Carissimo Fratello, come unica è la Gerusalemme celeste, unico è il nostro martirologio, e le vostre sofferenze sono anche le nostre sofferenze: così Francesco ieri ha parlato al Papa copto Tawadros II, facendogli visita al Patriarcato del Cairo. Nei commenti altre parole del Papa, di ieri e di oggi.
Un’unica Gerusalemme celeste e un unico martirologio
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Rafforzati dalla vostra testimonianza. La maturazione del nostro cammino ecumenico è sostenuta, in modo misterioso e quanto mai attuale, anche da un vero e proprio ecumenismo del sangue […]. Ancora recentemente, purtroppo, il sangue innocente di fedeli inermi è stato crudelmente versato. Carissimo Fratello, come unica è la Gerusalemme celeste, unico è il nostro martirologio, e le vostre sofferenze sono anche le nostre sofferenze, il loro sangue innocente ci unisce. Rinforzati dalla vostra testimonianza, adoperiamoci per opporci alla violenza predicando e seminando il bene, facendo crescere la concordia e mantenendo l’unità, pregando perché tanti sacrifici aprano la via a un avvenire di comunione piena tra noi e di pace per tutti.
Lingua comune della carità. Insieme siamo chiamati a testimoniare il Cristo, a portare al mondo la nostra fede, prima di tutto nel modo che alla fede è proprio: vivendola, perché la presenza di Gesù si trasmette con la vita e parla il linguaggio dell’amore gratuito e concreto. Copti ortodossi e Cattolici, possiamo sempre più parlare insieme questa lingua comune della carità: prima di intraprendere una iniziativa di bene, sarebbe bello chiederci se possiamo farla con i nostri fratelli e sorelle che condividono la fede in Gesù. Così, edificando la comunione nella concretezza quotidiana della testimonianza vissuta, lo Spirito non mancherà di aprire vie provvidenziali e impensate di unità.
I martiri sono le nostre guide. Dalla dichiarazione comune firmata ieri da Francesco e Tawadros: Intensifichiamo la nostra incessante preghiera per tutti i Cristiani in Egitto e nel mondo, specialmente per quelli nel Medio Oriente. Alcuni tragici avvenimenti e il sangue versato dai nostri fedeli, perseguitati e uccisi per il solo motivo di essere cristiani, ci ricordano più che mai che l’ecumenismo dei martiri ci unisce e ci incoraggia a proseguire sulla strada della pace e della riconciliazione […]. Ancora una volta i martiri sono le nostre guide. Nella Chiesa primitiva il sangue dei martiri fu seme di nuovi Cristiani. Così pure, ai nostri giorni, il sangue di tanti martiri possa essere seme di unità tra tutti i discepoli di Cristo, segno e strumento di comunione e di pace per il mondo.
Non ripeteremo il battesimo. Obbedienti all’azione dello Spirito Santo, che santifica la Chiesa, lungo i secoli la sorregge e conduce a quella piena unità per la quale Cristo ha pregato, oggi noi, Papa Francesco e Papa Tawadros II, al fine di allietare il cuore del Signore Gesù, nonché i cuori dei nostri figli e figlie nella fede, dichiariamo reciprocamente che con un’anima sola e un cuore solo cercheremo, in tutta sincerità, di non ripetere il Battesimo amministrato in una delle nostre Chiese ad alcuno che desideri ascriversi all’altra. Tanto attestiamo in obbedienza alle Sacre Scritture e alla fede espressa nei tre Concili Ecumenici celebrati a Nicea, a Costantinopoli e a Efeso. Chiediamo a Dio nostro Padre di guidarci, nei tempi e nei modi che lo Spirito Santo disporrà, alla piena unità nel Corpo mistico di Cristo.
No al falso credente. Omelia nell’Air Defense Stadium 1. Chi non passa attraverso l’esperienza della croce fino alla verità della risurrezione si autocondanna alla disperazione. Infatti, noi non possiamo incontrare Dio senza crocifiggere prima le nostre idee limitate di un dio che rispecchia la nostra comprensione dell’onnipotenza e del potere […]. Non serve riempire i luoghi di culto se i nostri cuori sono svuotati del timore di Dio e della sua presenza; non serve pregare se la nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al fratello; non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e da tanta carità; non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima e il cuore e detesta l’ipocrisia. Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita.
Estremismo della carità. Omelia 2. Dio gradisce solo la fede professata con la vita, perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui! Non abbiate paura di amare tutti, amici e nemici, perché nell’amore vissuto sta la forza e il tesoro del credente.
Veneriamo la Santa Croce. Seminario Patriarcale Copto-Cattolico di Al-Maadi – incontro di preghiera con 1500 sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi: Desidero innanzitutto ringraziarvi per la vostra testimonianza e per tutto il bene che realizzate ogni giorno, operando in mezzo a tante sfide e spesso poche consolazioni. Desidero anche incoraggiarvi! Non abbiate paura del peso del quotidiano, del peso delle circostanze difficili che alcuni di voi devono attraversare. Noi veneriamo la Santa Croce, strumento e segno della nostra salvezza. Chi scappa dalla Croce scappa dalla Risurrezione!
“Alcuni tragici avvenimenti e il sangue versato dai nostri fedeli, perseguitati e uccisi per il solo motivo di essere cristiani, ci ricordano più che mai che l’ecumenismo dei martiri ci unisce e ci incoraggia a proseguire sulla strada della pace e della riconciliazione […]. Ancora una volta i martiri sono le nostre guide. Nella Chiesa primitiva il sangue dei martiri fu seme di nuovi Cristiani. Così pure, ai nostri giorni, il sangue di tanti martiri possa essere seme di unità tra tutti i discepoli di Cristo, segno e strumento di comunione e di pace per il mondo.”
Ho letto queste parole questa sera a Trento, prima della veglia di preghiera che inaugura una due giorni di festa e di ringraziamento per il nuovo beato Mario Borzaga e per il suo catechista Laotziano Paolo, beato anch’egli.
Lungi da farne delle clave, i martiri sono per davvero le nostre guide.
Occhio: una guida è fatta per essere SEGUITA.
Ricordo a tutti dove Luigi parla da par suo di Mario e Paolo:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/mario-borzaga-che-si-sentiva-scelto-per-il-martirio-e-la-felicita/
Grazie, Lorenzo, per questa tua bella e speciale testimonianza da quel di Trento.
Buona serata a tutti.
Roberto Caligaris
Bellissima Omelia dell’Arcivescovo di Trento per Mario Borzaga Beato:
“Lo stato di salute di una persona, di una società, di una comunità ecclesiale è direttamente proporzionale alla presenza dell’esperienza del “grazie”. Il segnale della patologia è, invece, la frequentazione del lamento. Dobbiamo riconoscerlo con molta onestà: in questo momento, esso è diventato addirittura “sistema”. La nostra vita è spesso segnata dal mormorare. I due discepoli di Emmaus sono, in tal senso, la nostra icona. Anche le pagine dell’Antico Testamento denunciano ripetutamente la realtà nefasta del mormorare. Perché questo atteggiamento è tanto grave, oltre che fonte di tanta tristezza? La risposta va cercata, ancora una volta, nelle stanze oscure dell’autoreferenzialità e del narcisismo, dominate dalla paura degli altri e dall’allergia al fidarsi, al dare credito.
Quando, guardando fuori di noi, vediamo solo nemici e avversari; quando le colpe sono sempre degli altri oppure tendiamo a diventare paladini di visioni e di cause soggettive, dando ad esse i caratteri dell’assoluto, allora rischiamo di porci fuori dalla realtà, per dirla con l’Apocalisse: “Ti credi vivo in realtà sei morto”. (Ap 3,1)”
http://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2017/04/2017-04-30-Omelia-ringraziamento-p.-Mario-Borzaga.pdf