Questo è il Castello di Romena (Pratovecchio, Arezzo) e nel primo commento trovate la foto di un capitello della Pieve di Romena. Non sono lì ora: ci sono stato tre settimane addietro e ho preso le due foto che ora metto nel blog dalla calura romana. Fate conto che si tratti di quelle cartoline che compravamo in gita scolastica e che spedivamo poi da casa qualche giorno dopo.
Una cartolina dal castello e dalla pieve di Romena
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Al Castello di Romena non ero mai stato e mi ci hanno tirato tre versi di Dante che sono nel canto XXX dell’Inferno, in bocca a Maestro Adamo, gran falsario che i fiorentini bruciarono vivo circa il 1281 per aver falsificato i loro fiorini [si scacciavano dal mondo i falsificatori delle monete con la stessa pena con la quale si scacciavano gli eretici, cioè i falsificatori della fede: dando fuoco alle fascine]:
Ivi è Romena, là dov’io falsai / la lega suggellata del Batista; / per ch’io il corpo sù arso lasciai.
Alla Pieve di Romena – che è un chilometro sotto al Castello – sono invece andato per salutare don Luigi Verde, animatore di quella Comunità, che due volte mi ha chiamato a tenere incontri. La Pieve e il capitello da me fotografato sono del XII secolo. Mia emozione a pregare come potevo dove tanti l’hanno fatto come potevano per octo saecula et ultra.
Belle comunque queste cartoline! La calura romana? Niente rispetto a Pesaro, dove un bagnino mi ha soccorso tra le onde.
Il bagnino mi ha soccorso, ma mi ha anche molto rimproverato. Non si è mai esenti dai rimproveri.