“Se i nostri occhi fossero aperti per vedere ciò che Dio opera nei popoli saremmo capaci di vedere molta più santità intorno a noi e scorgeremmo i segni della santità asiatica oltre a quelli della santità europea“: parole di padre Adolfo Nicolàs, superiore dei Gesuiti, le più vive da me ascoltate in occasione del Sinodo. Le festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.
Vedere i santi che sono intorno a noi
28 Comments
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Abbocco subito.
Spero che si possa credere almeno un po’ a uno che ha lavorato 40 anni in Asia (30 in Giappone, tra “i tedeschi asiatici” dice lui; e dieci nelle Filippine (tra “gli italiani asiatici” dice ancora lui).
La provocazione -santita’ asiatica e/o europea – e’ bellissima e molto accattoliana, mi permetto di aggiungere. La “bonta” esiste, e’ viva e tiene a galla il mondo, dappertutto. “Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono.” I missionari molto spesso “sono convertiti” e maturati nella Fede dalle persone con le quali vivono e lavorano, cristiani e/o non cristiani. Infatti, normalmente Dio e’ arrivato prima dei missionari.
Ricordo il forte imbarazzo sentito durante una riunione con un vescovo locale che chiedeva ai religiosi stranieri reliquie di santi da poter mettere negli altari alle consacrazioni delle Chiese. Reliquie di Santi europei naturalmente perche’ “sembra che non ci siano ancora santi tra i filippini….che non ne siano capaci” preti o laici. Il che naturalmente -dico io- non e’ assolutamente vero.
Tutta l’intervista a Padre Nicolas, merita di essere letta direttamente senza aspettare che qualche magistertelodicoio o raffaellaspot o soccichetipiglio la trasformi in un altro caso “contro”.
Mi domando quanto tutti noi, a leggerci e a conoscerci, siamo davvero interessati alla bontà che tiene a galla il mondo,dappertutto, senza bisogno di etichette e di appartenenze e timbri. Mi sembra che siamo piuttosto chiusi e completamente incentrati sul nostro recinto cattolico, sul nostro cortile cattolico, sulle nostre beghe interne cattoliche. E’ già tanto che il nostro orizzonte si allarghi fino all’Italia, e che non si fermi all’orizzontino della parrocchia, della associazione, del gruppo. Mi sembra che viviamo arroccati nella difesa di posizioni, piu’ che nella ricerca di segni di Dio tra gli altri; nella costruzione di opere di sbarramento, piu’ che nella esplorazione del mondo e di nuove frontiere di dialogo e di evangelizzazione; nella chiamata a raccolta sotto insegne e bandiere, piu’ che nello spargersi intorno per il mondo a essere seme e segno di presenza partecipe, amichevole e fraterna.
Mi sembra, cosa che mi spaventa, che si faccia sempre piu’ strada il rifiuto e la chiusura verso tutto quello che non è ” nostro”, e che anche su quel ” nostro” ci si accapigli di continuo per definire cosa lo è veramente, ci si esaurisca in interminabili polemiche sempre uguali e prevedibili dalle premesse alle conclusioni. A forza di relativismi, laiscismi, secolarismi, modernismi, sincretismi,irenismi, tutti moderni idoli che vengono agitati per chiamare a raccolta le truppe come per una crociata definitiva contro il mondo, perdiamo contatto con il mondo stesso, empatia e senso delle proporzioni, fino a sembrare degli impauriti sopravvissuti che vivono all’interno della loro riserva indiana, autorefernziali, ben ben attenti a che nessuno entri e, soprattutto, a che nessuno esca: nonsiamai che sia ” contaminato”.
Ma di cosa abbiamo paura?
Ogni tanto mi sembra che il talento che abbiamo ricevuto ( il cristianesimo) siamo solo preoccupati di tenercelo ben stretto per noi, e ben custodito.. .
Sappiamo come è andata a finire la storia, nella parabola.
Cristo è fatto per essere portato e “trafficato”. E noi con lui.
Senza dimenticare che quello con il mondo, anche quello dei lontani, è un rapporto fraterno e biunivoco:dice benissimo Mahubay, noi possiamo essere e siamo convertiti e maturati nella nostra fede anche dalla bellezza e dalla bontà che emergono e bruciano anche tra chi non crede.
“Se i nostri occhi fossero aperti per vedere ciò che Dio opera nei popoli saremmo capaci di vedere molta più santità intorno a noi …”
C’era uno qui che cercava “fatti di Vangelo”. Non chi ricordo chi fosse.
lorenzo chiede “ma di cosa abbiamo paura?”
abbiamo paura di NOI STESSI. Ci spaventiamo per la nostra ombra…
ci impaurisce la nostra faccia nello specchio!!!
Se vivessimo però in Nigeria o in Congo o a Gaza o a Tel Aviv o Al Cairo, o in Siria , magari avremmo paura anche degli altri…
” …l’accettazione degli altri…Forse – risponde Nicolàs – non siamo a nostro agio con un Dio delle sorprese, un Dio che non segue necessariamente la logica umana, un Dio che sa sempre tirar fuori il meglio dal cuore umano senza fare violenza alla tradizione culturale, alla religiosità del popolo semplice”.
Questa è (dovrebbe essere) una lezione per tutti, ma soprattutto per quelli che hanno imprigionato Dio nei loro schemi mentali irrigidendolo in un Dio di maniera, un Dio solo cristiano, un Dio che salva chi è all’interno di un “recinto” da cui è bene escludere chi sta al di fuori perché rischia di “inquinare” i bravi e fedeli religiosi; quelli che “deificano” le persone idolatrandole.
Dio è ben al di sopra di queste meschinità.
Alla resa dei conti, chissà quando, credo che ci saranno davvero delle belle sorprese.
http://www.corriere.it/esteri/12_novembre_28/attentato-a-damasco-strage-di-morti-e-feriti_00502c12-3931-11e2-8eaa-1c0d12eff407.shtml
“Quelli che hanno imprigionato Dio nei loro schemi mentali” suppongo che per Marilisa siano i cattolici tradizionalisti, quelli che credono in un solo Dio cristiano, quei cattivoni che pensano, come recita il Credo, che ci sia un solo battesimo per i perdono dei peccati. Tutti costoro odierni e passati ( insomma quanti saranno in 2000 anni? ) sono dalla parte sbagliata.
Quelli invece dalla parte “giusta” , quelli che sono sopra le meschinità , quelli che hanno capito tutto sono, sempre per Marilisa, quelli come lei, Insomma ha già delineato in poche righe una tabella buoni/cattivi.
Lei sicuramente alla “resa dei conti “non avrà sorprese. Sa già tutto !!!!.
No, discepolo, non la faccia così facile. Io non faccio testo.
Legga bene le parole dell’ insospettabile padre Adolfo Nicolàs nell’articolo di Vino Nuovo, e forse capirà qualcosa di più, anche se non mi illudo più di tanto.
Io invece, quando ho letto il pensiero di Luigi, ho pensato subito
a chi mi è più vicino … qui e ora.
Se sono abbastanza attenta ai ‘santi’ che ho qui accanto a me, senza abituarmi troppo a tutti quelle persone così fresche e gentili,
dolci, caritatevoli, reali e vere che ogni giorno incontro… vere.
Vere: dice tanto davvero.
E a chi sono vicina io se … potrebbero dire altrettanto. 🙂
Io credo che ci sia un livello di possibile condivisione per tutti, credenti e non credenti, anche se ad un certo punto le strade si dividono: nell’attesa di un “dopo” per chi ha fede, nella consapevolezza del non ritorno per chi non ce l’ha. Addirittura, potrei dire di credere nella resurrezione, se Gesù ha detto: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Che cosa è l’incarnazione di Gesù Cristo in ogni uomo, se non una forma di resurrezione? Qui ed ora, si può essere insieme. E questa idea mi affascina moltissimo. E’ la mia strada.
Ieri sera sono andato in chiesa per partecipare alla Messa in suffragio di una cara amica. Stavano finendo di recitare il Rosario al quale sono seguite le litanie. Tra le altre invocazioni alla Madonna, una mi ha quasi sbigottito: “Regina dei perfetti cristiani!” Mi sono sentito messo da parte, fuori dal recinto, respinto… E io che credevo…
Oh, uno che si chiama Lazzaro!? Quando mai ! 🙂
No, stai tranquillo, non sei per niente respinto da nessuno. Figurati!
Perfetti cristiani è rivolto a noi, nella gloria di Cristo, ergo …
Leopoldo, come ti capisco!!!
Grazie Padre Nicolàs (e grazie , Luigi, che mi hai condotto a leggerlo; e grazie, Mabuhay che hai sottolineato l’importanza di leggerlo): io ti sono grata per questo elenco dei segni di santità che tu hai incontrato lontano dal nostro mondo, i segni di una “santità asiatica”, orientale:
“la pietà filiale che talvolta raggiunge livelli eroici; la ricerca intensa dell’Assoluto e il grande rispetto per coloro che sono impegnati in questa ricerca; la compassione come stile di vita, radicata nella consapevolezza della debolezza e fragilità umana; il distacco e la rinuncia; la tolleranza, la generosità, l’accettazione degli altri, la magnanimità; il rispetto, la cortesia, l’attenzione alle necessità degli altri”.
Grazie, “Dio delle sorprese”, per aver fatto giungere fino a me, per le vie così insolite di un blog, questo messaggio che mi rassicura. Posso, dunque, non leggere più come incapacità di adattamento (o come “disadattamento”) l’insofferenza per un certo stile nostro, del nostro occidente, che mi è sempre sembrato mancare di qualcosa, che non mi è mai bastato perché proprio di un oriente, proprio di quelle cose, le cose di quell’elenco, sempre ho avuto nostalgia.
Conosco occidentali che, per una simile (quasi simile) nostalgia hanno tagliato le loro radici e si sono fatti orientali. Non è certo questa la mia meta. Mia meta è poter giungere a dire, con Rumi:
“Né orientale né occidentale, né terrestre né marino
…
E non d’India , non di Cina, né Sassonia o Bulgaria,
non di Persia o Babilonia, né del Khorasan io sono!
…
Il mio Luogo è l’Oltrespazio, il mio Segno è il Senza Segno,
……………………………………………solo sono dell’Amato!”
Siamo abbagliati dalla luc€ pr€ziosa che emana dai nostri.
Abbiamo già:
San Camillo,
Sant’Angelo,
San Tarcisio,
Sant’Attilio,
Santa Porpora,
Santa Violetta,
Santa Sottana,
Santa Sede.
Non occorre andare a cercarne altri, no?
Pero’ a volte conviene fare memoria ed invocare l’aiuto di Santa Pazienza!
Michel-Marie “per le strade di Marsiglia” (un altro prete “santo”):
http://www.avvenire.it/Dossier/ANNO%20DELLA%20FEDE/LE%20CRONACHE/Pagine/ritorno-a-cristo-michel-marie.aspx
Padre Michel-Marie: “mezzo corso e mezzo italiano” per parte paterna, discendente, per parte materna, da un “nonno ebreo russo”
“Ti domandi chi sia quel prete, e cosa in lui affascini e faccia ritornare chi è lontano”. “Più tardi poi – conclude infine Marina Corradi – lo intravedi da lontano, per strada, con quella veste nera mossa dal passo veloce. (‘La porto – ti ha detto – perché mi riconosca uno che magari altrimenti non incontrerei mai. Quello sconosciuto, che mi è estremamente caro’.”
“Vedere i santi che sono intorno a noi”: per esempio, a Marsiglia dove sono tanti ormai quelli che lo vanno a cercare, questo Padre Michel-Marie più orientale che occidentale -né orientale né occidentale- di cui fino a stamani io non sapevo nulla
http://www.youtube.com/watch?v=tRklnUQ-hA8
E’ già il 30 novembre: buon compleanno, buon centesimo anno, caro Arturo Paoli.
http://www.delamoureneclats.fr/index.html#m=1&t=p&a=2012_2013
http://www.editionsartege.fr/t_livre/croire-michel-marie-zanotti-sorkine-9782360401222-questions-eternelles-reponses-actuelles-74515.asp
http://www.dailymotion.com/video/xlb37g_pere-michel-marie-zanotti-sorkine-quand-la-beaute-sert-la-foi_news
Qui un’intervista (bellissima) a questo Padre Michel-Marie: “un curé pas comme les autres”, un poeta in talare:
http://www.lefigaro.fr/livres/2012/10/11/03005-20121011ARTFIG00419-le-pere-zanotti-un-cure-qui-ne-mache-pas-ses-mots.php
“Au diable la tiédeur”, “Al diavolo la tiepidezza”: quanto mi piace il titolo del suo ultimo libro!
Proprio oggi, che è l’ 8 dicembre, mi è impossibile non tornare ancora a meditare con questo prete così legato a Maria. Come vedete, non ho più smesso di cercare di conoscerlo meglio da quando mi è capitato sotto gli occhi quell’articolo di Marina Corradi su “Avvenire”, il 29 novembre.
A Marina Corradi, che si chiedeva dove lui prendesse le forze per le sue giornate “totalmente donate” , Padre MIchel-Marie aveva parlato del suo “profondo rapporto con Maria, di una confidenza assoluta con lei”.
“Maria -aveva detto (le avete già lette, scusatemi, ma male non fa di sicuro rileggere queste parole)- è l’atto di fede totale nell’abbandono sotto la croce. Maria è assoluta compassione. E’ pura bellezza offerta all’uomo”.
http://www.laffont.fr/site/au_diable_la_tiedeur_&100&9782221133903.html