Uove e colombe di Cosenza

Uove e colombe / Solo / un’offerta…”: cartello esposto lo scorso aprile da un negozio della città vecchia di Cosenza, fotografato da Giulia Guzzardi. Sono i saldi dell’Ottava di Pasqua. Trovo deliziose le “uove”, avendo già sentito ogni altro plurale del mite uovo. Nel primo commento la foto venuta da Cosenza e qui un grazie a Giulia e al suo occhio arguto.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    28 Ottobre, 2013 - 9:32
  2. Luigi Accattoli

    Dal latino ovum, plurale ova, viene ogni nostra frittata. Il Battaglia registra persino l’antiquato “vovo” che immagino si moltiplicasse in “vovi” e “vova”. Opino che nell’insieme della penisola le galline nostrali facciano tutt’oggi più “ovi” che “uova”. E la “chiara d’ovo” guarnisce i ciambelloni più spesso del “chiaro dell’uovo”. Un giorno a Orte, nel mezzo della sagra che si chiama “Ottava di Sant’Egidio”. ho trovato sulla porta di un’Hostaria questo cartello: “Ovo lesso e bicchiere de vino mille lire”.

    28 Ottobre, 2013 - 9:41
  3. nicoletta z.

    Uh, il vovo: ecco allora da dove trae il nome il celebre liquore a base di “uove”.
    (Ovo lesso e bicchiere de vino è la merenda dei campioni!)

    28 Ottobre, 2013 - 10:12
  4. Federico B.

    QUANDO A DIO PIACQUE, CADDE L’UOVO DAL CIELO E LA GALLINA NACQUE.

    28 Ottobre, 2013 - 15:41
  5. E infatti nel nostro dialetto, caro Luigi, ovu è singolare, ova plurale. Evidentemente è un tentativo di tradurre in un italiano un po’ stentato il concetto dialettale. Un abbraccio alla mia gente.

    28 Ottobre, 2013 - 16:43
  6. Luigi Accattoli

    Nicoletta credo tu abbia ragione. Il liquore Vov viene dal Veneto dell’Ottocento, dove si diceva “vovi”. E ancor si dice. I veneti del blog dicano la loro, ostregheta.

    28 Ottobre, 2013 - 17:42
  7. Federico B.

    Nel mio dialetto rimane uguale, “ov” sia al singolare che al plurale.
    Problema risolto…

    28 Ottobre, 2013 - 17:43
  8. ovo-uvi
    ovo-ovi
    (sempre con la ‘o’ chiusa)
    vovo-vovi (in questo caso con la ‘o’ aperta)

    Queste le forme della parola che ho trovato nei tre paesetti in cui ho abitato. Piccole variazioni sul ‘vovi’ di veneziana memoria.
    Ghemo fantasia, ostregheta!

    28 Ottobre, 2013 - 20:55
  9. mattlar

    Vesc OVO
    Non credo che c’entri qualcosa ma mi è venuta e così l’ho detta…

    29 Ottobre, 2013 - 0:29
  10. Luigi Accattoli

    Un’amica che era a Venezia da ragazza mi racconta che erano cresciute “a voveto sbatuo col caffè o col marsala”, ottima merenda. Nelle mie Marche invece era a colazione, ma solo quando stavi male o “parevi tanto scriatello, o sciattato”.

    29 Ottobre, 2013 - 8:10
  11. Clodine

    Piccola divagazione: c’è un proverbio latino, tratto dalle satire di Giovenale, credo -Antonella che ne sa più di me potrà confermare- molto usato anche da Orazio che dice ” Ab ovo usque ad mala” , ovvero: «dall’uovo fino alle mele» e sta per “dall’inizio alla fine “,in riferimento ai trimalcionici pranzi dei romani che iniziavano con le uova e terminavano con la frutta; da qui prende in via quel modo di dire: “essere alla frutta] di uso corrente….
    Sprepitosa metafora della nostra politica cialtrona. Giusto oggi leggevo che i politici, oltre agli stipendi da nababbo, han consumato, gratuitamente, in ristoranti e trattorie oltre settanta/milioni euro …sulle nostre spalle…ovviamente!
    Ab ovo usque ad mala…è il caso dire che si mangiano proprio tutto, dalla A alla z…

    29 Ottobre, 2013 - 8:19
  12. Federico B.

    Chiedo scusa per il FOT, ma a chi interessano i fatti di vangelo non può sfuggire che oggi è la festa della Beata Chiara Luce Badano, esempio davvero “luminoso” per i giovani e per tutti noi.

    http://www.chiaralucebadano.it/index.php?lang=it

    “A me interessa solo la volontà di Dio. Fare bene quella nell’attimo presente: stare al gioco di Dio”.

    29 Ottobre, 2013 - 9:40
  13. Federico B.

    So che Luigi conosce bene la storia di Chiara e ne ha scritto più volte, ma mi sembrava bello ricordarla nel giorno della sua festa.

    29 Ottobre, 2013 - 9:42

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