Con questo post intendo onorare la mia amicizia con la famiglia Prodi che risale agli anni ’70, quand’ero a Bologna per il Regno. Sono stato a tavola nella loro casa, loro nella mia. Quando arrivò a Roma Camillo Ruini, come segretario della Cei, nel 1986, Romano mi telefonò per propormi un incontro con quel vescovo che aveva celebrato il loro matrimonio: “Ti andrebbe di conoscerlo? E’ da poco a Roma e ha qualche difficoltà a orientarsi nel mondo dei media”. L’ho sempre votato, Romano: lo apprezzo. Riporto nei commenti un passaggio della lettera che il Papa ha mandato a Prodi l’altro ieri dal Gemelli, qualche spunto dell’omelia del cardinale Zuppi alla celebrazione della messa di addio di stamane, un brano di Flavia che è nel libro “Insieme” che scrisse con il marito nel 2005, alcune parole a suo ricordo dette oggi da Romano.
Un bacio a Flavia e a Romano Prodi: negli anni ’70 frequentavo la loro casa
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Francesco a Romano Prodi. “La fede in Cristo, nostra Speranza, ti sostenga nel vivere questo momento di dolore”, scrive il Papa nel messaggio autografo, datato 14 giugno, dal Policlinico Gemelli e mostrato ieri sera dal Tg1. Nel testo Papa Francesco chiama Prodi “caro fratello” e cita anche i figli Giorgio e Antonio. “Sono convinto – aggiunge il Papa – che dopo più di 50 anni di matrimonio saprai raccogliere l’eredità di fede e di fortezza di Flavia continuando a testimoniare, nel suo vivo ricordo, la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuti uniti, mano nella mano fino all’ultima passeggiata insieme. Nell’esprimerti il mio affetto e invocando la protezione della Santa Vergine, di cuore benedico te e quanti piangono la scomparsa di Flavia. Fraternamente, Francesco”.
Dall’omelia del cardinale Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna. “La vita non è mai un cammino che si chiude. È un legame d’amore con Dio, che ci rende liberi, autonomi, persone insieme. Il legame ha funzionato fino alla fine, e ora si trasforma […]. Per lei riconoscersi in Flavia significa testimoniare nel suo vivo ricordo la bellezza del vincolo d’amore che vi ha tenuto uniti, mano nella mano, fino all’ultima passeggiata insieme […].
Stando insieme tanti anni si entra in simbiosi, si assomigliano perfino le calligrafie, stare insieme è garanzia di armonia nella diversità. L’amore è concreto, prende tutto il corpo ma anche tutta l’anima. È un legame abbondantemente d’oro che ha legato Flavia a Romano, dove si confonde la metà dell’uno alla metà dell’altro. Dove lo sguardo li univa tanto da sembrare, a volte, che Flavia non ci fosse, ma c’era, insieme […].
Flavia mite, con quel radicalismo dolce, che era la sua fermezza e coinvolgeva il suo prossimo. Era riservata, Flavia preferiva la sobria e solida vicinanza alla vita vera, scegliendo i più fragili, partendo dalla sua vita accademica. Faceva dei luoghi della quotidianità le vere aule dell’insegnamento, con infinita generosità. Generosa ma non accomodante, scegliendo di vedere il mondo a partire dai poveri”.
Introduzione di Flavia Franzoni al volume “Insieme”. “Insieme” è la parola e il concetto che più ricorre in queste pagine. Si riferisce a noi che abbiamo scritto un libro a doppia firma dopo una vita di esperienze comuni.
Si riferisce alla grande famiglia in cui ci siamo trovati a vivere.
Si riferisce alle esperienze vissute in comune con i tanti compagni di scuola, di parrocchia, di lavoro o, semplicemente, di vacanze. Il confronto con tante esperienze diverse è visto come l’elemento caratterizzante della formazione nostra e dei nostri figli.
“Assieme” (così come di solito dice lui) è anche la parola più usata da Romano in economia, quando descrive lo sviluppo dei distretti industriali o quando afferma che “riacchiappare” lo sviluppo richiede il lavoro comune e la concertazione continua di imprese, istituzioni pubbliche, forze sociali, università.
Anche la politica consiste sempre, come afferma esplicitamente, «nel mettere insieme le forze disposte al cambiamento» e, più in specifico per lui, nel mettere insieme le diverse famiglie politiche del riformismo italiano.
Il lavoro del Presidente della Commissione Europea è descritto come la partecipazione a una delle più grandi sfide della storia, proprio perché la costruzione dell’Unione Europea, dalle sue origini fino all’allargamento a venticinque Paesi è vista come il progressivo mettere insieme valori, normative e obiettivi per costruire una grande area di pace.
Io che mi occupo di servizi sociali ritengo che il sistema pubblico di welfare e, in particolare, i servizi di aiuto alle persone, per essere efficaci devono essere supportati da una comunità anch’essa capace di aiutare. Serve insomma il moltiplicarsi di legami tra le persone, cioè una ritrovata capacità di vivere insieme.
Un libro a due voci in cui, avendo avuto una parte prevalente nello scrivere racconti di vita quotidiana, ho cercato di individuare le esperienze che più hanno contribuito a «farci una idea» su temi come la famiglia, la scuola, l’educazione dei figli, la politica.
Ho passato la parola a Romano per “spiegare” alcuni aspetti della sua formazione, del suo lavoro e delle responsabilità pubbliche che ha via via assunto. Un’occasione anche per ripensare ad alcuni aspetti delle profonde trasformazioni del nostro Paese nell’arco di più di mezzo secolo. E insieme al ricordo di episodi personali o di eventi pubblici si sono ovviamente assommati ricordi delle tantissime persone con cui abbiamo condiviso esperienze, “fatto insieme” tante cose.
Abbiamo richiamato i nomi, quelli necessari per comprendere i racconti, ma tanti altri ugualmente vicini e importanti per noi avrebbero potuto essere ricordati. Rileggendo le varie parti del libro si ha quasi l’idea di trovarsi sempre in case o luoghi un po’ affollati.
“Insieme” dunque, ma come sottotitolo avrei potuto aggiungere “in tanti”. E a questi tanti va un pensiero di ringraziamento.
Flavia Franzoni
Flavia e Romano Prodi, Insieme, San Paolo 2005
Parole di Romano Prodi oggi. «Flavia mi ha sorriso per l’ultima volta nel sentiero tra Gubbio e Assisi, dopo due giorni di pura felicità, con la compagnia dei nostri cari amici. Sono stati 54 anni sempre insieme, in tanti momenti di gioia e anche nel dolore, nella salute e nella malattia e come dice la preghiera, in tutti i giorni della nostra vita. Ai 54 anni vorrei aggiungere anche i due anni di corteggiamento, anche un po’ di più. Mai mi sono pentito di aver tanto insistito. Questi sono i pochi pensieri che voglio condividere con voi nel momento in cui salutiamo Flavia per l’ultima volta: non pensate che la nostra vita insieme sia stata fatta solo di scambi intellettuali, abbiamo vissuto insieme cielo e terra, anche terra. Con felicità tra di noi, con gli amici e nelle vacanze con tutta la tribù. Proprio alla vigilia della partenza per Assisi, mentre camminavamo come sempre, per le vie di Bologna, ci siamo chiesti se dal paradiso si vede possa eventualmente vedere piazza santo Stefano [dov’è l’appartamento della famiglia Prodi]. Io credo proprio di sì».
Il ricordo di Flavia è stato affidato a una sua immagine sorridente accompagnata da due versetti del Libro dei Proverbi 31, 10-11: “Una donna virtuosa chi la troverà? Il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle. Il cuore di suo marito confida in lei, ed egli non mancherà mai di provviste”.