Se ne va il cardinale Carlo Caffarra e io gli mando un bacio come a ogni fratello che va avanti e abbozzo nei commenti un ricordo personale. Ho scritto poche righe per il Corsera e le linkerò domani, quando saranno apparse sul glorioso quotidiano.
Aggiornamento al 7 settembre. Qui si può leggere il mio articolino pubblicato dal Corsera a pagina 23 con il titolo “Morto il cardinale Caffarra, tra i critici di Francesco”.
Re Caffarra e me. Il ricordo più vivo del cardinale Caffarra risale a quando non era cardinale e insieme facemmo un viaggio in treno, da Bologna a Roma, il 22 ottobre 2003, giorno segnalato: a Roma si teneva Concistoro per la nomina di cardinali. Tra i nominati vi erano Tauran, Nicora, Scola, Bertone, Pell, Barbarin, Oullet. Tanto per dire. E con me e Caffarra c’era, nello stesso scompartimento, il cardinale Re: Giovanni Battista Re, che allora era prefetto della Congregazione per i Vescovi. Re ed io la sera prima eravamo stati relatori, in Bologna, ai Martedì di San Domenico, per la serata intitolata “La lunga marcia di Giovanni Paolo II”, con riferimento al 25° di Pontificato che in quell’anno quel Papa festeggiava. Ma nel frattempo, tra l’assunzione dell’impegno per quel martedì e la data di svolgimento, il Papa polacco aveva indetto il Concistoro. Sia per il cardinale prefetto ai Vescovi, sia per un vaticanista, la vigilia di un Concistoro per la nomina di nuovi cardinali è una data proibita, ma il responsabile dei Martedì di San Domenico – dove sono stato ospite, nei decenni, una decina di volte – era allora colui che li aveva creati, cioè il padre Michele Casali (1928-2004), e ognuno che l’abbia conosciuto, quel frate trascinatore, capisce che non era possibile dirgli di no. Eccoci dunque, buoni buoni, Re ed io, alla serata. E il mattino dopo al treno, all’alba, per essere a Roma in tempo per presenziare al Concistoro.
Amici di merende. Sul marciapiede della stazione troviamo l’arcivescovo Caffarra che era appena arrivato da Ferrara e aveva appuntamento con Re: ma io non lo sapevo, l’ho capito dalla conversazione alla quale ho assistito senza volerlo, ma grato di esserci. Caffarra e Re erano stati ambedue alunni del Seminario Lombardo in Roma. Fraternizzavano rumorosamente. Ricordavano i loro compagni e superiori, facevano battute da vecchi amici di merende. Già si diceva che Caffarra avrebbe potuto essere il successore del cardinale Biffi a Bologna: ambedue estimatori di don Giussani, alleati di ferro da otto anni nella Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna. Dunque – si argomentava tra noi vaticanisti – sarebbe una scelta nella continuità: due professori, tra loro affiatati, di orientamento conservatore, ambedue amici di Comunione e liberazione. Già si diceva ed io dopo quelle feste di cui ero stato spettatore lungo tutto il viaggio, ne divenni certo. La nomina di Caffarra a Bologna arrivò due mesi più tardi. In una decisione di quel peso, Re aveva carta bianca con Giovanni Paolo.
Prego oggi con lui. Ho parlato tante volte con Caffarra quando dirigeva l’Istituto Matrimonio e famiglia, qui a Roma, alla Lateranense. E quando presentava documenti di Giovanni Paolo II in Sala Stampa Vaticana. L’ho seguito attentamente, perchè l’apprezzavo, negli anni di Ferrara e di Bologna. Sempre credo d’aver capito le sue scelte, le sue prese di posizione. Una volta a Rimini fui allo stesso tavolo a parlare di don Oreste Benzi a un anno dalla morte. Ambedue estimatori del prete con la tonaca sdrucita. Ma ho fatto difficoltà a capire la sua evoluzione degli ultimi tre anni e il progressivo suo profilarsi come portavoce dei resistenti all’Amoris Laetitia. Di questo dico nel piccolo articolo che ho scritto per il Corsera e qui non aggiungo altro. Gli ho voluto bene. Gli sono grato per aver partecipato da fratello a un mio grave lutto. Prego oggi con lui come insieme pregammo allora.
In queste ore ho letto molti interventi che ricordano il Card. Caffarra, evidenziando un aspetto o l’altro del suo luminoso apostolato. Io ricordo con particolare affetto gli anni in cui è stato arcivescovo della mia piccola diocesi, le occasioni diverse in cui ho partecipato alle sue celebrazioni o ad altre iniziative diocesane. Un vero “maestro di fede, intelligenza e umanità”, per usare una giusta espressione di S. E. Monsignor Perego.
Penso di non andare troppo lontano dal vero se scrivo che il suo sostegno ai famosi “dubia”, sofferto e doloroso nella inevitabile polemica contro il Papa, è frutto della sua appassionata predicazione a favore della famiglia e del matrimonio e della sua preoccupazione (come può ben testimoniare chi frequentava gli incontri di Azione Cattolica in quegli otto anni a Ferrara) per la formazione e l’educazione dei giovani. Le sue parole resteranno, come resterà il ricordo della sua fede e del suo amore per la Chiesa.
Abbiamo un intercessore in piu’ in Cielo per le preghiere che salgono a Dio per la difesa della famiglia e del sacramento del matrimonio. Suor Lucia di Fatima disse al card. Caffarra che proprio sulla famiglia e sul matrimonio sarebbe stata la battaglia finale di chi vuole sfasciare l’operadi Dio.
Vengono in mente le parole di Gesu’:
E Dio non fara’giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui?Li fara’a lungo aspettare? Vi dico che fara’ loro giustizia prontamente! Ma il Figlio dell’Uomo quando verra’trovera’la fede sulla Terra?
Vangelo di Luca, 18,7-8
https://www.chiesadibologna.it/comunicati/2017/2017_09_06_Dichiarazione_di_S_E_Mons_Matteo_Zuppi.pdf
Una grande perdita. Un “uomo di Dio” profondamente amante della Chiesa e profondamente preoccupato per il disorinetamento di tanti fedeli di fronte alle nuove direttive pastorali che non si comprende come si possano armonizzare con il Magistero secolare della Chiesa. Morto senza avere avuto dal Papa, che amava e rispettava come supremo Pastore della Chiesa, il colloquio chiarificatore ripetutamente richiesto.
Molto bello questo documento inserito da Lorenzo.
https://it.zenit.org/articles/carpi-abbraccio-tra-papa-francesco-e-il-card-caffarra/
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/06/carlo-caffarra-profeta-inascoltato-lultima-sua-lettera-a-papa-francesco/
“Poco prima dell’invio di quella lettera, Caffarra aveva avuto in sorte di incontrare papa Francesco che era in visita a Carpi, vicino a Bologna, il 2 aprile. Durante il pranzo sedeva al suo fianco, ma il papa preferì conversare con un anziano sacerdote e con i seminaristi che sedevano alla stessa tavola. “Purtroppo, nessuno spunto incoraggiante”, ha confidato il cardinale dopo l’incontro. E a chi gli faceva notare che nella foto del loro abbraccio diffusa dalla sala stampa vaticana lui appariva “con sguardo sereno e fermo” mentre il papa era con volto “corrucciato”, ha risposto: “Lei ha bene interpretato l’incrocio dei due sguardi”.
“Durante il pranzo sedeva a suo fianco, ma il papa preferì conversare con altri. “
http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/03/18/news/la-famiglia-spiegata-a-elton-john-92525/
Non è dato sapere, dalla genericissima cronachina di Magister, almeno chi avesse fatto notare al cardinal Caffarra ” che nella foto del loro abbraccio diffusa dalla sala stampa vaticana lui appariva “con sguardo sereno e fermo” mentre il papa era con volto “corrucciato”…… tuttavia- ferma la vacuità della osservazione- invito chiunque ad osservare la fotografia per scoprire che non esistono in tale immagine né lo sguardo fermo e sereno né il volto corrucciato. L’unica cosa che si puo’ dire è che sembrano entrambi fissarsi intensamente, entrambi serissimi e senza alcuna ombra di sorriso.
Come mi pare naturale, logico, onesto e fraterno che fosse.
Tra i critici di Francesco. Qui si può leggere il mio articolino pubblicato oggi dal Corsera a pagina 23 con il titolo “Morto il cardinale Caffarra, tra i critici di Francesco”.
Il Giornale ha presentato la morte del cardinal Caffarra collegandola a “la maledizione di Francesco”. Che non è solo un titolo ad effetto ma anche disonesto e cattivo. Per essere più esplicito, il giornale dei moderati (!) milanesi e di una parte dei cattolici non fanatici di Bergoglio, ha parlato di scongiuri e di “toccar ferro”.
Chi non è cresciuto alla scuola dei messaggi di Medjugorje e di altra “messaggeria apocalittica” non coglie nella morte di due “cardinali dei dubia” nessun messaggio e non vede nessun segnale. Constata che sono due bravi cardinali morti e basta (e magari registra che tre dei quattro non erano, al momento dei “dubia”, in cura diretta di anime; e il quarto forse non lo è mai stato).
Di Caffarra (nato come professore “in odore di progressismo” poi abbandonato con la venuta a Milano dall’Emilia) tutti hanno segnalato l’intelligenza, la serietà di vita, lo spessore dello studio, l’applicazione ai grandi temi morali di oggi, la promozione convincente degli stessi valori, la dedizione di pastore, l’attaccamento alla Tradizione.
Memorabile – e da tutti ricordata con ammirazione – la sua dichiarazione di papismo, di pochi anni fa. “Nato e vissuto da papista – disse con grande onestà – morirò da papista”.
Immagino volentieri che da papista (una grande qualità in questi tempi) abbia accettato anche la non risposta, né orale né scritta, del Papa. Ma anche il non voler rispondere è un modo – ecclesiasticamente non desueto – di rispondere. Come del resto ha già dimostrato Accattoli, anche in riferimento a Papa Montini e papa Wojtyla. E dal cielo Caffarra aiuterà tutti noi ad essere razionalmente esigenti e generosamente fedeli alla verità del Vangelo.
http://www.news.va/it/news/379921
Telegramma di papa Francesco in morte del cardinale,
http://www.osservatoreromano.va/it/news/la-morte-del-cardinale-carlo-caffarra
Belle in particolare le parole riportate del suo secondo successore a Ferrara Comacchio, il vescovo Perego: ” ha avuto una «singolare miscela di fede appassionata, di cultura teologica, filosofica, letteraria e di cordialità umana che lo rendeva capace di comunicare con tutti».
Lorenzo i fatti parlano da soli, le chiacchere come dicono a Roma stanno a zero.
Inut i le che i turiferari parlino del grande amore che aveva p a pa Bergo g lio per Caffarra del grande abbraccio ecc., di come si volevano bene ecc.
I fatti sono che Bergoglio non si e’mai DEGNATO di rispondere ai dubia, e,come dice Luigi Accattoli sul Corriere non ha neppure risposto alla lettera di richiesta di udienza.Una lettera che chiunque la legga si commuove, da quanto e’rispettosa.Eppure Bergoglio :nessuna risposta!OH quanto gli voleva bene!
Trovandosi per caso accanto il card. CAffarra a tavola non gli ha rivolto la parola, come riporta MagisterOH quanto gli.voleva bene!
Qualunque persona di intelligenza normale si r e nde conto del” grande amore” di Bergolio per Caffarra.
Che poi costui(morto pare d’infarto)si sia logorato il cuore e sia morto come si suol dire di crepacuore, non posso esserne certa ma mi sembra molto probabile.
I fatti sono questi.Tristi fatti, orribili fatti, altro che abbracci….
Ma i turiferari cambiano anche la realta’dei fatti, pur di far dare bella figura al loro IDOLO.
Veramente se c’è qualcuno che ricama ( di vanga e badile) A TUTTO ANDARE su questa umanissima morte è qualcuno che la utilizza , l’imbecille parola ” turiferari”.
Per quanto mi riguarda ho appena detto che non si vede perché i due dovessero mostrarsi sorrisi, pacche e tarallucci e vino: il che non esclude affatto né l’affetto, né il rispetto.
Lo dico per la miliardesima volta: Così come era nelle possibilità del cardinale sollevare il suo dubium, era nelle possibilità del papa non prendere in considerazione una risposta esplicita.
Finis.
E’ tanto difficile da capire?
Non a loro due: in quel reciproco sguardo continua a parermi che ci fosse molta reciproca franchezza.
( ps, il cardinale era , in modo ahimé del tutto naturale, ” malato da tempo, dicono i giornali, compreso l’aturiferario La nbq di cui forse tu ti fidi. Mi spiace, no dietrologie )
Sono grata al cardinale Caffarra per aver scritto il libro “Creati per amare”. Piacque molto alle mie nipoti (o almeno così dicevano)
“Morto, pare, di infarto; morto di crepacuore – come si suol dire; non posso esserne certa; è molto probabile” (ore 20.30). Cioè: è meglio stare zitti. In due righe e due parole: “quattro dubia”. Noi rispondiamo.
Preferibile per tutti leggere “Creati per amare”. Dato per indubitabilmente bello.
Luigi, le tue righe sobrie e asciutte fanno capire che in questa vicenda qualcosa non torna.
Dunque, da quello che scrivi un cardinale di primo piano “nato e vissuto papista”, discepolo di Giovanni Paolo II, fondatore del “Pontificio Istituto per gli studi su matrimonio e famiglia”, persino malato, espone dei dubbi al papa, gli chiede un incontro…..e non ottiene né una risposta ai dubbi né gli viene concesso l’incontro? Possibile ?
Si. il tuo articolino, proprio perché asciutto e lontano dalle tifoserie, è la migliore sintesi di quello che è successo in questi ultimi 2 anni.
Fabrizio Padula
Possibilissimo.
Sì, una ottima sintesi.
Più che possibilissimo. E’ proprio successo.
“Io voglio molto bene al cardinale Caffarra. Diglielo.” (Parole di papa Francesco riferite dall’arcivescovo Zuppi)
https://www.chiesadibologna.it/informazioni-notizie-eventi-della-chiesa-bolognese-arcidiocesi-di-bologna.html
Nel giorno della Natività di Maria mi piace ricordare Mons.Cafarra con queste sua preghiere riportate da Avvenire di oggi, scritte nel 2015. Penso che anche se personalmente non ho condiviso certe sue posizioni degli ultimi tempi non posso che unirmi a lui nella fede che traspare dale sue parole:
“O Santa Madre di Dio (…), quale grande dono mi hai fatto! Potermi ritirare nel silenzio e nella preghiera dopo che con questo popolo, che ho amato e continuerò ad amare per sempre, ho potuto dirti: Rivolgi a questa città il tuo sguardo pietoso, e mostra a essa il tuo Figlio Gesù. (…) E infine, non posso terminare questa pubblica preghiera, in un momento per me tanto solenne, senza raccomandarti ancora una volta i “tre grandi amori” del mio episcopato: i sacerdoti, le famiglie, i giovani» (8 dicembre 2015). «Sta per iniziare l’ultimo capitolo della mia vita. Breve o lungo è mistero della divina provvidenza. Guidami in questi anni perché incontri il volto festivo del tuo Figlio: lui che ho desiderato, lui che ho amato» (17 maggio 2015).”