“E’ vietato scendere dalla parte opposta al marciapiede riservato al servizio viaggiatori”: lo ripete il capotreno a ogni fermata. Era un avviso che da sempre davo ai figli in partenza per il primo viaggio da soli perchè mi era mancato una notte del secolo scorso quando ero sceso con lieta furia dalla parte “opposta” e non avevo trovato quella che era corsa a cercarmi lungo le carrozze, guardando avanti e dietro. Non c’erano i telefonini e ci perdemmo. Chissà a quanti sarà capitato. Ed ecco il provvidenziale avviso: davvero il progresso non ferma.
Vietato scendere dalla parte opposta
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Dicono anche: «È vietato oltrepassare la riga gialla in attesa dei treni». Avviso cretinissimo, perché significa che se uno non attende il treno, ma per esempio vuole semplicemente suicidarsi, la riga gialla la può oltrepassare tranquillamente.
Fuori tema: più ridicoli di Berlusconi e delle sue battute da vecchio quelli che fanno gli offesi per conto terzi e quelli che si scusano scrivendo al New York TImes.
Può capitare facilmente che chi subisca un avvelenamento sia preso dalle convulsioni. Stanno (lascio il soggetto sottinteso) inoculando massicce dosi di veleno nella nostra “comunità” e nemmeno ce ne accorgiamo. Ci consoliamo pensando: io non ho le convulsioni. Forse perché la nostra coscienza è già moribonda.
Sarò, anzi, sono tonto (ed il venerdì sera, quasi alla fine della settimana lavorativa, e dopo la solita riunione in parrocchia, anche più del solito), ma, caro Targum 55, non sono certo d’aver ben compreso il significato del tuo “metaforico” intervento: potresti, per cortesia, spiegarti più “direttamente” ?
Comunque, delle “battute” cretine del nostro Capo del Governo s’è parlato, a questo punto, sin troppo: resta, per noi italiani, la vergogna di un simile discredito, e quella – temo – nessuno ce la toglie.
Domani comprerò il libro del Cardinale Martini: mi aspetto molto e spero di non restare deluso.
Domani spero anche che i quotidiani commentino con chiarezza l’intervento del Pontefice sulla questione-trapianti: dai vari flash d’agenzia, reports, “ultimora” , etc., non ci ho capito molto (ma, forse, è sempre perchè sono tonto ………….).
Buona notte a tutti !
Roberto 55
questione-trapianti:
Osservatore Romano:
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html
ripreso da
http://incompiutezza2.wordpress.com/2008/11/08/benedetto-xvi-e-la-donazione-degli-organi/
Essendo gaddiano (per usare l’orribile linguaggio di leonardo sono più carloemiliolatrico che martinolatra) non posso che provare nausea e stizza puntuta a fronte del piccolo piccolo piccolissimo silvio.
il povero scemo che vi scrive però non ha capito che “alcuni scrivono al NYT per scusarsi” ma per dire che in Italia non c’è solo il piccolo silvio defensor familiae, fidei, ecclesiae, moris (lo stesso concubino bigamo in situazione canonica matrimoniale irregolare che ci ha graziosamente donato la defilippi costanzo il grande fratello e da ultimo ha trasmesso il codice da vinci).
vai Leo, vai avanti a difendere berlusconi e a sbertucciare martini, avanti così, avanti così vedrai che presto ti pigliano alle iene che nel mondo di silvio sono le paladine della moralità
Intanto hai cominciato a usare maiuscole e minuscole a capocchia. Tra un po’ scriverai come Matteo Altro che trovare «orribili» certe neoformazioni senza pretese, ma evidentemente grottesche e fatte per ridere. (“Carinerie”, le definirebbe l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare).
(Nota per Ignigo: l’ultima espressione è ironica).
“non sono certo d’aver ben compreso il significato del tuo “metaforico” intervento”.
Metafora evidentemente malriuscita e che non merita ulteriore attenzione. La tontaggine è tutta mia.
Un abbraccio e una buona serata a tutti!
Approfitto del computer di un amico per scrivervi.
Spero, Fabrizio,che non mi avrai creduta maleducata nel non rispondere subito al tuo quesito. Dunque!, la mia famiglia è decisamente repubblicana (tranne mia suocera che era democratica) e quindi si continua la tradizione, ed io rispetto tutti per le loro idee. Essendo mio marito stato parte delle forze armate americane, comprenderai bene che le idee sono più vicine ai repubblicani che ai democratici. Per quello che mi riguarda, non è che io non ho votato per Obama. Io non ho votato affatto!
Detto questo, il nostro nuovo presidente avrà il sostegno della maggioranza degli americani che, già in altre occasioni, hanno saputo dimostrare che in tempi bui e di crisi ci si stringe insieme e si lavora per il bene della nazione.
Mio caro Roberto, non te la prendere per le battute infelici dei politici e non. Quello che in altre parti del mondo è centrale ed importante, in Italia sembra essere marginale e diventa un buon deterrente per distogliere l’attenzione dai problemi veri.
Vedere anche un Direttore di telegiornale gongolante come se avesse vinto lui le presidenziali americane, dà la percezione del divario che esiste tra la gente comune, i politici,l’informazione.
A parte l’incipit del discorso del Presidente Obama, mi piace sottolineare la frase ” … non esistono stati blu o rossi, esistono gli Stati Uniti d’America”.
In Italia ( e molto di più in questi giorni che lo vedo di persona) mi pare di osservare la demarcazione sempre più netta tra Destra, Sinistra, Centro, Un po’ più di là e un po’ più di qua, ecc. ecc.ecc. ecc. Nord, Sud, Isole, Centro, ecc.ecc.ecc.
Forse, ma solo forse, invece di tante parole inutili scritte e dette dalla stampa italiana, sarebbe stato il caso di sottolineare quali siano state le ragioni che hanno condotto all’elezione di Barack Obama a presidente degli USA. Quelle poche parole che, cucinate in ogni salsa, hanno saputo infiammare i cuori degli americani ed hanno saputo riaccendere una speranza di miglioramento.
Personalmente, non paragonerei Obama ad alcuno. La sua forza sta proprio nel fatto di essere lui stesso e di stare interpretando la Storia.Oltre, naturalmente, ad aver compreso le necessità del momento storico ed economico particolare.
Se , invece di battutacce e snobberie varie, si prendesse esempio da ciò che Obama ha saputo dire e fare negli ultimi due anni, sono certa che anche gli italiani saprebbero premiare il politico che si assumesse un tale fardello. Ma la vedo dura……
Un grazie di cuore a tutti quanti per il vostro affetto costante ( anche quando non ci sono…)
Sump baci e abbracci speciali (anche se a me il libro è piaciuto)
Matteo!!! …e allora questo caffè insieme?
Clodine , un bacio!
Che bell’intervento, Principessa! Sto respirando a pieni polmoni quest’arietta frizzantina che si chiama democrazia.
Grazie e baci e abbracci altrettanto speciali. Sul “libro”, che anche a me è in parte piaciuto, ti rinvio a un intervento di due ore fa (le 18:53, della discussione precedente). Ciao.
Eccomi qua !
Vorrei, intanto, sgombrare il campo da possibili malintesi con Targum55.
Non vorrei, caro Targum55, esser stato frainteso (questo è un privilegio che spetta solo al nostro Capo del Governo): davvero, non ho capito – e, credo proprio, per demerito mio, non certo tuo – la tua metafora e, poichè m’interessava (e m’interessa) conoscere la tua opinione, ti ho chiesto di chiarirmi il tuo pensiero.
Se sarai così gentile da spiegarmene il significato, ti ringrazio sin d’ora: sennò, pazienza !, e mi resterà la curiosità.
Poi, tengo a rispondere a Principessa.
Io avevo capito (esattamente, dunque) che tu non avevi votato.
Non so quale sia il Direttore di Telegiornale (gongolante per l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi) cui tu ti riferisci: è certo, però, e te ne sarai accorta anche tu, che l’elezione di Barack Obama – a torto od a ragione, non importa: lo si vedrà in futuro – è tornata a suscitare nel mondo, in Europa, ed anche – perchè negarlo ? – in Italia, quel senso di speranza verso un futuro di pace e di desiderio di cambiamento, tanto più forte e vivo in tutti coloro – io sono tra questi – che considerano gli Stati Uniti come un indispensabile riferimento per la costruzione di un nuovo equilibrio mondiale fondato sulla pace tra i popoli, sulla loro libertà e sullo sviluppo della democrazia.
Credo – voglio essere sincero fino in fondo – che non sempre gli Stati Uniti abbiano rispettato, in passato, questo ruolo: in particolare, e senza andar troppo indietro nel tempo, la Presidenza di George W. Bush ha – secondo la mia opinione – nuociuto non solo all’immagine degli USA ma anche al rapporto del Tuo paese con il resto del mondo e ne ha sensibilmente compromesso (ad esempio, con la sciagurata avventura militare in Iraq) proprio quel ruolo di “guida”, di “faro” della democrazia mondiale che – pur tra contraddizioni ed anche qualche errore – i governi di John Kennedy e, più recentemente, anche di Bill Clinton avevano interpretato con impegno e coraggio.
La speranza (mia e di tanti altri italiani, ed anche europei) è che il vento di progresso e di rinnovamento che, negli USA, ha portato a sedersi nella Sala Ovale della Casa Bianca un giovane, semi-sconosciuto “meticcio” prenda così tanta forza che arrivi a spirare fin qui da noi: ce n’è bisogno.
Sul libro del Cardinale Martini interverrò al più presto: mi state facendo morire dalla curiosità ……………………………: ma, a questo proposito, a te, amico Sump, il libro, allora, è anche piaciuto ?
Buona notte a tutti gli amici del “pianerottolo” e buona giornata di riposo domenicale !
Roberto 55
Ieri mattina ho comprato il libro “conversazioni notturne” di Martini-Sporschill,
sono arrivato a metà della lettura, un po’ divorandolo, una grande gioia per il cuore.
Trasuda fede e cammino di fiducia in Dio e nelle sue creature, che stimola ad accettare le sue provocazioni, dove mette al centro Cristo, nel gioco della libertà degli uomini.
Un uomo, che con le sue parole, azioni, e opere ha collaborato a formare il magistero della Chiesa, e che vicino alla morte alzando gli occhi verso il Padre che si accinge ad accoglierlo,
fà sintesi della sua vita in Cristo, facendolo diventare un messaggio che recependo per se, dona a tutti gli uomini.
Ho letto su questo libro delle strane considerazioni, e devo arguire che altri non hanno letto lo stesso mio libro.
vorrei rispondere qui a Sum e Leonardo.
Ho ovviamente reagito in modo differente ai vostri discorsi.
Sum è sempre mansueto e pensoso, sincero e deciso, invita a continuare un eventuale confronto.
Leonardo è certo sicuro e maestoso sulle sue opinioni e suscita almeno in me reazioni agli antipodi di quelle evocate da Sum.
Leonardo è in buona compagnia con Mandis che sostiene “Dio è cattolico”.
Ecco bravi, frequantatevi tra di voi, a me lasciatemi in pace.
Però.
Una cosa ve la voglio dire e lo faccio credetemi fraternamente.
Ieri sera ero presente quando qualcuno ha chiesto ad un cardinale arcivescovo in cura d’anime cosa dobbiamo pensare di tutti questi cristiani che puntano il dito su Martini dicendo che non è ortodosso, cosa dobbiamo pensare di chi scrive che non è ortodosso.
Il cardinale arcivescovo in cura d’anime ha risposto che è poco cristiano chi sostiene questo, e nei contenuti e nella forma.
Perchè un conto è discutere (come fa sum) lasciando anche ai pastori uno spazio di libertà che si chiama coscienza e intelligenza, un conto è dire che devono ripetere pedissequamente la dottrina e il magistero, senza nemmeno provare a leggere i segni dei tempi.
Avrei desiderato far cadere la metafora per non essere offensivo verso qualcuno. Dico solo che a me pare incredibile che persone avvedute e formate cristianamente non si accorgano di come la nostra società sia investita da atteggiamenti, parole, discorsi, comportamenti sempre più espliciti e sfrontati che rinnegano alla radice alcuni presupposti ineliminabili di semplice “umanità”. Questa cecità induce a prendersela con le reazioni scomposte o ridicole, senza saperne individuare la matrice. Forse siamo davvero tutti troppo anestetizzati. In sintesi: è difficile mantenere il buonumore.
“Perché un conto è discutere (…) lasciando anche ai pastori uno spazio di libertà che si chiama coscienza e intelligenza, un conto è dire che devono ripetere pedissequamente la dottrina e il magistero, senza nemmeno provare a leggere i segni dei tempi”.
Mi sembra che le parole di Ignigo non facciano una piega: un pastore non è un magnetofono, né Cristo sembra aver scelto – come apostoli – i discepoli più accomodanti o avulsi da ogni critica: tutt’altro. Tutto il Nuovo Testamento ci dimostra fino a che punto essi hanno avuto bisogno di tutta la loro intelligenza e coscienza, di tutta la loro libertà, per far fronte ad impegni apparentemente impossibili: eppure il loro “seminario” era indiscutibilmente unico e inimitabile: tre anni di pratica e studio sotto la direzione di Gesù in persona, “esame di maturità” con l’assistenza diretta dello Spirito Santo! Il che non impedì, né rese inutile, un confronto e uno scontro fra loro su argomenti di primaria importanza, organizzativa e dottrinale.
D’altra parte – torniamo sempre all’et et – non potremmo certo concluderne che non esiste un depositum fidei, da comunicare così come lo abbiamo ricevuto, respingendo ogni tentativo di modifica. Certe verità sono tali e basta, devi solo accettarle, farle tue e diffonderle: di fronte ad esse un cattolico (e tanto più un pastore cattolico) che tale voglia restare rinuncia alla propria libertà, non ha bisogno d’intelligenza né di coscienza, ma solo dell’umiltà di chi chiude gli occhi e dice sì.
Il problema sarà – semmai – definire i limiti di questo depositum indiscutibile. Qui occorrerebbero competenze che io non possiedo nemmeno da lontano. Ma il buonsenso (la coscienza?) mi suggerisce di non allargarlo troppo, ‘sto deposito. Se provassimo a dire ognuno la nostra, sull’argomento?
Ma cosa vuoi dire mio caro quando c’è gente che ha un’idea talmente piccola e idolatrica di Dio da riuscire a dire che “Dio è cattolico”. Ma Mandi ha letto san Paolo? E il quarto vangelo?
Boh, forse bisogna avvisare il card. Biffi che c’è in giro il VI vangelo (quello di mandis-leonardo-& company): il buon emerito bononiense era arrivato a descrivere solo il V (in modo insuperabile).
ciao Principessa,
purtroppo da un po di tempo sto leggendo i commenti a volo di farfalla,
e solo ora mi accorgo che tu sei a Roma veramente, non so se stai girando per l’Italia, ovviamente il blog è anche una piazza aperta.
A me fa piacere incontrarti, come dice Nino, prendere un caffè con un amico supera ogni relazione virtuale.
Se sei ancora a Roma, do la disponibilità al buon Luigi di passarti la mia e-mail, giurando che sarò un buon “ragazzo”.
un saluto sincero
@ Ignigo
serve sprecarsi tanto nel tuo sacro fuoco?
Ti apprezzo molto nelle tue espressioni molto sanguigne anche se sono rimasto perplesso in un solo caso di un tuo commento. Ma questo mi dà il senso della tua indipendenza di giudizio e di coscienza.
purtroppo la stanchezza di leggere alcune continue sclerotizzate ripetizioni,
mi fanno sorvolare le letture dei commenti, perdendomi anche apporti di notevole ricchezza.
Caro Luigi,
nelle poche volte che viaggio in treno negli ultimi tempi, sento sempre la voglia di scendere dalla parte opposta a marciapiede di fermata.
Non riuscirò mai ad abituarmi ai comportamenti di “massa”.
Negli ultimi tempi sono stato testimone di due avvenimenti su bus e su metro in cui delle persone hanno manifestato violenza.. Tutti Zitti. In un caso una vecchina, ha chiesto gentilmente che si calmassero, l’hanno presa a scherno, allora ho alzato la voce io in modo particolarmente convincente, scesero tutti, dopo quasi tutti nel vagone mi siscagliarono contro, per la paura che avvenisse qualcosa che non sapevano gestire.
La vecchina girava gli occhi confusa!
Sempre di più la gente dinanzi a situazioni di soppruso o violenza si appiattisce alle pareti, cercando di scomparire, potrebbero fare unità, e invece ognuno pensa al suo personale interesse da non disturbare.
Immagino quando a 80 anni finirò ammazzato di botte, per non aver taciuto.
Per amore del mio popolo non tacerò.
Non sono un gran bel cristiano, ma dove posso…. nel mio piccolo…..,
certo se vado avanti così una sera potrei non rientrare a casa…
un saluto
@SUMP
“Se provassimo a dire ognuno la nostra, sull’argomento?”
Caro SUMP , posso solo in parte raccogliere l’invito che immagino tu abbia voluto estendere al condominio.
Io non faccio testo, nel senso che per me Padre Carlo è un una grazia ricevuta e non richiesta.
Di lui ho letto TUTTO, ho ascoltato sue omelie, l’ultima lo scorso anno il 26 maggio a S. Ignazio quando consacrò 7 nuovi gesuiti.
E’ un’orchestra armoniosa che trascina e fa sognare.
Nel suo golfo mistico anche un ranocchio o una “campana” si sentirebbero Pavarotti o Horowitz. In questa ultima intervista parla a tutti, la sua pastorale riguarda l’umanità del nostro tempo : credenti, atei, fedeli di altre religioni mettendo al centro la Bibbia e i giovani.
Mi fermo qui, non sono un esegeta ne un critico di letteratura.
Ma questo mi aspettavo.
Che mi toccasse ancora una volta il cuore e il profondo dello spirito, nel ricordarmi che la fragilità è la cifra e il fattore comune prevalente dell’umanità su cui l’amore di Cristo Gesù interviene prospettando la salvezza e la vita eterna a tutti senza distinzioni.
Il resto sono dispute farisaiche che servono a nulla o a guardarsi l’ombelico.
Adm.
Matteo, hai ragione: difficile seguire i discorsi.
Di leonardo apprezzo la brevità, che cerco di fare mia.
un caro saluto a tutti.
@ Nino,
il 15 ottobre è uscito l’ultimo libro di Martini, un corso di esercizi ignaziani che ha guidato lo scorso anno dal titolo IL CORAGGIO DELLA PASSIONE.
Tu sai bene che che solo chi conosce bene Martini sa cosa si perde della spiritualità ignaziana.
Il Libro è veramente un dono di questo momento di vita di Martini.
Ed. Piemme, 14€
ciao
Provo a rispondere, come riesco, all’amico Sump.
Io credo che Nostro Signore ci ha donato la libertà di seguirlo affinchè ognuno di noi sappia assumersi la responsabilità di perseguire l’incontro con Lui nell’esercizio quotidiano della nostra vita.
La “Verità”, che Iddio ci ha donato la libertà di cercare, può rinvenirsi anche nei singoli esseri umani e nei fatti d’ogni giorno “nella misura in cui” (come si diceva negli anni ’70) queste Verità sono comprese ed accettate da ognuno di noi, nelle nostre azioni e nei nostri comportamenti, che, come tali, ovviamente, risentono inevitabilmente dell’evoluzione delle mentalità e delle situazioni culturali, storiche, politiche.
Sono questi, insomma, i “segni dei tempi”, che Papa Giovanni XXIII ci ha insegnato (nella “Pacem in terris”) a conoscere ed a ri-conoscere (Papa Giovanni li aveva individuati nell’ascesa delle classi lavoratrici e nei mutamenti sociali di quel periodo, nel desiderio d’emancipazione della condizione femminile, nella nascita di nuovi Stati e di inediti protagonisti della scena internazionale, seguita alla “de-colonizzazione”).
Risiede nella nostra responsabile libertà di fedeli, insomma, provare, ogni giorno, con l’aiuto, ed in comunione con la Chiesa di Roma, a cercare l’incontro con Nostro Signore costruendo, nel contempo, un mondo nuovo, più giusto e solidale, fondato – proprio come ebbe a dire Papa Giovanni – sulla “verità dell’uomo”, ossia di ogni persona umana.
T’ho risposto, caro Sump ? Non tanto, mi sa: almeno, però, ho detto la mia; e se m’è “scappato” qualche “sfondone”, pazienza !, ‘chè, tanto, siamo tra amici.
Non prendertela, Ignigo, e non cambiare neppure lo stile dei tuoi interventi: personalmente, io, per quel che vale e per ciò di cui son capace, li apprezzo così.
Buona domenica sera a tutto il “pianerottolo” !
Domani si ricomincia (e ci aspetta pure lo sciopero dei trasporti pubblici: a proposito di “segni dei tempi” ………..) !
Roberto 55
« Tu sai bene che solo chi conosce bene Martini sa cosa si perde della spiritualità ignaziana.»
Ma che senso ha questa frase? Forse, dopo aver fatto strame dell’ortografia, del lessico e della sintassi, Matteo ha deciso di dare l’assalto alla logica?
Invece nel merito: la spiritualità ignaziana non sottolinea in modo particolare la virtù dell’ubbidienza al papa, (addirittura “perinde ac cadaver”)? È proprio così assurdo aspettarsi da un gesuita che desideri seguire e assecondare l’impegno apostolico del papa, piuttosto che fargli il controcanto?
Altro fuori tema: avete visto che bella rissa tra monaci (armeni e ortodossi, per la precisione) al Santo Sepolcro? Ah, i cristiani! Nessuna religione i cui adepti si comportano così potrebbe durare più di cinquant’anni, se non fosse opera di Dio.
Cari Roberto e Nino: la mia richiesta andava in un’altra direzione, ma vi ringrazio molto, primo perché ci avete provato, a rispondere; secondo perché in ogni caso le vostre argomentazioni, pertinenti o no rispetto alla domanda, mi son sembrate importanti e degne di lettura e rilettura.
Provo a spiegarmi meglio, adoperando stavolta le parole di un grande pontefice, maestro per il cuore e per la mente. Dall’udienza generale del 25 aprile 1968, Paolo VI:
«Vi sono molte cose che possono essere corrette e modificate nella vita cattolica, molte dottrine che possono essere approfondite, integrate ed esposte in termini meglio comprensibili, molte norme che possono essere semplificate e meglio adattate ai bisogni del nostro tempo; ma due cose specialmente non possono essere messe in discussione: le verità della fede, autorevolmente sancite dalla tradizione e dal magistero ecclesiastico, e le leggi costituzionali della Chiesa, con la conseguente obbedienza al ministero di governo pastorale, che Cristo ha stabilito e che la saggezza della Chiesa ha sviluppato ed esteso nelle varie membra del corpo mistico e visibile della Chiesa medesima, a guida ed a conforto della multiforme compagine del Popolo di Dio. Perciò: rinnovamento, sì; cambiamento arbitrario, no. Storia sempre viva e nuova della Chiesa, sì; storicismo dissolvitore dell’impegno dogmatico tradizionale, no; integrazione teologica secondo gli insegnamenti del Concilio, sì; teologia conforme a libere teorie soggettive, spesso mutuate a fonti avversarie, no; Chiesa aperta alla carità ecumenica, al dialogo responsabile, e al riconoscimento dei valori cristiani presso i fratelli separati, sì; irenismo rinunciatario alle verità della fede, ovvero proclive ad uniformarsi a certi principii negativi, che hanno favorito il distacco di tanti fratelli cristiani dal centro dell’unità della comunione cattolica, no; libertà religiosa per tutti nell’ambito della società civile, sì, come pure libertà di adesione personale alla religione secondo la scelta meditata della propria coscienza, sì; libertà di coscienza, come criterio di verità religiosa, non suffragata dalla autenticità d’un insegnamento serio e autorizzato, no; e così via…»
La mia domanda è: quali sono oggi, a vostro parere, quelle che Paolo VI chiamava “le verità della fede”, “che non possono essere messe in discussione”?
A Leonardo il grammatico. Ci hai informati di non esserti mai incontrato con una frase di Martini degna di memoria e che non leggerai l’ultimo suo libro: informazioni utili. Ma perchè trovi insopportabile che altri lo legga e ne discuta? Non eri tra quelli che apprezzavano il fatto che il mondo è grande? E’ grande – ho rivisto il mare e i monti l’altro ieri – e in esso c’è posto sia per chi stravede per Martini sia per chi non lo vede. E anche più.
la grammatica… che cosa buffa… può parlare molto bene anche chi non la conosce per nulla.
buona notte.
@ SUMP
Caro SUMP
Prima una precisazione di merito.
In antitesi con la nota commedia di Eduardo per me “gli esami sono finiti”, nel senso che da un pezzo in fatto di fede, e scusami non di religione, credo di aver raggiunto l’autosufficienza.
E una sorta di liberazione dalla cappa oppressiva di anni di dogmi e di obbedienza ottusa alla gerarchia che ho ritrovato solo nel periodo del militare come ufficiale di complemento dove avrei dovuto applicare “circolari” e norme ridicole, un’offesa al buon senso e all’intelligenza roba da vomito a cui non mi sono adeguato.
Allo stesso modo rifiuto le regole e più che mai quelle che tu definisci “: le verità della fede, autorevolmente sancite dalla tradizione e dal magistero ecclesiastico, e le leggi costituzionali della Chiesa, con la conseguente obbedienza al ministero di governo pastorale”;
“che Cristo ha stabilito”.
Ammiro la tua fermezza nell’affermare con determinazione convinzioni e principi in cui credi a cui rigorosamente ti adegui.
Nelle prime battute su questo blog affermavo di non avere certezze e di vivere come se ogni giorno fosse l’ultimo. Così anch’io sono conseguente e rigoroso: non obbedisco, non mi adeguo, amo la posizione di minoranza e l’opposizione. Non è una vita comoda, ma la sera mi corico ringraziando solo Dio, con cui talvolta litigo, e nessun altro.
Vengo al punto.
Come già dissi Gesù non ha scritto proprio NULLA. Gesù “non ha stabilito nulla”. Ci ha lasciato una Parola e l’esempio della sua vita fino alle estreme conseguenze.
I Vangeli sono 4. Gli stessi fatti raccontati in quattro versioni anche significativamente diverse tra loro.
Insomma verrebbe da chiedersi: ma che Dio è questo? Approssimativo, mette confusione, non lascia scritto nulla, ecc. Sarebbe questo l’Onnipotente, l’Onnisciente?
Ma forse quelli che appaiono difetti sono invece i pilastri, i punti di forza, i fondamentali della sequela a Cristo. Ha voluto così proprio per non ingabbiare nessuno sulla “legge”. Lasciare che pagani, atei, ebrei, la varia umanità creata a sua immagine e somiglianza trovasse nei contrasti tra quelle quattro versioni tradotte e ritradotte il messaggio più vicino a lui, alla sua tradizione, al suo agire, al relazionarsi con i suoi simili. Non attraverso codici, leggi, regole, drastiche che non lasciano via di scampo. Dice Paolo “la lettera uccide è lo Spirito che dà vita”.
Gesù ha fatto ogni cosa con amore, misericordia, compassione; si è messo dalla parte dell’ultimo, così la Parola si è incarnata.
“Non ci verrà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili”, così dirà il giudice Lavatino. In questa prospettiva non vedo schemi del tipo: questo si – questo no, Cristo si è lasciato tradire da Giuda, Pietro lo ha rinnegato tre volte, salverà un ladrone, perdonerà un’adultera, i discepoli che avevano vissuto con lui al suo fianco ci hanno messo 40 giorni per capire che era lui il Risorto e Didimo ha voluto toccare con mano. “Quando sono debole, è allora che sono forte” 2Cor 10-13, questa è la forza della nostra fede. Per cui oggi alla tua domanda mi sento di rispondere così: tutto può essere messo in discussione, tutto deve essere messo in discussione. Io credo che solo attraverso il faticoso esercizio di confronto continuo con la coscienza individuale e quella collettiva si possa fare un cammino verso una verità condivisa.
Adm.
@ Leonardo,
non ho mai avuto la pretesa che tu possa capire,
e proprio per questo mi sembra che non sono mai venuto qui a romperti personalmente le palle,
e non capisco perchè tu debba mancare di rispetto verso le mie personali idee,
sei un misero uomo senza idee, senza sostanza, che non apporta nulla, ma soltanto pura critica disgregativa..
Fino ad ora, soltanto critiche a tutto, lo faresti anche verso Cristo se tu potessi potessi ma non lo fai solo per non tagliarti i coglioni, perchè non avresti veramente nessun motivo allora per interloquire con gli altri compagni di pianerottolo.
Quanta miseria in questi uomini!
Caro Nino,
io forse non capisco le tue ammirazioni,
se uno si è chiuso nel suo angolino da cui vorrebbe fare a pugni con gutto il resto del mondo, e vuole rimanere fermo li cascasse il mondo, pur di non rischiare di andare a finire sulla croce, perchè tanta ammirazione! Ormai sono solo una marea di post che afferma sempre le identiche cose, forse vuol essere lasciato li dove è, tutte le tue riflessioni, comunque interessanti non lo muoveranno di un millimetro dalle sue paure.
Vertamente io ammiro te per come articoli la tua conoscenza nelle materie della fede, e hai anche una bellissima costanza.
Comunque complimenti per la pazienza, ma come diceva un mio collega, a lavar la testa….
soprattutto a Principessa che mi aveva detto della sua sensibilità,
poi anche a Clodine e Lea, le scuse per le mie espressioni.
Spero che capiscano in qualche modo anche la mia sensibilità.
Non intervengo mai sulle opinioni di Leonardo, conoscendone la sua specificità,
ma lui si ritiene talmente onnipotente da aggredirmi ogni volta che ne ha la possibilità.
Purtroppo non mi esercito abbastanza nelle sante virtu’.
un saluto
FUORI SACCO
Giornata strepitosa oggi a Roma e sulla ciclabile.
Stesso scenario bucolico che descrissi giorni fa.
Variante o del circo naturale.
Ampio prato a monte della sponda del Tevere, mandria di cavalli raggruppati e disposti in cerchio poco distanti due asini.
Tutti lì concentrati a brucare l’erba.
La scena illuminata dal sole si oscura all’improvviso, una nuvola di centinaia di storni picchia e volteggia a pochi metri dalle criniere. Rapidamente vira, cabra, ri-picchia, ri-volteggia e infine plana in mezzo ai quadrupedi che distrattamente tirano su la testa “Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo rosso e turchino, non si scomodò: Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo”; riprendendo il pasto su di un prato che d’incanto è diventato nero, ora un grande cerchio nero, con il sole che si riappropria della scena, in una sinfonia di cip, cip.
30 – 40 secondi e, come radiocomandati, gli storni ripartono salutando la mandria con un’esibizione da “frecce tricolori” poi si allontano e d’incanto spariscono dalla scena e dal cielo, il prato torna verde.
A qualche centinaia di metri dal rientro, colori variopinti all’orizzonte davanti a me qualcosa si muove, man mano che mi avvicino a quella tavolozza naturale, un fagiano testa alta e fiera passo lento e sicuro, con aria indifferente mi guarda e attraversa la pista infilandosi in un canneto.
Ho le traveggole, un miraggio a cinque chilometri da San Pietro, mi pare di aver intravisto san Francesco in compagnia di fra Leone e fra Ginepro muoversi nei paraggi.
Laudato sii mì Signore.
Caro Nino,
la tua posizione mi spaventa un po’, mi attira in parte (rifletterò molto su quel che dici a proposito dei Vangeli), nell’insieme sento che non mi appartiene, ma ti ringrazio di averla espressa con limpida e apprezzabile chiarezza.
Permettimi una sola precisazione: le parole che mi attribuisci (sulle “verità della fede” e “il governo pastorale che Cristo ha stabilito”) non sono mie: le avevo riportate fra virgolette perché tratte da un discorso postconciliare di papa Paolo VI.
Caro Leonardo,
mi vengono in mente gli epigrammi (a finta epigrafe mortuaria) che si scambiarono fra il serio e il faceto due acerrimi “nemici” letterari del Cinquecento: Paolo Giovio e Pietro Aretino.
«Qui giace l’Aretin poeta tosco:
di tutti disse mal fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: Non lo conosco.»
«Qui giace Giovio, storicone altissimo:
di tutti disse mal fuorché dell’asino,
scusandosi col dir: Egli è mio prossimo.»
Non ci crederai, Sumpontcura, ma leggendo i messaggi precedenti al tuo anche a me erano venuti in mente gli stessi versi.
Vorrei rassicurare Luigi: non mi dispiace affatto che altri apprezzino così tanto il cardinale Martini e anzi sono seriamente convinto che tra chi apprezza qualcuno e chi al contrario non lo apprezza è il primo a star meglio (e a far meglio). “Nemo nisi per amicitiam cognoscitur” dice Agostino ed è una massima aurea. Detto questo, rifaccio tutte le mie obiezioni, contando sul fatto che non si sia nei riguardi di un cardinale più rigidi difensori di quel che si è nei riguardi del papa.
Matteo pensa di essere da me aggredito: ma no, via … sono punture di spillo, al massimo sganascioni (verbali), come quelli che si scambiano simpaticamente armeni e greci là a Gerusalemme: niente di letale. Siam tutti figli di Dio. Poi resta il fatto che quella sua frase non voleva dir nulla e mi piaceva farglielo notare.
@ SUMP
mi scuso per il refuso
Errata: “Allo stesso modo rifiuto le regole e più che mai quelle che tu definisci”
Corrige: “Allo stesso modo rifiuto le regole e più che mai quelle che tu riferisci. ”
Cioè Paolo VI o altri autorevoli, sui dogmi e l’obbedienza ecc, per me il principio non cambia. Leggo, approfondisco, elaboro e assumo il comportamento che in coscienza ritengo il più coerente e giusto.
Navigo a vista, pronto a cambiare rotta e anche a rivedere e correggere, se del caso. Ma decido io, non permetto ad altri di farlo per me nè a priori nè a posteriori.
Del resto che senso avrebbe la riconciliazione?
Adm
Torno per un attimo a quanto scritto da ignigo74 il 9 Novembre 2008 @ 14:39 e al parere del cardinale arcivescovo.
Secondo me tanti cristiani non “puntano il dito su Martini dicendo che non è ortodosso”, semplicemente a volte sono confusi e disorientati dalle posizioni di Martini.
Ignigo, facciamo un esempio concreto, altrimenti continuiamo a ragionare per astratto e non si giunge a nulla (forse qualche tempo fa ne ho già parlato nel blog, perdonate la ripetizione).
Fecondazione assistita:
Il Catechismo sintetizza il Magistero dicendo che le forme di fecondazione artificiali omologa ed eterologa sono moralmente inaccettabili perché dissociano l’atto procreatore dall’atto sessuale.
Giusto o sbagliato che sia, il magistero è chiarissimo.
Martini (dialogo sulla vita con Ignazio Marino, 2006) ammette senza problemi la fecondazione artificiale omologa ed è perfino possibilista con quella eterologa (dicendo che alla fine potrebbe essere equiparabile ad un’adozione).
Una coppia credente che si trova nel drammatica situazione di scegliere cosa fare, deve seguire il Magistero rinunciando alla fecondazione assistita, capendone le motivazioni, o può seguire il cardinal Martini, che ha “letto i segni dei tempi” e deroga dal magistero?
In questo caso non ci sono vie di mezzo o possibilità d’interpretazione, o si segue il magistero o si segue Martini.
Ripeto, io né ce l’ho con Martini né gli punto il dito contro (e come potrei?) e lo considero uno dei punti di riferimento della Chiesa contemporanea, ma a volte ho l’impressione che pensi a voce un po’ troppo alta.
Bravissimo Nino con i cavalli, gli asini, gli storni e il fagiano “testa alta e fiero passo”. Bravo la prima e la seconda volta. Attendo la terza.
Leonardo versus Matteo. Leo tra la tua prosa e quella di Matteo non ho dubbi. Ma un dubbio ce l’ho sulle punture e gli sganascioni. Provo a dirlo con un argomento ad personam. Supponiamo che si affacci qua un maniaco che ti sbertucci per la punteggiatura coatta, la veduta un tantino dall’alto, la fissa per gli anacoluti, il cipiglio sentenziante tipo vecchia tartaruga di “Alice nel paese” o tipo “maestra di Charlie Brown” (come è resa nei cartoni). E non una volta ma le cento. Che diresti?
Godrei come un riccio (espressione in uso dalle mie parti, credo derivata per antifrasi dall’opinione che il riccio goda ben poco nella copula per via di tutti quegli spini). Per quanto riesca difficile crederlo, mi piace abbastanza essere sbertucciato.
E poi c’è un’altra cosa: a me Matteo sta proprio antipatico. E pensare che non lo conosco neanche! Sono i vantaggi di Internet.
“Vide Lodovico spuntar di lontano un signor tale, arrogante e soverchiatore di professione, col quale non aveva mai parlato in vita sua, ma che gli era cordiale nemico, e al quale rendeva, pur di cuore, il contraccambio: giacché è uno de’ vantaggi di questo mondo, quello di poter odiare ed esser odiati, senza conoscersi” (Manzoni, “I Promessi Sposi”, cap. IV).