A quattro giorni dall’apertura delle urne Berlusconi dice: “Io non penso che un credente possa dare il suo voto a chi manifesta certe intenzioni contro la religione cattolica e la Chiesa”. La messa all’asta dei sentimenti religiosi non c’è stata, in questa campagna elettorale, ma il cavaliere l’ha sfiorata (vedi 16 marzo). Va osservato che Berlusconi fino a oggi non aveva mai usato quell’argomento e forse le sue parole tradiscono una più forte preoccupazione per quello che gli dicono i sondaggi segreti di cui certo dispone. Non l’aveva fatto nel 1994, nel 1996, nel 2001. Ma se quell’uscita resta isolata, continuerò a ritenere ben riuscita la transizione italiana, almeno dal punto di vista del non coinvolgimento del nome cristiano da parte dei contendenti.