«Bastava che ci guardasse ed eravamo guarite»: parole di una donna musulmana algerina che era stata curata nel monastero di Thibirine dal padre Luc e che va ancora lì per gratitudine. Le riferisce Jean-Marie Lasausse nel volume «Il giardiniere di Tibhirine» tradotto in italiano dalla San Paolo. Dedico un bicchiere di Vino Nuovo al giardiniere e alla donna musulmana.
Un bacio al giardiniere di Thibirine
16 Comments
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Ah …. che aria fresca si respira con questo nuovo post!!!! 🙂
(iniziavamo a dare segni di asfissia in quello precedente)
Vedi gli scherzi della fantasia ? “Bastava che ci guardasse ed eravamo guarite»”
Che contraddizione Luigi non credi ? Ai poveri giapponesi li fa morire a mucchi con le radiazioni e vedrai anche quanti bambini innocenti. E pensa, lo aveva pure fatto scrivere : “ A uno marcirà la carne mentre starà in piedi; e i suoi medesimi occhi marciranno nelle loro orbite, e la sua medesima lingua gli marcirà in bocca.” ( Zaccaria 14.12).
Alla mussulmana bastava un’occhiata per guarire ! Che miracolo Luis ! e che differenza !
Vuoi un consiglio fraterno Luigi ? Medita su questa scrittura: ” Le parole dei saggi sono come pungoli per buoi, e proprio come chiodi conficcati sono quelli che prendono piacere nelle raccolte [di sentenze]; esse sono state date da un solo pastore. Riguardo a qualsiasi cosa all’infuori di queste, figlio mio, ricevi l’avvertimento: Al fare molti libri non c’è fine, e la molta dedizione [ad essi] è faticosa per la carne.” ( Ecclesiaste 12.11-12)
Vedi ? Troppi libri non servono anche se qualcuno pensa che servono per fare quattrini !
“La decisione impossibile, sì, io l’ ho presa: ricevuta da Te.
Amore che mi obbliga.
Questo è il mio corpo: dato.
Questo è il mio sangue: versato.
Avvenga di me secondo la tua parola che il tuo gesto mi pervada.
E questa decisione – la tua: mi oltrepassa infinitamente.
Vicino alla Donna (tu, il Figlio nato dalla sua carne, mi autorizzi a chiamara Mamma e a prenderla con me).
La mia decisione è molto semplice: io sono.
Decisione più forte della morte.”
Questo brano è tratto dal quaderno di preghiera che teneva Chistophe Lebreton, il più giovane dei monaci di Tibhirine.
Ve lo consiglio, è meraviglioso.
Già questa preghiera è meravigliosa.
Grazie.
Posso farti una domanda Luigi ? Il volume spiega come è avvenuta la morte ? furono i servizi segreti algerini durante il tentativo di liberazione o prima del presunto arresto ?
Sai perché te le chiedo ? Perché ho letto che “erano ben consapevoli della situazione di pericolo in cui si trovavano, malgrado ciò decisero di non abbandonare il monastero…” e allora mi è venuto in mente quel consiglio del Signore che dice: ” Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; “ ( Matteo 10.23) Ti sembra che il comportamento “temerario” di voler sfidare la morte consapevolmente sia rispondente al rispetto per ciò che il Signore ha detto ?
“Accorto è chi ha visto la calamità e va a nascondersi, ma gli inesperti son passati oltre e devono subire la pena.” (Proverbi 22.3)
Sai cosa ho scoperto ? Che la “temerarietà” può essere ostentata spavaldamente o manifestata con umiltà. Secondo te a quale dei due casi corrisponde ?
p.s. – se avessero dovuto rimanere e farsi sacrificare, perchè mail il Signore avrebbe dato il consiglio, “allora…. “fuggano ai monti” ( Matteo 24.17)
“Nell’abitudine al silenzio, inframmezzato solo da parole necessarie, senza discorsi inutili, (i monaci di Tibhirine) avevano con i loro amici (musulmani) un dialogo ben più profondo dei nostri scambi verbali. Con il loro lavoro, hanno condiviso con i contadini il rispetto della terra e dello sforzo quotidiano che fa fruttificare la terra di Dio. E, con i servizi prestati da padre Luc, hanno accolto i malati che arrivavano da tutta la regione e da più lontano ancora e che, il più delle volte, appartenevano alle classi più povere. Con la loro preghiera, hanno portato davanti a Dio la sofferenza e la speranza di questo paese, che amavano (…). Come non credere alla gratuità disinteressata di queste vite?”
Mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano in Algeria
Lettera del giugno luglio 1996, scritta poco dopo l’uccisione dei sette trappisti e poco prima di essere ucciso lui stesso.
Restarono lì per amore. Null’altro.
I testi di Pierre Claverie sono pubblicati in “Lettere dall’Algeria”, Paoline Editoriale, 1998
In tema di “silenzio”, sono contento caro Luigi, sono contento perchè non mi hai ripreso, e considerato che “chi tace acconsente”, vuol dire che le cose che ho dette non era del tutto il delirio di un irragionevole; quindi il tuo silenzio attesta la validità dei miei assunti. Grazie Luigi, spero che la gamba proceda meglio e che possa ristabilirsi presto.
Caro Luigi, visto il rumoroso silenzio che circonda l’argomento, permettimi di fare un’ulteriore considerazione sugli “Uomini di Dio ! “
Secondo me, “Uomini di Dio ” è un’esperessione forzata, perchè per essere uomini di Dio, non bisogna agire come ci pare, ma come Dio ha comandato, anche se l’azione che si va a compiere può apparire buona o ispirata da buoni sentimenti. – “Non avrà considerazione per nessuna sorta di riscatto, né mostrerà buona volontà, non importa quanto grande tu faccia il regalo.” ( Proverbi 6.35) – Non importa quanto grande sia l’offerta che ne fa aumentare il valore, quanto l’ubbidienza a Dio
Lo rende ben chiaro il profeta: ” Si diletta Geova degli olocausti e dei sacrifici quanto dell’ubbidienza alla voce di Geova? Ecco, ubbidire è meglio del sacrificio e prestare attenzione [è meglio] del grasso dei montoni; “ ( 1Samulele 5.22) – Vedi, l’ubbidienza è meglio del sacrificio.
Fatta la premessa, andando a considerare l’operato, i frati erano ben consapevoli della situazione di pericolo, malgrado ciò, decisero di rimanere contraddicendo il consiglio evangelico di Gesù: –” Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; “.(Matteo 10.23). Se ne ricava che l’azione fu temeraria, impropria, inutile, improntata al disprezzo delle direttive evangeliche; e come dice lo stesso Vangelo: -” “Accorto è chi ha visto la calamità e va a nascondersi, ma gli inesperti son passati oltre e devono subire la pena.” (Proverbi 22.3) – “Ne hanno subito la pena.”
Non ha nessun senso quindi definirsi “uomini di Dio” e fare l’esatto contrario di ciò che Dio comanda altrimenti si diviene “uomini contro Dio” fin qui quello che più o meno avevo già scritto, ma …..
….Si può ancora allargare l’argomento affrontando il concetto di “sacrificio”. Essendo il sacrificio “l’offerta della vita a una divinità”. Tutta la Scrittura insegna che Dio, a differenza di ciò che altri popoli facevano e magari ancora fanno, non gradisce l’offerta di vite umane, e come sai, tali sacrifici erano stati sostituiti (con uno scopo utile) da sacrifici animali che poi venivano mangiati. Quindi Dio “detesta” chi fa quelli umani e li offre o si offre: ” E hanno edificato gli alti luoghi di Tofet, che è nella valle del figlio di Innom, per bruciare i loro figli e le loro figlie nel fuoco, cosa che io non avevo comandato e che non mi era salita in cuore’. ( Geremia 7.31) -Quale offerta più “sacrificante” di offrire i propri figli ? – Vedi dice che alcuni lo facevano ma Lui non ci aveva mai pensato nè lo gradiva. E per chi avesse pensato di offrirsi, dice che ha cessato di accettare l’offerta di sacrifici: – ” e alla metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono.” ( Daniele 9.27) – E come ricorda Paolo (Ebrei 10:10) :- “Mediante tale “volontà” siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” Una volta per sempre.
Essendo quindi cessata l’offerta di “sacrifici” e doni, perchè mai contraddire il Dio offrendogli la propria vita, cosa che non ha richiesto, che non gradisce, a cui non ha mai pensato e che ha fatto cessare ?
Vedi a furia di voler essere “uomini di Dio”, ci si trasforma in uomini “contro Dio” – E non è bello, Luigi neanche prudente ! ” È pauroso cadere nelle mani dell’Iddio vivente.” ( Ebrei 10.31)
Quasi quasi un aiutino da padre Amorth…
La santità dei monaci di Tibhirine non ti va proprio giù, Gioab.
Si poteva immaginare.
Ti consiglio comunque di non demordere. Continua a studiare e vedrai che un giorno capirai.
@ Marcello
se me lo spieghi faccio prima ! E ti ringrazio se ci riesci !
Non hai pazienza? Sei pigro?
Non so se Geova approverebbe tutta questa fretta.
Fretta ? Marcello ? – “siete un vapore che appare per un po’ e quindi scompare.” ( Giacomo 4.14)
” Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai.” ( Ecclesiaste 9.10)
“Va dalla formica, pigro; vedi le sue vie e divieni saggio “ ( Proverbi 6.6-7)
Sei meglio di Google!
Grazie !