Carissimo Luigi, come vedi ho preso il “vizio del blog”! Una vera Agorà dove si può fare “agorazein” come dicevano gli antichi greci…Dove si parla, ci si incontra si discute…Esattamente come facevo con il programma che,ogni settimana, oltre il TG mi permetteva di parlare con chi si sintonizzava su Telepace.
Di “Agorazein” ne avevo in mente uno per oggi…16 ottobre , anniversario della elezione di Giovanni Paolo II. Nel 1978 ero in Piazza San Pietro, una ragazzina emozionata. Nel 2003 anche. Ma ero una professionista che gestiva un collegamento in diretta. Ad aprile del 2005, ad un anno dalla morte di papa Woytjla ho chiesto al Card Ruini di scrivere un bilgietto da lasciare sulla tomba di Giovanni Paolo II nelle grotte vaticane, come fanno migliaia di fedeli ogni giorno. Lui ha detto tre volte ” grazie”. Per la cura del papa alla sua diocesi, per la attenzione al mondo , per la chiarezza del pensiero.
Io oggi vorrei scrivere un grazie solo. Grazie per aver potuto essere una “giornalista del papa”. Più tardi andrò anche io a lasciare il mio biglietto sulla tomba bianca del papa polacco, e ci scriverò anche una preghiera: spero di poter continuare ad essere una, vaticanista, una “giornalista per il papa”
Un abbraccio, Angela Ambrogetti.
Non entro nella questione di “TELE PACE”, certo mi dispiace tanto lo “spazio ridotto” dell’informazione della santa sede, soprattutto in questo nuovo tempo mediatico dove il servizio alla verità di Ratzinger va “mediato nell’informazione” con intelligenza e senza interpretazioni faziose.
Il mio ricordo grato a Giovanni Paolo II con cui sono cresciuto nel Seminario Romano dal 91 al 97 e a cui ho avuto la gioia di fare anche anche da diacono nella messa nella grotta di Lourdes in Vaticano il 15 giugno del 97, proprio la memoria liturgica di san Vito.
Vi chiedo di pregare tanto per me, perchè ho ricevuto una nuova “obbedienza” dal Vescovo, e senza la Grazia non posso “spuntarcela”. Un caro saluto a tutti, soprattutto a Luigi, e perdonatemi se sono “sparito” ma sono stato preso da trasloco e “traffico” pastorale, leggendo il blog ho trovato tanti argomenti su cui sarei certamente intervenuto… comunque ora sono di nuovo collegato.
“… allora un mio collega cardinale ha detto: ‘Si faccia coraggio: il Signore dà i pesi, ma dà anche la forza per portarli'”
(Albino Luciani, agosto 1978)
Buona fortuna, don Vito!
Bentornato don Vito! Possiamo sapere dove la porta la nuova obbedienza?
Con molta sofferenza e un pò di preoccupazione condivido che il Vescovo mi ha nominato nuove rettore del nostro seminario maggiore, con sede a Palermo, dove anche faccio dei piccoli corsi in Facoltà. Chiedo preghiera e sostegno. La Madonna della Fiducia mi aiuti.
Un collega mi ha fatto un regalo speciale.
E’ la pagina del Corriere della Sera del 17 ottobre 1978, con l’elezione a Papa del Cardinale Wojtyla avvenuta il tardo pomeriggio del giorno prima.
C’è una foto bellissima, con lui che saluta la folla dal balcone, quel volto slavo pieno di commozione, il dramma di un momento di paura e di dolore per la Patria lontana ma anche la fede di chi viene a patti con ciò che Dio ha stabilito per lui. “Totus tuus”! Poi gli articoli di Ronchey, e di altri autorevoli commentatori sul quel Vescovo dell’Est.
Dei racconti del conclave di Giovanni Paolo mi hanno sempre colpito due scene: il dialogo tra il cardinale di Cracovia e il Primate della Polonia, che gli dice : “se ti eleggono, ti prego, non rifiutare.” E poi – lo dicono diverse fonti – il momento decisivo dell’elezione, quando al raggiungimento del quorum scoppia l’applauso e l’eletto rimane seduto sul suo seggio, il volto tra le mani (quante volte lo abbiamo poi visto così) e le lacrime che gli solcano le dita. Una scena dipinta, si direbbe, a descrivere l’incommensurabilità di quanto gli era successo. Per di più al cospetto del Giudizio Universale di Michelangelo.
Nella Messa di inizio pontificato, poi, Giovanni Paolo cita il Quo Vadis di Sinkiewicz. Gesù dice a Pietro, che scappava dall’Urbe: vado a Roma, per essere crocifisso di nuovo. E’ un altro quadro bellissimo. Chi aveva visto dal vivo cos’era stata la Passione del Signore, come poteva scappare ora?
E’ un pò il senso di quello che Giovanni Paolo ci ha lasciato. Io avevo 5 anni nel ’78, e Wojtyla è stato colui che mi ha avvicinato alla fede come esperienza affascinante, anche se difficile. E’ stato grazie a lui che ho conosciuto e amato Joseph Ratzinger, e poi anche altri. Perchè il Papa mi aveva suscitato la curiosità.
Auguro a don Vito di fare come il Cardinale di Cracovia, di accettare l’obbedienza pensando al dialogo tra Pietro e Gesù, diretto a Roma “per essere crocofisso di nuovo”.
Vorrei segnalare che sul sito Affari italiani, scrivendo Telepace a “cerca sul sito”, si trova l`intervista che Tonizzo ha fatto a Angela Ambrogettti. Luisa
Caro Don Vito,una preghiera affinchè il Signore La assista nel Suo difficile compito.Sono sicura che la scelta del Vescovo è caduta su di Lei per le Sue grandi capacità.Farà certamente un ottimo lavoro.Tanti auguri.
Un abbraccio MG
Caro Don Vito, non tema: da questo blog le giungeranno tanti salva-gente di preghiere per farla nuotare come sa fare nelle acque impegnative del suo nuovo incarico.
Con stima sincera
Gianluca
Caro Don Vito, questi ultimi tempi noi abbiamo discusso di obbedienza, noi ne abbiamo parlato, lei sta vivendo una obbedienza sofferta.
Mi sono ritornate in mente le parole che Papa Benedetto aveva pronunciato durante l`omelia della Messa per Giovanni Paolo, omelia incentrata sulla parola “seguimi”, e come, dopo la sua elezione, spiegava ai pellegrini tedeschi che aveva ricevuto un biglietto di un confratello cardinale che gli ricordava quel “seguimi “.
Partendo dal Vangelo ,da quella parola “seguimi” che il Signore aveva detto a Pietro, spiegava come non poteva che dire semplicemente: sì, ti seguo, anche se mi porti dove non avrei voluto. E diceva che le vie del Signore non sono comode, ma che voi che lo seguite, non siete stati creati per la comodità , bensì per cose grandi, per il bene !
Le sono vicina con il cuore e con le preghiere, in questa nuova, grande e bella responsabilità ! Luisa
Che bello sentirsi parte di una famiglia!
Domani mattina seguirò ancora l’ udienza generale e curerò come faccio da 14 anni il mio piccolo programma alla Radio Vaticana sulla “settimana del papa” e mi sentirò vicina a tutti, in particolare a Don Vito che conosco ora e al quale dedico le mie preghiere di oggi
Angela
A Gianluca: bentornato! Mi hai chiesto scusa due volte, attraverso un ambasciatore e poi di persona, ma non ce n’era bisogno. Ricambio con un bacio di pace.
A don Vito: in bocca al lupo! Ti dedico il post del 19 settembre dedicato a papa Benedetto che invitava alla preghiera per avere sacerdoti affermando che si tratta – con essa – di “scuotere il cuore di Dio” perchè a sua volta “scuota” il cuore dei giovani.
Saluti a tutti, Luigi
Da Piero Schiavazzi ricevo questa dichiarazione:
“E’ particolarmente doloroso vedere che si mettono sulla bilancia da una parte i licenziamenti – e in definitiva la vita delle persone – e dall’altra gli investimenti per l’affitto del satellite, la “diffusione del messaggio evangelico??? e “gli accordi con la Santa Sede???.
In questo modo si finisce per attribuire al Vangelo e alla Santa Sede la responsabilità ultima del taglio dei posti di lavoro !
Sentiamo dire che c’è un calo dell’80% delle offerte, ma il nuovo palinsesto di Telepace non è quello di un’emittente in crisi, bensì in espansione. I nuovi programmi (concerti, convegni in diretta, collegamenti internazionali) costano infatti assai più delle trasmissioni giornalistiche.
Fa altresì impressione leggere che i programmi giornalistici, e noi giornalisti, veniamo sacrificati “per salvaguardare il ruolo di emittente cattolica al servizio della Chiesa???.
A rigore ne dovrebbe conseguire che l’informazione giornalistica non rientra nel ruolo di emittente cattolica. E nemmeno nel servizio alla Chiesa. Ma il Magistero della Chiesa e il Concilio ci insegnano che così non è.”
Perchè ho la triste impressione che “l`affare Telepace” stia passando sotto silenzio? Visto da lontano e non avendo informazioni sufficienti, mi sembra comunque assistere a parecchie contraddizioni . Per esempio,contraddizione fra Telepace , emittente cattolica ,cristiana e il trattamento che il suo direttore ha fatto subire ai quattro giornalisti, trattamento che di cristiano ha ben poco ,non fosse che nella mancanza assoluta di rispetto della persona che mi sembra essere un valore cristiano fondamentale.
Contraddizione fra la missione di Telepace di portare la voce della Chiesa nel mondo , grazie al satellite, e la soppressione dell`emissione che portava quotidianamente la voce del Papa in tutte le case e anche in terre molto lontane .
Contraddizione fra l`importanza che Padre Lombardi riconosce a Telepace e al suo satellite di cui si serve il CTV, e il silenzio sulla decisione di Don Todeschini di sopprimere la redazione romana. A meno che qui si entri in un campo puramente commerciale dove i valori umani passano sovente in secondo luogo.
Continuo a trovare tutto ciò molto, molto triste e non riesco a abituarmi all`idea di dover definitivamente rinunciare alle emissioni che grazie al talento e al lavoro dei giornalisti romani ,ci permettevano di seguire ancor più da vicino la voce dl Papa !
Spero di tutto cuore che i nostri giornalisti possano trovare presto un luogo capace di accogliere il loro talento ! Saluti, Luisa