Ieri e oggi sono tornato ancora una volta a Reggio Calabria, dove ho tanti amici che mi hanno chiamato a ricordare una figura di medico e di intellettuale cattolico di cui ho buona memoria e grande ammirazione: Lucio Raffa. Ho aggiornato a cuore caldo la memoria che ne avevo tracciato per un’occasione simile sette anni addietro. Ho pure salutato l’Etna innevato che è sempre un’immagine da poema epico e ho conosciuto il giovane sindaco reggino Giuseppe Falcomatà che mi è caro a motivo del papà Italo Falcomatà, che è uno dei personaggi dei miei fatti di Vangelo. Nel primo commento i link per leggere di più su Lucio e su Italo, grandi figli di una città tribolata.
Un saluto da Reggio con la vista dell’Etna innevato
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Lucio Raffa. Qui il profilo di Lucio Raffa, che ho ricordato ieri alle 17.30 nella Sala convegni del Palazzo “Corrado Alvaro” in piazza Italia:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/ricordo-di-lucio-raffa-medico-amico-1937-2008/
Italo Falcomatà. Qui un breve richiamo a Italo Falcomatà nei miei “Fatti di Vangelo”:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/italo-falcomata-io-non-mi-pieghero-ma-tu-dio-mio-dammi-il-coraggio/
Il medico di fronte alla propria malattia si trova in una situazione particolare. Di svantaggio particolare.
Non è raro che inconsciamente abbia scelto questa professione proprio per il desiderio di poter dominare la propria paura della malattia. Il che non significa che in seguito possa sublimare questa spinta inconscia orientandola.in senso oblativo. Ma dentro di lui la paura rimane.
E poi, quando la malattia arriva ha davanti a sé chiaro tutto ciò che lo può attendere, senza le illusioni o le speranze infondate che spesso danno forza a chi non è del mestiere. Anzi il fatto di conoscere tutte le possibili conseguenze negative può aumentare la sua angoscia.