“Quando mi chiedono di che segno sono, rispondo: del gatto“: così amo ricordare Margherita Hack ora che ha iniziato il suo ritorno alle stelle. Diceva infatti che “siamo fatti di stelle”. Le ho sempre voluto bene, non avendola mai incontrata, per l’intelligenza e l’umiltà che le permettevano di parlare con parole comprensibili delle meraviglie dell’universo. Le sono grato per questo e per l’amore agli animali e per quel suo tranquillo ateismo che mi sfidava ogni volta che l’ascoltavo o la leggevo. L’ateismo militante degli Odifreddi e dei Flores d’Arcais mi lascia indifferente, mi provoca invece quello di chi è del tutto al di qua e dice: “dell’aldilà non me n’è mai interessato nulla“. Nei primi commenti alcune sue parole dal volume di Marinella Chirico, Margherita Hack – Pierluigi Di Piazza, Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete (Nuovadimensione 2012) che stavo giusto leggendo in questi giorni. La battuta sul segno del gatto è a pagina 31, quella sull’aldilà è a pagina 15.
Un saluto a Margherita Hack nel segno del gatto
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Margherita 1. “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e “ama il tuo prossimo come te stesso”: queste due regole sono la guida etica che mi accompagna da tutta una vita. E confrontarmi con una persona come te, Pierluigi, mi conforta, mi arricchisce, mi rafforza-. E’ un privilegio e un’occasione unica – pagina 9
Margherita 2. Credo nella solidarietà tra gli esseri viventi, e tra gli esseri viventi considero non solo gli uomini ma anche gli animali. La giustizia e la libertà sono le mie regole di sempre, quelle dalle quali sono partita e quelle per le quali mi sono battuta e continuerò a battermi. Un altro dei miei fondamenti etici è quello di andare incontro a chi è più debole, più povero, più sofferente – pagine 11 e 27
Margherita 3. Quando penso alla Chiesa, intendo la Chiesa di preti poveri che vanno incontro ai poveri. Io penso che Gesù sia stato il primo socialista della storia, vedendo nel socialismo il primo movimento che si è occupato dei diseredati. Credo che Gesù sia stato una grande figura, forse la più grande apparsa nella storia dell’umanità, ma sia stato un uomo, non un Dio, un uomo avanti di secoli rispetto ai suoi tempi – pagina 20
Margherita 4. Con Aldo sono ormai 69 anni che stiamo insieme, dal 1943. La forza del nostro amore nasce dalla condivisione: si è parlato sempre di tutto, si è discusso di tutto, ci si è aiutati, si era “di molto amici” – pagina 58
Margherita 5. Non ho paura di morire, ho paura di soffrire, paura dell’accanimento terapeutico, ad esempio, di restare un vegetale nelle mani degli altri. Sogno di essere autonoma fino alla fine, di andarmene via così, senza disturbare e senza soffrire – pagine 76 e 145
Margherita 6. In tema di accoglienza, sono ammirata e grata dell’impegno di persone come te, Pierluigi. Il mio concetto di partenza è: siamo tutti uguali, tutti hanno diritto a essere accolti e aiutati, come noi ci aspettiamo di essere aiutati. Ci dev’essere un rapporto fraterno – pagina 119
Margherita 7. Ho sempre viaggiato molto. Non sono stata in Asia e in Giappone, ma non mi attirano troppo perché in quei paesi trattano male gli animali – pagina 147s
Margherita 8. Caro Pierluigi, tu sei un prete, io sono atea, però si va molto d’accordo quando si tratta di argomenti etici. Io e te siamo un po’ come il diavolo e l’acqua santa. Ci accomuna la voglia di fare qualcosa di utile verso gli altri, soprattutto i più bisognosi – pagine 154 e 165
Pierluigi Di Piazza, prete di Udine, ha fondato il Centro di accoglienza per stranieri Ernesto Balducci di Zugliano (Udine) e ha pubblicato il volume Fuori dal tempio. La Chiesa al servizio dell’umanità (Laterza 2011)
Grazie Luigi 🙂
Bello Luigi, Margherita la ricordo ai programmi di Angela quando parlava di cosmo e stelle e mi piaceva molto, alcune esagerazioni da atea non le ho condivise.
Le ultime intemperanze per la patente negatagli mi hanno ricordato mio nonno, anche lui lotto fino in ultimo per poter mantenere la possibilità di guidare.
Un personaggione in ogni caso, questo dialogo lo trovo sorprendente.
Mi fa ricordare
i tantissimi cristiani
anonimi anche a se stessi,
ma in cui lo Spirito lavora
nella continua con-Creazione.
RIP Margherita
principessa scrive, 29 giugno 2013@19,15 – c’è dunque una Principessa da qualche parte… ed è bello che ci sia…
Io sono credente, la Hack non lo era; eppure condivido ogni sua parola qui riportata.
E mi convinco sempre di più che certi atei sono molto migliori di certi credenti. L’ho sempre detto, del resto.
E pensare che proprio oggi per strada ho visto un cartellone (che reclamizzava un imminente festival piemontese di arti varie), in cui, fra Elton John, Elio, Fabri Fibra e la Littizzetto, compariva cubitale anche il nome dell’astrale Margherita..:
http://www.collisioni.it/
Che risposi (o risplenda, collida, fluttui, etc…) in pace.
– – –
Grazie ad una intervista di qualche anno fa, in cui diceva che il suo costante vegetarianesimo aveva origini familiari di un certo tipo, ho considerato, da quel momento, degno di approfondimento (e in realtà non l’ho mai approfondito) il legame fra Margherita Hack (o meglio, la sua biografia e formazione ‘spirituale’) e la Teosofia.
Mi piaceva moltissimo Margherita Hack , ora sarà tutto chiaro per lei ora che è tutt’una con le stelle. La immagino volteggiare tra nebulose colorate, entrare nei buchi neri ed uscirne divertita, fare lo scivolo sugli anelli di Saturno e contare le lune di Giove. Credo anch’io, che molti atei siano assai più profondi di certi credenti.
Papa Francesco all’Angelus di domenica 23 giugno ha detto
… E poi ci sono tante persone, cristiani e non cristiani, che “perdono la propria vita” per la verità. E Cristo ha detto “io sono la verità”, quindi chi serve la verità serve Cristo…
Questo ribaltamento di prospettiva, che apre una bellissima porta verso i non credenti che inseguono la Verità, mi è parso molto significativo, lo ricordo qui pensando proprio a Margherita Hack.
“Il mio concetto di partenza è: siamo tutti uguali, tutti hanno diritto a essere accolti e aiutati, come noi ci aspettiamo di essere aiutati. Ci dev’essere un rapporto fraterno – pagina 119”
Abbraccio Margherita 6 insieme alla altre, e lo faccio attraverso un’altra MArgherita ancòra.
Decisamente queste Margherite dagli occhi chiari e “senza fede” hanno il dono di portarti in casa l’ umanità di Dio.
Donne molto, ma di molto speciali.
Luigi carissimo, ci sono sempre anche quando sono silenziosa.
Confesso che talvolta trovo molto “pesante” l’atmosfera che si crea in certe conversazioni – sicuramente per miei limiti di comprensione – e preferisco non intervenire. Ma ci sono, attenta lettrice… e talora anche scrivente.
La “fede” di Margherita Hack mi ha sempre sorpresa per la sua verità, profondità e grande spessore. La sfida intellettuale per raggiungere la verità attraverso l’ateismo non è cosa facile ed ho sempre ammirato questa donna che aveva scelto questo sentiero di vita e di morte. Per questo ti ho ringraziato, per le parole dolcissime con le quali l’hai ricordata e salutata… e per aver ricordato anche i suoi gatti.
Sarà un’ulteriore mancanza nella mia vita…
Un abbraccio a te e tutti
Amava i gatti, Margherita. Anche io ne ho due, uno è vecchio quasi quanto me e credo che moriremo insieme per quanto siamo legati. Lo trovò mio marito, una mattina d’inverno. Era un cucciolino invisibile e si è era infilato, non si sa come, tra la marmitta e un altro aggeggio che si trova sotto le automobili, non m’intendo di motori. So soltanto che la macchina si spense,provvidenzialmente, e nel verificarne la causa sbucò questo mucchietto di peli sudici, malato e affamato. Mio marito stesso, che era un pediatra, lo curò come si fa con un mambino, gurì, divenne forte ed ora è ancora qui, accanto a me.
I gatti, gentile Principessa, sono creaturine assai speciali. Ne prenda uno con se, vedrà, le farà compagnia.
Grande persona, Margherita Hack.
Un’altra grande che viene a mancare!
Qualcuno ha detto di lei una frase che mi ha colpito :” era così straordinaria, che il buon Dio farà finta di non esistere”. E’ vero, l’amore di Dio è sconfinato… Egli adora le anime belle.
http://youtu.be/jZ8tmkDLkLs
Cara Silvia, la ringrazio del consiglio ma devo dirle che io sono la gattara del “pianerottolo” Accattoli: infatti ne ho 13 viventi e 4 che mi aspettano aldilà. Tutti i miei gatti sono stati salvati dall’eutanasia, da chi non li voleva più e da chi li aveva abbandonati a se stessi.
Una delle loro storie la trova qui:
http://cinziamaria.wordpress.com//?s=budino+al+cioccolato&search=Vai
Bellissimo il suo racconto del gatto che ancora vive con lei ( sapesse come mi ci ritrovo! per alcuni versi…) e bellissimo il pensiero per Margherita Hack delle 7:54.Un abbraccio
In questo e nei tre commenti che seguono riporto un bel ricordo di Margherita Hack scritto da Pierluigi Di Piazza [il prete suo interlocutore che cito nel post] pubblicato oggi dal “Messaggero Veneto” e dal Piccolo”:
Ho conosciuto personalmente Margherita Hack il 23 giugno 1993 quando l’ho invitata nella chiesa di Zugliano per una riflessione sul rapporto possibile fra fede e ateismo, più direttamente fra persone che si considerano credenti ed altre non credenti.
La motivazione che mi sollecitava partiva dalla percezione che, contrariamente a situazioni considerate definitive e congelate, le storie delle persone sono in movimento e che certo fideismo e certo ateismo specularmente si contrappongono nell’immobilità; che invece dalle due dichiarazioni il discorso, il dialogo, il confronto possono iniziare, approfondirsi, riscontrare differenze e convergenze.
Pierluigi Di Piazza 2. In realtà, in quale Dio si crede o non si crede? Dio troppo spesso nella storia è stato ed è utilizzato strumentalmente per legittimare situazioni contrarie al messaggio del Dio di Gesù di Nazaret: capitalismo, neoliberismo, ingiustizia, armi, guerre, discriminazioni e razzismo, inquinamento e distruzione dell’ambiente vitale. Il messaggio autentico che chiede coerenza coinvolge nella costruzione della giustizia, della nonviolenza attiva e della pace, dell’accoglienza e del rispetto di tutti gli esseri viventi.
Con Margherita ci siamo visti poi in altri momenti significativi, fino ai diversi incontri dell’estate scorsa nella casa di Trieste raccolti nel libro “Io credo, dialogo fra un’atea e un prete”. Si è dichiarata atea, ritenendo la fede una risposta comoda, ingenua, troppo facile e nello stesso tempo ha ribadito che la sua vita è stata orientata dal “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Ha considerato Gesù, che per lei non era Figlio di Dio, uno dei più grandi, forse anche il più grande maestro dell’umanità; con il suo dire diretto lo ha definito “grande socialista della storia” ammirevole perché si è preoccupato dei poveri, degli affamati, dei deboli, degli emarginati…
Pierluigi Di Piazza 3. Nel nostro dialogo ci siamo reciprocamente comunicati una sintonia di fondo sull’etica del bene comune, sull’impegno per la giustizia, la pace, l’accoglienza, la dignità di ogni persona, comunità e popolo, la libertà di coscienza esigita per sé e riconosciuta per tutti; il rispetto per gli animali e per tutti i viventi. Lei laica e atea, io laico, umile credente sempre in ricerca e anche prete.
La sento vicina per la sua vita piena, dedicata, impegnata, determinata; per il suo impegno civile che l’ha contraddistinta fino all’ultimo; davvero esemplare e commovente che continuasse a girare l’Italia, a rilasciare interviste, a scrivere libri per ribadire i fondamenti della Costituzione e dei diritti umani, sempre disponibile ad ogni richiesta. E poi semplice, sobria, essenziale.
Diceva di non riuscire a capire la grande ammirazione e il tanto affetto nei suoi confronti perché riteneva d’aver compiuto solo quello che l’impegno le chiedeva. Ha affascinato anche i ragazzi e i giovani perché scienziata autorevole e donna autentica, diretta, senza retoriche, né infingimenti, vicina al messaggio del Vangelo molto più di sedicenti cattolici che smentiscono con il loro comportamento la fede che dichiarano a parole.
Pierluigi Di Piazza 4. Vicina al Vangelo per il rapporto con Aldo, il marito; la tenerezza fra loro mi ha commosso: un esempio di amore. Il Vangelo di Gesù di Nazaret ci dice che saremo giudicati se lo abbiamo o non abbiamo riconosciuto e accolto nell’affamato, nell’assetato, nel denudato di vestiti e di dignità, nel carcerato, nell’ammalato, nel forestiero e in ogni altra persona nel momento del bisogno: chissà allora come la fede e l’ateismo potranno configurarsi in considerazioni e situazioni inedite, nuove.
Margherita ha detto che con la morte rientriamo nel ciclo della materia e della vita; nel dialogo, sempre con grande rispetto, le dicevo di una fede che si affida ad una Presenza, quella di Dio che ci accoglie nel suo mistero: è una fiducia, una confidenza, appunto un affidamento. Lei concordava che non si può dimostrare che Dio esista, né che non esista; e che la fede è fede…
Poi continuavo: “Margherita, di fatto ambedue nella morte entreremo in una dimensione misteriosa. Comunque sarà stato importante, decisivo aver vissuto in modo umano, degno, lasciando segni, semi buoni di umanità positiva”. Lei ora è entrata in questo mistero e ci lascia un segno di umanità davvero speciale e significativo.
Margherita ti saluto con stima, gratitudine e affetto.