Sabato a Villa Nazareth – che festeggia i 70 anni di vita – Papa Francesco ha risposto a sette domande che gli sono state fatte dai ragazzi e dagli ex alunni. Una – che ha definito “sfacciata” – gli chiedeva se si fosse mai trovato in crisi con la fede. Nella risposta, che riporto nel primo commento, Francesco ha invitato a non temere le crisi e a viverle come rischio e come opportunità, chiedendo la “grazia” di andare avanti. Ha detto anche che chi non va mai in crisi è “uno che si accontenta” e “gli manca qualcosa”.
Villa Nazaret: Francesco sul cristiano che va in crisi
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Tante volte io mi trovo in crisi. E qui la domanda sfacciata: “Si è mai trovato in crisi con la sua fede?”. Questa è una domanda che fate al Papa! Avete coraggio! Tante volte io mi trovo in crisi con la fede e alcune volte anche ho avuto la sfacciataggine di rimproverare Gesù: “Ma perché Tu permetti questo?”, e anche dubitare: “Ma questa sarà la verità, o sarà un sogno?”. E questo da ragazzo, da seminarista, da prete, da religioso, da vescovo e da Papa. “Ma come mai il mondo è così, se Tu hai dato la Tua vita? Ma non sarà, questa, un’illusione, un alibi per consolarci?”. Un cristiano che non abbia sentito questo, qualche volta, la cui fede non sia entrata in crisi, gli manca qualcosa: è un cristiano che si accontenta con un po’ di mondanità e così va avanti nella vita. Quando uno entra in crisi – come quando Gesù disse a Pietro che il diavolo lo avrebbe messo in crisi [“vagliato”] come si fa con il grano, e tante volte il diavolo, la vita, il prossimo, tante persone ci fanno “saltare” come il grano, ci mettono in crisi – c’è sempre un pericolo, un rischio, un rischio in senso non buono, e un’opportunità. Il cristiano – questo l’ho imparato – non deve avere paura di entrare in crisi: è un segno che va avanti, che non è ancorato alla riva del fiume o del mare, che ha preso il largo e va avanti. E lì ci sono i problemi, le crisi, le incoerenze, e la crisi del proprio peccato, che ci fa tanto vergognare. E come non stancarsi? E’ una grazia. Chiedila al Signore: “Signore, che non mi stanchi. Dammi la grazia della pazienza, di andare avanti, di aspettare che venga la pace”.
Celli e Silvestrini. Il Papa a Villa Nazareth sabato è stato salutato dal cardinale Achille Silvestrini, 92 anni, semi-infermo, che ne fu a lungo il responsabile, amorosamente accompagnato dall’attuale responsabile, l’arcivescovo Claudio Celli. Il bel regalo che abbiamo avuto tutti è stato di ascoltare Silvestrini che dalla sua sedia a rotelle ha salutato Francesco con un breve discorso pronunciato con buona voce. Era un pezzo che non sentivo la voce di quel caro amico.
“Il cristiano – questo l’ho imparato – non deve avere paura di entrare in crisi:”
🙂
“Se si è credenti, non bisogna avere paura.
Di andare in crisi.
Di ribellarsi a Dio.
Di non avere più fede.
Di non sapere più nulla.
La crisi, in realtà, può essere salutare.
La ribellione può aiutarci a sbarazzarci di una idea di Dio che era tutta nostra.
Pensare di non avere più fede può essere il passaggio per rafforzarla.
Non saper più nulla, una lezione da tenere preziosa.”
Vedo che non l’ha ancora fatto nessuno e non c’entra niente con il post, ma oggi la Chiesa ricorda un santo molto importante e a me particolarmente caro: colgo l’occasione per fare gli auguri di buon onomastico a Luigi Accattoli, Luigi M. e tutti coloro che portano questo nome.
Associomi di cuore!!
Buon onomastico!
Dio non è un’idea, è una presenza reale, tangibile. Io almeno vivo così il rapporto con Dio. Non mi diletto ad interrogarLo, non oserei. Nel momento del bisogno ho dialogato con Gesù, la Vergine Maria e sono stata ascoltata nella misura in cui lo era la Volontà di Dio.
Non è vero che se il cristiano non entra mai in crisi col Padreterno gli manca qualcosa o è uno ” che si accontenta con un po’ di mondanità e così va avanti nella vita”. Non perché lo dice Papa Francesco deve essere vero necessariamente per tutti. Ciascuno vivrà la fede in base alla Grazie il Signore vorrà concedere.
Le crisi avvengono ci sono, certo che si, a volte durano talmente tanto che sembra quel viaggio nel deserto non debba mai terminare. Ma non riguardano Nostro Signore che è sempre lì, un punto fermo, un faro, la stessa polare. Riguardano semmai la mia interiorità in divenire, la mia umanità in relazione, come poter servire Dio nello Spirito e, come naturale conseguenza, servire gli altri ,il prossimo.
E’ la percezione della mia limitatezza, pochezza, fragilità; è la sfiducia nel mondo, nelle applicazioni di cieche leggi della natura materiale- malattie, dolore, terremoti, pestilenze- una natura senza intelligenza né libertà. Questo riesci a mettermi in crisi; il confronto con la malvagità, la prepotenza, la cattiveria altrui, per me varrà sempre quel :«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio,e il cui cuore si allontana dal SIGNORE!
Non la fiducia in Dio, in Gesù: Amen! Fino al giorno del giudizio
@la stella polare.
Scusa Clodine, ma le ” cieche leggi della natura materiale -malattie, dolore, terremoti,pestilenze -” e quella stessa ” natura senza intelligenza né libertà” (bellissime definizioni entrambe, ndr), Chi le ha create?
E dunque, se- giustamente – questo riesce a mettere in crisi……
Non dite cose molto diverse,tu e Bergoglio.
🙂
Ringrazio degli auguri, ricordando un aneddoto di San Luigi Gonzaga che mi ha sempre colpito.
« Che cosa faresti ? gli chiese un compagno durante la ricreazione ? se tu sapessi di dover morire all’istante? ». « Continuerei a giocare », rispose sicuro Luigi.
A San Luigi Gonzaga, con una fede così grande, possiamo dire che “mancava qualcosa” o che aveva qualcosa in più?
per me è più “attraente”, se mi passi il termine, chi come Gesù sulla croce grida Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato? Costui, più che i Santi dalle granitiche certezze, li sento come compagni di viaggio .
cristina Vicquery
Grazie ai visitatori che mi hanno salutato nel giorno di San Luigi. Ricambio con l’augurio di una buona estate.
Sono ancora in tempo ? Si ? Allora, BUON ONOMASTICO AL NOSTRO “PADRONE DI CASA”, E BUON ONOMASTICO A LUIGI / FIDES !!!!!
Ciao a tutti !
Roberto Caligaris
@picchio
il grido di Gesù in croce è tutto meno che una espressione di dubbio.
“A San Luigi Gonzaga, con una fede così grande, possiamo dire che “mancava qualcosa” o che aveva qualcosa in più?”
Possiamo dire, intanto, che ha avuto degli ottimi agiografi che hanno tramandato “il detto”…..
Scherzo, naturalmente.
Però vorrei dire che l’esperienza della crisi e del dubbio è riportata anche da una quantità di santi & sante, per alcuni anzi trattandosi non di momenti, ma di periodi: e lunghi, sofferti e solitari….
Le crisi dei santi sono crisi esistenziali che non riguardano l’ambito della fede.
I Santi hanno esperienze totalizzanti con Dio, hanno a che fare con il “mysterium tremendum et fascinans” ,c’é l’abbassamento di Dio che entra in contatto con lo spirito della creatura. Ci troviamo di fronte ad esperienze fortissime inamagginabili. Esperienze totalizzanti in cui tutto l’ Essere pervade e informa il soggetto. IN tutte le vite dei Santi è presente la componente gioiosa e al tempo stesso angosciante, ma perché è un ambito che trascende le umane percezioni e allo stesso tempo, esige una piena coscienza di ciò che si vive che non consente confusione a riguardo. Ora, sappiamo bene, basterebbe leggere le vite dei Santi a tutte le interferenze luciferine siano sottoposte queste anime belle e quanto queste -interferenze- “giochino” e a tutti i livelli : psicologico, spirituale, animico, umano! Non sono dei pazzi dinnanzi ad allucinazioni, ma persone sottoposte a fenomeni visivi…
San Giovanni della Croce descrive in modo perfetto la concentrazione spirituale, lo sfiancamento che comporta dover “ricacciare” ciò che non è da Dio! Queste comporta delle crisi, delle fratturre, certamente. Ma sono del tutto aliene dalla fede in Dio…che è totale e perfetta.
@inimmaginabili…
chiedo venia ma scrivo da un piccolo dispositivo mobile in cui è digitare è una iattura!
preghiera di san Giovanni Paolo II a San Luigi Gonzaga
S.Luigi, povero in spirito ,a te con fiducia ci rivolgiamo benedicendo il Padre celeste perché in te ci ha offerto una prova eloquente del suo amore misericordioso. Umile e confidente adoratore dei disegni del Cuore divino, ti sei spogliato sin da adolescente di ogni onore mondano e di ogni terrena fortuna. Hai rivestito il cilicio della perfetta castità, hai percorso la strada dell’obbedienza, ti sei fatto povero per servire Iddio, tutto a lui offrendo per amore.
Tu, puro di cuore, rendici liberi da ogni mondana schiavitù. Non permettere che i giovani cadano vittime dell’odio e della violenza; non lasciare che essi cedano alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici. Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido, difendili dall’egoismo che acceca, salvali dal potere del Maligno.Rendili testimoni della purezza del cuore.
Tu eroico apostolo della carità ottienici il dono della divina misericordia che smuova i cuori induriti dall’egoismo e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.Fa’ che anche l’odierna generazione abbia il coraggio di andare contro corrente, quando si tratta di spendere la vita, per costruire il Regno di Cristo.Sappia anch’essa condividere la tua stessa passione per l’uomo, riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la divina presenza di Cristo.
Con te invochiamo Maria, la Madre del Redentore.
A lei affidiamo l’anima e il corpo, ogni miseria ed angustia, la vita e la morte, perché tutto in noi, come avvenne in te, si compia a gloria di Dio, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.
preghiera del card. Carlo Maria Martini a San Luigi Gonzaga
Preghiera del Card. Carlo Maria Martini
Signore Gesù, che hai rivelato a san Luigi il volto del Dio amore, e gli hai donato la forza di seguirti rinunciando a tutto ciò che al mondo appariva prestigio e ricchezza, di spendere la sua vita per i fratelli, nella letizia e nella semplicità di cuore, concedici, per sua intercessione, di accogliere il tuo disegno sulla nostra vita e di comunicare a tutti i fratelli la gioia del Vangelo, il sorriso della tua presenza d’amore. Fa’ che la tua croce sia, come lo è stata per Luigi Gonzaga, la nostra consolazione, la nostra speranza, la soluzione dei problemi oscuri della vita, la luce di tutte le notti e di tutte le prove.
E tu Maria, che hai ispirato all’adolescente Luigi il proposito della verginità, consolida in noi il desiderio della purezza e della castità, ottienici il dono di contemplare il mistero di Dio attraverso quella Parola mediante la quale Gesù ci parla, ci chiama, suscita la nostra risposta.
Te lo chiediamo, Padre, per Cristo nostro Signore nella grazia dello Spirito Santo. Amen.
“Quell’Essere, in tutto privo di colore e privo di forme;
Quell’essere che il senso del tatto non perviene a toccare: Essere in sua plenitudine, cui, unica alla mente che regge il timone dell’anima è concesso contemplare (e in rapporto a quell’essere è il vero sapere); quest’Essere in tal luogo ha dimora. Siccome il pensiero d’un Dio è sostentanto da
pura intellezione e pura cogitazione ( anche il pensiero di ogni anima che senta il bisogno d’accogliere quanto si addice alla sua natura).
Questo pensiero, quanto in lunghi intervalli di tempo perviene a scorgere l’Essere, ardentemente gli sorride, contempla la Verità, se ne nutre tutto vivo di gioia”.
Platone.
I dialoghi, Vol. 1. L’Apologia e le epistole, pag 919 (Rizzoli 1953).
Grazie, Maria Cristina,per la bellissima preghiera al Santo della purezza tanto amato da San Giovanni Bosco!
(Auguri , fuori tempo,lo so, a Luigi Accattoli e Luigi Mortari/Fides)
Luigi auguri!!. Scusami per il ritardo.
I santi, come spiegava benissimo Benedetto in quella omelia rimasta celebre sulla festa di tutti i Santi, non sono una schiera di supereroi , ma sono una folla di persone” normalissime”, la maggior parte delle quali sconosciuta…. se non per il loro straordinario rimanere attaccati a Gesù Cristo, qualsiasi cosa succeda loro…
Sono coloro che vogliono a tutti i costi ” essere amici di Gesù”, né piu’ né meno.
L’avere dubbi, esitazioni, momenti di sconforto, attimi di ribellione, momenti di incomprensione ecc ecc. non è affatto incompatibile con l’amicizia vera, non con quella idealizzata.
Dunque, è perfettamente compatibile con la Fede vera .Ed è perfettamente compatibile con la santità. Non mi risulta che “requisito” della santità sia mai stato quello di una fede “totale e perfetta”…
Il santo vive continuamente con Gesù, e quindi con Gesù, e con chi altri dovrebbe?’, ha un dialogo vivo e palpitante. Che puo’ comprendere di tutto.
Ergo: le crisi investono in pieno il piano della fede, altroche storie.
Ma non significa affatto che portino a una sua sparizione:anzi, spesso portano ad un suo rafforzamento.
Basti pensare a Pietro che rinnega pubblicamente, spergiurando e imprecando violentemente, di avere anche solo conosciuto quello che per rivelazione aveva riconosciuto come il Figlio del Dio vivente.
Basti pensare a Madre Teresa che scriveva con franchezza dolorosa: se non c’è alcun Dio non c’è neppure l’anima, e allora anche tu, Gesù, non sei vero….
Capisco che ci possa prendere l’ansia da prestazione cattolica e ci piazziamo davanti al naso dei supermachi e delle wonderwoman della fede per gasarci un po’, ma i santi sono molto piu’ alla nostra portata e alla nostra misura, fortunatamente….
🙂 🙂 🙂
w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2006/documents/hf_ben-xvi_hom_20061101_all-saints.html
la differenza caro Lorenzo la fa l’OGGETTO del dubbio.
I santi infatti dubitavano di se’ stessi, del proprio EGO, e lungi da ritenersi dei superuomini si sentivano dei vermi, dei nulla . la notte oscura dei mistici è la netta sensazione dell’anima di essere talmente lontani dalla divinità da non poter mai presentarsi alla Maestà di Dio.
i moderni “dubbiosi” alla Bergoglio invece dubitano di Dio, ma non dubitano affatto di se’ stessi e del proprio Ego, delle prorie scelte, delle proprie opinioni, di tutto quello che è il proprio “SE'”
i moderni dubbiosi alla Bergoglio dubitano di Dio , della fede , dei dogmi, della santità della Chiesa, insomma dubitano di tutto fuori da se’ stessi ma non dubitano mai di se’ stessi e della propria vanità. anzi . son convinti di essere dei grandi riformatori, son convinti ( mentre stanno distruggendo tutto) di essere dei grandi uomini.
la differenza tra i moderni dubbiosi e i santi è proprio questa. chiunque dubiti di se’ stesso e del proprio EGO, chiunque creda di essere un nulla davanti a Dio, chiunque passi nella notte oscura dell’angoscia di essere per sempre separato dalla divinità, ha dei dubbi santi e ragionevoli.
chiunque invece dubiti della Maestà di Dio, della Santa Fede cattolica , mentre non dubita affatto di se’ stesso , anzi, si presenta arrogantemente convinto della propria mediocrità, non ha dei “dubbi santi “ma solo poca, poca fede in Dio, tanta fede in se’ stesso..
fra avere dei dubbi santi e avere poca fede in Dio , c’è un abisso.
come disse il Beato card. Newman: cento dubbi non fanno una mancanza di fede.
Scusate la citazione esatta del Beato card. Newman è ( dalla Apologia pro vita sua)”mille difficoltà non fanno un dubbio”
questa è la risposta che dava a chi gli chiedeva se non aveva dei dubbi ad abbracciare la fede cattolica ( dall’anglicanesimo) per esempio vedendo il culto dei santi, delle reliquie, la devozione popolare alla Vergine Maria. Se non pensav che fossero tutte “superstizioni!”
Il Beato card. Newman risponde che per la sua educazione , sensibilità e carattere ha “mille difficoltà “ad accettare certe forme della devozione cattolica, il culto dei santi, delle reliquie , le processioni con la statua della Vergine ecc. ecc , ma che “mille difficoltà non fanno un dubbio”
Se non c’è alcun Dio non c’è neppure l’anima, e allora anche tu, Gesù, non sei vero…
Per Madre Teresa di Calcutta, Cristo era egli stesso il vuoto, «Gesù, l’Assente», colui che sempre tace. Per oltre metà della sua vita, un solo grido: «Mi hai respinto, mi hai gettato via, non voluta e non amata. Io chiamo, io mi aggrappo, io voglio, ma non c’è Alcuno che risponda. Nessuno, nessuno. Sola… Dov’è la mia Fede… Perfino quaggiù nel profondo, null’altro che vuoto e oscurità —Mio Dio—come fa male questa pena sconosciuta… Per che cosa mi tormento? Se non c’è alcun Dio non c’è neppure l’anima, e allora anche tu, Gesù, non sei vero… Io non ho alcuna Fede. Nessuna Fede, nessun amore, nessuno zelo. La salvezza delle anime non mi attrae, il Paradiso non significa nulla… Io non ho niente, neppure la realtà della presenza di Dio»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/25/calcutta.shtml
cristina vicquery
Frena Maria Cristina, frena.
I mistici sono una sparuta, e benedetta, minoranza.
E , benché ci risolverebbe tremendamente le cose, non funziona tutto a scure.
Zac, fede piena, 1000 punti, saaaaaanto!
Zac, dubbio sulla fede, buuuuuuuu, all’inferno.
Ma che modo è di vedere le cose?
Allora, scendiamo dai max sistemi, e veniamo al terra terra, che così mi spiego per benino.
Esiste sulla terra e in cielo qualcosa di piu’ lontano da un santo, di me?
No: lo dico con certezza.
Tuttavia, posso dire che io non ho mai perso la fede, manco un momento solo. Pur avendo messo sotto processo Dio dalla a alla zeta, o per meglio dire dalla D alla o. E non per questioni finemente teologiche, dottrinarie o sapienziali: ma perché indignato, incazzato e accusatorio nero per quello che vedevo e vedo capitare sotto i miei occhi, sotto il mio corpo e nella mia storia.
E per onestà tengo a sottolineare che non un grammo di quella indignazione e di quella incazzatura sono passate.
Tuttavia la fede nel Dio di Gesù Cristo è rimasta : anzi è aumentata in modo inevitabilmente doloroso.
Fermi tutti: non mi porto ad esempio. Ci mancherebbe pure.
Dico solo che se una bestia riottosa come me ha passato al suo vaglio poveraccio quella che credeva essere una fede granitica, trovandola facente acqua da tutte le parti, e se è qui a credere in Cristo, questo
a) succede per sua grazia, e non certo per mio merito. Lui è quello fedele, mica io.
B) questo significa che il dubbio, l’incertezza, l’angoscia, il rifiuto, tutto quello che ci vuoi mettere, POSSONO NON ESSERE INCOMPATIBILI con la fede in Cristo. Posso dire con certezza, nel caso mio, che se avessi nascosto tutto sotto il tappeto, ripetendomi due o tre frasette tranquillizzanti come mantra,
adesso non sarei qui, nè come cristiano, né come uomo.
Scusa la deriva personale, ma spero chiarisca quello che intendevo dire.
Luigi M
Era questo che intendevo quando ho citato il il grido di Gesù sula croce:
dal link precedente:
Per favore, distruggete quelle lettere», aveva chiesto un giorno la missionaria di Calcutta, che oggi è beata e presto sarà santa. Ma lo stesso «giudice» nominato dal Vaticano, cioè il reverendo Brian Kolodiejchuk postulatore della causa di canonizzazione, ha rivisto quei testi; e ha deciso che valesse la pena di correre il rischio dello «scandalo». Primo, perché si è ritenuto che ai lettori credenti, o anche no, sarà comunicato—più che la tentazione scorante del dubbio — il conforto di un esempio condiviso: del sapere cioè che anche una santa ha dovuto lottare tanto, e non si è arresa. Secondo, perché la stessa Madre Teresa, nelle sue lettere, indica la luce nel buio: se il Cristo senza peccato, sulla Croce, grida «Dio mio, perché mi hai abbandonato? », anche lei può e deve condividere la stessa pena…
cristina vicquery
Ogni cristiano ha il dovere di tendere alla santità, anzi, s’invoca una vocazione universale alla santità.
Ma vi sono persone, i Santi appunto, che sono tali perché hanno ricevuto in dono la “conoscenza del sacro” – “ierognosi”- che è un carisma peculiare, specifico. Un carisma che trascende le forze della natura. Un dono che nn si può spiegare in modo naturale né preternaturale.
Siccome quello che l’uomo riceve in dono deve , poi, anche diventare un suo compito… lo scontro tra ciò che si è ricevuto e la propria inadeguatezza, miseria ,fragilità, crea un corto circuito . Una crisi esistenziale, un conflitto tra l’annietamento del proprio io, del proprio ego (“sono un verme di terra”, ripeteva la mistica Natuzza Evolo-“Una piccola matita nelle mani di Dio” Madre Teresa di calcutta) e la Potenza che li pervade della quale sono perfettamente consapevoli !
La famosa “notte oscura”, al contrario di come erronemanete si pensi, non è affatto un “vulnus” o l’incipit di un dubbio. Ma un cammino spirituale che porta all perfetta unione d’amore con Dio quale è possibile raggiungere in questa vita.
“In una notte oscura,
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!,
uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata”
(Giovanni.Della Croce)
Il dubbio è quanto di più nefasto possa colpire un’anima, è la mostruosa pretesa di obbedire solo dopo aver risolto l’incertezza per la soddisfazione di chi dubita, una tentazione riprorevole “Se mi mostrerai un segno […] allora sarò convinto della verità” (Alma 30:43).
Ho sempre insegnato ai miei ragazzi di fugare il dubbio e pregare quando sopraggiunge il cui unico scopo è distruggere la fede, la speranza e persino la famiglia. C’è una grande differenza tra un fedele -“obbedirò ai comandamenti perché…” e un dubbioso -“obbedirò ai comandamenti se…”
Il dubbio è un tarlo, una iattura, una tentazione che ha un’iportanza e un potere etern0.
…
Certo, Lorenzo, quando la vita, la natura cieca e brutale, mostra la sua faccia cattiva si può entrare in crisi. Ma, ha mai smesso Dio di inviare il Consolatore a chi lo chiede con fede? No.
Io ho vissuto una tragedia, la morte improvvisa di un mio fratellino, e miei genitori non riuscirono mai a superare quella prova: poca fede, e molti, troppi dubbi…han finito per irrigidire i loro cuori, congelati come statue di sale…
Il dubbio impedisce la carezza di Dio…
la morte di un figlio o di un fratello sono cose diverse, non essere così dura nel giudicare i tuoi genitori, che già tanto hanno sofferto. un abbraccio
cristina vicquery
E’ vero , hai ragione, un dolore di quelli… non si racconta .
Come potrei giudicarli…per carità….li ho amati tanto.
Un abbraccio anche a te.
Clo
Ma no, non c’è dubbio che impedisca la carezza di Dio.
Dio ci è vicino comunque, indipendentemente dal suo silenzio , dalla sua assenza.
E indipendentemente dal nostro dubbio.
Ille fidelis…..fosse per noi, campa cavallo.
Lui resta.Non si spaventa del nostro rifiuto.Della nostra ribellione.Della nostra bestemmia: che, in certi casi, è l’unica, disperata e orrenda forma di grido della fede.
Dio non ha i nostri rispetti umani e le nostre devozioni.
E’ finito a pezzi su una croce, sotto gli occhi impotenti di sua madre.
Non si spaventa certo per due domande o per due imprecazioni…
Abbarbicati come cozze a Gesù Cristo crocifisso. Questo è tutto.
Con tutto il rispetto per la ” ierognosi”.
🙂
Sorbole, sempre sicuri di come la pensa Dio, anche di cosa lo spaventa!
🙂
vero.
Ma questo è questo che penso io, ovviamente. Parlo a puro titolo personale.
A quale, se no?
ooops..
“questo è quello che penso io “
Ovvero, @Lorenzo, su pensi che lui pensi…
su>tu
lui, Lui?
Si.
Chi sono io per non dubitare ?
Buon sabato !
Roberto Caligaris