Sono tornato alla Trinità dei Pellegrini (vedi post del 15 e 17 giugno) per vedere come va in estate la parrocchia del vecchio rito e anche per il canto: era ospite il coro della cattedrale cattolica londinese di Southwark (il Tamigi divide il suo territorio da quello di Westminster) che ha eseguito una “messa a quattro voci di William Byrd” (1543-1623) e due mottetti di Thomas Tallis (1505-1585), compositori del Cinquecento così presentati nel foglietto della liturgia: “Anche se inglesi, questi compositori fanno parte della grande tradizione musicale cattolica che in tutto il mondo si ispirò all’attività musicale rinascimentale romana”. Grande canto ma in semplicità, anche per quanto riguarda i costi: “Ho dimenticato di dire che ci sarà una seconda colletta dopo la comunione per assistere il coro nelle spese che hanno avuto”, è tornato a dire al microfono il parroco padre Kramer alla fine dell’omelia, dopo che l’aveva spento. All’inizio dell’omelia aveva affermato che “ogni città ha un coro migliore di quelli che si trovano a Roma e noi vorremmo portare rimedio un giorno a questa situazione”. Non so se è giusto quel giudizio su Roma e non so se riusciranno a fare qualcosa, ma certo quella di ieri era un’occasione per pregare in canto. Quanto al resto, dirò d’aver trovato meno persone che a metà giugno: una settantina contro 150, ma immagino che il dimezzamento si stia registrando in tutte le parrocchie romane a motivo delle ferie. Stavolta non ho notato la sproporzione numerica delle altre volte a favore degli uomini e c’erano due coppie con bimbi piccini: forse la “parrocchia personale” sta facendosi le ossa.
Vecchio rito e grande canto
95 Comments
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Era questa?
http://it.youtube.com/watch?v=etj3k3SvZrY
Qui è cantata meglio ed è completa (?):
http://it.youtube.com/watch?v=DBoNlK7dOtA
… Con una bravissima direttrice (Christine Howlett), come omaggio particolare a Clodine, Principessa, Victoria e Picchio.
Io non sono di Roma e francamente mi sembra eccessivo ritenere che in una città come Roma manchino cori di grande bravura, e che le altre città siano superiori alla capitale da questo punto di vista.
Per quanto riguarda la frequentazione alla Messa in questo periodo, la scarsità dei fedeli in città è certamente dovuta alle ferie estive.Comunque, anche al di fuori delle ferie,moltissimi,soprattutto di domenica, vanno al mare ed assistono alla celebrazione liturgica nelle località di villeggiatura, dove le funzioni sono spesso più suggestive perché celebrate all’aperto in uno straordinario scenario naturale.Questa è stata più volte la mia esperienza.
Io questa sera ho assistito alla santa celebrazione nella mia parrocchia,che rispetto al solito era semivuota.Al momento della recita del Padre Nostro tutte le nostre voci sono state subissate dalla vocina acuta di un bambino che lo ha detto a voce altissima ,chiaramente orgoglioso di dimostrare a tutti la sua conoscenza della preghiera.Tutti gli altri non hanno potuto fare altro che sorridere e prendere atto della sua “bravura”.A me è sembrata una cosa molto bella e mi sono intenerita.Non è forse anche questo un segno di Grazia?Anche le piccole cose(io ne sono convinta)possono essere portatrici di un grande significato.
Un abbraccio e un grazie di cuore a Sump per un omaggio che ha deliziato il mio pomeriggio!
Ciao Clo!……gelato anche per me….se vai a passeggio per Roma
Sump, finalmente sono andato a sentirmi “Ave verum corpus” (Mozart k618)
bellissima; ma dal vivo deve esserlo ancor più!
grazie
Che sogno, una “parrocchia personale” per il vetus ordo!
Nel nostro piccolo, qui a Torino non siamo molto distanti dalle cifre della Trinità dei Pellegrini, e coppie (e anche singoli) con bambini piccoli li vedo ogni domenica. Se San Giuseppe Cottolengo ci fa la grazia…
(Abbozzo per una preghiera in versi, in cui “parrocchia personale” faccia rima con “cardinale” e con (virtù) “teologale”; e “Poletto” faccia rima con “benedetto” e con “Benedetto”).
Ciao Giovanni: hai ragione, ma provare a cantarla, poi… è proprio vero che chi canta prega due volte.
Sì, il cielo è qui, su questa terra! Anzi per la precisone passa per le mani dell’organista titolare della più liberal delle parrocchie anglicane di NY.
Vedere… pre credere. Maestro Cameron Carpenter.
http://it.youtube.com/watch?v=iWD6uEKYOOY&feature=related&resnum=3
pedale solo:
http://it.youtube.com/watch?v=Wmg0sATtCRo
infine, questi sono i ragazzi che vogliamo. Altro che gli amici della Defilippi… questi vogliamo, solo questi.
Improvvisazione sul tema. A 17 anni di età, vedere… per credere.
http://www.youtube.com/watch?v=NpkXKcmOE9Y&feature=related
Noi l’Ave verum Corpus lo cantiamo (non spesso, a dire il vero: ma ce lo siamo imparato ed è stata dura, ma è veramente splendido!), cantiamo anche (sempre alla fine dei Vespri e spesso a messa dopo la comunione) l’Ave Maria in latino o un’altra delle antifone mariane. E poi cantiamo tanti canti con la chitarra e con l’organo. E Frisina. E il gregoriano. E “Il Signore è il mio pastore”. A me piace molto. Tutto.
Sump, in tutto questo tempo che frequento il forum avevo capito che fossi romano de Roma, ho proprio sbagliato!
La frase di don kramer “ogni città ha un coro migliore di quelli che si trovano a Roma e noi vorremmo portare rimedio un giorno a questa situazione” temo sia più una constatazione che un giudizio, ma non ho fonti suficienti per suffragare l’affermazione.
Quello che invece è sicuro è che sia ormai da molti anni scomparsa la grande tradizione polifonica della musica sacra in Italia.
Quella sera, il M.o Mons. Domenico Bartolucci ricordo che lo disse a noi, un piccolo gruppetto del Seminario Romano intrattenutosi con lui dopo il concerto, che avevamo assistito estasiati all’esecuzione dell'”Harmoniae nostrae suavissimum melos”.
Un concerto come quello, affollatissimo (nella Cappella Maggiore del seminario, presenti tra gli ospiti alcuni vescovi ausiliari di Roma ed il Card. Raffaele Martino), non è più facile a trovarsi: conteneva addirittura brani non più eseguiti dal dopo Concilio nella Basilica di S. Pietro durante i pontificali solenni, a causa di un bieco ostruzionismo iconoclasta (le sue parole furono un tantino più coriacee e piene di amarezza).
Fu un evento memorabile di cui si può leggere una breve cronaca a questo indirizzo:
http://www.seminarioromano.it/node/805
E chi non conoscesse il Maestro Bartolucci, può rimediare all’irreparabile leggendo questa intervista rilasciata a Sandro Magister un paio d’anni fa (qualcuno di voi sicuramente l’ha già letta):
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/72901
Un salutone a tutti!
“E poi cantiamo tanti canti con la chitarra e con l’organo. E Frisina. E il gregoriano. E “Il Signore è il mio pastore”. A me piace molto. Tutto.”
Credo sia l’atteggiamento giusto, caro Luca: quello del sale della terra, che dà sapore a tutto, alle umili zucchine lesse e alle mirabili melanzane alla parmigiana. Certo, occorre la fede; e la giovinezza del cuore; e la coscienza di essere uno strumento al servizio di un rito che supera in questo mondo ogni altro rito, un ponte fra le povere cose nostre e una scintilla che viene da Lui.
L’atteggiamento, invece, di chi discrimina e alza un sopracciglio (“Chitarre?”; oppure: “No, Frisina no, ti prego!”) appartiene a un altro contesto, in cui per un motivo o per l’altro manca qualcuno degli ingredienti detti sopra.
D’altra parte, abbi pietà anche di noi vecchietti, con l’orecchio quasi imbalsamato e certo meno agile: ci canti Mozart, Palestrina o il gregoriano e noi preghiamo assaporando un anticipo di paradiso; poi senza preavviso ci schitarri un accordo in do maggiore partendo sparato con “Xyz porcamiseria cheèquestarobaqua” e cosa vuoi che pensiamo noi poveretti? Che se tutto va bene, a Dio piacendo, hai voglia quanto Frisina dovremo ascoltare, in purgatorio, prima di meritarci almeno un “Mira il tuo popolo, bella signora”!
Caro Ignigo:
– Grazie
– Grazie
– Grazie.
Ciao Clo,
non so quali siano le tue abitudini romane,
io ho questa:
31 luglio, s.Ignazio
Nella chiesa del Gesù, Messa Solenne, officiata dal Preposito Generale e concelebrata da altri sacerdoti Ignaziani e non, con grandissima partecipazione di popolo, un grande momento liturgico (come l’Assunta a s.M.Maggiore), ma anche un bel momento in cui il Preposito comunica una bellissima analisi scritturistica con la luce della spiritualità Ignaziana.
Generalmente non la manco.
un saluto
Victoria scrive, 27 Luglio 2008 @ 20:47
Io non sono di Roma e francamente mi sembra eccessivo ritenere che in una città come Roma manchino cori di grande bravura.
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E’ vero Victoria,
a Roma ci sono eccelleti cori,
come ci sono insuperabili cappelle.
Ma anche i poveretti per farsi pubblicità
la devono pur sparare grossa, per dare incoraggiamento a quei pochi coraggiosi rimasti sotto la calura estiva, in una parrocchia così novella che ha bisogno di tutto.
Certo, carità vorrebbe, che non si debbano dire menzogne,
ma se ne hanno bisogno,
si aiutino anche con queste.
Il fine giustifica i mezzi.
Molti cristiani l’hanno fatto durante la storia.
Sum, ma hai visto che roba?
Da oggi il nostro Luigi sarà a Bressanone: certe volte mi chiedo se un vaticanista riesca a passare dieci giorni di fila nella prpria abitazione!
Tornando al tema proposto: faccio parte di un coro polifonico e spesso, confrontandomi con altri cori durante le rassegne, ho notato le enormi differenze di repertorio in base alle diverse sensibilità.
Personalmente non ho nessuna preclusione, amo il gregoriano, Frisina, Liberto ecc allo stesso modo: mi rendo ovviamente conto che certe melodie gregoriane siano impareggiabili.
Il 7 settembre avrò la fortuna di far parte del coro che animerà la messa celebrata da Benedetto XVI qui a Cagliari: per l’occasione il programma dei canti è un ottimo impasto di antico e moderno.
Qualcuno potrebbe storcere il naso perchè spesso si preferisce un programma o tutto classico o tutto contemporaneo; il coro messo su per questa storica visita del Papa spazierà invece diversi generi: da “Tu es Petrus” alla “Messa de angelis”, da “Ecce panis angelorum” a “Salve Sancta parens”, da un canto sardo come “Deus ti salvet Maria” a un italianissimo “Hai dato un cibo”.
chi canta prega due volte,
dunque,
a Cagliari,
il 7 settembre,
la liturgia sarà una immensa preghiera, in cui i fedelli parteciperanno appieno,
insieme al Pastore Supremo.
Questo è il fine.
La liturgia come partecipazione di tutto il popolo con il proprio vescovo al Sacrificio Eucaristico.
Sono certo che sarà un momento bellissimo, sapendo che don Giuseppe, qui a Roma ha accolto tantissime volte il Papa, quindi sa perfettamente cosa fere.
Godetevi questo momento.
Auguri sinceri.
Grazie Sump, anche a nome di Principessa che saluto e abbraccio.
Con l’occasione ho riascoltato anche il Kyrie Eleison/Gloria W. Amadeus Mozart”!Che dire, non credo ci siano parole…restiamo così, a bocca aperta ad ascoltare, col cuore sospeso, immaginando quanto più incomparabilmente celestiale, rarefatta, indicibile possa essere la musica celeste…che un Giorno, a Dio piacendo,ascolteremo in spirito.
Intanto cantiamo, Frisina (lo conosco personalmente: bella persona), il che non vuol dire “accontentarsi” anzi, direi che è uno dei migliori, assieme a don Valentino Miserach a don Domenico Bartolucci. Che la chiesa anglicana poi abbia una lunga tradizione corale è vero, ma anche noi cattolici non ci facciamo mancare niente!
La mitica “mira al tuo popolo o bella Signora” e ” Ti salutiamo Vergine colomba tutta pura” fanno ancora la loro bella figura Sump, prendimi una processione: senza questi canti sarebbe morta. Alla grande processione del Corpus Domini presieduta dal Santo padre è ancora cantata la famosa “Inni e canti sciogliamo fedeli al Divino eucaristico re”, che io trovo bellissima..bellissima e avvolgente!! L’ho imparata di recente, conoscevo l’aria ma non le parole che trovo stupende!
Matteo: a che ora sarà la celebrazione a San Ignazio?
Sicuramente ci sarò, fammi sapere!
Damiano: Missa de angelis, e non Messa…
Comunque non vedo perchè storcere il naso… è il tradizionalissimo repertorio liturgico popolare italiano, più che dignitoso.
Perosi – che poi è evoluzione armonica del cecilianesimo gregoriano – e il gregoriano puro: si va sul sicuro.
Un ultima imprecisione: “hai dato un cibo” non è italianissimo, bensì milanese, ambrosiano, melodia tradizionale e parole di mons. G. Poma, rettore emerito seminari milanesi.
Alla processione del Corpus Domini ambrosiana in Milano si canta al termine Cristus Vincit ma sulla melodia ambrosiana che è differente da quella romana. Il colore liturgico è il rosso e il vescovo può tenere la mitria in capo.
Quando nell’ombra
cade la sera
è questa o Madre
la mia preghiera
fa pura e santa
l’anima mia
Ave Maria
Ave
Ignigo, la conosco..bella..bella..bellissima. Anche noi cantiamo il Cristus Vincit, sulla melodia romana, mi piacerebbe tantissimo ascoltarla con il rito ambrosiano. Non c’è un “youtube”per farmela ascoltare?!
Un abbraccio ciao!
Cara Clodine,
non riesco a trovare su you tube il “Christus vincit” ambrosiano; ma un’idea puoi cominciare a fartela a questo indirizzo:
http://it.youtube.com/results?search_query=ambrosian+chant&search_type=&aq=f
(Ogni volta che parliamo di “canto gregoriano” dovremmo ricordarci che la tradizione musicale ambrosiana e mozarabica è tutt’altro che inferiore; anzi!…). Ciao.
Caro Matteo,naturalmente la”sparata”di padre Kramer è piccola cosa di fronte a tante altre di maggiore portata.Ma vedi,riallacciandomi a quel tuo “il fine giustifica i mezzi” mi trovo perplessa perché io,invece,penso che il fine si debba perseguire,per quanto possibile, con mezzi puliti e scevri da compromessi.”Il fine giustifica i mezzi” è,a mio parere, una frase ambigua cui spesso molti fanno ricorso per conseguire scopi non del tutto leciti e legittimi.Questo è un discorso che faccio in generale,ma andando sul piano del particolare,e ben sapendo che probabilmente urterò la suscettibilità di qualcuno,vado a ricordare che certi sbagli madornali della Chiesa in passato,e a mio avviso anche in tempi recenti,sono stati fatti dietro la copertura della famosa frase di machiavelliana memoria.
Io la penso così,e pur essendo cristiano-cattolica mi ritengo in diritto(o forse in dovere),se è il caso, di disapprovare la Chiesa,nelle sue alte gerarchie e nei suoi esponenti più umili,se mi sembra di ravvisare comportamenti inadeguati.Così come,del resto, disapprovo me stessa se mi rendo conto di avere sbagliato e faccio ammenda.
La Chiesa,santa in se stessa,è fatta di esseri umani fragilissimi e inclini all’errore e al peccato(S Paolo la definiva”casta meretrix”),e quindi può sbagliare nel corso della storia;ciò non toglie-e ne sono convinta-che lo Spirito Santo la farà approdare, alla fine della storia dell’Umanità,sui lidi del Bene e della Giustizia.
Come vedi,Matteo,col tuo intervento mi hai dato spunto per una lunga riflessione che non ha altro fine che esprimere con sincerità le mie idee sulla Chiesa,della quale peraltro mi onoro di far parte.
Un saluto affettuoso.
gentile Victoria,
leggendo il suo ultimo intervento ho fatto un salto sulla sedia.
Infatti non è Paolo – come lei asserisce – che fa risuonare lo splendido ossimoro “casta meretrix”, bensì Ambrogio, nel “Commento al vangelo di Luca”.
“casta meretrix, quia a pluribus amatoribus frequentatur ***** dilectionis inlecebra et sine conluvione delicti» (Commento al vangelo di Luca 3, 17-23).
Un bello svarione per una persona che si ritiene in diritto di “disapprovare” la Chiesa…
Cordialmente.
Cari amici, mi sono appena iscritto, anche se leggo il blog del nostro amico Luigi Accattoli da tempo.
Volevo intervenire in merito all’affermazione di padre Kramer sulla qualità dei cori romani: trattandosi di una formazione corale particolare, ovvero quella classica in cui i soprani sono fanciulli (maschi) prima della muta della voce e i contralti uomini (i cosiddetti contraltisti o controtenori) – ovviamente i tenori e i bassi sono uomini. Il padre voleva semplicemente dire che a Roma, eccezion fatta per la Cappella Sistina, non esistono cori del genere, quindi sarebbe bellissimo se si riuscisse a formare un coro di quel tipo che presti servizio liturgico nella Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini: si tornerebbe così a solennizzare le celebrazioni liturgiche – per di più nella forma straordinaria del rito romano, quella per la quale questi brani sono stati concepiti! – con i grandi capolavori del Rinascimento (Palestrina, Orlando di Lasso, i Gabrieli, Monteverdi, gli Elisabettiani inglesi), purtroppo ascoltabili quasi sempre solo in concerto. Speriamo e preghiamo che i sacerdoti della FSSP di Roma riescano a realizzare questo grande sogno…
Francesco
Caro Ignigo,
parlando di canto ambrosiano, ho un favore da chiederti. Le incisioni discografiche di cui dispongo sono, fondamentalmente, le seguenti:
1. Settanta brani, registrati nel 1951 dalla Polifonica Ambrosiana del Duomo di Milano diretta da mons. Giuseppe Biella; ora in due cd della Centurion Classics dal titolo “Antique Vocal Music”.
2. Ventuno brani, registrati nel 1975 dalla Cappella Musicale del Duomo di Milano diretta da mons. Luciano Migliavacca; ora in un cd (il quarto e ultimo) della raccolta della Archiv dal titolo “Die Tradition des Gregorianischen Chorals”.
3. Il cd antologico “I recitativi della Chiesa primitiva” (Ares), s.d. ma molto recente, della Nova Schola Gregoriana diretta da Alberto Turco;
questo disco, che mi sentirei di consigliare a Clodine per un primo approccio, presenta un “Gloria” ambrosiano molto antico (Laus magna angelorum), un “Exsultet” ambrosiano e uno romano, un “Noveritis” ambrosiano e uno romano, un “Te Deum” ambrosiano e uno romano, una “Preghiera di Geremia” e le “Laudes regiae” (cioè il nostro “Christus vincit”).
Ecco la richiesta: senza fretta, prendendoti tutto il tempo che ritieni opportuno, mi potresti suggerire cd o dvd di canto ambrosiano che tu ritenga indispensabili o comunque molto significativi?
Ciao e grazie ancora per le segnalazioni you tube di ieri sera.
madonna! Ignigo,
con certi svarioni,
vai a vedere se è san paolo o s. Ambrogio,
ti prego non fare anche tu come i testimoni di geova che si attaccano alla forma
fregandosene della sostanza,
o dubito della tua firma:)
Cara Victoria,
concordo in toto,
è Cristo che santifica la Chiesa,
nonostante noi tutti peccatori
abbiamo sempre bisogno del suo amore misericordioso.
Concordo.
Francesco Ragni scrive, – 28 Luglio 2008 @ 15:28
Il padre voleva semplicemente dire che a Roma, eccezion fatta per la Cappella Sistina, non esistono cori del genere.
===============================================
A me romano,
una affermazione del genere mi sembra un tantino fuori le righe,
sono 40 anni che ascolto la cappella di s.Maria Maggiore che da anni è diretta da d. Valentino Miserach-Grau, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. (s.Maria Maggiore è famosa in tutta Roma per la sua cappella).
Credo che, forse, prima di fare affermazioni, come dire….. piene di aria,
conviene informarsi prima cosa esiste veramente a Roma.
Ma ribadisco,
a scopi pubblicitari
è lecito mentire.
Caro Francesco,
ti concedo il beneficio della buona fede,
ma solo per te.
cara Clo,
ecco l’informazione:
31/7/08 ore 19,00 – Festa di Sant’Ignazio di Loyola.
Solenne Concelebrazione. Presiederà P. Adolfo Nicolás
Generalmente io arrivo circa un’ora prima della celebrazione,
e già c’è gente……
un saluto
Il mio benvenuto a Francesco Ragni, che ha dovuto aspettare per vedersi accolto come capita a ogni nuovo visitatore, ma forse un poco di più a motivo del viaggio Roma-Bressanone che mi impediva di collegarmi. Ora sono arrivato e ho preso alloggio a un residence dal quale ascolto la musica dell’Isarco che scorre sulla destra e posso gettando un occhio a sinistra verso il seminario dove alloggia il papa. Francesco, grazie per la precisazione dell’intento di padre Kramer.
E’ con grande piacere che do’ il benvenuto ad un altro frequentatore del blog che, finalmente, ha deciso di intervenire e non leggere soltanto. Anche a te un caffe’ virtuale, come e’ d’obbligo tra buoni vicini d pianerottolo…
Un grande abbraccio a Clodine e a Sump e a tutti gli altri
Lasciate che vi dica che, se non fosse per i CD, non vivendo in una grande citta’, potrei sognarmeli i cori di musica sacra che rendono tutto piu’ bello!!
A volte, mi piacerebbe che la gente si allontanasse da quello che ha per qualche tempo per ritornare ad apprezzarlo e non considerarlo acquisito e normale.
A me manca anche il piccolo coro della chiesetta di paese dove vivevo in Italia!…..
Una bella messa ambrosiana vetus ordo è presente su you tube, divisa in quindici parti, all’indirizzo qui sotto:
http://it.youtube.com/results?search_query=+Solemn+High+Ambrosian+Rite+Mass+&search_type=&aq=-1&oq=
Celebrata nel maggio 2003 da mons. Vismara a Roma (chissà in quale occasione!), a me sembra molto ben officiata e discretamente cantata.
Ciao a tutti, e in modo particolare a Francesco Ragni.
Chicche come quelle su you-tube che Sump e Ignigo ci hanno regalato ieri, riescono veramente a cambiare l’andamento di una giornata…..
Ancora un grazie ad entrambi!!…
Era chiaro che il mio benvenuto era per Francesco?
Matteo,
credo ci sia una differenza tra i semplici e i sempliciotti.
Una piccola parte, non certo la persona – che non conosco – del post a firma Victoria è particolarmente superficiale e, come buona abitudine qui sul blog, hon ritenuto opportuno contraddirlo e correggerlo.
Scusa sai, ma se in san Paolo ci fosse scritto “casta meretrix” noi tutti che siamo costanti uditori della parola lo rocorderemmo… eccome.
E’ una espressione notissima per chi è ambrosiano profondo… non credo sia irrilevante far notare che scrivere come dice san Paolo mentre invece è sant’Ambrogio è una espressione sempliciotta, che va corretta.
Certo, ci cadiamo tutti a volte…
come quando l’Italia ha vinto i mondiali nel ’61 ai tempi supplementari con Vieri… (e giù commenti ma che cosa dici deliri bla bla…)
Matteo, c’è una bella differenza tra Ambrogio e Paolo.
Sì che era chiaro:
benvenuto a Francesco e bentornata a te, gentile Principessa dal Nuovo Mondo.
ok Ignigo,
comprendo il tuo essere ambrosiano
radice che affonda nella notte dei tempi.
Ma IGNIGO74, che meraviglia quel ragazzo (Maestro Cameron Carpenter) di cui tu hai linkato alcune sue interpretazioni. Così giovane, così bravo. Io tuttavia credo che in Italia non ci sia una grande cultura della musica e del canto liturgico (per lo meno nelle parrocchie di periferia). Nelle parrocchie che frequento solitamente e in quelle che vedo alla tv i canti sono molto semplici adatti a cori molto eterogenei e neache tanto preparati. Da un lato sono contento perchè posso cantare anch’io che sono molto stonato, ma dall’altra amo ascoltare brani della grande tradizione della chiesa perchè mi innalzano l’animo anche se non riesco a capire molto. Ad esempio il famoso Ave Verum di Mozart è qualcosa di magnifico. Magari potessimo avere questi canti nelle nostre parrocchie ogni domenica! Saluti a tutti e al dott. accattoli buone vacanze (anche se forse non è una vera e propria vacanza per lei) a bressanone!
Sump caro, anche se a volte non mi faccio viva, sono qui a leggervi tra una cosa e l’altra. Ogni tanto mi prendo una pausa e mi siedo al computer….anche sperando di trovare una parola da parte di un carissimo amico che da qualche giorno non mi riesce di contattare. So per certo che sta bene per aver parlato con suo fratello e forse ‘e soltanto una piccola crisi che va compresa e lasciata accadere.
Per quanto ti riguarda e’ sempre un piacere leggerti ed annotare nel cuore la grande gentilezza che hai nei miei confronti. Spero proprio che, se riesco a tornare a Torino, un caffe’ insieme sia possibile….
E bravo Ignigo74! La ringrazio davvero per la puntuale precisazione;Lei mi dimostra una volta di più che si ha sempre da imparare qualcosa,ciò che non mi disturba affatto.Capisco,invece,che Lei è rimasto alquanto disturbato dalle mie considerazioni del precedente intervento,e anche questo lo mettevo nel conto,ma tant’è…Lei pensa davvero che è la conoscenza minuziosa(fin nel punto e virgola) dei sacri testi e delle opere dei Padri della Chiesa e di tutti gli enunciati di papi e cardinali a fare di un cristiano un “buon”cristiano? O forse ritiene che coloro che,senza mettere in campo le proprie capacità mentali,approvano incondizionatamente ciò che piove dall’alto della gerarchia ecclesiastica, o che i presuntuosi che sono convinti di essere esenti da “svarioni” siano,essi soli,dei cristiani degni di tal nome e a buon diritto appartenenti alla Chiesa? Perché se così fosse,sarebbe del tutto fuori strada.
Mi creda,sono ben altre le virtù,se così si possono chiamare,di cui si sostanzia il cristianesimo e chi vi aderisce.Fra le prime l’umiltà,che-mi scusi-non mi sembra essere il suo forte.Per il resto rimando a quel che ho già detto.
La saluto cordialmente e la ringrazio ancora.
cara Victoria,
se conoscessi Ignigo,
troveresti della vera buona pasta,
gli è che ogni tanto parte in quarta.
Il guaio e che io sono molto peggio….
Riflettevo sulla frase di Kramer e sulla pretesa di assistere il coro economicamente per le spese! Mi chiedevo:” ma..quello della “schola”non dovrebbe essere un servizio, uno speciale carisma, un dono per l’edificazione dei fratelli a maggior lode e gloria di Dio!?
Chiedere la colletta per sopperire ad eventuali spese mi sembra a dir poco una oscenità! Per tutto il pontificato di GPII la liturgia è stata animata da generi e stili tra i più disparati, con una fioritura di autori che vanno dai Gen Rosso -i quali hanno realizzato più di 1500 concerti, 150 tour in 38 nazioni, quasi 54 album (nelle varie versioni)- ai Gen Verde. Nessuno ha mai parlato,nessuna critica, forse perché il gruppo musicale apparteneva al movimento dei Focolari… Di fatto a nessuno è mai venuto in mente che l’assemblea si stava adattando lentamente ad un genere forse poco consono rispetto a quello cui si era abituati.
Ora c’è un’inversione di tendenza , ma la liturgia in molte parrocchie è accompaganata a tutt’oggi da queste musiche, perché questo ha passato il convento per decenni e solo ora, fatalità, il cardinale Arinze se ne accorge. Mi chiedo come mai? Addirittura la critica fortemente questa musica, questi canti, definendoli “incontrollati, banalizzanti, che non fanno bene alla liturgia”. Ora !! Ora che a papa Joseph Ratzinger, giustamente, questo genere di musica non piace- effettivamente si discosta dall’ortodossia- ed ha ragione.
Ora si osanna al gregoriano -è giusto, è il canto della chiesa per eccellenza- e si invoca che la chiesa agisca con autorità…quando per quaranta anni si è lasciato che tutto debordasse. Mi chiedo come farà ora il popolo cristiano, le nuove generazioni visto che la tradizione è stata interrotta e il popolo di Dio quasi costretto a scordare le melodie gregoriane che conosceva, invece di ampliarne e approfondirne la conoscenza. Me lo chiedo, ci vorranno decenni…
Ciao Marco, ti leggo solo ora, concordo con quello che hai detto!
Anche Principessa leggo ora: ciao principessa, ti ho pensato tanto ieri l’altro. Uscita dall’Ara Coeli mi sono incamminata verso la parte interna, tra le rovine dell’impero, e nel risalire verso il Vittoriano sono passata davanti alle famose carceri mamertine dove vennero chiusi san Pietro e Paolo. Poi.. seduta su di una colonna rivesciata ho visto il tramonto, bellissimo, su Roma. Ti ho pensato, ho pensato alla distanza che ci separa e al tuo amore per la città eterna. Spero di poterti conoscere un giorno.
Ignigo74, non trattare male Victoria !!! E poi..sono gelosa di te, lo sai!!
Victoria nessuno più di me tra gli amici del pianerottolo può capirti. Pensa che ignigo mi ha bocciata a vita per almeno due volte!!
Cara Clodine,
il problema che sollevi (ore 19:41) è reale e di difficile soluzione: la prudenza e i tempi lunghi che papa Benedetto sta palesemente privilegiando in tema di liturgia e musica sacra derivano, credo, da considerazioni non molto diverse dalle tue. A parte i gusti e le opinioni personali, io continuo a pregare per le intenzioni del Pontefice, orientate e guidate dallo Spirito Santo.
Per quanto riguarda la colletta per le spese del coro, invece, credo si giustifichi perché spostarsi da Londra è costoso e impegnativo; e d’altra parte pregare insieme ai cattolici inglesi è un momento di fratellanza emozionante e irrinunciabile. Del resto ci diceva Syriacus che sabato sera lo stesso coro si era esibito gratuitamente non ricordo più in quale sede romana. E’ bello che un concerto di musica sacra sia a ingresso libero; anche se un contributo volontario per un parziale rimborso spese mi pare poi legittimo e del tutto congruo.
Mia cara amica Clo, cosi’ pero’ mi commuovi…….pensa che io ero incollata allo schermo del computer a guardare lo stesso tramonto su Roma attraverso la webcam….
Tra qualche mese avremo la possibilita’ di incontrarci e…magari ci andiamo insieme a passeggiare al Foro e a cena a Borgo Pio!!
Un abbraccio
Cara Clodine,
io ascolto con sommo piacere l’opera integrale per orgue di JS Bach
Ho tutta l’opera di Marco Frisina, mio amico,
Missa Nigra Sum di Palestrina (the Tallis Scholars)
Francois Couperin L’aphotheose de Lulli and Motets
Purcell The Tempest , Dido and Aeneas
tutto il Gregoriano di Solesmes e altri CD di Subiaco
Taizè tutti i CD
Di Mozart non so da dove cominciare
non mi manca Giombini, il meglio dei Neocat.
Tallis – spem in alliud – Choir of king’s college Cambridge
Chopin tutta l’opera per pianoforte per rilassarmi
alcuni esempi…….
insomma,
Nella chiesa
come nella vita
il Signore ha dato un posto a tutti e a tutto
A Maggior Gloria di Dio.
Poi,
con la massima libertà che il buon Dio concede,
si possono anche gettare i gioielli di famiglia … ai porci.
Ovviamente non sarà, un uomo a far tornare indietro le lancette dell’orologio della storia.
Dio porta sempre la storia dell’uomo in avanti,
nonostante noi siamo abbarbicati al passato…. alle nostre giovinezze… alle nostre nostalgie………
se potessimo, non faremmo nemmeno girare la terra…..
Però, Sump, sapevo -ma non ci metterei la mano sul fuoco- che le spese per queste corali itineranti , per intenderci, sono coperte da un fondo che la chiesa ospitante riceve dal vescovo di quella specifica diocesi…non so, non vorrei sbagliare ma sapevo di un fondo che viene stanziato a questo scopo.
Ho un amico sacerdote, un valente musicista, il quale con la sua corale per fine agosto sarà a Nizza, dove incontrerà altri cori di altre nazioni il cui incasso sarà devoluto in beneficienza per i mulitati di guerra, sai quelli che perdono le braccia e le gambe in Iran o Afganistan…ebbene, le spese sono già coperte…di questa corale lo so per certo…poi, quelli citati da Syr, non so..
Le schole Cantorum quando vengono a Roma
fanno a gara per esibirsi nelle varie chiese o basiliche GRATUITAMENTE.
Ma anche le nostre delle migliori chiese romane, lo fanno quando girano all’estero.
Tanto si deve per opportuna informazione da chi vive dentro la chiesa.
A proposito di Kramer:
http://www.youtube.com/watch?v=nJMMm05lnHU
(meno stupidino di quel che sembra: in quegli anni John Cage era in Italia)
La questione musicale è inevitabilmente legata a doppio filo allae questioni liturgiche, ultimamente assai spinose.
Non è mistero per nessuno che con Bendetto XVI sia in atto una volontaria riscoperta della grande tradizione della Chiesa, da qualche decennio sepolta sotto uno strato di polvere.
Indubbiamente certi atti di Bendetto XVI vanno in questa direzione: basti pensare al motu proprio “Summorum pontificum”, alla sostituzione di mons. Piero Marini con il suo omonimo assai più tradizionalista, alla riscoperta di paramenti e oggetti sacri più antichi e tradizionali, al ritorno della comunione in ginocchio e sulla bocca.
Molti credono che si tratti di un passo indietro.
No, si tratta del recupero di un tesoro inestimabile, con 2mila anni di storia e, lasciatemelo dire, del tentativo (lo dirà il tempo se funzionale o meno) di mettere un freno a una deriva liturgica, musicale ecc francamente oramai insostenibile.
Ci sono vescovi e parroci che si vergognano del gregoriano, del latino e di tutto il patrimonio secolare della liturgia: credo sia una cosa veramente sbagliata.
Scandalizzo qualcuno (spero non troppo) se vi confesso che sto ascoltando (con le “cuffie”: il riposo dei condomini è sacro) un vecchio LP dei Creedence Clearwater Revival ? E se, però, aggiungo che ieri sera, prima d’addormentarmi, ho rimesso “sul piatto” la “Toccata & fuga” di J.S.Bach vengo perdonato ?
Benvenuti, anche dal mio”ultimo banco”, a Dondonato, Ljudmila (que de emociòn leer tu castellano !) e Francesco Ragni !
Luigi, ti invidio sempre più: la tua descrizione del rumore del fiume Isarco mi strugge di nostalgia.
Un saluto agli amici ed alle amiche del pianerottolo ed un pensiero al nostro Pontefice che sta riposando tra i monti di Bressanone.
Buona notte a tutti (tranne che a Principessa, cui, invece, auguro la buona sera) !
Roberto 55
Un saluto caro e affettuoso Roberto!….ora il pomeriggio puo’ continuare….
Vi abbraccio tutti e dai miei prati soleggiati (oggi) vi auguro una buona notte con tanta serenita’
A domani
Bienvenida a Ljudmila
gentile Victoria.
Credo personalmente che il Nuovo Testamento – la Parola di Dio – non sia nemmeno lontanamente paragonabile a tutti i documenti dei papi dei vescovi e dei protonotari apostolici o quanto le aggrada su questa linea retorica e debolmente polemica.
Se per lei non è importante riconoscere una stonatura – e la sua, ammazza che stonatura! – in una citazione della Parola di Dio che dire, libera di pensarlo. Non è così però mi creda che si formano credenti con le palle… credo che la Parola di Dio non vada conosciuta per sentito dire così, san Paolo dice di usare lo spazzolino da denti, san Paolo dice di rispettare il rosso ai semafori… suvvia, quel casta meretrix in salsa paolina fa sobbalzare sulla sedia, mi creda.
Infine non solo non sono convinto di essere un buon cristiano ma nemmeno penso di essere esente da svarioni, solo che quando qualcuno me lo fa notare ringrazio, punto.
Infine: le sue considerazioni precedenti mi hanno lasciato del tutto indifferente.
Cordialmente.
Ignigo74,quel suo “credenti con le palle” è del tutto fuori luogo.Il fatto che le mie considerazioni l’abbiano lasciata indifferente, lascia -guarda caso-assolutamente indifferente me.
Buona giornata.
Guarda, ignigo, che Victoria non ha detto alcuna eresia, non capisco il tuo puntualizzare.
Se il contensioso è generato dalla “casta meretrix” che, secondo il tuo parere, è stata erroneamente attribuita dalla nostra Victoria a San Paolo (cosa che ti ha fatto sobbalzare dalla scrivania, a quanto pare) ti dico che, tutto sommato, l’interpretazione che San Paolo fa della chiesa non si discosta affatto dall’ affermazione di Victoria, anzi, la “santa meretrix” è desunta proprio -guarda un po’- sia dalla lettera agli ebrei che dai Corinzi . Non avrà detto “casta meretrix”, che è una affermazione postuma, ma lo lascia intendere palesemente, tant’è che l’attribuzione citata da Victoria non si discosta affatto dalla scrittura e questo basta. Victoria ha detto il giusto!
” ma mentre Cristo “santo”, innocente e immacolato (Ebrei 7,26) non conobbe il peccato (Cor 5,21) e solo venne allo scopo di espiare i peccati del popolo (ebrei 2,17), La CHIESA che comprende nel suo seno peccatori, santa insieme peccatrice e sempre bisognosa di purificazione (sancta simul et semper purificanda) mai tralascia la penitenza e il suo rinnovamento. La chiesa prosegue il suo pellegrinaggio annunciando la passione ela morte del Signore fino a che egli venga (Corinzi 11,26)” (CC,8).
Bocciato, Ignigo74, a vitaaa a Vita…a Vitaaa
Victoria sei tutti noi!
Clo
Cara Clodine,
vai pure avanti a suonartela e cantartela da sola.
Casta meretrix non c’è come espressione nel NT.
Vedo che il presidio della realtà per taluni è opzionale.
Mi auguro non lo sia per me.
Per quanto riguarda il presunto fuori luogo delle palle:
Habet duo et bene pendentes.
per un ulteriore approfondimento Ignigo: è evidente il fraintendimento dell’espressione ambrosiana, allorché la si adduce per affermare che la Chiesa è «allo stesso tempo santa e peccatrice»
Con quale intenzione Ambrogio riferisce alla Chiesa l’ossimoro casta meretrix: in primo luogo, la Chiesa tanto più è casta, quanto più grande è il numero dei fuggiaschi con cui si unisce; in secondo luogo, la Chiesa è «meretrice casta, perché molti amanti la frequentano per l’attrattiva dell’affetto, ma senza la sconcezza del peccato.
Occorre riconoscere dunque che nell’intenzione di Ambrogio anche il sostantivo (oltre che l’aggettivo) è titolo di merito per la Chiesa. Di fatto, in rapporto alla realtà misteriosa (mysterion), il termine meretrix viene ad indicare la sconfinata capacità di accoglienza della Chiesa, e perde dichiaratamente qualunque significato deteriore.
Resta confermata così l’originalità di Ambrogio esegeta e teologo, ardito forgiatore di figure retoriche e di forme linguistiche.
Clodine… con i copia incolla non si va da nessuna parte.
Credo sia Biffi… che a onor del vero conferma quanto sopra.
Molte volte casta meretrix è veramente un’espressione fraintesa Ignigo, lascia stare il copia incolla non è importante ai fini della spiegazione Ignigo!
Ambrogio ha usato questa espressione una sola volta, nella sua meditazione su Rahab, la donna di Gerico di cui parla il libro di Giosuè.
Essa – egli dice – «nel simbolo era una prostituta ma nel mistero era la Chiesa, congiunta ormai ai popoli gentili per la comunanza dei sacramenti» (In Lucam VIII,40).
per il resto è come sopra: la frase è desunta dalle lettere di san Paolo: “la Chiesa senza macchia né ruga né alcunché di simile» (Ef 5,27). È da notare che nel testo di Ambrogio non si tratta della condizione escatologica cui il Signore vuoi portare la sua Sposa. «Immaculata virgo, sine ruga, pudore integra» è per il vescovo milanese proprio la Chiesa che, camminando nella storia, accoglie e salva gli uomini che oggi sono «sbandati» («convenae»).
“… il termine meretrix viene ad indicare la sconfinata capacità di accoglienza della Chiesa, e perde dichiaratamente qualunque significato deteriore”.
Mi piace la tua argomentazione, Clodine. Mi viene in mente che – in tutt’altro contesto – anche don Lorenzo Milani, in uno degli aforismi che mi convincono (tuttora) di più, diceva più o meno che i buoni insegnanti sono come i preti e le puttane, capaci di innamorarsi alla svelta delle loro “creature”.
Mmm, sugli insegnanti che si innamorano alla svelta delle loro “creature” avrei più di qualche perplessità. L’accostamento ai preti e alle puttane mi va bene, ma nel senso della professionalità: un buon prete deve sapere, ad esempio, come si gestisce una cosa delicata come un funerale, una buona puttana … beh questo lo lascio decidere a voi (ci sono delle signore tra noi e non sta bene toccare certi argomenti); così anche un buon insegnante deve avere quel distacco che è necessario per conservare il sangue freddo e sapere “come si fa” in tante situazioni difficili.
Leonardo, dai, davvero credi che i preti fanno “quelle cose” con quelle donne?..
No…non ci posso credere!!
Dai, Leonardo, il bravo Milani sapeva quel che diceva, quando parlava di “innamorarsi”. Il sano “far finta”, no? o, se vuoi, un buon autotraining. Sarebbe un guaio rendersi conto, in certi momenti, di quello che stai “realmente” facendo. Il distacco professionale ti viene fin troppo spontaneo, e con esso a volte un prurito sulla punta delle scarpe. E’ allora che la lezione milaniana viene opportuna: conti fino a dieci e trovi un paio di buone motivazioni per “innamorarti” e fornire alibi al prossimo. Il comandamento cristiano dell’amore non riguarda le persone che già spontaneamente ameresti: riguarda gli altri, quelli che prenderesti a calci nel sedere e riempiresti di insulti.
(No Clodine, non credo che Leonardo intendesse quello che hai capito: insegnanti, preti e “quelle donne”, separati e diversi, ognuno con le proprie “creature” e la propria decenza.)
Ma io non ho detto questo! Ho detto che, così come un buon prete deve sapere come fare il suo mestiere, altrettanto la puttana, l’insegnante e – aggiungo ora – il medico. Cos’anno in comune queste professioni? il fatto che, a volte (e particolarmente nelle situazioni più ‘difficili’), devono essere esercitate con una certa dose di freddezza professionale, di distacco, che mal si concilia con l’innamoramento di cui parlava Sumpontcura
Il mio chiarimento e quello di Sumpontcura si sono incrociati.
Però sul “far finta” (che a me, peraltro, piace immensamente) dubito che sia sano, particolarmente per le professioni in questione. Sull’amore per i discepoli (ma nel senso in cui don Bosco diceva: “mi basta che siate giovani perch’io vi ami assai”) siamo d’accordo; sull’innamoramento (che oltretutto è sempre narcisistico: guarda come son belli i miei allievi!) no, perché credo porti ai disastri pedagogici: le insegnanti-chiocce, gli alunni che devono “star bene a scuola”, l’effetto Pigmalione (nella sua variante viziosa, assai più frequente e documentabile di quella virtuosa) ecc.
In medicina è anche peggio: diffidare dei medici ‘buoni’ e cercare quelli bravi.
Quanto ai preti, ricordarsi di quel che Teresa d’Avila diceva dei confessori: meglio dotti che santi.
Concordo Leonardo, è vero, hai detto delle cose giuste. Ma è vero anche che spesso l’innamoramento ti cade addosso come un tegola e sono guai! Quella “malattia” del cuore non conosce stagioni (perché il cuore davvero non invecchia mai) né alcuna condizione sociale o civile. Si può essere preti, medici, insegnanti o puttane, quel sentimento li, quello…non guarda in faccia nessuno…non risparmiò neppure il grande re Davide, che si macchiò di un orrendo crimine..
Mi siete piaciuti nelle argomentazioni sia Sump che tu Leonardo . Ciao!
: )
Caro Leonardo:
credo che l'”innamorarsi” di don Milani corrisponda all’amore “cristiano” di don Bosco (almeno nelle intenzioni, ma qui il priore di Barbiana non c’entra, è di me che sto parlando). L’innamoramento alberonico, no, è proprio un’altra cosa. “Alla svelta”, poi: ohibò!
A proposito (?), volendo cambiare discorso… (come si dice e si fa nei pianerottoli bennati).
“Molti credono che si tratti di un passo indietro”.
Caro Damiano, mi trovi in piena sintonia. Sui concetti di avanti e indietro, si tratta di sapere qual è l’oriente e quale l’occidente: se non ti funziona la bussola, è facile fare come il “secol superbo e sciocco” di cui parla Leopardi (“La ginestra”, vv. 52-58): “che il calle insino allora / dal risorto pensier segnato innanti / abbandonasti, e volti addietro i passi, / del ritornar ti vanti / e procedere il chiami”.
Quanti se ne vedono in giro, ridotti come gli indovini del canto XX di Dante, con la testa girata di centottanta gradi, che discettano vaneggiando su avanzare e arretrare!
Mi dirai: come puoi essere sicuro di non essere proprio tu l’indovino con la testa girata? Giusto: grande è la confusione sotto il cielo. Ma io ho una buona bussola, una roccia contro cui son sicuro che le porte degli inferi non prevarranno. Quando sono disorientato, cerco con gli occhi Pietro e so qual è la direzione giusta. (Non che, in materia liturgica, Pietro non possa sbagliare, ma è indubbiamente più probabile che sbaglino i suoi critici e avversari. O no?).
Comunque cara Clodine, non sviamo: hai spacciato per anonime – ovviamente non tue – delle considerazioni del cardinale Biffi, notissimo e chiarissimo dottore ambrosiano.
Il punto non era sull’interpretazione del casta meretrix, ma su dove e chi avesse usato per primo questo ossimoro: è Ambrogio, nel commento al vangelo di Luca. Punto e stop.
Credo sia cosa opportuna citare la fonte.
Non è questione solo di correttezza: se non si citano le fonti le stesse strutture portanti la possibilità di dire qualcosa di sensato vengono meno.
Quella frase di don Milani – preti e puttane – mi è particolarmente cara.
Conservo un commento che ne fece padre Turoldo, dal pulpito del Duomo di Milano.
Probabilmente qualcuno che ha in uggia la parola palle in quell’occasione sarebbe scappata dalla cattedrale.
Bene Sump su don Milani: ricordavo tuoi toni liquidatori sul ruvido e a me caro priore e ora ci segnali che ci sono alcuni suoi aforismi che ti convincono. Ne ero sicuro e in occasione di quei commenti mi ero chiesto se chiedertelo o no, e avevo concluso per il no dicemdomi che certamente tu distinguevi, ma se io avessi obiettato probabilmente avresti indurito il tuo giudizio per meglio parer gagliardo. Ecco un caso in cui è meglio non ribattere se si ha davvero a cuore un sentimento e non la schiuma che ne accompagna l’espressione, che non è più durevole di quella della birra.
Bravo Ignigo su Ambrogio! Sei attrezzato per una ricerca informatica sull’intero corpus ambrosiano? Se sì sarei curioso di rintracciare le altre citazioni da Ambrogio che fa Hans Urs von Balthasar nel saggio Casta meretrix compreso in Sponsa Verbi, nelle ultime pagine. Intendo dire quelle da altre opere oltre il commento a Luca che contiene il famoso oximeron (In Lucam VIII, 40). In Von Balthasar – se ricordo bene, ora sono a Bressanone e non posso consultare quell’amatissimo volume – si trovano rimandi senza citazioni testuali e ho sempre desiderato leggere quei testi: “sempre” da quando lessi Von Balthasar, che dev’essere stato all’incirca nel 1970. Ma non sono uomo da biblioteche e in Ambrogio mi perdo.
Un suggerimento per districarsi nella querelle su Ambrogio-Balthasar-Biffi: la lettura forte dell’ossimoro ambrosiano è balthasariana, non c’è dubbio e va ridimensionata nel senso biffiano, filologicamente più rigoroso, ma non va semplicemente annullata perchè essa da Von Balthasar è proposta non a sè ma come motto riassuntivo di una vastissima lettura della riflessione patristica sul peccato nella Chiesa. Leggere quel saggio è come attraversare una foresta di insegnamenti utile a intendere la “purificazione della memoria” wojtyliana e il motto ratzingeriano “quanta sporcizia nella tua Chiesa”.
Suggerisco alla amica Clodine (e in risposta all’invito del capitano Accattoli a “non annullare del tutto” la forza dell’oximoron casta meretrix)
a cura di Sabino Chialà, ed. Qiqajon,
“Misericordia sempre. Casta meretrix in alcuni testi dei Padri della Chiesa”
sette euro, circa 100 pagine.
Per il corpus ambrosiano c’è un CD rom in Ambrosiana.
Le farò sapere quanto prima.
un abbraccio a tutti.
(Clo… ti ho detto della Boheme di Zeffirelli…? Un trionfo… a poche decine di metri da dove 1600 anni fa il nostro padre Ambrogio coniò quell’ossimoro pungente… oggi Milano non è casta meretrix ma stancamente “sazia e disperata” come la Bologna di Biffiana e ovviamente ambrosiana memoria).
Saluti a tutti.
Entro fuori tempo massimo nella discussione sul canto liturgico e segnalo soltanto l’ultimo documento di magistero in materia, il Chirografo di Giovanni Paolo II del 2003.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/2003/documents/hf_jp-ii_let_20031203_musica-sacra_it.html
Lì dentro c’è quasi tutto.
Particolarmente interessante è l’invito ad applicare il Musicam Sacram ( http://www.organisti.it/musicam_sacram.htm ), peraltro continuamente citato dall’Ordinamento Generale del Messale Romano corrente.
Ogni volta che lo rileggo (in particolare nei punti 16a e 27-33) faccio anch’io un balzo sulla sedia nel constatare quanto la prassi degli ultimi 30 anni si sia discostata da quanto era previsto che si dovesse fare.
In sostanza: nelle messe della domenica, prima di arrivare ai canti d’ingresso, di offertorio e di comunione si dovrebbero cantare le acclamazioni e le risposte al sacerdote, il Padre Nostro, il kyriale, ecc..
I canti che si fanno comunemente ed unicamente dovrebbero rappresentare solo il terzo grado delle cose da cantare, da cantare “SOLO INSIEME AL PRIMO”.
E’ evidente che la forma stessa della messa ne risulta stravolta, quella che doveva essere il cantare la messa è diventata una messa con qualche canto.
E non è questione di difficoltà pratiche nell’applicare queste indicazioni: imparare le acclamazioni e le risposte al sacerdote è molto semplice.
Ogni volta mi chiedo come sia stato possibile aggirare queste indicazioni chiarissime e semplicissime.
…queste mie argomentazioni non sono nuove, cercherò di non annoiarvi più.
Sei andato alla Boheme, sei stato ? Quest’anno invece mi sto perdendo tutto tutto…si è aperta la stagione il 1 Luglio e non sono riuscita a muovermi. Stasera a Caracalla danno la “Lucia di Lammermoor” e domani ” Madama Butteerlfy” . Forse andrò per l’ultima replica il 3 Agosto. Senti :” com’è stata? Dal punto di vista esegutivo e anche di regia. Come t’è sembrata? La regia “barocca” (nel senso di ampollosità e mania di perfezionismo) di Zeffirelli lascia sempre senza fiato eh..eh lo so…Bella !!…
Uhmm Ignigo, ma non mi istigare dai…sei cattivo!!
Ritornando al “pomo della discordia”: lgnigo, ma chi ha spacciato niente, ho solo preso atto che ti stavi fossilizzando sul dettaglio, ed ho voluto allargare il campo visivo, considerare la frase da più angolature e punti di vista. E’ chiaro, lo so anch’io (e mi sembra di averlo evidenziato) che fu Ambrogio a citare l’ossimoro -una sola volta- ma che tale fu per essere stato desunto da molti passaggi delle lettere di Paolo ai Corinzi, agli Ebrei, ai Romani, e agli efesini…questo a sottolineare che Victoria non aveva poi detto nulla di così trascendentale.
Poi ci sono le diverse visioni e interpretazioni che partendo dalla patristica si snodano via via fino ai nostri giorni: la biffiana, balthasariana, kunghiana, Rhaniana ( questi ultimi sgombrano il campo da ogni romantico malinteso e vanno dritti al sodo:santità e peccaminosità convivono nella chiesa quale realtà inconfutabile dove il male prende il sopravvendo e spacca il cuore stesso dell’uomo) e quella di padre Yves Congar che partendo da una visione kunghiana se ne distacca prenendo una direzione del tutto originale, sostenendo che tutto è riconducibile alla scrittura che la Scrittura è regola di fede ed è presenza del Cristo, ed io sono daccordo con lui…e il cerchio si chiude.
P.S
scrittura e tradizione come Trasmissione della realtà cristiana
«Vangelo è la sorgente di tutto ciò di cui i cristiani devono vivere sul piano delle verità e delle regole, e che è loro trasmesso dagli apostoli, sia mediante gli scritti, sia mediante le tradizioni non scritte. La Scrittura contiene tutte le verità che è necessario credere; ma non la si può leggere ed intenderla che nella tradizione e con la tradizione della Chiesa. Tale tradizione consiste nell’intelligenza autentica della Scrittura »
Y . Congar
Per cui Congar imbocca la via della santità e della sua efficacia santificatrice: la chiesa è santa in ragione dei suoi principi formali e costitutivi, e in virtù dei medesi è altresì santificatrice..io credo che questo concetto non faccia una grinza! Dovevo terminare…Ora mi taccio..
Caro Luigi,
se non ricordo male, i “toni liquidatori” riguardavano la “Lettera a Pipetta”, che francamente credo sia difficile assumere a modello (anche allora, nel ’50; oggi meno ancora). Se invece parliamo della “Professoressa” e soprattutto dell'”Obbedienza” le cose per me cambiano di molto: sono testimonianze che ho letto e riletto, e amato e smontato e ricomposto: ne ho tratto cento lezioni che ritengo tuttora vive e profetiche, che hanno fatto e fanno di me quello che sono diventato, e dieci lezioni che ora respingo perché mi hanno condotto (così oggi mi pare) del tutto fuori strada.
A volte, caro Luigi, uno esagera nei toni perché sa bene che in realtà è contro se stesso che sta usando la frusta: la lezione sbagliata l’ho tratta di lì, ma l’ho tratta io, e l’ho applicata (a torto) a una situazione che io riscontravo e valutavo, non lui, che fra serenità e tormenti se n’era andato a quarantaquattro anni, alla vigilia immediata del Sessantotto, lasciandoci suggestioni e profezie, ma anche la responsabilità di inserirle in un percorso di vita tutto nostro, di cui portiamo intera la responsabilità e di cui un giorno saremo chiamati a rispondere.
” L’accoglienza delle sue opere presso la corte della regina Elisabetta non sono prova che egli avesse abbracciato la religione di Stato anglicana?
Pearce: Molti noti cattolici, considerati “sicuri” dalla regina, avevano accesso alla corte. Tra questi vi sono William Byrd, il compositore di corte, che era un noto cattolico, e il Conte di Southampton, benefattore di Shakespeare, che era tra i favoriti della Regina nonostante fosse cattolico. Il fatto, quindi, che le opere di Shakespeare fossero recitate per la Regina non significa che egli non potesse essere cattolico. ”
(Da: ‘Shakespeare era cattolico?’ – Intervista allo scrittore Joseph Pearce,
14 luglio 2008 , ZENIT.org)
(il link all’intervista citata sopra: http://www.zenit.org/article-14984?l=italian )
” But times and monarchs change: through his long life, Tallis lived through the ultra-protestant reign of Edward VI, the Roman Catholic revival of Mary Tudor (during which the old elaborate Latin rites and musical styles were reinstated) and – eventually – the “middle way” of Elizabeth I where works in Latin and English where once again permitted. He himself remained Catholic. ”
http://www.bbc.co.uk/singers/learning/timeline_tallis.shtml
Cara Clodine,mi sono accorta in ritardo(ero fuori città e sono rientrata a tarda sera) dei tuoi interventi a favore della “mia” “casta meretrix”,e ti ringrazio moltissimo.Non so se leggerai questo commento che ormai è,per così dire,fuori campo.Tengo a dire soltanto che la mia netta disapprovazione nei confronti dell’interlocutore con il quale è sorta la polemica sulla espressione tante volte citata,è stata dettata non dalla attribuzione della stessa a questo o a quello(come si può ben capire dal mio intervento di risposta) ma dai toni francamente indisponenti e supponenti usati da quel signore.Anche il tono fa la musica…
E qui chiudo davvero.
Un abbraccio.
Sump ha postato un link al video di una Messa vetus ordo ambrosiana , ma, visto il topic…:
Messa solenne della candelora clebrata al Merton College di Oxford, quest’anno , in Rito Sarum :
http://it.youtube.com/watch?v=ZELfmKMKgWs
(Parte dodicesima, il Canone. Notare che -analogamente ai riti domenicano e certosino, credo- il celebrante dopo la Consacrazione allarga le braccia a Croce per qualche istante… )
[ Dalla variamente affidabile Wikipedia (che fornisce links a diverse ricche pagine in inglese) :
“Il rito di Sarum è una variante del rito romano che fu in uso in Gran Bretagna prima della Riforma protestante. La liturgia anglicana del Book of Common Prayer trae origine da questo rito, che era in vigore nella cattedrale di Salisbury (Sarum in latino) nella parte occidentale dell’Inghilterra, ma il suo uso successivamente si diffuse in tutta l’Inghilterra, soprattutto nel sud del paese.
Nel 1078, Guglielmo I d’Inghilterra nominò sant’Osmond vescovo di Salisbury. Egli apportò alcune modifiche alle liturgie anglo-sassoni e celte, adattando il rito romano e ispirandosi nel contempo alle tradizioni anglo-sassoni. Alcuni liturgisti del XIX secolo affermarono che la liturgia di Rouen servì da riferimento per la creazione dei libri liturgici di Salisbury.
L’opera di Osmond trovò compimento nella compilazione d’un nuovo messale, di un breviario e di altri libri liturgici, che furono in seguito utilizzati nel sud dell’Inghilterra, in Gallia e in Irlanda. Qualche vescovo adottò gli stessi messali, mentre altro vi aggiunsero preghiere proprie. Il rito di Sarum influenzò il rito di Braga in Portogallo e il rito Nidaros in Norvegia.
Il rito di Sarum fu adottato dalla Comunione anglicana negli anni 1530, ma fu gradualmente modificato in diverse edizioni successive del Book of Common Prayer in cui è palese l’influenza protestante. Fu reintrodotto per breve tempo dalla regina Maria. Fu utilizzato dai cattolici d’Inghilterra fino al XVII secolo, prima d’essere gradualmente sostituito dal rito romano.
Nel XIX secolo e XX secolo fu utliizzato dal movimento di Oxford, una corrente della Comunione anglicana di tendenza filo-cattoliche. In alcune occasioni è stata adottata anche dai cattolici, fra cui ai nostri giorni l’arcivescovo di Glasgow Mario Joseph Conti.
È utilizzato anche dai fedeli ortodossi di rito occidentale della Chiesa Ortodossa Russa fuori dalla Russia.” ]
[Luigi: visto che un pò di post fa avevi scritto della ‘candela del Sanctus’ :
http://thenewliturgicalmovement.blogspot.com/2008/07/lesser-known-roman-rubrics-sanctus.html
(Guardando fra gli 88 commenti, si scopre come, nel 1960, venne lasciata la possibilità di continuare a fare così, ove ve ne fosse la tradizione:
Codex Rubricarum 1960, “530. Usus accendendi cereum, prope altare, a Consecratione ad Communionem, ubi viget, servetur.” ) ]
E nel Nuovo Rito della Messa:
http://www.youtube.com/watch?v=lWIk-u8zDzA
( Messa di Pasqua alla Cattedrale Metropolitana cattolica di Liverpool . Bella misica sacra contemporanea.)
Ma il risultato non cambia: a Roma un coro di questo tipo così non c’è (forse neanche alla Sistina, al Laterano poi…, -ulteriori confronti -limitandosi ai cattolici- con cori di cattedrale di Londra, o Ratisbona, Augusta e moolti altri nell’orbe cattolico…sarebbero davvero impietosi . )
Visto che è ora di dormire, smetto di postare postando questo:
http://www.youtube.com/watch?v=tdLwbdfINnU
“Schlafe,mein Prinzchen, schlaf ein”
(‘Addormentati, mio principino, addormentati’)
Ninna nanna per coro e solista eseguita, in una vecchio filmato, da elementi del coro di bambini del Duomo di Regensburg/Ratisbona (già diretto, dal 1964 al 1994 , da Georg Ratzinger, fratello del Vescovo di Roma) .
Caro Syriacus: la tua è una gerla di splendidi regali! Ho sbirciato di corsa e mi son dato una fregatina di mani. Grazie! Oggi sarà una gran bella giornata.
(Spero che a Don Marzio sfugga la seconda parte del tuo post delle 0:17. In caso contrario potrebbe toccarti un’accusa di mendacio aggravata da machiavellismo. Sai, a volte il nostro pianerottolo tende ad assomigliare alla “Bottega del caffè” di goldoniana memoria…).
Ops, che refuso! “Aggravato”, naturalmente, non “aggravata”.
Altro esempio di musica sacra contemporanea, francese, sufficientemente semplice da coinvolgere anche l’assemblea e al tempo stesso molto solenne:
Missa Pro Europa di Berthier (il musicista di Taizé).
http://private.tac.be/liedjes/Missa%20pro%20Europa%20-%20Jaques%20Berthier/
Visto che la parrocchia della Trinità dei Pellegrini è affidata ad un sacerdote della Fraternità di San Pietro, e visto che Luigi parla del “farsi le ossa”..: estendendo l’espressione dal riferimento a quella realtà parrocchiale al nuovo clima di arricchimento ecclesiale (in entrambe le direzioni vetus novus, auspicabilmente) offerto dalla ‘Summorum Pontificum’, ecco un interessante ( e, almeno per me, commovente) aggiornamento dal sito della FSSP :
http://www.fssp.org/album/VPFIN2008/index.htm
Padre Durham FSSP, che canta Messa nella Cattedrale di Sant’Enrico di Helsinki e, soprattutto, celebra e medita in ritiri presso e con le Missionarie della Carità (sì, quelle fondate da Madre Teresa: bella l’immagine del sacerdote con la pianeta con la Croce grande impressa sul dorso, molto diffusa nei paesi nordici, di rimpetto alla Croce sul muro con di lato la scritta ‘I thirst’, ‘il ‘sitio’ del Gesù morente, sempre presente nelle cappelle delle M.C. . Teologia della Croce, ‘incrostazioni medievali’ che possono rifiorire, al soffiare dello Spirito, e rammentarci i Crocifissi ‘arbor vitae’ nelle chiese del Nord -sì, anche quelle e soprattutto luterane- : Madre Teresa incontra Matthias Grünewald … e naufragar m’è dolce in questo mare.
[Su novemila cattolici in tutta la Finlandia, c’è anche:
http://summorum.blogspot.com/2008/06/durham-days-3-4-5.html ]
[Nota: già a marzo rimasi colpito dalla notizia che la Superiora per il Nord America delle Missionarie della Carità , aveva chiesto ai Canonici Regolari di san Giovanni Canzio -una congregazione di sacerdoti di Chicago che celebra istituzionalmente entrambe le forme del Rito romano- di istruire le superiori delle case delle Missionarie negli USA, a proposito dell’usus antiquior e Sum.Pont.cura :
http://thenewliturgicalmovement.blogspot.com/2008/03/canons-of-st-john-cantius-provide-usus.html ]
Esempio di ricchezza nella Chiesa di Cristo, caro Siriaco.
Curare le particolarità nella Chiesa è esempio di cura per le ricchezze che il Signore ci ha donato.
ma è da ricordare che le ricchezze non si impongono,
si scoprono,
come la perla preziosa……
E’ infatti proprio questo, caro Matthaeus, il mio discorso… proporre l’uno all’altro, senza imposizioni, per scoprire assieme..
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Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un uomo, padrone di casa, che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie». (Matteo 13,52)
[Leonardo, il video Carosello Luttazzi-Kramer sulla musica elettronica è davvero strepitoso -in Italia nel ’57!!- (carina anche la cameriera biondina che legge lo slogan alla fine 🙂 .
Contraccambio di cuore con: http://it.youtube.com/watch?v=SSulycqZH-U
(E, come ho scoperto solo ora:
M.B.: “Bravissimo, bravo bravo bravo bravo. Bravo bravissimo, bravo Cage. Beh, il signor Cage ci ha dimostrato indubbiamente che se ne intendeva di funghi… quindi non è stato solo un personaggio che è venuto su questo palcoscenico per fare delle esibizioni strambe di musica strambissima, quindi è veramente un personaggio preparato. Lo sapevo perché mi ricordo che ci aveva detto che abitava nei boschetti nelle vicinanze di New York e che tutti i giorni andava a fare passeggiate e raccogliere funghi”.
J.C.: “Un ringraziamento a… funghi, e alla Rai e a tutti genti d’Italia”.
M.B.: “A tutta la gente d’Italia. Bravo signor Cage arrivederci e buon viaggio, torna in America o resta qui?”.
J.C.: “Mia musica resta”.
M.B.: “Ah, lei va via e la sua musica resta qui, ma era meglio il contrario: che la sua musica andasse via e lei restasse qui”. )
[L’aver partecipato -impegnativo esordio da solista non chiesastco, diciamo- a giugno ad una prima esecuzione di una composizione di musica contemporanea che mischiava polifonia su Shakespeare ed elettronica, ad un congresso mondiale -nella mia città- di tipi superesperti in informatica musicale, mi ha aperto nuovi orizzonti -e altrettanti interrogativi, venati di perplessità. ]