Rientro ora dall’incontro in Sant’Agostino, di cui al post precedente e mando ai visitatori una foto con i levrieri di Sigismondo Pandolfo Malatesta, detto il lupo di Rimini. Nel pomeriggio ho passato un’ora nel Tempio Malatestiano in fitto dialogo con i due animali pittati da Piero della Francesca. Uno bianco e uno nero, uno tiene d’occhio l’Oriente e l’altro l’Occidente. I più nobili che io conosca. Principi dell’eleganza.
Vi dedico i cani di Sigismondo
9 Comments
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Bellissimi..
Che cosa vi siete detti dialogando ? 🙂
Abbiamo divagato sul bianco e sul nero, sul giorno e sulla notte. Il bianco insisteva sulla fedeltà e il nero sulla vigilanza. Ho azzardato qualche parola sulla presenza dei cani nelle chiese. Non mi sono parsi interessati.
Peccato che non fossero interessati. L’argomento non è dappoco. I cani non sono stati mai ben accetti in chiesa, tanto che ne è derivato un ben noto proverbio.
Solo quelli che guidano i non vedenti hanno libero accesso, e si mettono tranquilli vicino al padrone. Nessuno ci bada e loro non badano a nessuno. Nemmeno una carezza per loro. Sembrano cani inesistenti, poveretti.
I gatti invece entrano quando possono, vanno dappertutto e disturbano parecchio. Il prete rischia di vederseli, in men che non si dica, sull’altare tanto sono agili e veloci. Si crea un tramestio in chiesa per il fatto che molti si danno da fare per farli uscire il più presto possibile.
Io ho conosciuto una signora vecchietta che arrivava in chiesa, ogni domenica, col suo cane come se niente fosse. Fedele lui a lei ma anche lei a lui, che era la sua unica compagnia. Lei gli parlava come se fosse una creatura umana e lo portava davanti ad ogni santo per accendere una candelina; e quello la seguiva con grande pazienza. E se c’era il presepe, anche lui davanti al presepe. Non so se fosse interessato. Certo è che la donna continuava a parlargli spiegandogli ogni cosa.
Tutti ci eravamo abituati alla loro presenza e non ci facevamo caso.
Un giorno però un giovane prete ( di quelli con la tonaca lunga e nera con tanti bottoncini e col cappello bombato) le fece osservazione ed ebbe inizio un dialogo serrato fra la vecchietta e il prete. Questi cercava di convincerla a non portarlo perché–diceva–nemmeno nei market vengono fatti entrare, i cani. Figurarsi se potevano essere accettati in chiesa. La donna gli diceva con molta convinzione che anche i cani sono creature di Dio, migliori, a volte, degli uomini stessi, e non era giusto che non li si lasciasse entrare.
Ma il prete non fu persuaso da questo ragionamento e fu irremovibile.
Da allora non si videro più né il cane né la vecchietta.
Se fossi stata al posto tuo, Luigi, di queste cose avrei parlato a quei due eleganti animali dipinti da Piero della Francesca, e loro mi avrebbero ascoltata e capita.
Noi d’estate andiamo in una chiesetta all’aperto sul lungomare, con il fatto che si sta quasi tutti fuori cani a frotte e di tutte le taglie.
p.s. si può mandare striscia la notizia a XXXXXX che ci ha spoilerato la finale di masterchef due giorni prima?
http://www.ancoraonline.it/wp-content/uploads/2012/07/cappellina.jpg
La chiesetta è questa
Molto carina, Sara. Con tutti quei fiori intorno….
Io adoro i fiori.
E’ vicinissima al mare quindi si riempie di persone in costume e bambini nei passeggini, d’estate è molto frequentata da chi torna dalla spiaggia.
(C’è anche un sacerdote sudamericano stile Francesco).
Quando abitavo in Ascoli il quartiere era nuovo per Chiesa si usava una baracca prefabricata che veniva dal Friuli, era piccola piccola ma molto accogliente.
Poi la Chiesa la costruì mio suocero che con i fratelli aveva una piccola impresa di costruzioni, abbiamo fatto in tempo a battezzarci nostro figlio prima di cambiare città.
Chiesa a forma di pesce (simbolo cristiano) l’aveva disegnata una catechista architetto, ricordo mio suocere se ne lamentava molto perchè diceva, non è un rettangolo e non è un cerchio, che impazzimento farla…