“Per comprendere le vicende del Sud Sudan noi italiani disponiamo di un interprete eccezionale, che è il missionario bresciano Cesare Mazzolari, da 30 anni laggiù e oggi vescovo di Rumbek, alla cui figura è dedicato il volume di Lorenzo Fazzini, ‘Un Vangelo per l’Africa’ (Lindau editore), che arriva ora nelle librerie. Questo vescovo intraprendente ha anche un sito internet – cesarsudan. org – dove ci si può aggiornare sulla sua lettura degli avvenimenti“: così scrivevo martedì 12 sul quotidiano LIBERAL, in un articolo per l’indipendenza del Sud Sudan, che egli con passione aveva auspicato e favorito. Cesare è morto ieri, all’indomani della proclamazione dell’indipendenza, che aveva salutato così: «Siamo grati per ciò che le nazioni faranno per noi, ma ciò che conta veramente per la nascita di un nuovo Stato è sapere che noi sud-sudanesi daremo il massimo per la nostra nazione». Avevo conosciuto Mazzolari nel 2000 in occasione di un meeting vaticano sui “bambini soldato”. Gli rinnovo l’abbraccio di allora e la gratitudine per ogni insegnamento che ho avuto dal suo genio della carità.
Un abbraccio a Cesare Mazzolari e al suo Sudan
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Era un uomo prezioso e sarebbe servito tanto in questo momento, ma così questo povero stato, che ne ha davvero bisogno, ha immediatamente il suo patrono in cielo.
Con il titolo Cesar Onlus in lutto il sito degli amici del vescovo Cesare Mazzolari aveva ieri questo annuncio:
E’ morto Mons. Cesare Mazzolari, presidente onorario di Cesar onlus, “padre” del Sud Sudan e guida per tutti noi. Padre Cesare si è spento stamattina, verso le 8, a Rumbek, mentre celebrava la Messa con i suoi confratelli e coloro che amava più di ogni altra cosa, più di se stesso: il popolo sud sudanese. Con loro aveva scelto di vivere, a loro ha dedicato gli ultimi trent’anni della sua vita, per e con loro aveva pregato e lottato per insegnare la pace, per portare la pace, per guidare un popolo violentato a ritrovare la propria identità, a ricostruire un futuro di pace e autonomia dopo i lunghi anni della guerra civile.
Un vero “padre” per il popolo sud sudanese e una grande guida e da sempre un faro per tutti noi di Cesar Onlus, che è nata e cresciuta per e intorno a lui.
Ma tra l’entusiasmo e i festeggiamenti per la nascita della nuova Repubblica del Sud Sudan che pure lui aveva tanto sognato, Padre Cesare era preoccupato in questi giorni, perché sapeva quanto fosse ancor più difficile ora, la strada verso lo sviluppo e ci esorta a continuare la sua opera con queste parole inviateci ieri “Non chiudete nè la vostra mano, nè mente o cuore al popolo nascente e sfidato del Sud Sudan. Assieme possiamo sviluppare il paese e la vita del nostro villaggio globale con l’Italia e l’Africa in stretta di mano. Vi sfido. E non accettiamo un “no”.
Leggi qui il resto.
Dal Sud Sudan al Corno d’Africa il passo è breve e il dramma è ugualmente grande, al momento – anzi – maggiore. Ecco come ne ha parlato il papa ieri all’Angelus, da Castel Gandolfo:
«Con profonda preoccupazione seguo le notizie provenienti dalla regione del Corno d’Africa e in particolare dalla Somalia, colpita da una gravissima siccità e in seguito, in alcune zone, anche da forti piogge, che stanno causando una catastrofe umanitaria. Innumerevoli persone stanno fuggendo da quella tremenda carestia in cerca di cibo e di aiuti. Auspico che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini. Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà».
Ultimamente qui ci siamo interessati del Sud Sudan, poi del Myanmar (a motivo del beato Clemente Vismara), ora del Corno d’Africa. Cattolico vuol dire universale.
93 anni!
Buon compleanno, caro Nelson Mandela. Cercherò di farti il regalo che hai chiesto, “dedicare a opere di bene 67 minuti della propria vita”: 67 come gli anni del tuo impegno per i diritti umani.
Auguri, Madiba!
L’ultimo discorso di Don Cesare Mazzolari
http://www.ilfoglio.it/soloqui/9706
Sicuramente l’opera di padre Mazzolari è encomiabile, come è lo è del resto quello dei tantissimi volontari e missionari soprattutto i Padri bianchi comboniani in azione da oltre 100 anni [ Vittorio Albertini, veronese, che ha speso l’intera vita, dal 1951 in Nigrizia è solo uno dei tanti esempi]. Tuttavia, per quanto fondamentali queste presenza non risolvono il problema dell’Africa che necessita di tutto….Qui abbiamo a che fare con un miliardo di esseri umani che tribolano quotidianamente, dilaniati dalla siccità, dalla fame, dalle malattie. Il male è profondo, endemico, tutti gli sforzi sortiscono un effetto limitato,tutte le strategie mirate si perdono nella confusione generale,e c’è pure chi sfrutta questa situazione. Le derrate alimentari non arrivano le medicine, a causa del caldo e della mancanza di corrente elettrica deperiscono, le sale chirurgiche non funzionano i vaccini antivirali scadono ecc… NO! il problema non si risolve con le offertine o le benedizioni, con tutto il rispetto per il S.Padre. Se l’occidente non mette sul tavolino un progetto serio, una sorta di piano Marshal, la faccenda non si risolve! Il Sud Sudan, così come quasi tutta l’africa odierna è in uno stato di indigenza tale che se non si interviene in fretta tempo un ventennio e sarà tutto semplicemente irrecuperabile ..
Del missionario Cesare Mazzolari, del suo sacrificio, del suo “genio della carità” e del suo mistero, dicono tutto il modo e il momento in cui questo “vescovo di una Chiesa crocifissa” ha lasciato questo mondo: mentre stava celebrando la Messa. Che potremmo mai aggiungere, con le nostre parole, a questo?
Oggi, e non a caso proprio oggi, “Mandela Day”, giorno in cui i festeggiamenti per il compleanno di Nelson Mandela riportano l’attenzione del mondo sui diritti umani, la campagna NOPPAWA (Nobel Peace Price for African Women) è stata presentata a Firenze, in Palazzzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento. Lì sono risuonate queste parole: ” Firenze è la città del dialogo, la città di La Pira, dove si incontrano da sempre culture diverse. In questo momento le donne africane rappresentano tutte noi donne: sono la nostra forza, la nostra capacità di mantenere la serenità e il sorriso anche nei momenti più difficili”.
“Camminiamo con il mondo sulle spalle, ma i nostri passi sono leggeri”:
http://www.youtube.com/watch?v=9gqDEaKhXqQ
Il cardinale W. F. Nadier ha detto oggi, in un’ intervista, che con il “Mandela Day” “tutto il mondo rende omaggio al grande atto di sacrificio personale che un uomo ha compiuto non solo per i suoi compatrioti ma per tutti coloro che si trovavano in un qualsiasi tipo di oppressione”.
L’intervistatrice osserva: “Mandela ha chiesto alla gente di impiegare 67 minuti del loro tempo per fare qualcosa per gli altri”. E il cardinale risponde:
“Mandela per 67 anni della sua vita è stato impegnato a lottare per i diritti degli altri; così ora lui chiede di fare la stessa cosa: di pensare agli altri prima che a se stessi. Credo che in questa particolare epoca della nostra storia, questo sia eccezionalmente necessario, guardando al grande egoismo presente in tante persone, che pensano solo a se stesse o solo al loro stretto ambito o al loro partito. E questo messaggio di Mandela, se riuscirà a passare, farà la grande differenza”.
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=505413