In vista dell’enciclica “Fratelli tutti” che Francesco firmerà ad Assisi dopodomani, “Il Sismografo” segnala la curiosità storica dell’ultima “enciclica di un Pontefice firmata fuori da ciò che oggi conosciamo come Città del Vaticano”, che sarebbe “Il Trionfo”, firmata da Pio VII a Cesena il 14 maggio 1814, cioè 206 anni fa. Ma noi vaticanisti siamo puntigliosi e a volte anche curiosi di storia del Papato: ed è in forza del puntiglio e della curiosità che segnalo come anche Pio IX ebbe a firmare almeno due encicliche da fuori le mura: una da Gaeta e l’altra da Napoli. Nel primo commento dirò quali encicliche vennero dal Regno delle due Sicilie e nel secondo ricorderò le circostanze di quella firmata da Papa Chiaramonti a Cesena, la sua città.
Un’enciclica da Assisi e le altre da Cesena, Gaeta, Napoli
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Encicliche napoletane. Pio IX all’enciclica “Ubi Primum” sull’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria appose questa data: “Dato a Gaeta, il 2 febbraio 1849, anno III del Nostro Pontificato”.
Più puntuale è la localizzazione dell’altra enciclica firmata da Pio IX fuori Roma: la “Noscitis et nobiscum”, che “esorta i Vescovi ad opporsi ai funesti tentativi degli empi per minare le basi della Religione Cattolica in Italia”: “Napoli, dal sobborgo di Portici, li 8 dicembre dell’anno 1849, IV del Nostro Pontificato”.
Pio VII da Cesena. Con l’enciclica “Il Trionfo” [Il trionfo della misericordia Divina è ormai compiuto su di Noi] segnalata dal Sismografo, Papa Chiaramonti annunciava ai cattolici del mondo il recupero degli Stati Pontifici dopo la caduta di Napoleone. Eletto a Venezia nell’anno 1800, nell’ultimo conclave che ad oggi si sia tenuto fuori Roma, Pio VII già la sua prima enciclica, la “Diu satis” [Ci sembra di aver taciuto abbastanza a lungo], l’aveva firmata da fuori Roma: dal Monastero di San Giorgio Maggiore in Venezia, dove si era tenuto il conclave.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-2-ottobre-2020/
https://gpcentofanti.altervista.org/le-due-nuove-classi-sociali/
E chi se ne frega? – Uno che passi di qua magari per caso potrebbe chiedersi: ma perchè questo vaticanista in rottamazione va a occuparsi delle encicliche firmate dai Papi fuori Roma? C’era una rubrica del settimanale “Il Male” che aveva una rubrichetta lettissima intitolata “E chi se ne frega” nella quale io, vaticanista del Corsera, finivo spesso. Per esempio con il sommario di un articolo con questo attacco: “Ecco perchè ci sono dei cattolici che preferiscono ricevere la comunione in bocca invece che sulla mano”. Mi divertivo anch’io a leggerla, quella rubrica, anche quando beccava proprio me: m’aiutava a guardare al mio lavoro da lontano. A chi oggi dicesse “e chi se ne frega” della mia informazione sulle encicliche firmate “Extra Moenia” risponderò con quel distacco al quale mi sento allenato: il lavoro del vaticanista, se lo stringi alle questioni calde, tipo visita di Pompeo o ragioni e torti del cardinale Becciu, è noioso a catinelle; se invece lo allarghi a Cesena, Gaeta, Portici, Assisi, ti divaga niente male.
Soprattutto a Cesena.
Leonardo sappiamo che fece e dove abitò Pio VII nei 17 giorni nei quali – rientrando dalla prigionia napoleonica – soggiornò nella tua Cesena prima di partire per Loreto e da lì per Roma?
Caro Luigi a me pare che quella che tu chiami scherzosamente rottamazione è una condizione invece ulteriormente privilegiata che tu cerchi di accogliere con saggezza e amore potendo più liberamente spaziare per ogni dove, proprio come osservi.
https://gpcentofanti.altervista.org/heidegger-un-paradosso-attuale/
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-3-ottobre-2020/
In attesa di sapere cosa fece e combinò Pio VII a Cesena, conosciamo i giri e le perlustrazioni di Pio IX nell’area vesuviana. Ospitato nella Reggia di Portici, compì diverse escursioni nel territorio, visitando anche la vicina Ercolano (che all’epoca era denominata Resina) e recandosi negli Scavi e nella Basilica della Madonna di Pugliano. Per gli appassionati, vaticanisti e non, i dettagli sono visibili in lapidi e nel testo qui a seguire
https://www.bloginresina.it/pio-ix-o-papa-venette-a-resina/
Foto inviata da Ciro Fusco a illustrazione del suo commento. Si tratta di una delle lapidi che ricordano la presenza di Pio IX a Portici, e in particolare la sua visita alla chiesa di San Ciro. La lapide è sulla facciata della chiesa.
Seconda foto inviata da Ciro Fusco con la facciata della chiesa di San Ciro di cui al commento precedente.
Terza foto di Ciro Fusco dove si vede che non solo la chiesa ma anche la piazza porta il suo nome.
Tra le cose che il servo di Dio Pio VII fece durante quel suo soggiorno cesenate, oltre a prendersi un raffreddore, mi piace ricordare che il 4 maggio trovò il tempo di ricevere in udienza la mamma e lo zio di quel Napoleone che tanto l’aveva perseguitato. Un papa che non aveva problemi a incontrare anche chi doveva ragionevolmente stargli sul gozzo. Del resto, come è noto, negli anni successivi fu lui il protettore dei Bonaparte caduti in disgrazia.
Rif. ore 11.51 – Misericordia ab aeterno
E’ molto bello sapere che papi misericordiosi e pieni di Vangelo non sono uno scandalo del XXI secolo. Sicuramente qualche fac-simile di blog e bloggista di allora (esclusi gli Accattoli e gli accattoliani dell’epoca) avrà “menato il torrone”, come e più, di oggi. Niente di nuovo sotto il sole dell’Evangelii gaudium.