Un’azione di forza può essere anch’essa non-violenta.
2. Da un punto di vista “militare” l’Occidente sta già rispondendo con tutti i mezzi possibili agli attacchi terroristici. Non credo che si possa fare di più.
3. Di più si può e si deve fare in termini di prevenzione culturale e sociale.
E infine:
Padre Jacques Hamel, ucciso ieri, era un uomo impegnato nel dialogo interreligioso. E coltivava ottimi rapporti con i musulmani, così come Charles de Foucauld, Christian de Chergé, Pierre Claverie, Andrea Santoro, Luigi Padovese, Frans Van der Lugt e molti altri.
Non è stato ucciso “malgrado” il dialogo, ma “a causa” del dialogo.
I fanatici percepiscono istintivamente (o addirittura sanno bene) che il dialogo toglie loro la terra sotto i piedi, li disarma, li isola e li condanna all’irrilevanza.
I peggiori nemici dei fanatici sono gli uomini di dialogo.
Mi scuso anche io con Luigi M, ma cosa stiamo qui a fare?
A stilare un calepino con eventuali regole del bon ton virtuale?
Non credo proprio.
Dunque. Rispondere delle proprie affermazioni, e citazioni e di quanto si scrive, dovrebbe essere lo stramìnimo.
Stramìnimo di cui non poche volte ci si strabatte,prendendo la comoda scorciatoia di parlare per categorie, sparare nel mucchio, accusare senza fare nomi e cognomi ecc ecc ecc.
A una precisa domanda, almeno per rispetto a dove siamo, a chi ci ospita e al suo modo di condurre la “conversazione”, io credo che non solo si possa, ma si DEBBA rispondere tassativamente.
E non perché siamo in commissariato, ma all’opposto: perché siamo lasciati liberi in questo spazio di dire nel merito TUTTO QUELLO che ci passa per la testa.
Quindi, a chi me ne chiede ragione, io ritengo che sia DOVUTA una risposta.
Siamo in uno spazio pubblico, pubblicissimo, come se parlassimo in piazza.
Abbiamo a disposizione la possibilità di sparare a pallettoni se, come e quando lo riteniamo, senza censure di sorta.
E, se uno ci pone domande precise, storciamo il naso e diciamo: ah,no.A questo non mi garba di rispondere??
Ma con quale ratio, scusate?
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-neanche-un-prete-sgozzato-in-chiesa-dagli-islamisti-risveglia-politici-e-vescovi-dal-sonno-della-ragione-16908.htm
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ratzinger-a-ratisbona-ci-aveva-gia-detto-tutto-14449.htm
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/07/26/come-un-agnello-sacrificato-nel-nome-di-allah-in-chiesa/
“È tutto tranne che “folle”, “cieca” o “insensata” – come continuano a dire tanti tremebondi uomini di Chiesa – la violenza che colpisce soprattutto in Francia e in Germania, l’ultima volta questa mattina in una chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, con l’anziano sacerdote sgozzato come un agnello, durante la messa.”
È FALSO DIRE CHE “L’ISLAM È UNA RELIGIONE DI PACE”
di Samir Khalil Samir S.I.
Si deve anche avere il coraggio di dire anche che l’islam ha elementi di violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Se invece si continua a dire che “l’islam è una religione di pace”, creiamo solo confusione e mistificazione.
Ieri riascoltavo un discorso della premier britannica Theresa May, quando non era ancora premier – tre anni fa – in cui, in un incontro con musulmani ripete mille volte: “L’islam è una religione di pace! Non c’è nel Corano un solo versetto di violenza!”. E riceve l’applauso entusiasta dei presenti. Tutto questo è incredibile: è un tentativo di minimizzare il problema. E questo avviene anzitutto da parte dei capi politici europei, più che dalla popolazione.
Concordo assolutamente e toto corde con quanto detto da Marcello Ciampi.
Con la sottolineatura che la “prevenzione culturale e sociale” non spetta solo alla politica , alla chiesa, alla società: spetta anche e PRIMA DI TUTTO a noi, ciascuno nel suo ambiente e nel suo mondo.
Tanto per specificare che non è una questione di picca e ripicca.
Uno legge i tre contributi postati da Maria Cristina- in perfetto e abituale soliloquio! -stamattina, e le domande che sono rimaste sul tappeto diventano
sempre piu’ pressanti. Perché , alla fine della fiera, CHE COSA VORREBBE CHE SI FACESSE Maria Cristina?
Caro LuigiM ringrazio della tua osservazione, ma non penso di aver fatto alcuno sgarbo a Maria Cristina Venturi…(che tra l’altro ha accusato “sparando nel mucchio” chi non si erge a defensor fidei con il vessillo di Lepanto 2.0 di essere un collaborazionisti dell’Isis.
Io sono stanco dei soliti fiumi di inchiostro in cui si dice che l’ Islam è un problema, è una religione violenta etc.etc…
Ok, mettiamo che lo sia: allora basta ipocrisie…Chiedo ai Lepanto 2.0: bombardiamo ancora di più di quello che stiamo facendo in Siria/Iraq?
Chiediamo a gran voce che il Parlamento in seduta comune deliberi lo Stato di guerra e magari chiuda la moschea di Roma?
Perdonami LuigiM, ma, come dice MariaCristina ci vuole verità.
Ritornerò comunque sull’argomento.
Buona giornata.
@Tenere comunque le chiese aperte
E’ un bellissimo proposito; d’altra parte ci sono paesi musulmani in cui le chiese aperte sono certamente più minacciate delle nostre.
Non è certo blindando le chiese che si combatte il terrorismo.
Ma, più in generale, è necessario riflettere sul fatto che maggior sicurezza implica in qualche modo una limitazione della privacy e delle libertà individuali.
Ok, mettiamo che lo sia: allora basta ipocrisie…
La soluzione Fabrizio cui è difficile obiettare è “L’Occidente torni a Cristo”.
Il problema temo che sia, in attesa che i tempi si compiano e questo si realizzi, la gestione del transitorio.
““L’Occidente torni a Cristo”.
E tu bene sai LuigiM. che tutta la seconda parte del così tanto/tantissimo citato discorso di Ratisbona è dedicato all’Occidente e al suo perduto rapporto tra fede e ragione, vero punto di ripartenza secondo il papa emerito del dialogo tra le religioni: riflessione quella di Benedetto XVI rivolta sicuramente anche all’Islam, ma a Cristiani ed Occidentali in primis.
(Fermo restando che il Cristianesimo è nato in Oriente come tutti noi sappiamo).
Dal discorso di Ratisbona di Benedetto XVI:
Con ciò giungo alla conclusione. Questo tentativo, fatto solo a grandi linee, di critica della ragione moderna dal suo interno, non include assolutamente l’opinione che ora si debba ritornare indietro, a prima dell’illuminismo, rigettando le convinzioni dell’età moderna. Quello che nello sviluppo moderno dello spirito è valido viene riconosciuto senza riserve: tutti siamo grati per le grandiose possibilità che esso ha aperto all’uomo e per i progressi nel campo umano che ci sono stati donati. L’ethos della scientificità, del resto, è – Lei l’ha accennato, Magnifico Rettore – volontà di obbedienza alla verità e quindi espressione di un atteggiamento che fa parte delle decisioni essenziali dello spirito cristiano. Non ritiro, non critica negativa è dunque l’intenzione; si tratta invece di un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa. Perché con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell’uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle. Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell’esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza. In questo senso la teologia, non soltanto come disciplina storica e umano-scientifica, ma come teologia vera e propria, cioè come interrogativo sulla ragione della fede, deve avere il suo posto nell’università e nel vasto dialogo delle scienze.
Solo così diventiamo anche capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni – un dialogo di cui abbiamo un così urgente bisogno. Nel mondo occidentale domina largamente l’opinione, che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall’universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture. E tuttavia, la moderna ragione propria delle scienze naturali, con l’intrinseco suo elemento platonico, porta in sé, come ho cercato di dimostrare, un interrogativo che la trascende insieme con le sue possibilità metodiche. Essa stessa deve semplicemente accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto, sul quale si basa il suo percorso metodico. Ma la domanda sul perché di questo dato di fatto esiste e deve essere affidata dalle scienze naturali ad altri livelli e modi del pensare – alla filosofia e alla teologia. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia, l’ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell’umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi ad essa significherebbe una riduzione inaccettabile del nostro ascoltare e rispondere. Qui mi viene in mente una parola di Socrate a Fedone. Nei colloqui precedenti si erano toccate molte opinioni filosofiche sbagliate, e allora Socrate dice: “Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell’irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull’essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell’essere e subirebbe un grande danno”.[13] L’occidente, da molto tempo, è minacciato da questa avversione contro gli interrogativi fondamentali della sua ragione, e così potrebbe subire solo un grande danno. Il coraggio di aprirsi all’ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica, entra nella disputa del tempo presente. “Non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio”, ha detto Manuele II, partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, all’interlocutore persiano. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell’università.
Ad alcuni pare interessi solo la prima parte del discorso però…..facendone uso e consumo proprio.
Con Benedetto è sempre stato così.
I suoi interventi splendenti e sapienti nel senso vero del termine, sminuzzati e ridotti in pillole da propaganda e slogan da stadio.
Così è stato con il ” celeberrimo” discorso di Ratisbona venerato da tutti gli anti-islamici a vario titolo e di varia coloritura: dagli atei devoti alla Ferrara ai devoti “scattolici” di oggi.Quando , come è stato chiarito in tutte le salse, e come si evince bene dai brani riportati da Fabrizio, la direzione e il senso del discorso andavano da una parte completamente opposta.
Il fatto è che Benedetto , sulla questione dei rapporti con l’Islam, si è posto nel solco di una continuità perfetta con Giovanni Paolo II, che ha fatto e detto cose straordinarie, e nello stesso solco, né più né meno, si muove Francesco.
Lasciamo perdere Bergoglio, ormai considerato apertamente un Anticristo dagli ossessionati ribelli antipapisti che non sanno più che cosa strillarci contro…ma che si possano definire, da cattolici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI “i personaggi vili, striscianti e servili davanti ai prepotenti!” da la misura della completa inattendibilità dell’affermazione.
Credo sia impossibile non concordare, parola per parola, punti, virgole e spazi interlineari compresi, con l’amico Fabrizio.
Buona domenica a tutti.
Roberto Caligaris
Grazie mille all’amico Roberto .