Sconcerto, tristezza, lenta intelligenza del fatto. Ho bisogno di tempo per fare i conti con l’uscita dalla storia di papa Benedetto, che ho subito avvertito come un traumatico e salutifero fatto di Vangelo. E’ stato come un colpo di bisturi, ha sbloccato il Papato. Stavo rileggendo il terzo volume su Gesù di Nazaret, attendevo l’enciclica sulla fede che non avremo. “Penso che basti ciò che ho fatto” aveva detto a Peter Seewald l’agosto scorso. Forse ha fatto più di quanto abbiamo capito, anche quelli che gli abbiamo voluto bene. – E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato il mese scorso dalla rivista “Il Regno” sulla rinuncia di Benedetto letta come un fatto di Vangelo. Lo segnalo oggi ai visitatori, come mia carezza al Papa emerito che compie domani 86 anni.
Aggiornamento al 16 aprile. Sul Lazio è primavera e vedo Benedetto nella luce sul terrazzo di Castel Gandolfo a specchio del lago.
Benedetto XVI ha una personalità così ricca che veramente permette a questo Papa di essere, insieme, la fine del vecchio e l’inizio del nuovo. La linea che suggerisci, caro Luigi, è molto vicina a quello che ha scritto di recente Andrea Monda (A. Monda, Benedetta Umiltà, Lindau, 2012) che propone una lettura della vita di Benedetto XVI alla luce del taglio singolarissimo della umiltà del suo carattere: dalla famosa frase “umile lavoratore della vigna del Signore” fino all’ultimo atto di dimissioni (ma il libro era stato scritto prima). Credo veramente che sia un Papa che deve ancora lasciarsi scoprire e di cui parleremo ancora a lungo.
Un Papa la cui vita è un vero fatto di Vangelo!!!
Io voglio inviare un abbraccio forte a Benedetto XVI.
Ricordo come fosse oggi tutti i piccoli eventi che si sono intrecciati portandomi dalla mia non dico “indifferenza” verso i papi ed il papato, ma al fatto che con poca attenzione -non dico sensibilità- seguivo tali cose, alla mia attenzione verso l’uomo e il papa.
Ricordo lucidissimo il dialogo a cui assistetti tra un infermiere ed un medico sul fatto che nella scelta del papa influisce lo “Spirito Santo”. Ricordo di aver letto -e gettato- dei libri a poco prezzo che uscirono nel preconclave che inveivano contro Ratzinger. Ricordo con quanta solenne indifferenza salutai la sua elezione a papa. Ricordo l’incazzatura solenne che mi presi in occasione del Discorso di Ratisbona. Ricordo l’altrettanto incazzatura solenne che mi presi in occasione della sua visita negli States al “cristiano rinato” e il fatto che trascorse in quella casa il suo compleanno.
Alla luce di ciò pensavo: questo o ci è o ci è, perchè è difficile che ci fa. Fai un discorso che scoppia un casino, e vai a casa di uno che è quello che è… e poi non ci saresti dovuto andare pure per rispetto al tuo predecessore, oltre che all’umanità intera.
E allora sono stato costretto ad approfondire “pensiero parole ed opere” di Ratzinger-Benedetto XVI; perchè quando a uno lo devo schifare o odiare devo farlo con buona ragione e conoscenza di ogni minimo particolare.
Dall’approfondimento invece è nata la stima per un uomo dalla lunga, semplice e lineare, storia di pensiero e di fede.
Mi sono accorto di essere molto in sintonia con lui (perchè quello che diceva e faceva era molto diverso dall’interpretazione dei media) e è nata la simpatia e l’affetto per lui e la mia fede è diventata probabilmente molto più matura.
Il mio sentito grazie a Ratzinger-Benedetto XVI.
Sì, anch’io desidero tanto salutarlo e magari poter leggere qualche altro suo scritto. Luigi, hai appoggi a Castel Gandolfo? Si può sempre provare col parroco, che in definitiva sta lì vicino.
Abbraccio forte Papa Benedetto, che ho amato tantissimo sin dalla sua elezione, ed i cui libri ho letto e riletto fino a consumarne le pagine.
Dopo la sua rinuncia, ho prvato tanta solitudine; sono uscito e sono andato in Chiesa, con in cuore le sue parole: “vado sul monte, non abbandono, continuerò il mio compito di pastore nella preghiera”.
Parole folgoranti per il mio quotidiano.
La Preghiera non è rifugio, ma presenza davanti alla Presenza, lotta, amore, silenzio. Spazio di profondità del cuore.
Ringraziio tantissimo Luigi per le sue lucide riflessioni su quella “Teologia dell’Amore”, che penso faticheremo tutti a capire nel profondo ed apprezzare nel suo sublime valore.
Mi limito a riportare un altro – fra i tantissimi – pensieri di BXVI, che mi hanno colpito tanto:
«Noi non abbiamo la verità, apparteniamo alla Verità».
Oggi – aggiungeva Papa Benedetto – i concetti di verità e intolleranza sono quasi fusi tra di loro; così dire di avere la verità diventa sinonimo di intolleranza. Tanto che noi cristiani non osiamo più credere o parlare di verità.
In effetti, osserva il Papa, nessuno può dire «Possiedo la verità», perché siamo noi che apparteniamo alla verità che è qualcosa di vivo.
Come nessuno può dire «Ho dei figli», perché non sono un nostro avere, ma un dono di Dio e un compito, così non possiamo neanche dire «Ho la verità»; ma la verità, che è Cristo stesso, è venuta verso di noi e nell’Eucaristia è venuta addirittura dentro di noi per pulirci dalle nostre miserie, dal nostro egoismo che fa sembrare il cristianesimo solo un sistema di usanze.
Grazie Papa Benedetto.
E grazie Papa Francesco. In fondo, è chiaro che proprio la diversità delle figure dei Papi che si sono susseguiti nella storia ha costituito e costituisce la ricchezza della Chiesa, così come la diversità dei carismi degli ordini religiosi, dei movimenti, e naturalmente dei santi. La forza della Chiesa è infatti quella di essere composta da individui anche molto differenti, che si completano e si rafforzano a vicenda, che sanno far scattare la sinergia giusta.
Antonella che vorresti fare con l’appoggio del parroco di Castello?
Mi unisco alla carezza e agli auguri indirizzati a Benedetto XVI, umile e grande papa dei nostri tempi.
Preghiamo per lui e per le intenzioni con cui Benedetto XVI prega ancora oggi per la Chiesa e per il mondo.
Lo carezzo anche io, con grande affetto e – se consentito – profonda tenerezza di figlio.
Per parroco di Castello intendo non quello di Città di Castello, ma quello di Castel Gandolfo, che, oltre tutto, sarebbe anche obbligato a far visita al suo parrocchiano Joseph Ratzinger. La parrocchia San Tommaso da Villanova ha un sito:
http://www.santommasodavillanova.it
in cui c’è anche una sezione “Contatti”.
Propongo di mandare auguri per questo tramite.
Il parroco di chiama don Pietro Diletti.
Che ne dici?
Propongo che lo faccia tu, segnalando l’adesione dei visitatori di questo blog, nonchè del suo coordinatore.
Antonella ha avuto un pensiero affettuoso e delicato.
Condivido la sua idea e la proposta di Luigi.
Un pensiero affettuoso a Benedetto anche da parte mia.
Anch’io, di cuore, mando il mio saluto e ringrazio Antonella del pensiero.
Carissimi, attualmente ho il polso destro ingessato, nopn so se riuscirò a fare il tutto. Ci proverò.
Il messaggio è stato inviato con successo.
Ci vuol altro che un polso ingessato per fermare una prof di latino e greco…
Se la prof è stata nella sua carriera una insegnante “precisa meticolosa e puntigliosa” ai limiti della mania, con accenni di severità che rasentavano il sadismo, alternandoli nel contempo a momenti di somma indulgenza verso gli allievi, allora è un mito!
Ricordo che erano così i prof che ebbi di Matematica, Fisica e Costruzioni.
Tre persone che non dimenticherò mai e a cui va tutta la mia stima e gratitudine.
Mi trovo meglio all’oratorio dove non ci sono i voti.
“Un papa che insegna ma che può essere contraddetto, che è per sempre ma che può rinunciare: e anche questo è un buon lascito. Che incentra tutto sulla predicazione dell’amore ma che è ancora percepito come il monarca della Chiesa e non riesce a farsi intendere su quella centralità. ”
E tutto questo non è poco, caro Luigi. Sono indizi che fanno presagire qualche passo avanti nella Storia della Chiesa.
Con tutto il rispetto per Benedetto XVI, di cui ho apprezzato molti messaggi rivolti ai fedeli di tutto il mondo, faccio però qualche considerazione obiettiva suggeritami dalle tue parole.
Il papa è centrale, certamente, nella Chiesa, ed è la figura di riferimento per tutti i cattolici, ma si deve sgombrare il campo da un equivoco che spesso ha dominato nel modo dei fedeli, soprattutto in passato.
Egli non è da ritenersi una figura sacra, come molti hanno pensato ed ancora pensano. Molti lo equiparano a Gesù Cristo stesso.
Egli guida la Chiesa cattolica–impegno immane!- e deve farlo con grande senso di responsabilità ma anche, soprattutto, con spirito di servizio. In questo senso è lontano dalla figura di un qualsiasi “monarca” della sfera temporale che, come sappiamo, viene servito piuttosto che servire egli stesso.
La Chiesa, invece, deve servire e deve cessare di essere una struttura di potere. Fin qui lo è stata, e nel tempo ha perso credibilità.
E il papa, che la guida, deve darle un profilo nuovo, diverso da quello avuto fino ai nostri giorni.
Forse il papa emerito non poteva concepire, per diversi motivi, una tale diversità. Forse, al contrario, il papa attuale ha compreso che si deve intraprendere una strada nuova per rinnovare la Chiesa.
Fino ad ora, per quel poco, che ci è dato vedere, le parole e le iniziative del nuovo pontefice indicano percorsi inediti indirizzati a tale obiettivo. Nel prosieguo si vedrà.
Con ciò, a scanso di equivoci, non si vogliono minimizzare, per nessuna ragione, i meriti di Benedetto XVI.
Per me è stato amore a prima vista ( e non lo conoscevo prima dell’elezione) e grande sintonia in questi anni.
Su tante cose, dai gatti a Mozart e il pianoforte, dal modo di argomentare al rapporto con il mondo della cultura e del pensiero, alla delicatezza estrema del parlare.
Mi sembra incredibile in effetti che qualcuno abbia potuto vederlo come un monarca e mi manca molto, anche le scarpe rosse.
Aspettavo l’enciclica sulla fede chissà se uscirà magari sotto altro nome, i suoi libri sul mio comodino mi fanno sentire un po’ orfana.
Dopo tanto affaticarsi, mi sono accorta che Avvenire ha inserito nel suo sito la possibilità di mandare gli auguri a BXVI.
Intanto papa Francesco ha continuato la sua opera di evangelizzazione in Vaticano, condannando la calunnia.
Ho visto Antonella, il link è questo.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Auguri-Benedetto.aspx
Suggerisco una bella lettura in questo giorno di festa per Papa Benedetto, lettura che ci viene offerta da Cristiana Caricato, cara amica di TV2000:
http://www.ilsussidiario.net/News/roma/2013/4/16/PAPA-L-effetto-Francesco-Ha-avuto-inizio-grazie-a-Benedetto-XVI/383566/
Le sagge parole di Cristiana dovrebbero mettere d’accordo le due patetiche tifoserie.
Sul Lazio è primavera e mi piace immaginare Benedetto nella luce sul terrazzo di Castel Gandolfo a specchio del lago.
Bellissimo articolo quello di Cristiana Caricato, appena “linkato” dall’attentissimo Luigi.
Particolarmente intense queste parole:”I santi non li fanno [i bilanci]. Non ne hanno bisogno, perché sanno che, in ogni caso, hanno già vinto. Ma in una logica tutta umana bisogna dire che se c’è un giocatore che ha marcato punto nella storia recente, quello è Joseph Ratzinger”
Senza aprire stupide polemiche con chi appoggia letture “semplicistiche” della Chiesa, vorrei ricordare anche un altro intelligentissimo articolo, sempre “linkato” da Luigi: l’articolo del biblista gesuita Francesco Rossi De Gasperi:
http://www.popoli.info/EasyNe2/Primo_piano/%C2%ABIl_Papa_il_pastore_grande_non_un_monarca%C2%BB.aspx
Castel Gandolfo è una specie di giardino dell’Eden, dove sono riunite le bellezze della natura, dell’arte e della storia. Spero che a Benedetto XVI arrivi almeno l’eco dei nostri auguri, e mi complimento per i bellissimi articoli linkati.
A proposito di laicisti:
Renzi scrive a Repubblica che non si può votare un presidente perchè cattolico
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201304/130416renzi.pdf
L’Unità ribatta che invece si può
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201304/130416fioroni.pdf
Onestamente non ho capito i motivi di questa polemica.
Scusate ho sbagliato post!!
Oggi è l’anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. Di nuovo auguri. Avremmo fatto meglio ad unirli a quelli del compleanno; Cosa fatta capo ha. Ma ormai è andata, tanto vale ripeterli.