“Mia moglie Teresa e mia figlia Cecilia, davanti al televisore per puro caso, si abbracciarono di gioia vedendomi vivo e in buona salute. Non avevano avuto mie notizie da più di un mese, mi sapevano solo rinchiuso in quel buco, Kabul, sotto le bombe”: così Gino Strada a p. 71 del volumetto Feltrinelli 2005 “Pappagalli gialli. Cronache di un chirurgo di guerra”. Non ho conosciuto Teresa – che è morta ieri – ma un poco le ero amico perchè lettore delle storie di vita narrate da Gino in quel volumetto e nell’altro dell’anno seguente, stesso editore, intitolato “Buskashì. Viaggio dentro la guerra”. Eccola che rimprovera al marito – che “torna a casa solo per cambiare le valigie” – “quello strano impulso di affermarsi che è così essenziale per voi uomini” (Pappagalli 114) e mi pare di sentire mia moglie che dice “voi maschi sempre competitivi”. Lei – Teresa – che soffre per l’assenza del marito ma “non me la fa pesare” e di essa è complice “lasciando che io tolga a lei e a nostra figlia tempo, dedizione, sostegno e, purtroppo, anche amore” (ivi p. 155). Quando Gino sceglie di spostarsi dal Panchir alla Kabul dei bombardamenti e glielo dice al telefono: “In Teresa come al solito è prevalso l’amore e ha deciso di inghiottire la maggior parte delle preoccupazioni che le mie spiegazioni addomesticate non avevano certo scacciato” (Buskashì 99). Infine Gino telefona da Kabul “siamo arrivati” e lei a Milano – nella sede di Emergency – grida a chi le è intorno: “Ragazzi adesso stappiamo” e poi gli dice: “Ricordati di prendere l’aspirina” (ivi 110). Così faccio memoria di Teresa che ha lavorato instancabile per Emergency “senza prendere mai un soldo”. La ricordo con gli occhi del marito: “Teresa è una sorpresa, ogni giorno. Sorprende tutti coloro che la conoscono, per l’intelligenza e la simpatia, perchè è bellissimo ascoltarla e guardarla” (ivi). Così la vedo e così le voglio bene.
Un abbraccio a Teresa, Gino e Cecilia Strada
7 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Esprimo la mia solidarietà umana alla famiglia Strada. Al tempo stesso, per essere sincero e leale (non ipocrita), non posso non esprimere anche il mio rispettoso ma netto dissenso rispetto alla linea “politica” di Gino Strada e di Emergency, da sempre ostili all’intervento contro i talebani afghani e pronti a fare (in buona fede) progetti umanitari che coinvolgevano il dittatore sudanese Bashir, condannato dai tribunali internazionali per genocidio o simili in Darfur e grande amico di Gheddafi. Purtroppo qualche volta persone che agiscono per nobili fini finiscono per aiutare inconsapevolmente personaggi ignobili.
Sai com’è, Savigni: c’è gente che tenta di salvare le persone invece delle idee politiche. E tentare di salvare le persone significa sporcarsi le mani e a volte essere un pò sgangherati.
Io la vedo così.
R.I.P. cara signora Strada: a chi ha molto amato, viene tanto perdonato.
Sono grato al Signore,
per la testimonianza dei coniugi Strada.
Veramente lo Spirito soffia dove vuole
e come vuole.
La mia solidarietà alla famiglia Strada e pregherò per la signora.
Penso a quanti, tantissimi, suore e preti che ho conosciuto in Africa, in mezzo ai lebbrosi, ai miserabili, e alcuni sono morti lì ma nessuno ne parla. Penso a questi ospedali nei posti più remoti del mondo creati dalla nostra Chiesa, da secoli ormai, pieni di gente che curano, consolano, portano sollievo e amano in silenzio … senza alcuna idea politica, solo seguendo le parole di Nostro Signore.
Anch’io, come Raffaele, non sono sempre stato perfettamente sintonizzato con le battaglie politiche condotte da Gino Strada: m’inchino, però, di fronte alla straordinaria testimonianza di impegno civile offerta in questi anni dallo stesso Gino Strada e da sua moglie Teresa.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Il valore di una persona, il bene che fa, il coraggio che ha a farlo è sempre una grande grazia per il mondo.
Grazie Teresa!!!
La mia vicinanza al dolore della famiglia Strada.
Il “segno” di solidarietà e di amore verso le vittime dei conflitti frutto della peggior barbarie dell’uomo, sarà certo pegno di beatitudine.