Lettura di Sergio Valzania, Dal profondo (San Paolo 2010), e voglia di slanciarmi – che è rara in un lettore randagio. Valzania mi prende perchè si mette in gioco quando scrive ma è la pagina 50 che mi fa camminare mentre leggo: “Mistero è una parola spartiacque, di quelle che dividono gli uomini in due insiemi: da una parte stanno quanti credono che le origini prime del mondo non siano conoscibili, dall’altra si trova chi pensa invece che tutto abbia una spiegazione razionale, scientifica, legata alle leggi della natura e che prima o poi arriveremo a impadronircene“. – Avevo detto qualcosa di somigliante nell’ultimo commento a un post del 18 aprile 2007, opinando che la parola mistero vada oggi ricompresa e “ancora più amata”.
Valzania: “Mistero è una parola spartiacque”
11 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Buonasera.
Sinceramente Sig. Luigi non riesco a comprendere bene.
Un cordiale saluto a lei e a tutti.
Mi perdonerete l'”off topic” (che non vuole suonare minimamente irrispettoso verso l’importante tema sollevato da Luigi), ma non resisto alla tentazione di proporre una domanda un pò “ruvida”: il Cardinale Bertone (e non per sapere i fatti suoi, ma) non ha modi migliori di passare le serate che andare a casa – Vespa a patrocinare l’ingresso dell’UDC nel governo ?
Non dovrebbe occuparsi di questioni, diciamo così, di superiore levatura ?
Buona domenica !
Roberto 55
Quello che mi piacerebbe capire è cosa faremo quando ci saremo impadroniti della spiegazione scientifica (se esiste),quando sapremo tutto ciò che ci sarebbe da sapere,quando tutto sarà chiaro.Credo che mai come in quel momento l’Uomo sarà al buio e perso.Senza i momenti di meditazione che gli fanno immaginare la qualsiasi cosa,senza quel “mistero” che dà tanta forza alla sua fantasia e tanta luce al suo cuore.La chiarezza dà il buio e il mistero ci inonda di Luce.
“Mistero” è un’altra parola spartiacque.Come la parola “morte” che fa da spartiacque alla vita di ciascuno,non per se stessi ma per coloro che amiamo:quando sopravviene la morte ci ritroviamo ad avere una vita prima e dopo questo evento.Almeno a me succede di pensare così:com’era la mia vita prima e dopo la mancanza di mio padre.
Roberto, ma allora lei non vuol capire! oggi è così che funziona! poi,se c’è tempo ci si ricorda di essere anche preti,magari cardinali,e che i propri compiti,forse, sarebbero altri.Intanto si prova a mettere lo zampino anche nella politica italiana, ma non in maniera ufficiale,per carità!, si era lì solo per…conforto spirituale.
Sa com’è,quando questi sconosciuti organizzano una cena fanno sempre in modo che nessuno lo sappia!!
Questo del “mistero” -nella mia esperienza- piu’ che un tema e’ una realta’, che piu’ passano gli anni piu’ cresce in quantita’ e qualita’… Aumentano le domande diminuiscono le risposte.
E l’orizzonte si protrae, allunga, estende sempre di piu’, sempre piu’ in la’…con un sempre piu’ chiaro invito/sfida ad arrendersi. E sia chiaro, non mi riferisco solo a Dio, ma soprattutto a me, a noi, all’uomo e alla donna.
E sopporto sempre di meno l’atteggiamento di tanti, credenti e no, che -come scrive Luigi- “sempre corrono il rischio di violarlo dicendo troppo.”
P.S. = Ciao Roberto55, mi unisco al tuo commento e a quello di Rossocardinale anche se non seguirei troppo certi titoli di giornali. Anche se “odio” il sultano presidente dei suoi interessi, mi viene da dire che altro che legge bavaglio quando devo veder sui website dei principali giornali italiani, x quasi tre giorni, la notizia “trovata foto bimba nuda sul PC del Card. Danneels… pero si’-pero no-temp.file-autocaricata-etc.etc-…” con tanto di articolo firmata da vaticanisti…Ma che cavolo vogliono questi? Vogliono fare soldi. Stop. Altro che mistero caro il mio Luigi…”lasciate ogni speranza voi che entrate…in questo mondo!” Vorrei passarci sopra, essere piu’ “indifferente”, ma davvero che non ci riesco.
Ciao Clodine, welcome back! 🙂
Buona Domenica da… “Buon Samaritano” a tutti!
Un mio docente, alcuni anni fa, mi ha invitato a non confondere “mistero” con “problema”: il problema è qualcosa che sta davanti a me e che mi aspetto di risolvere, come un masso che mi ostruisce la strada e che io voglio rimuovere. Il mistero invece mi avvolge, io lo abito, come un sommozzatore immerso nel blu più profondo: lo vedo, lo tocco, mi sostiene, ma non potrò mai pretendere di esaurirlo, per quanto io possa addentrarmi in esso.
Il mistero dell’uomo che ho accanto, dei miei figli, di me stessa, dell’altro segnato da profondità che la ragione ignora…. il mistero di Dio, che è Dio: in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,28)
Buona domenica
ieri sera , al ristorante, un mio amico , ha citato un aforisma di Victor Hugo:
“Dio: l’invisibile evidente”.
l’ossimoro mi ha colpito: l’invisibile evidente. Che sia questo il “mistero”?
Buona domenica a tutti
MC
Mi sono chiesta se ci sono altre parole che potrebbero essere considerate “spartiacque”. Me ne sono venute in mente molte. Poi, ormai in pieno mistero del linguaggio, mi sono meglio resa conto di una cosa che in fondo già sapevo e che tutti in qualche modo sappiamo: che tutte -proprio tutte- le parole che pronunciamo funzionano come uno “spartiacque” e “dividono gli uomini in due insiemi”.
Il grigio: un colore spartiacque tra il bianco e il nero, tra la luce e l’ombra, la parte buona e quella cattiva che alberga in ciascun cuore: il mistero dell’uomo, la sua bramosia, il desiderio incessante di benessere, felicità, bellezza, salute, dell’eterna giovinezza a tutti i costi e con tutti i mezzi!!
Il continuo contrasto tra l’apollineo, quale principio di misura e ordine dove il mondo, il cosmo, l’intera creazione non è che rappresentazione da ammirare e al contempo razionalizzare, e il dionisiaco inteso come forza di volontà cieca, estatica, dove il tutto è partorito dalla “somma” Volontà…
Una lotta incessante tra due forze:il bene e il male, la ragione e la scienza, la medicina, il sapere umano che si è andato vieppiù sostituendo a Dio. Un sapere fallace,con tutto il suo bagaglio di presunzione, e dall’altra il cuore, con ” le sue ragioni che la ragione non conosce”, i suoi perché, le sue motivazioni che esulano dalla volontà! Quale delle due forse prende il sopravvento sull’altra? e quale la zona d’ombra, il crinale che ci separa dall’abisso? Io credo che tutto viva all’interno dell’uomo in ugual misura, la scanzione che da un senso al tempo, agli eventi, alle cose è Dio, il Dio in noi, la capacità che ciascuno possiede di percepirlo. C’è una frase molto bella che ho rintracciato nelle memorie di S.Padre Pio allorquando un giovane gli disse :” Padre, io non credo in Dio”, il santo rispose ” non importa: è Dio crede in te!”
grazie Luigi, perchè ci smuovi dall’inerzia e ci costringi a continue riflessioni che forse, senza uno stimolo, resterebbero nascoste e mai elaborate!
Ti abbraccio
Clo
In realtà la bipartizione proposta da Valzania non mi convince molto.
Il mistero – secondo me – non ha tanto a che fare con l’inesplicabilità (anche residuale) delle origini dal punto di vista della scienza.
Sono abbastanza convinto pure io che prima o poi ci si arriverà, e si formulerà una lettura convincente, scientifica e commisurata alle potenzialità della mente, anche sul piano delle domande empiriche.
Ma il mistero resta sempre come domanda sul senso, e qui temo che la scienza empirica non possa fare praticamente nulla, nulla di davvero appagante per l’uomo.
Il senso, ovvero il “perchè” dell’universo, e quindi il perchè della vita, e il perchè di ciò che fa la vita: amore, gioia, sofferenza, dolore, morte.
Qui non c’è scienza che tenga, e del resto la rinuncia a coltivare questi parametri come “mistero” non porta certo a risposte soddisfacenti.
Anch’io, come tutti, mi pongo domande e continuerò a farlo finché ci riuscirò. Le risposte cambiano col passare degli anni, ed è già molto se valgono per me.
L’idea che tutto debba avere avuto un inizio e tutto debba avere una fine penso che sia in qualche modo legata al fatto che io stesso ho avuto un inizio e avrò una fine. E se sono in grado di esprimere il concetto di eternità, la mia finitezza mi impedisce di coglierne veramente l’essenza. Oggi mi dico che, semplicemente, tutto è sempre stato e nulla mai finirà. In tutto questo non ravviso la necessità di una mente creatrice.