“Se non bastano le parole di un sms uso un muro per dire a te che sei la stella più lucente del mio universo“: scritto a lettere nere sul parapetto di via del Fagutale all’angolo con piazza di San Francesco di Paola. – “Se non bastano” lo intendo: se un messaggino non è abbastanza. Finalmente una scritta – tra le tante riportate nel blog – che spiega perchè a volte si devono “usare” i muri. Perchè il resto non è abbastanza.
Uso un muro per dire a te
89 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
…momento cinico… io continuo a chiedermi perché poi lo debba proprio sapere tutto il mondo…
o perché non sui muri di casa propria (quelli interni, s’intende…)
Se non fosse sui muri – e su quelli esterni – io questi messaggi non li potrei leggere: mi pare una ragione sufficiente.
anche questo è vero. E noi non saremmo qui a discettarne.
quando ci si sposa perchè invitare parenti e amici,… alla laurea perchè invitare le persone più care….Perchè fare una dedica ad una persona che ci è vicina attraverso la radio, …perchè far saper e condividere con il “mondo” quello che proviamo? ed anch’io vorrei far sapere a tutti voi quanto amo mio marito ( forse quanto l’acqua degli oceani tutti, che ogni anno perdono dell’acqua che evapora e si riempiono di nuovo dell’acqua di tutti i fiumi che in essi sfociano!)
Forse l’amore non è mai abbastanza. Viva mamma che ha detto di amare suo marito!
Mi piacerebbe vedere anche qui lo stesso diluvio di commenti che ha caratterizzato i post precedenti. Non fosse altro che per confermare che non siamo fatti solo di parole vuote, di permalosità, di opinioni da difendere e di pensieri politici, ma soprattutto che in ciascuno di noi (che lo si ammetta o meno) alberga quell’elemento essenziale che è il fondamento anche della fede cristiana, quell’amore di cui – come dice tonizzo – non ce n’è mai abbastanza e che è l’unica cosa che accomuna tutti gli esseri umani.
Complimenti a Mamma per la sua dichiarazione d’amore fatta sul pianerottolo ma visibile “urbi et orbi”.
Cosi come sono belle le scritte che si ritrovano sui muri. Io penso che abbelliscono, più che imbrattare, il desolante paesaggio urbano.
Io personalmento sono affascinato dall’amore che si sussurri o si gridi, anche se personalmente in primis amo ancor più ciò che è fatto, più che detto.
Cmq sull’argomento amore davvero sono un “ragazzo fortunato”, e dire oltre non sarebbe mai abbastanza e poi con le parole non me la cavo abbastanza…
Una buona serata a tutti
Punto primo – proposta di legge amorevole: tagliare la mano di chi scrive sui muri, togliere la licenza di giornalista a chi esalta i graffiti.
Punto secondo – parlare di politica è una delle forme più alte di amore e di cura per il prossimo.
Punto terzo – c’è chi si lamenta perché è discriminato o guardato storto in quanto cristiano… dovrebbe rallegrarsene.
Punto quarto – gli appelli contro il buonismo fanno vomitare.
Augh
Targum caro: la chiusa Augh – chiaramente onomatopeica – sta a dire che hai vomitato issofatto?
Targum caro 2: la “proposta di legge amorevole” viene dal Partito dell’Amore?
Risposta 1: no, è forma abbreviata di augh, grande capo.
Risposta 2: no, da me. Il Partito dell’Amore rende onomatopeica la chiusa augh.
ok… passato il momento di cinismo… la risposta di mamma mi sembra una buona risposta… 😀
Grande capo come il Grande Capo Estiqaatsi, questo qui?
http://www.radio.rai.it/radiorai/online/ev_images/Estiqaatsi2exp.jpg
Io sono un fan del Grande Capo Estiqaatsi, lo ascolto tutti i giorni a 610 su Radio2.
Targum, vedi che io non mi lamento delle discriminazioni in quanto cattolico, me ne fotto e ci rido sopra no problem!
“Estiqaatsi… pensa che discriminazione non è cosa bella”.
cari pianerottolesi, ma possibile che trovare da controbattere anche sull’assunto di base= ama continuando a vivere, oppure mentre vivi trovati da amare. esiste un argomento che possa prevedere una discussione non polemica? (polemizzare ovvero discutere per puro spirito di contraddizione), ambisco ad una mattonella sul piano “gentile”.mio marito non legge il blog, ma io trovo bello, raccontare in the world i miei sentimenti, un pò come “andate e predicate a tutte le genti…”di vangeliana memoria
Grazie mamma e buona notte – io condivido.
mmmmmhhhhh Ubi trovare belle “tutte” le scritte sui muri, mi pare eccessivo …
Probabilmente io abito in una zona di graffitari osceni, ma credetemi tutti, di bello non c’è proprio nulla né da leggere e neppure da vedere.
A me. onestamente, sembrano sempre delle urla arrabbiate di chi non ha voce quando serve tirarla fuori …. o urla depresse di chi ha – al contrario – perso la voce dal tanto urlare.
Naturalmente mi riferisco alle scritte che solo Luigi riesce a trovare, perché per quelle che vedo io non fanno venire in mente nulla se non un “poveretti (chi scrive) e poveri (quelli che si ritrovano la scritta e pure oscena sul muro in fianco a casa o negozio).
Capisco perfettamente che le scritte che Luigi cita sono – come dire – romantiche, piene di “chissà perchè e come mai”, ma elogiare un simile “costume” mi pare troppo.
Certo le possiamo vedere come “arredo urbano” nella monotonia (per chi ce l’ha) di “alcune” città (e Roma non è tra queste), ma forse le vediamo tali per …. – mah – diferirle? darle un senso?
Credo invece sia un sintomo preoccupante che indica che la gente non parla più, non riesce più ad esprimere i sentimenti profondi (sempre per le scritte di Luigi, perchè per quelle che vedo io sono più che “profondi” di stupidità) … Un sintomo di disagio profondo.
Altro paio di maniche e da non confondere sono gli inviti al matrimonio/laurea o messaggi a qualche Radio per gli auguri alla persona amata (ma farglieli a voce ed in diretta no?) … lì è un condividere con chi si conosce (vi risulta che si invitino i sconosciuti che passano per strada?).
No, Luigi, possiamo disquisire fin che si vuole su queste scritte (che spesso sono molto belle), ma vorrei sapere se tu saresti così felice ed entusiasta se una di queste scritte lo trovassi – che ne so – sulla tua macchina, o su un qualche cosa che ti appartiene.
No, sono – comunque vada – atti oltre che vandalici, anche irrispettosi dell’altro.
Non so adesso, ma negli anni Ottanta le pareti dello spogliatoio della palestra del “Giulio Cesare” di Roma erano tappezzate di scritte (dal battiscopa fino al soffitto). Faceva da padrone una volgarità scanzonata e surreale. Non ho mai scritto nulla (c’era davvero poco spazio libero), ma me le sono lette tutte e ho riso moltissimo.
Un paio -aiutato dalle rime baciate- le ricordo ancora perfettamente (e rido ancora). Sono irripetibili in questo blog austero e cattolicissimo.
Insomma, leggere le scritte sui muri pone molti problemi morali, anche per chi non scrive.
non vorrei abbassare il tono dei commenti, ma – sulle orme di marcello – devo dire che anche io quando vado nei bagni pubblici leggo tutte le scritte sul muro. Molto più di quando cammino per strada, forse perché uno comunque deve passare il tempo. Ed effettivametne non sono così edificanti, come quelle che trova e liricamente riporta Luigi. Credo che sarò più attento quando cammino.
Le scritte del bagno del liceo non le ricordo. Però, sulla strada della campagna c’è un cavalcavia che attraversa la cassia e qualche anno fa era spesso occupato dai lenzuoli del fidanzato di una certa “puffo”. Questa estate ho appreso, sempre da un lenzuolo informativo, che è nato Lorenzo-puffetto…
Con questo voglio dire che forse meglio dei muri sono i lenzuoli. Chi scrive sul muro consegna la sua dichiarazione all’eternità, ma si priva della gioia degli aggiornamenti.
“sei la stella più lucente del mio universo”..
Curioso, leggere questo post una volta tornato in albergo dopo una cena con colleghi in un ristorante ravennate (breve trasferta al locale petrolchimico). Poche ore fa i miei occhi sono stati trafitti dalla visione di una bionda (con n nuances) ed eburnea cameriera ventenne a cui ho dovuto chiedere il nome “perchè sei una delle più belle creature che abbia mai visto, e volevo ricordarne il nome”. (E poi era anche simpatica: a Genova tipe così te le scordi.)
(Vedi, Leo, un trentaquattrenne così non si sposa di corsa, si prende a schiaffi al secondo appuntamento, non appena vedi come guarda le altre…)
[Ah, nota di colore:
nel lussuoso hotel di ultima generazione c’è Sky di default (oltre che l’efficente wi-fi che mi permette di scrivere ora) . Fin qui niente di strano.
Il fatto è che, una volta spento il decoder, compare (perchè forse l’ultimo ospite zappingando ci si fermò) una tv più o meno locale -di quelle con servizi giornalistici in romagnolo , peraltro abbastanza comprensibile dal sottoscritto, in quanto per metà bassopadano- e non poco commercial-trash: Rete8 Rimini .
Ebbene: poco fa -e qui si torna per un istante alla storia leonardesca dello ‘zio porcaccione’ (ma non seguii tutta la saga dei commenti) rimango molto divertito da (una volta spento il decoder) la inaspettata presentazione di un programma ‘sexy’ sinora a me ignoto (ma che magari da ‘ste parti è un ‘cult’..) : “Direttamente dal Pepenero di Riccione, Leonardo presenta ‘Le Peperine Show’ ! ” .
😀
Comunque, viva il cattivissimo (che abbassa la media delli christiani) Leonardo. E viva Cevoli e Casadei.
Buonanotte. ]
Marta09 buona giornata. Un giorno verrò a Monza a cercare le scritte. Se invece vieni a Roma ti accompagno a fare il giro Salita dei Borgia – piazza di San Francesco di Paola – via del Fagutale – via della Polveriera – via Eudossiana – piazza di San Pietro in Vincoli. Il parapetto che accompagna gran parte del giro è pieno di graffiti, mille e millanta. Al numero 2 di via del Fagutale c’è la casa di Scajola: non è Montecarlo, ma è già qualcosa. Vado volentieri a pirlare da quelle parti.
Caro Syriacus, purtroppo non sono io il presentatore del Peperine Show (di cui, horribile dictu, ignoravo addirittura l’esistenza), ma mi sarebbe tanto piaciuto. Pazienza: ormai mi sono rassegnato a non aver combinato nulla di buono nella vita.
Piuttosto, ragazzo mio bisogna che tu metta la testa a posto: i complimenti alle eburnee cameriere ventenni si addicono, semmai, ai vecchi bavosi come Berlusconi, Bruno Vespa e me. Tu hai trentaquattro anni e ti devi fare una famiglia, dovresti quindi concentrare tutta la tua attenzione su donne giovani ma non più giovanissime, con interessi non incompatibili con i tuoi, e soprattutto altrettanto desiderose di sposarsi (in chiesa, ça va sans dire). Con tutti i cori che bazzichi, possibile che non ci sia una corista trentenne, di aspetto passabilmente gradevole, cattolica, e intenzionata a non restare zitella?
Quanto al guardare le altre, esiste una cosa che si chiama “coda dell’occhio” (!) che, se ben allenata, consente di radiografare in un nanosecondo qualsiasi passante meritevole, senza smettere di contemplare devotamente colei che sola a te par donna.
La quale, se è intelligente come mia moglie, compatirà con una punta di sarcastica condiscendenza.
Marta, l’espressione del pensiero abbellisce.
Possiamo disquisire sulla bellezza del pensiero, questo si, ma la sua espressione resta fondamentale.
I graffittari sporcano i muri.
I pifferai in Tv e sulla carta stampata sporcano le coscienze, e nessuno se ne lamenta…
E’ la “libertà d’espressione”. Giusto così.
Ok, Luigi, ti aspetto e ti sfido a leggere qualche cavolo di scritta edificante!
Ma quando arrivi in Stazione, per favore, chiudi gli occhi … chiudili, chiudili …
@Ubi … certo che sì, certo che è libertà d’espressione imposta però … che prevarica non poco il prossimo.
Per quanto mi riguarda credo che la libertà d’espressione debba andare a braccetto con il rispetto dell’altro …
Comunque è già allarmante l’inizio di questa scritta “SE NON BASTANO LE PAROLE DI UN SMS …” (????????) … Quasi sia l’unico modo di comunicare, il modo elettivo di comunicare.
Altro paio di maniche se ci fosse stato un “se non bastano le parole dette, scritte, messe in pratica, tradotte in fatti …” oppure “Non mi basta l’Universo intero per dichiarare e scrivere che sei …”
Mah .. a me pare un po’ atteggiamento da stalking … ah ah ah 😀
Marta09 chi chiude gli occhi alle scritte balorde non troverà quelle buone. Ciò si potrebbe dire di tutta la vita.
I graffiti sono tra gli elementi più preziosi per le ricostruzioni storiche e archeologiche.
Le modalità di graffito non sono molto cambiati lungo i millenni,
ci sono solo più strumenti per farne.
Io storco il naso quando li vedo, generalmente.
Fra mille anni,
i graffiti di oggi,
saranno elementi che aiuteranno a interpretare la storia odierna, i comportamenti odierni,
che a noi inzuppati nel presente appaiono così ovvi.
Un carissimo amico archeologo e la splendida ricerca fatta da Luigi sui graffiti dei tempi che viviamo, mi stanno dando una comprensione che non avevo.
Mia madre ha buttato della casa dei mobili che lei riteneva vecchi e quindi brutti,
ha buttato delle splendide radio d’epoca ne avevamo due, una era marelli, ci sono stato malissimo.
Non erano cose vecchie ma antiche e belle.
Ma
io e mia madre leggevamo in modo diverso uno stesso dato.
Nella vecchia casa venduta lo scorso anno a Lanciano, su in soffitta c’era un pieno di graffiti, che io mi divertivo già fin da bambino a leggere.
Quella casa era, prima della nostra proprietà, un antico istituto religioso che faceva convitto per le ragazze. Istituto francescano Bambin Gesù.
In quella soffitta spesso si rifugiavano le ragazze, che venivano da tutto il circondario della città frentana, lasciano sui muri loro amori, e varie.
Non mi resi mai conto della loro importanza.
Lo capii quando la stavamo cedendo.
Ne feci qualche foto.
Ma sarebbe stato utile un lavoro fotografico serio da consegnare alla memoria.
Sono certo che il nuovo proprietario, nel ristrutturare distruggerà tutto,
e io che avevo una memoria da trasmettere rimpiango la mia incomprensione…
Ultimamente ero
a Roccacalascio,
favolossissimo borgo antico tra i più alti d’Abruzzo,
vicino Campo Imperatore,
diroccato da un fortissimo terremoto, divenuto borgo fantasma,
che una famiglia romana trasferitasi, ha riportato alla vita e instaurandovi un albergo diffusivo.
In un locale, è visibile un affascinante serie di graffiti su muro, probabilmente del 1300-1400.
Graffiti in tutto simili a quelli che erano nella casa familiare di Lanciano.
Ringrazio il mio amico archelogo che me li ha indicati, facendomi scoprire il senso della storia ma anche della vita, attraverso quei segni, che nell’oggi io ritenevo insulsi oltre che rovinare il decoro.
“Petros eni” in caratteri greci, è tra i graffiti più famosi, graffito ritrovato su un frammento durante gli scavi archeologici voluti da Pio XII sotto san Pietro.
Il graffito “Petros eni” (Pietro è qui) era vicino al “muro g” (il muro dei graffiti), un muro pieno zeppo di graffiti.
I graffiti
sono da sempre modo di comunicazione,
ci sono quelli religiosi, di amore, di rabbia, di vendetta, di sesso.
Ma sono comunicazione,
nel tempo sono anche testimonianza storica,
di sesso, di religiosità, di odio, ….
con strumenti e supporti cangianti nel tempo.
@Luigi, eccerto che sì, ma io te li faccio chiudere in un luogo ben preciso (pare una lezione di anatomia umana ciò che è dipinto sui muri) e poi te li faccio riaprire subito dopo … lo faccio per non toglierti la poesia, per non turbare il tuo ottimismo di un “niente di buono” … a parte quello scritto negli occhi delle persone e nei sorrisi della gente … Ma quello, visto che non è scritto sul muro, mica si vede subito!!!
Io te li tengo chiusi lo stesso, ecco … fino all’ingresso e poi il – passo dopo – te li lascio aprire.
Marta, libertà d’espressione= libertà di pensiero.
Ora potrei liberamente pensare che tutto è prevaricazione.
O inversamente potrei pensare che non lo è niente, tranne ciò che è imposizione” fisica”.
Siamo nel campo del relativo comunque, tutto dipende dal punto di vista dell’osservatore.
Il “Fanculo tutti” a caratteri cubitali a Firenze Rovezzano ha anch’esso la sua bellezza e il suo senso in questo mondo.
Come l’hanno il “tizia è una porca” o il “tizio è uno stronzo”.
Sono le verità che magari possono offendere… ma sono “verità”…
E perchè non dirle di persona ai diretti interessati senza – per altro – infangare pubblicamente il tizio o caia in questione.
Pensa un po’ ad uno o una che ha la disgrazia di portare lo stesso nome di quello/a buttato sul muro e giudicato senza speranza: come si può sentire a leggere il suo nome associato ad una categoria non troppo edificante?
E’ rabbia o eccesso di qualsiasi altro sentimento … e pure represso visto che si affida il messaggio ai muri e non alle orecchie del legittimo proprietario del titolo offerto.
Almeno Gesù, scriveva sulla sabbia … mica sui muri … e Lui aveva ben ragione di dire ogni cosa … ma l’ha detta direttamente.
Ok ok … tutto va bene se fa bene.
Ops … ci ho messo un “?” interrogativo di troppo … ma è forse quello che sta stazionando nella mia testa ogni qual volta penso a questo sport nazionale di giornalisti murali.
Di solito quando scrivono stè cose si mette solo il nome, mica foto indirizzo tel. e cf…
Questo a prescindere dal fatto che tutti vedono e sanno che tizia e caio… (e tizia e caio se ne vantano… diciamolo…)
al mondo d’oggi si fa solo finta di non sapere e non vedere…
ma si mormora, eccome si mormora…
e alla gente piace farsi mormorare, altrimenti o è ipocrita o dovrebbe ” cambiar strada (non nel senso di luogo d’abitazione…)
mi avete convinto… allora oggi dai muri del pianerottolo, grido felice al mondo che… è il mio anniversario di matrimonio! Grazie Luisa (e prima ancora al Principale).
http://motividifamiglia.blogspot.com/2010/10/7-ottobre-un-anno-in-piu.html
“E perchè non dirle di persona ai diretti interessati senza – per altro – infangare pubblicamente il tizio o caia in questione.”
Tizio e caia con i loro comportamenti non si infangano da soli???
Effettivamente posso compatire, il maiale adora sguazzare nel porcile, però effettivamente s’offende quando glielo fanno notare…
Ubi il Fanculo tutti che tu evochi ebbe qui la sua trattazione in un post del 24 aprile 2009. Nulla che stia sui muri mi è estraneo.
Bravo moralista e auguri! Un bel saluto a Luisa. Scrivere sui muri è come scrivere nella Rete: chi passa legge.
EVVAI ! Graffito libero, allora! Per la libertà di pensiero e di espressione. Ognuno racconti la sua scritta più espressiva e dove è stata postata !
Urca Signor Luigi,
in quel post don Luca confessava un sogno mostruosamente proibito…
ma che spesso meriteremmo…
Cmq il massimo dei graffiti e della libertà d’espressione sarebbe questa qui (all’inizio), peccato che poi non ci sia un lieto fine…
http://il.youtube.com/watch?v=4R97Z17ryDY
Splendido esempio
di come il web possa essere una immensa parete da graffitaro.
Un anniversario che diventa memoriale di una vita comune,
una vita comune che dai due inizieli è diventato cinque.
Un matrimonio non è una garanzia per tutta la vita,
accidenti come capisco la simpatica espressione:
ce l’abbiamo fatta anche per quest’anno !!!
BUON PROSEGUIMENTO alla famiglia Moralista
@ Marta09
Peccato!
nonostante tutto i graffiti
che vengono dai lontani millenni,
continueranno per i prossimi millenni.
In antichissimi graffiti l’organo sessuale maschile era ampiamente riprodotto,
tanto perchè non ci si dimentichi lo sport più piacevole dalla nascita della terra fino alla fine dei tempi.
Sesso e comunicazioni sessuali hanno sempre avuto modo di esprimersi nei tempi con la modalità graffitara.
Certo che l’arrivo del cellulare oggi come del fermo posta ieri
modificano le comunicazioni scritte nei bagni delle autostrade, per gli amanti del sesso libero, per scambisti etc.
Perchè…
tutto quello che evinco dalle tue espressioni
è che sei sconvolta da quella tipologia di scritte……
Ma da che mi ricordo io,
di sesso si è sempre scritto.
Certo,
prima vi erano più tabù psicosociali,
ma con la liberalizzazione delle espressioni di pensiero
relativamente all’etica sessuale,
ha preso una forma più amplificata.
Negli anni 50 c’era ancora molto analfabetismo,
ora tutti sono capaci a scrivere i loro bisogni,
psicologici,
sessuali,
affettivi,
religiosi,
su un muro… esterno o interno.
E’ la libertà di pensiero !
Graffito (elettronico) moralista:
Auguri al Moralista (e Signora)!
Graffito (elettronico) 2:
Leonardo, mi fai morire!
(in genere, ma i siparietti con Syriacus sono imperdibili)
Interessante l’apologia graffitara di Matteo. Che coniuga il buon tempo antico con l’ipermodernità quarta-rivoluzionaria. In chiasma con la giovinezza della stirpe umana che, quel che vedeva nel Cielo, raffigurava sulla Terra. Dove non stona affatto la piccola testimonianza del passaggio di generazioni conosciute solo agli eredi e ai cultori di archeologia e tradizioni popolari, con la grande Testimonianza di QUEL graffito, il più famoso, che è costato dolori alla scopritrice e ha reso grande la tranquilla sicurezza del Papa che le diede credito.
Il metodo di Matteo è spesso quello di dilatare un particolare del “quadro”, fino a farlo (chiedo scusa: spesso in modo abnorme) quasi oltre la cornice, schiacciando tutto il resto.
Ma stavolta ha fatto di un graffito (e quelli d’oggi sono spesso miserrimi) un quasi-sacramento.
Come minimo, un’apertura di orizzonti. C’è un che di pasoliniano. Grazie.
p.s.
Devo invece rilevare che il punto terzo di Targum55 rischia di diventare il programma politico di malintenzionati e non posso dirne grazie.
CONGRATULAZIONI, MORALISTA !
……………. e buona notte a tutti !
Roberto 55
Ciao Leo (non quell’altro di Riccione),
ho appena letto le tue risposte, a devo dire che prevedevo quasi verbatim tutto ciò che hai scritto..E dico che “hai ragione” .
Ma tant’è ; segno del destino: proprio mentre leggevo la tua risposta, Sky Musica, canale Opera, trasmetteva (non è uno scherzo) l’esordio del “Così fan tutte” di Mozart – Da Ponte :
“Personaggi:
FIORDILIGI e
DORABELLA, Dame Ferrarese e sorelle abitanti in Napoli
GUGLIELMO, Ufficiale, amante di Fiordiligi
FERRANDO, Ufficiale, amante di Dorabella
DESPINA, Cameriera delle dame
DON ALFONSO, vecchio Filosofo
CORO
Soldati, Servitori, Marinari, Convitati alle nozze, Popolo.
————————————————–
Overtura
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Bottega di caffè.
Ferrando, Guglielmo e Don Alfonso
N. 1 – Terzetto
FERRANDO
La mia Dorabella
Capace non è:
Fedel quanto bella
Il cielo la fé.
GUGLIELMO
La mia Fiordiligi
Tradirmi non sa:
Uguale in lei credo
Costanza e beltà.
DON ALFONSO
Ho i crini già grigi,
Ex cathedra parlo;
Ma tali litigi
Finiscano qua. ”
[Et cetera…]
http://www.radio.rai.it/radio3/radio3_suite/archivio_2006/eventi/2006_03_26_cosifantutte/ .cfm
(Comunque oggi ho avuto una discreta prima conversazione con una remotamente collega -ingegnera, lei : razza non molto compatibile invero con gli ‘scienziati’, ma vabbè…- , che proviene da Venezia e alla lontana è tosco emiliana – spettacolo!- . Ha quasi trent’anni, ma è ‘già’ fidanzata..)
(Comunque, al proditorio racconto dell’episodio della cameriera da parte di un collega molto più a anziano -un vecchio tecnico volpone- , costei ha commentato ‘ma ha fatto benee..’ : ma in quelle parole notavo proprio una punta di…”sarcastica condiscendenza”..;)
E vabbé.
Notte a tutti.
Caro Syriacus, dato per scontato che l’ingegnere sia avvenente (altrimenti non te ne saresti interessato), non mi dici nulla però del suo orientamento religioso. È cattolica? Praticante? Quanto praticante? Dovresti accertatrtene quanto prima e poi continuare a considerarla solo se valuti che sia almeno “redimibile” dal marito, giusta l’insegnamento di san Paolo. Il fatto che sia fidanzata non mi pare invece ostativo: i fidanzamenti si possono rompere e in amore come in guerra …
Sui vecchi lumaconi. Al liceo avevo un professore di matematica che “ci teneva” (alle udienze chiedeva a certe mamme: «mi dica, signora: posso ancora piacere?»). Un giorno venne in classe una segretaria, giovanissima e assai graziosa. Lui fece un po’ il galante e, quando disse qualcosa come “lei non si offende, vero?”, la ragazza rispose con un sorriso perfidamente soave: «ma si figuri, professore, lei potrebbe essere mio padre!». Eccellente lezione di vita, di cui non mi sono più dimenticato.
Il fidanzamento è un periodo delicato e impegnativo, durante il quale due persone verificano la loro reciproca scelta attraverso un percorso che dovrebbe svolgersi, almeno per i cattolici, nella comunità ecclesiale. Trovo che il detto “in guerra e in amore tutto è permesso” non basti a giustificare una persona, cattolica al punto da doversi interessare di quanto sia praticante l’eventuale futuro coniuge, che si intromette fra due fidanzati cercando di provocare la rottura del fidanzamento. Queste sono cose da cattivi cristiani, non da cristiani cattivi.
Quanto al resto, abbiamo capito che Leonardo non si fa scrupolo di guardare – con la coda dell’occhio, per carità – le altre donne mentre passeggia con la moglie, e anche che, secondo lui, le donne brutte non possono, per definizione, suscitare il benché minimo interesse in un uomo.
Non foss’altro che per questo, si giustificherebbe il suo orientamento politico.
Capito, Leonardo, capito.
Il mio prof di matematica era così. (Ed era notorio che dava anche due voti in più alle belle ragazze, ma vabbè. Ma lui era sul crinale lumacone-marpione : difficile da classificare, un borderline.)
Comunque la “eccellente lezione di vita” prima o poi ti capita, per carità.
Devo però precisare che, anche se gli anni in cui “potrebbe essere tua figlia” e “sei un vecchio bavoso” non sono affatto lontani, io parlavo di situazioni in cui si hanno ragazze che a mala pena potrebbero essere, biologicamente parlando, ‘tue figlie’ ,ma che realisticamente, viste le abitudini procreative medie della nazione, potrebbero essere semmai sorelle minori..
Inoltre, non è colpa mia se la maggior parte della gente mi dà “circa ventisette anni, comunque meno di trenta, o trenta al massimo”.
E il gioco è fatto: una di 22 pensa che, magari, hai ‘solo’ 5-6 anni più di lei (senza contare le lettrici di Moccia in vena di immedesimazione con le dramatis personae moccianae: anche tre o quattro lustri in più, ché sono?)
MA il gioco durerà ancora per poco -io ne ho la certezza matematica- , l’entropia incalza tutti, e allora sarà “pianto e stridore di denti” .
Leo mi è di memento. Grazie.
Buonanotte.
PS: però l’altro Leo (Leopold) non ha tutti i torti sui tuoi ‘guerra e amore’… ;p
(Approposito di amore e guerra…
http://www.youtube.com/watch?v=9ssboQ1wLs4
-per me fu un cult..- )
(Ah, questo Allen invece è per la voce “dovresti quindi concentrare tutta la tua attenzione su donne giovani ma non più giovanissime, con interessi non incompatibili con i tuoi” :
http://www.youtube.com/watch?v=7pHcG_cqAA4 🙂
(Questo invece quanto alle biondine eburnee più spigliate:
http://www.youtube.com/watch?v=fQiBzPoGVD8
-però, la famosa cameriera pareva in effetti, di viso, un incrocio ben riuscito fra Grace Kelly e Anna Falchi -dei tempi d’oro di entrambe- ; anche se oltre che la somiglianza con colei che sarà Grace Grimaldi, aveva anche un goccio inconsapevole di Eva Grimaldi -sempre dei tempi d’oro. Oggi l’ho salutata e le ho dato un bigliettino in cui la definivo “La Più Bella Ragazza Del Mondo”. Come fosse un trademark® .. Lei però, quando le ho detto che mi ha fatto piacere riverderla prima di tornarmene a Genova, ha risposto gentilmente ‘grazie’ , sorridendo. E’ stato carino per entrambi.. Bon. Punto e a capo.)
Leopoldo ammiro la rovesciata “cattivi cristiani – cristiani cattivi”.
Una specchiera nella quale non avevo mai guardato.
Caro Syriacus,
spero che la camerierina eburnea con cui hai inutilmente flirtato non fosse neanche parente della scialba e inerte bionda del film di Woody Allen (che, comunque, mi sembra tu guardi troppo: non dimenticare che, come le cronache hanno acclarato, è un quasi-pedofilo). Se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi.
Quanto ai fidanzamenti, che non se esistano neanche più, a differenza dei matrimoni non sono indissolubili, anzi sono fatti apposta per poter essere rotti se sopraggiungono cause di forza maggiore. La tua imperiosa volontà di prendere una donna, qualora lei vi corrispondesse, sarebbe per l’appunto una causa di forza maggiore. Ma chissà se un ingegnere ha di questi colpi di testa (per un chimico, poi …).
Insisto: la corista, la corista …
“La tua imperiosa volontà di prendere una donna, qualora lei vi corrispondesse, sarebbe per l’appunto una causa di forza maggiore.”
Grazie. Confermi quanto da me pensato (e, in parte, pianifcato) sempre più in tempi recenti. In effetti certe superfidanzate/conviventi alla frutta, con un matrimonio /figlio da lui perennemente negato/posposto, a volte non vedono l’ora che , appunto, sopraggiunga ‘una forza maggiore’. (Ma siccome chi rompe paga, e… , sinora ci sono andato moolto cauto..)
Comunque, niente reale parentela con la scialbinertebionda alleniana (dopo gli ultimi suoi cimenti peraltro Woody l’ho disconosciuto) . In ogni caso: ho sempre preferito Grace Kelly a Marilyn Monroe. E dovendo scegliere fra le conteporanee Sacrlett Johanson (alleniana di ferro ormai) e Guineth Paltrow, non esiterei a scegliere la seconda..
[Difatti la max compatibilità ce l’ho con le studentesse/laureate di Lingue/Traduzioni, et cetera. Non so perchè.]
[Poi, Leo, ti spieghero il (triste) capitolo cori. Non ora, ci vuol tempo a chiarire. Per ora mi avvalgo della facoltà di non rispondere (delle mie inazioni). ]
[Tanto per darti una idea, Leo : era il 1997, Jay Leno intervista la da poco venticinquenne Paltrow (classe ’72) :
http://www.youtube.com/watch?v=it3YwhtOcuc
Con i capelli corti, poi…]
[Per completezza assoluta -questione fra me e Leo – :
http://www.youtube.com/watch?v=Le-X36HfBGI
“Caccia ala Ladro”, Hitchcock, 1955 . Lei ventiseienne, lui (C.Grant) ha il doppio dei suoi anni (va vabbè, è Grant!) .
Osserva bene Grace qui: la ‘camerierina eburnea’ (quando hanno poi i capelli corti con la riga tipo anni ’30…) ha un viso così. Di più non so. ]
[Per le lettrici del blog : queste acconciature le adoro sulle bionde:
1) http://www.pourfemme.it/articolo/capelli-inverno-2010-le-onde/5047/ ]
[ Ma anche questa non scherza : 2) http://www.pourfemme.it/articolo/acconciature-inverno-2010-carre/6319/
(si può postare un link per volta…)
(Inutile dire a Leonardo che entrambe le modelle di queste ultime due foto, in un modo o nell’altro, hanno un che di… eburneo 😀 😉
(Mi fermo qui, prima che arrivino le randellate… Ora vado ad una concelebrazione in Cattedrale, per sentire mia madre cantare lodi a San Vincenzo… )
Amen. Arrrivederci.]
[P.S.: per una volta però che mi piace un’italiana -per quanto giovinimpossibile..- : è già un passo verso il ritorno all’ovile. Forse. (Ma da quelle parti non si può mai sapere: l’accento era pastoso al punto giusto, ma… Come diceva più o meno una canzoncina che ho captato trasmessa da una tv romagnola :
“Vieni in Riviera, bella straniera: sulla spiaggia aspetteremo, cuore a cuore, la luce del mattino…”
Che non è proprio newmaniano…:]
Andare a messa è un’ottima idea.
Tra l’altro, come diceva Benedetto Croce, gli italiani per secoli si sono innamorati proprio in chiesa, unico luogo in cui si poteva con comodo guardare a lungo persone dell’altro sesso. In chiesa, fra l’altro, è più probabile incontrare ragazze cattoliche (se mai ve ne siano ancora).
Ma con il nuovo lezionario e l’incipiente presbiopia c’è chi – occhiali in mano – non stacca gli occhi dal foglietto e si perde ogni vista e ogni veduta.
Così, per gioco, ho contato: una quindicina di piccole confessioni di Syriacus sul tema universale.
Direi che è proprio innamorato…
Io, a diciott’anni, cotto come una pera (ora non so, ma un tempo si diceva così – perché, poi?), andavo da mia nonna e le raccontavo tutto. Lei sapeva consolarmi più di mia madre. Di mio padre avevo pudore.
Allora non era come oggi: prima di dirlo all’”altra”, passava tempo….e come si soffriva…Poi, io, alla mia regalai Sirio.
Auguri, Syriacus.
Cotto come una pera: le pere cotte al forno sono frequenti nella penisola. Aggiungi l’assonanza tra “cotta d’amore” e “frutta cotta”.
Cari ragazzi. Alcune confessioni:
1) Leo: poi alla messa vincenziano-lazzarista-congregatiomissionaria non ci sono andato. (In compenso, domani vespri solenni dagli oratoriani per il loro Nuovo Beato; lunedì pontificale avec le Bagnasco.) Mia madre ha tentato di prenotare un trasbordo dal centro di lei e sue amiche ‘beghine’ (non quelle dell’altra volta, beghine del postconcilio, diciamo, da nuovo lezionario..) sessansettantenni. Io mi stavo apprestando per le otto (il problema è che il sabato sera risposteggiare un’auto di medie dimensioni non è facilissimo) , ma lei mi ha telefonato alle sette e un quarto che ‘niente, vabbé, torniamo col bus, non scomodarti..’ . (Domani però passo a mangiar fettucce ai funghi da lei, sennò poi..) In compenso, mi sono addormentato dopo una maratona gastronomica all’insegna della buona vecchia ‘economia domestica’ (di cui mia madre è ancora cultrice) . Dopo un periodo di assenza più lungo del previsto, mi son trovato con varie cibarie o ‘partite’ del tutto, o da far ‘sparire’ con le buone il prima possibile (e si badi che non sono un maniaco fobico del ‘best before’, ‘ma è scadutooo…!!’ , et cetera. Però sono costituzionalmente incapace di buttare via cose ancora ‘recuperabili’, almeno in parte. Diciamo che aver avuto genitori che han visto la guerra da bambini ha contribuito a sviluppare tale habitus..)
La cuisine chez moi è stata un successo notevole (che tristezza, me lo devo dire da solo… E pensare che se una mi sposasse la potrei prendere per la gola praticamente tutti i giorni – e poi stiro anche, caspita!).
Ulteriore confessione (tra me e Leonardo) : devo dire che ho capito quella cosa delle donne da osservare a messa almeno in due occasioni: in vitro, guardando da ragazzino una scena di “Non ci resta che piangere” (by the way, featuring Leonardo) , e in vivo, bene, alla messa tradizionale a Lione quest’estate (non lefebvriani, sanpietrini) . Nel silenzio del rito antico si instaura una tensione fra i sessi che non ha rivali nel rito reformato : e lo dico con cognizione di causa. (Ho parlato di ‘tensione’, non ‘corrente’ : alle messe scout che frequentavo, o in affollate parrocchie, o GMG, etc.. si ha passaggio di corrente fra i sessi, ma la ‘tensione a circuito aperto’ fra i sessi , tipica del rito antico, nonché di molta religione tradizionale, è -secondo me, almeno- un altro pianeta -e il discorso porterebbe lontano. Comunque, una discreta simulazione dell’effetto ritoantico la si può avere a messe feriali poco affollate, dove però partecipino anche donne giovani e belle -che so, cappelle universitarie, di ospedali, etc..- )
2) Giosal dice che sono ‘innamorato’. E’ vero: lo sono -invocando efficacemente Bob55- “a prescindere”. (E ricordo Fiorenza, credo, definirmi qui “amante” -in senso assoluto- . Approposito: spero seriamente che Florence stia meglio! Fatti viva!!) E’ quell’ aprescindere che ‘terrorizza’ le ragazze che mi conoscono (poco). “L’uomo che amava le donne” di Truffault, però, almeno, ‘concludeva’ in maniera quasi sistematica. Mentre il sottoscritto… no. (Anzi… -Diciamo che il massimo successo lo raccolgo con le ammiratrici quarantenni di Neri Marcorè, vista la somiglianza a quanto pare notevole. Mah.)
3) Alle otto sono andato da Euronics a ritirare dopo tre settimane lo stereo Philips sostituito. Testato. Conclusione: il difetto è intrinseco nel lotto (o peggio, nel progetto). Ma ha un suono così bello: peccato che in registrazioni dal vivo ti faccia soffrire per le cesure fra una traccia e l’altra.. e a fine cd faccia ‘plump’, come i vecchi giradischi. (Bello, se fosse un problema solo di bios.), Mi sa che lo ri-restituirò.. Che tristezza!
4) La camerierina eburnea in realtà (e qui lo confessai a lei subito, con clamoroso autogol) mi ricordava la ragazza con cui ho avuto la massima passione in vita mia, e che mi lasciò malissimamente quattro anni fa (ma questa era purtroppo l’altra in meglio..) Ci so fare poco e male. (No, vabbé, facciamo poco e bene con punte di tanto e male). Ma assicuro Leo che fra le tradizionaliste euro-americane…-hai ragione: altro che eburnee!
5) Agli igienisti del blog: ho appena visto una piccola e innocente blatta marroncina camminare sulla testata del letto su cui scrivo. Ho acceso l’aspirapolvere Bosch da 1900 W, e forse… Troppo crudele (però un’altra l’ho già ammazzata in un giorno, e per me sono una novità, all’altra casa incontravo più di frequente ragni e le ubique ‘lepismae saccharinae’ -i “pesciolini d’argento”, ghiotti dei miei libri antichi, etc..) Ma qui è zona da pantegane la sera- fortuna che sono in mansarda -mentre il proliferare d’insetti va di pari grado all’antropizzazione di casa mia (all’inizio, neanche l’ombra: ora ho formichine rosse che ‘fanno la settimana bianca’ nel vasetto dello zuccchero..) .
Basta col privato. Arrivederci.
P.S.: però ora esco, mi infilo in un locale, e brindo (alla coscienza, prima, e quindi al papa). (Ma si può brindare alla coscienza -non parliamo poi del papa- con un mojito?)
Buona domenica.
Per Luigi: incidentalmente questa settimana ho mangiato (a una mensa aziendale) …pere cotte. (Come diceva Feuerbach? 🙂
Comunque a un simpaticissimo ex-collega, piace un sacco l’espressione “peracottaro” (che pronuciato con la sua r moscia alessandrina è tutto un programma). (A Genova si usa parecchio “fare una figura da cioccolataio” -“svizzero”, opzionale.)
(Ma è stato interessante: a quella mensa servivano le pere cotte al forno con sopra aggiunte codette colorate , che io ho istintivamente associato all’idea di cioccolato. E ho scambiato una frutta piuttosto banale -‘da vecchi sdentati’-, con un prelibato dolce pere&cioccolato.. Con i colleghi ho fatto una figura da cioccolataio, oltre che da peracottaro…: il cerchio si chiude.)
Syriacus, mon frère! L’osservazione sulla tensione a circuito aperto tra i sessi nel rito antico è stupenda (ma anche un po’ spericolata: ci vuole palato fino per intenderla, e qui qualcuno potrebbe prenderti per un pervertito).
Deve esserci, nascosta da qualche parte, una donna degna di te.
Datti da fare a cercarla, perché se proprio non saltasse fuori, mi dispiace per te ma sarebbe un segno pressoché sicuro di vocazione alla vita consacrata: ascesi, contemplazione, gregoriano e basta. D’accordo, avresti scelto la parte migliore, che non ti sarà tolta e tutto quanto, ma son cazzi! D’altra parte, se Dio chiama, non ci si può mica voltare dall’altra parte.
(Complimenti anche per la volontà di non mandare a male il cibo: neanche tu fossi degli anni cinquanta. A noi hanno insegnato essenzialmente due cose,e sono tuttora i cardini della mia Weltanschauung: «spegni la luce!» e «quello che è nel piatto si mangia tutto!»).
Leonardo, mon frère!
Ti meriti…
“Allora, mi raccomando: le donne , in chiesa, guardarle fisse!
..Con lo sguardo, le devi far capire che hai capito…”
(Farà più Summorum Pontificum di Humanae Vitae??)
Il tema dell’ “eburnea” mi ha fatto tornare in mente quello che diceva Boris Pasternak su “il genio e la bella”: “quanto c’è in comune tra loro!”, diceva.
“Fin dall’infanzia lei è impacciata nelle movenze. E’ bella e l’impara assai presto. L’unico con cui può essere pienamente se stessa è il cosiddetto mondo di Dio, perché con gli altri non può muovere un passo senza procurare o riceverere dolore. Esce nella strada. E vuole che la sera si accorga di lei, che vedendola l’aria senta una fitta al cuore, che le stelle abbiano qualcosa da raccontare sul suo conto. Aspira a quella notorietà di cui godono gli alberi e le siepi e tutte le cose sulla terra, quando non sono nella testa, ma all’aria aperta. Per tutta risposta, sghignazzerebbe, se le attribuissero di questi desideri. Non pensa a nulla di tutto questo. Lo fa per lei un lontano fratello; un uomo di così grande esperienza che la conosce meglio di quanto lei non si conosca e che alla fine risponde per lei di tutto.”
(Il salvacondotto, Editori Riuniti, 1980, pp. 155-56)
Syriacus, insieme al tuo “fatti viva!” mi è arrivato anche quel “Lazzaro…!”, che mi ha raggiunto in luoghi molto silenziosi. Grazie. C’è stato anche un altro grido, oggi, che mi ha richiamato fuori dalla prostrazione ed è riuscito a farmi prendere un treno: la figlia di mia sorella che si sposava. Ho visto, così, cose meravigliose. Decine e decine di bambini (lei è maestra elementare), quelli di quest’anno e quelli degli anni passati, che la circondavano, in gioia e in festa.Il silenzio tornerà (ho da incontrare il chirurgo che dovrà operarmi), ma oggi è stato bello.
Vi abbraccio tutti. Non so quando potrò tornare a scrivervi.
Dilettissima Fiorenza, che bello risentirti!
Ti dedico alcuni passaggi della Liturgia odierna, nella sua forma extraordinaria:
(XX Dom. post Penetcosten)
Allelúia, allelúia.
Ps. 107, 2 – Parátum cor meum,
Deus, parátum cor meum: cantábo,
et psallam tibi, glória mea. Allelúia.
Sequéntia S. Evangélii secundum
Ioánnem, 4, 46-53
In illo témpore: Erat quídam régulus,
cuius fílius infirmabátur Caphárnaum.
Hic cum audísset, quia Iesus adveníret
a Iudaéa in Galilaéam, ábiit ad eum, et
rogábat eum ut descénderet, et sanáret
fílium eius: incipiébat enim mori.
Dixitergo Iesus ad eum:
Nisi signa et prodígia vidéritis, non créditis.
Dicit ad eum régulus:
Dómine, descénde priúsquam
moriátur fílius meus.
Dicit ei Iesus: Vade, fílius tuus vivit.
Crédidit homo sermóni, quem dixit ei Iesus, et ibat.
Iam áutem eo descendénte, servi
occurrérunt ei, et nuntiavérunt dicéntes,
quia fílius eius víveret. Interrogábat
ergo horam ab eis, in qua mélius
habúerit. Et dixérunt ei: Quia eri hora
séptima relíquit eum febris. Cognóvit
ergo pater, quia illa hora erat, in qua
dixit ei Iesus: Fílius tuus vivit: et crédidit
ipse, et domus eius tota.
(Communio) Ps. 118, 49-50
Meménto verbi tui
servo tuo, Dómine, in quo mihi spem
dedísti: haec me consoláta est in
humilitáte mea.
Amen.
“Ricordati della tua
parola detta al servo tuo, o Signore,
nella quale mi hai dato speranza: essa è
stata il mio conforto nella umiliazione.”
Oggi ai vespri per Newman dai Filippini ho sentito per la prima volta , alla ostensione del Santissimo, la sua splendida…
” In the Name of the Father, and of the Son, and of the Holy Ghost. Amen.
I place myself in the presence of Him, in whose Incarnate Presence I am before.
I place myself there.
I adore Thee, O my Saviour, present here as God and man, in soul and body, in true flesh and blood.
I acknowledge and confess that I kneel before that Sacred Humanity, which was conceived in Mary’s womb and lay in Mary’s bosom; which grew up to man’s estate, and by the Sea of Galilee called the Twelve, wrought miracles, and spoke words of wisdom and peace; which in due season hung on the cross, lay in the tomb, rose from the dead, and now reigns in heaven.
I praise, and bless, and give myself wholly to Him, Who is the true Bread of my soul, and my everlasting joy.
(by John Henry Newman) “
Ti dedico infine un’altra sua celeberrima preghiera:
“Dear Jesus, help me to spread Your fragrance everywhere I go. Flood my soul with Your Spirit and Life. Penetrate and possess my whole being so utterly that my life may only be a radiance of Yours. Shine through me and be so in me that every soul I come in contact with may feel Your presence in my soul. Let them look up and see no longer me but only Jesus! Stay with me and then I shall begin to shine as You shine, so to shine as to be a light to others. The light, O Jesus, will be all from You; none of it will be mine. It will be You, shining on others through me. Let me thus praise You in the way which You love best, by shining on those around me. Let me preach You without preaching, not by my words but by my example, by the catching force, the sympathetic influence of what I do, the evident fullness of the love my heart bears for You. Amen.”
[‘Ex umbris et imaginibus in veritatem’, il suo epitaffio.]
[E detto fra noi, Florence, c’era alla chiesa dell’ Oratorio il pastore anglicano, fra i fedeli, che ho visto partecipare ai Vespri e all’Ostensione e Benedizione eucaristica, con una devozione come neanche molti preti cattolico-romani…
…For mine eyes have seen : thy salvation,
Which thou hast prepared : before the face of all people;
To be a light to lighten the Gentiles : and to be the glory of thy people Israel.
Glory be to the Father, and to the Son : and to the Holy Ghost;
As it was in the beginning, is now, and ever shall be : world without end. Amen. ]
[Ah, grazie per Pasternak!
Oggi ho sentito che, probabilmente per imitare san Filippo, Newman comincia la sua Apologia con il versetto di Isaia “Secretum meum mihi” ..
Però, visto che tu mi capisci, ti dirò -e solo tu ci puoi credere- che ‘quella ragazza’ il ‘colpo di grazia’ me lo ha dato non con le sue fattezze (che erano mera preparatio), ma con una banalissima battuta; così, in cinque secondi.
Un collega non più giovane di origini laziali, ha ordinato una costata molto ricca.
Le posate fornite non gli paiono sufficienti. Il tipo, chiassoso e caciarone dice alla servitrice qualcosa come “…però adesso mi porti un coltello che tagli..”
Lei torna dopo un minuto con un robusto coltello affilato, quasi da cucina, ed esclama: “Ecco, le ho portato la sua accetta.” (Ma lo dice con voce sorridente, dolcemente ironica -che poi da quelle parti ‘accetta’ tende asintoticamente ad ‘azzetta’, ed è ancor più simpatico- : il contrasto tra tardo-adolescenziale bellezza ‘eburnea’ e disinvolta -ma condiscendente- ironia da donna fatta è stato devastante. E’ bellissimo e terribile allo stesso tempo , essere ipersensibili, a questo mondo..]
Amen!
Amen!
Komm, du schöne Freudenkrone,
(Vieni, tu bella corona di gioie,)
Bleib nicht lange!
(non tardare a lungo!)
Deiner wart’ ich mit Verlangen.
(Io ti aspetto con desiderio.)
W Fiorenza!
A Fiorenza che va dal chirurgo questo passo delle Fonti Francescane: «Fratello mio fuoco, nobile e utile fra le altre creature, sii gentile con me in questa ora, poiché sempre ti ho amato e sempre ti amerò, per amore di Colui che ti ha creato. Prego il Creatore che ci ha fatto, affinché temperi il tuo ardore, in modo che lo possa sopportare» (FF 1815).
Fiorenza, ma soeur! (Poi basta perché sennò diventa una famiglia allargata).
Grazie per il passo di Pasternak e auguri per l’operazione.
Il miglior chirurgo (figlio peraltro di un barone della medicina, come si evince dalle sue parole) ha detto una volta: “Il Padre mio opera sempre, e anch’io opero”. Con loro, niente liste di attesa e percentuale di successi del 100% (se il paziente collabora). Sei in buone mani.
Dolce Fiorenza,
provo a fermarti un attimo solo, sulla porta della sala operatoria: mi specchio negli occhi dell’anima tua, intensi e profondi e vivi.
Mentre t’invio un bacio lieve lieve, sulla punta delle dita, vorrei donarti un pensiero bellissimo, letto da non molto in un libro di tanti anni fa:
“Penso a tutte le donne che ho visto nella vita. A Letizia che più non vedo. A Michela mia. All’Agnese piccolina, che è come la mia nuova fidanzata. E a mia madre, che mi partorì quand’era giovane e piena di progetti. Guardo con gratitudine a tutte le donne della terra, sorelle della vita. E qui ricordo le ultime che mi sono passate accanto. Cerco una parola per ogni donna”
(Luigi Accattoli, “La speranza di non morire”, Paoline, Milano, 1988, p. 27).
Un pensiero affettuoso e sincero per Fiorenza e per quell’incontro con il chirurgo la cui sensazione conosco benissimo.
E una preghiera che accompagna la nostra famiglia da sempre:
“…..Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita.Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono. O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio Divino……Tu sei la nostra speranza……”
Un bacio
Mi ci metto anch’io, Fiorenza, fuori dalla sala operatoria, con il rosario.
Fiorenza, ti vogliamo bene! Davvero. Be sure of our humble prayer. Spero tanto di sentirti presto…prestissimo! Ciao.
Ciao super-prolifico Syr…se vai alla chiesa “dai filippini”…prova a farti insegnare un po’ di tagalog (o filipino) con loro…poi ci scambiamo qualche battuta…
Magandang Umaga, Mab!
Kumusta?
Mabuti naman, Salamat!
At ikaw?
Ok: diciamo che ora ho il quod-erat-demonstrandum relativo alla premura che ho sempre avuto di usare il termine “Oratoriani” piuttosto che “Filippini”.. (Ma che ci volete fare, loro insistono.. E dopo due giorni che li senti infarcire omelie di questo termine -under the auspices of the Newly Blessed- , avevo abbassato la guardia…:)
(D’altronde se io dico Vincenziani, il francese preferisce Lazzaristi..)
Anyway: Mab, my Tagalog is virtually non-existent, just a couple of words and phrases; but I would gladly accept on-line (on blog:) lessons from You.
(Poi, un giorno, normo-prolificamente spiegherò il perché di tale micro-infarinatura di tagalog/filipino/filippino.
Inutile dire che c’è stata di mezzo una donna… -e no, non era una domestica, e non sta in questo paese..)
Sa muling pagkikita!
Bye.