Sono a Somasca, ospite della Casa Madre dei padri Somaschi con i quali ho avuto nel pomeriggio una conversazione sull’attualità del Vangelo nell’Italia di oggi. Con uno dei padri, mio amico da anni, sono salito al Santuario della Valletta – dov’è il cimitero della famiglia somasca – e verso i ruderi della Rocca dell’Innominato, così detta perché a essa si sarebbe ispirato il Manzoni per l’ambientazione del Castello dell’Innominato. L’amico che mi accompagnava è nato qui a Vercurago, in via dell’Innominato. Mi ha portato poi a una Casa famiglia detta Alla Cascina, dove una coppia, Sara e Carlo Alberto, vivono con tre figli loro e sei in affido. Li ho visti a cena, con i nonni e altri ospiti e ne porto un’immagine di creativa convivialità che un giorno vi racconterò in dettaglio. Sono pieno di riconoscenza per ciò che ho udito e visto e ve la partecipo con un bel saluto.
Un saluto da Somasca e dalla Rocca dell’Innominato
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Dal capitolo 20 dei Promessi Sposi:
Dall’alto del castellaccio, come l’aquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio signore dominava all’intorno tutto lo spazio dove piede d’uomo potesse posarsi. Dando un’occhiata in giro, scorgeva i pendii, il fondo, le strade praticate là dentro.
Ho scorto anch’io da lassù i pendii, il fondo, le strade e “quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno”-
E’ bello avere qualcuno che viaggia anche per te. Hai trovato qualche traccia fi don Abbondio?
Quello che ho visto guardando verso l’alto.
Ecco invece quello che ho visto guardando in giù.
E che fine hanno fatto il Nibbio e la vecchia carceriera di Lucia?
Antonella e Federico non ho trovato traccia delle persone care delle quali mi richiedete. Ma c’era un tempaccio e tirava vento, / ognun s’era rinchiuso a salvamento.
Quanto debbo essere debitore al mondo dei PP. Somaschi !
Da Somasca a Taranto, Roma, Albano.
Il ricordo di Belfiore,
qualche anziano, che lì veniva a respirare l’aria dell’infanzia, adolescenza,
ricordando con tenerezza i Padri che lo hanno cresciuto, in quello che era l’orfanatrofio di Belfiore.
Li ringrazio per la loro capacità, attuale, di fare accoglienza,
nella periferia umana,
lì, anche, dove l’istituzione classica di una chiesa-vaticana è ancora mancante.
Avete notato i due endecasillabi che compaiono nel commento precedente? Era da quel dì che non facevo i miei versi.
Passai da quelle parti tempo fa, in una delle mie giornate di peregrinazione per i monti, sostando proprio al Santuario.
Dalla selva alle sue spalle giunsi ad un orrido oscuro che sale verso quel monte dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega; vidi quindi dall’alto il famoso castellaccio che in fine raggiunsi per scoscesi passi temendo ovunque l’incontro coi bravi di manzoniana memoria…
Si tratta di una bella zona, con panorami molto belli, insoliti per chi è abituato a guardare Lecco venendo dalla brianza, ma anche con interessanti itinerari escursionistici/alpinistici!
E’ un posto incantevole. Anche se la rupe ove si erge, imponente , il “castellaccio” dell’innonimato è a dir poco inquietante. A prescindere dall’associazione che subito si accosta al personaggio manzoniano, sicuramente il più emblematico e interessante dal punto di vista psicologico. Al solo guardarlo si avvertono presenze di trapassati, si percepiscono ectoplasmi imprigionati che vagano senza requie. Del resto è nello spirito dell’epoca, nonostante l’Illuminismo avesse scelto la ragione quale “unica lente d’ingrandimento” tuttavia non sradicò la paura della morte, dell’ignoto le emozioni suscitate da spettri, apparizioni e altri fenomeni soprannaturali che, non trovando più spazio nella mentalità del tempo finirono per confluire nella letteratura. E il Manzoni non fa eccezioni, visto che lo spiritismo era diventata una dottrina filosofica..
L’innominato! Emblematica, misteriosa figura…simile a tante che si sono succedute nella storia antica e recente. Mi domando quanti, tra i nostri politici e anche prelati rientrano nella categoria degli ” innominati”
Appunto, quello che si rifugiava a salvamento era don Abbondio. E c’erano ben altre tempeste.