Bergoglio è il Papa che firma i documenti più lunghi: l’enciclica «Laudato si’» (2015) ha 40 mila parole contro le 29 mila della «Caritas in veritate» di Benedetto (2009). Ma è anche il Papa che invia i messaggi più brevi su Twitter dove ora ha 36 milioni di followers. Lieto dei due primati, chi è tenuto a leggerlo per lavoro indegnamente si augura che il Pontifex breviloquens (questa è l’intestazione della pagina Twitter) contagi il multiloquens.
Tweet cioè breviloquium
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato con il titolo “Il Papa breviloquente” a pagina 5 dalla “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato. Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Papa Francesco si esprime in modo “breviloquens” in Twitter perché il web richiede interventi molto brevi; si diffonde e diventa “multiloquens” in altri tipi di scritti. E’ una questione di retorica!
Faccio notare ai frequentatori del blog che la retorica del web richiede brevità e concisione. Ne tengano conto.
Brevità e concisione non sempre sono possibili; con buona pace della “retorica” del web.
La retorica, poi, non è regola, se non sbaglio.
La retorica ha delle regole.
Scrivere breve è un’arte, ma lo è ancor di più scrivere semplice.
La semplicità nella scrittura, la spontaneità, è più complicata di quanto si pensi. E’ come stendere il bucato al sole: le parole vengono alla luce dal buio in cui sono relegate e prendono respiro i concetti, le idee inespresse che popolano il mondo interiore, incorporeo, che la ragione sempre in fermento, produce. Rivoli che emergono. All’apparenza nulla, di ciò che si intende comunicare appare superfluo: tutto, ogni tassello, ogni cromatura è necessaria all’affresco. Testa e cuore -binari sui quali scorre il pensiero- si connettono e più sono semplici le parole, più il treno prende velocità ed anche i discorsi più spinosi , astrusi i teoremi più complessi, scorrono con facilità e arrivano a destinazione…
“La retorica ha delle regole.”
Sapevo di retorica nel campo letterario e oratorio, non di “retorica del blog”.
Pensate le piu’belle frasi del Vangelo:tutte concise,lapidarie.
Seguimi.
Ti faro’pescatore di uomini.
Donna, non e’ancora venuta la mia ora.
Voi chi dite che io sia?
Giuda con un bacio tradisci il figlio dell’uomo?
Tutto e’compiuto.
GESU’MAESTROanche in questo:nella frase lapidaria.
Rileggiamo il colloquio con Pilato, in cui i silenzi sono piu’importanti delle parole.
Chissa’un prete moderno come avrebbe sbrodolato e straparlatocol “dialogo”,con i discorsi.
Invece Gesu’Maestro:
Allora Pilato gli disse:Non senti quello che dicono contro di te i testimoni? MA Gesu’non rispose neppure con una parola, con grande meraviglia del governatore.(Matteo 27,13)
La forza del silenzio, come,duemila anni dopo ha scritto un seguace di quel Cristo che rimase silente davanti ai suoi accusatori.
Forse il “dialogo”non e’ al vertice dei valori spirituali come oggi vogliono farci credere.C’ e un tempo per parlare e uno per tacere.
I silenzi di Gesu’, il VERBO INCARNATO, Forse sono piu’importanti delle sue parole.
Dio e’Infinito SILENZIOcome sanno tutti i mistici.
E poi, siccome siamo limitati e non siamo mistici, occorrono molte parole e acuminate contumelie, per incitare a “sovrumani silenzi e profondissima quiete”. Però è bello che anche Gesù abbia dialogato (non solo lì): con il silenzio dell’ ascolto e la meraviglia come risposta. E il buon popolo semplice, cresciuto nella sana dottrina ebraica e religiosamente attaccato agli intoccabili dogmi, e non avvezzo a dialoghi e discussioni, urlò: “sia crocifisso” (Matteo 27, 23)
Dietro ogni parola vi è sempre il soggetto agente.Può essere Dio, nel suo mistero di unità e Trinità, ma può essere anche Satana, nel suo mistero di ribellione e sottrazione alla sua verità creata da Dio. Nel viaggio tra le parole l’uomo può camminare nella sua verità creata, oppure, per sua volontà, passare dalla verità alla falsità del suo essere e operare.
Se molti sono i fatti che dicono il mistero di Dio,di Satana, dell’uomo, moltissime le parole che lo manifestano, lo contengono, lo esprimono.
E’ vera, solo la parola dietro la quale vi è il Signore e l’uomo secondo il Signore. Similmente è vero, solo l’amore dietro il quale vi è il Signore e l’uomo secondo il Signore . Per inciso :” rimanete nel MIO amore se farete ciò che vi comando (non “domando ma comando) come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore” (Gv cap15). Parola di Dio da marchiare a fuoco.
Il resto non è che un viaggio umano, troppo umano attorno a parole ed azioni che dicono la nostra verità, e la creano, ma possono dire anche la nostra falsità e ugualmente crearla.
solo in Cristo, Dio e l’uomo e fatti e le parole sono una cosa sola.
Per noi , la comprensione non sarà mai perfetta e della Luce infinita di Dio possiamo catturare a malapena un barlume. Gesù sul Tabor, Mosè sul Sinai videro la luce e ne furono avvolti ma né i tre Apostoli, né il popolo comprese.
Vuol dire che a noi non è dato comprendere appieno. Ma ci viene chiesto di aggiungere comprensione a comprensione,luce a luce, verità a verità ascoltando e obbedendo. Solo così, per grazia, ci sarà rivelato il mistero della nostra vita che è tutta compresa nel mistero di Dio, ma anche in quello di Satana e di quanto ristagna e sgorga dalla sorgente profonda di noi stessi …
Temo che l’ansia di trovare primati per papa Francesco (uno al mese, come minimo) giochi a Luigi un mezzo scherzo: difficile sostenere che sia «il Papa che invia i messaggi più brevi su Twitter» («dove ora ha 36 milioni di followers»: pensa un po’). Su Twitter, papa Francesco è come tutti: micro. Il suo «amato predecessore», che nell’ultima parte del suo pontificato era stato indotto a twittare pure lui, non mi risulta che la facesse più lunga.
Resta invece l’altra metà del primato, quella relativa ai documenti più lunghi ma, se intendo bene il sottotesto, neppure Luigi ne è così «lieto» come dice.
Vero!
Divertente il rosicamento di talune persone astiose, tutte prese dal tentativo vano di abbattere le verità altrui.
Poi, non può essere più vero che dietro le parole di alcuni c’è Satana in persona.
Satana ravvisabile negli sputatori di menzogne, che si ammantano di retoriche parole che non sanno di niente.
Mi pare di capire che sopra si è toccato anche il tasto della voluminosità dei documenti del papa
E’ vero: le sue due esortazioni e l’enciclica sul creato potevano essere più brevi, anche di un bel po’. Ma sono state lette e di esse si parla.
Rimane vero che “gli addetti” ai documenti vaticani valutano la loro qualità non a chili ma a profondità di analisi e capacità di dare prospettive.
Basta pensare alle encicliche di papa Benedetto, ai messaggi di Pio XII, alle due grandi encicliche sociali di papa Giovanni di cui si ricordano facilmente nomi e alcune frasi, alle encicliche di Paolo VI (Ecclesiam suam, soprattutto, ma anche Humanae vitae).
Ognuno di noi può stabilire con quale esattezza ricorda le (14) encicliche di papa Wojtyla, specialmente le ultime. Una era breve e bella, la “Ut unum sint”. Prometteva anche di rivedere le forme del “ministero petrino”. Ma si è fatto poco o nulla, in quei tempi, e così non la si cita più.
Se un papa cerca di far seguire atti e gesti buoni ai suoi documenti allora se ne parla di più, fino ad imputargli – magari – di “artigliare con la misericordia”.