Spruzzata di papaveri tra i binari della Tiburtina, primo saluto a voi dal mio viaggio della primavera. Pecore mucche e cani sull’erba. Un corvo beccogiallo sulla staccionata. Due alberi di Giuda chiassosamente fucsia da un muretto dell’ultimo caseggiato di Firenze. Pratoline e botton d’oro dappertutto sull’Appennino. Lilla sopra le siepi. Ginestre gridanti a lunghi steli a San Rufillo di Bologna. Peschi e poi meli in festa per tutta l’Emilia e la Padania. Aprile, il mondo torna colorato.
Un saluto dal mio viaggio della primavera
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E’ bello godersi la bellezza della natura da un treno. A volte si vedono paesaggi così belli da rendere piacevole anche il treno dei pendolari.
E’ arrivata tutta insieme questa primavera tanto attesa. Che bello!
Ma quanto viaggi, Luigi?
Che bello…
E in silenzio, godere soltanto di tutto quanto scorre davanti agli occhi come in un film di cui non sai il finale. Immaginare che dietro ogni montagna o collina, o tra sguinci delle case che di qua e di la costeggiano la strada appaia all’improvviso qualcosa che ci sorprenda non importa cosa: una sorpresa che stupisce! Ricordo ancora quel viaggio in Austria, di molti , ma molti anni fa, l’indimenticabile immagine all’uscita dal Brennero,per Innsbruck, quando mi si parò dinnanzi la bassa Baviera di un verde innammaginabile:tetti scoscesi, balconcini adorni di geranei rosso vermiglio intenso e poi una festa di campanili di ogni altezza, grandezza e dimensione, un panorama sbalorditivo…Bello viaggiare, non importa se in treno, il pulman in vettura o anche a piedi, è bello conoscere la gente, i costumi le usanze …il cibo…i dolci….mmm….
sorry: inimmaginabile…ovviamente…anzi, sarebbe stato meglio avessi detto “indescrivibile”. Indescrivibile la Baviera e la Bassa franconia…per questo Benedetto XVI ne è ancora tanto affezionato!
lo so che c’entra come i cavoli a merenda, però…Benedetto XVI mi manca un sacco!
Che splendido paesaggio hai disegnato, Luigi ! Grazie!
Nella Padania felix stamattina c’era il sole, ma già si addensano nubi minacciose…
Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.
S.Quasimodo