“Tutto il mondo lo deve sapere: ti amo troppo! Oriana”: scritto su un foglio appeso al cippo dei manoscritti che si trova all’uscita della Stazione di Roma Termini, al centro del cosiddetto “dinosauro”.
Tutto il mondo lo deve sapere
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“Due scheletri, probabilmente di un uomo e una donna, abbracciati da 6000 anni. Sono stati trovati a Valdaro, in una zona industriale vicino Mantova durante alcuni scavi. Secondo gli archeologi si tratterebbe di una coppia di individui giovanissimi, morti nel periodo neolitico. I due sono stati sepolti uno di fronte all’altro, faccia faccia; le ossa delle braccia e delle gambe si sovrappongono in un abbraccio che gli ha già fatto guadagnare il soprannome di ‘amanti di Valdaro'”. (http://tv.repubblica.it/multimedia/home/551704?ref=hpmm).
Se potete date un’occhiata. E’ impressionante. Così come è stato impressionante l’ultimo abbraccio di mio padre a mia madre. Anche di questo vorrei rendere grazie a Dio.
Costantino, ho visto quell’immagine forte e ti ringrazio d’averla segnalata. Mi ha ricordato un passo di una lettera dal Concilio di Albino Luciani, allora vescovo di Vittorio Veneto, che parlando del ruolo della donna nella Chiesa narrava il “grazioso miracolo successo in Borgogna con i beati Ilario e Quieta” del secolo V: “Morì per primo Ilario e fu sepolto a Digione, nella tomba di famiglia posta in chiesa. Quando venne a morire Quieta, la tomba fu aperta e la moglie deposta accanto al marito. Ma in quel momento il braccio destro di questi riprese vita, si alzò e cinse affettuosamente le spalle della sposa” (Albino Luciani, Un vescovo al Concilio. Lettere dal Vaticano II, Città Nuova 1983, p. 85). Penso a tutti gli amanti morti abbracciati. A quelli che hanno chiesto di morire insieme. All’abbraccio dei risorgenti.
Tutto il mondo lo deve sapere: giusto. L’amore, se è tale, aspira ad essere pubblicamente riconosciuto. “Ti amo, ma non voglio che si sappia” è la massima contraddizione, infatti chi se lo sente dire traduce “ti amo ma mi vergogno di te. Dunque non è vero che ti amo”. La forma pubblica dell’amore è il matrimonio. Vuol dire che il nostro amore non è più un affare privato, di me e di te, ma riguarda un po’ tutti, la società. Se poi Cristo lo eleva alla dignità di sacramento, riguarda Dio e l’intera umanità, anzi l’universo.
In questi giorni in cui si parla tanto (e tanto confusamente) di PACS, rilanciamo la domanda fondamentale: ma perché non ci si vuole sposare? Perché non si vuole il matrimonio (civile, ovviamente, per chi non è credente), cioè la forma pubblica dell’amore, se ci si ama?
Da questo punto di vista si vedrebbero due cose: 1) il vero problema, l’unico problema è quello delle persone omosessuali, il cui amore non può avere quel tipo di riconoscimento pubblico. Però facciamo attenzione, e non imbrogliamo: per dare risposta a questa esigenza ci vuole il matrimonio. Un’altra cosa, comunque la si chiami, non serve a nulla.
Allora il dibattito si dovrebbe spostare su un altro tema, quello del giudizio su eterosessualità e omosessualità. Sono due ‘orientamenti sessuali’ equivalenti, che si ‘innestano’, per così dire, su un essere umano identico, oppure l’identità umana è essenzialmente ‘sessuata’ (maschio e femmina Dio li creò) ed esiste un progetto creaturale che prevede l’unione di uomo e donna, rispetto al quale l’omosessualità è un ‘disordine’ (che può essere tenero, dolcissimo, geniale, poetico, patetico, … usiamo pure tutti gli aggettivi … ma sempre diversità rispetto a quell’ordine fondamentale resta)?
2) Per tutte le altre relazioni umane, i casi sono due: o sono relazioni ‘amorose’ e allora aspirano ad essere pubbliche, e di forma veramente pubblica ce n’è una sola, il matrimonio; o sono altro (ad esempio rispettabili relazioni d’interesse), e allora ci sono i contratti privati per questo.
Il “registro delle unioni affettive”, come credo abbiano fatto a Padova, è pura idiozia.
Qualche giorno fa mi chiedevo quando sarebbe stato aperto il pentolone dei PACS. Da un lato aspettavo questo momento, ma dall’altro lo temevo.
C’è voluto il coraggio di Leonardo (e forse di Luigi…la frase che ha scelto non mi sembra casuale).
Ora vediamo cosa succede.
Caro Leonardo,quando parli di” orientamenti sessuali equivalenti” che si innestano su un essere umano identico, fai allusione alla teoria dei gender( =genere sessuale,differenza sociale fatta fra i sessi biologici ) ?
Questa è infatti l`ultima trovata del potentissimo lobby gay e cominciamo già a vederne i tristi risultati.
Si è infatti partiti da ricerche universitarie,che volevano studiare le disuguaglianze di cui sarebbero state vittime le donne, basate su una divisione inegalitaria, ma definita naturale, dei ruoli sociali attribuiti alle donne e agli uomini.
Partendo da qui si è arrivati a dire che facendo del solo organo sessuale il supporto dell`identità sessuale, si trascurava tutta la parte di elaborazione che permette l`accesso a questa identità.
E questa riflessione è stata ripresa dalle femministe e lesbiche americane che ne hanno fatto un cavallo di battaglia ( Judith Butler, Gender trouble). Per loro bisogna far saltare l`eterosessualità obbligatoria e ripensare la società secondo modelli omosessuali o transessuali !
Si intende così sostituire al temine sesso il termine genere come concetto pertinente.
Questa teoria ha oggi un`influenza più che certa sull`elaborazione delle politiche relative alla famiglia , a livello nazionale ,europeo e mondiale , basta osservare ciò che succede in Spagna e altrove.
Per esempio ,in virtù di questa teoria , che parla di orientamento sessuale liberamente scelto ( ah quante cose sono fatte e dette in nome della libertà !…), su atti di nascita non si legge più: papà- mamma ma persona no1 e persona no2, lo stesso per il matrimonio, non c`è più traccia di sposo o sposa, moglie e marito, signore e signora. ma persona no1 e persona no2.
Come è possibile che una teoria simile così contraria alla semplice realtà della natura, al semplice buon senso, abbia potuto farsi strada nella mente dei legislatori ? Eppure si è arrivati a negare la differenza anatomica , fisiologica e funzionale fra uomini e donne e non abbiamo ancora finito di vederne le conseguenze disastrose per la nostra società.
Ovvero, a prova di come un movimento potente e super organizzato, anche se minoritario, che ha a sua disposizione diversi e sottili strumenti per influenzare l`opinione , sta riuscendo a sconvolgere le strutture fondamentali sulle quali poggiano le nostre società.
Cari saluti, Luisa
Li hanno approvati? Bene, traiamo le somme e vediamo che tutti ‘sti politici cattolici in Parlamento non ci sono; se ci sono si astengono come Mastella per amor di cadreghino; se votano… lasciamo perdere i contorsionismi.
Ai cattolici ora la lotta per l’abolizione mediante referendum. Sempre che non finisca come nel 1974 per il divorzio o nel 1981 con l’aborto. Nel qual caso avremmo l’ennesima Porta Pia. E non so se come cattolici ne avremo guadagnato. Né come italiani.
Un’informazione di servizio: Collegandomi spesso, per lavoro e non, al sito del Vaticano noto nelle ultime settimane una frequente difficoltà nel caricamento della pagina del bollettino della Sala Stampa, che spesso non mi permette di accedervi per ore, talora giorni interi.
Risulta anche a voi, in qualche misura, qualcosa del genere? Se sì, si tratta di semplice sovraccarico?
Luca, confermo: anch’io ho difficoltà ad aprire le pagine dei bollettini della sala stampa.
Tonizzo, se si tratta di scendere in campo contro i Pacs camuffati da DICO, sono pronto: Rosario alla mano, non c’è battaglia che impaurisca.
Un abbraccio
Paradossalmente, questa proposta di legge del governo, che è un topolino abbastanza ridicolo, è pericolosa proprio per la sua pochezza, perché conclama che non si voleva dare risposta a nessun reale bisogno sociale, ma solo piantare una bandiera. Fatto questo primo passo, siccome sarà facile dimostrare che la legge è insoddisfacente, si faranno gli altri.
Nel merito, mi pare che un po’ di sostanza ci sia solo sulla questione della successione, dove comunque si ledono gli interessi della famiglia. Stabilire che il convivente è un legittimario significa evidentemente ridurre la legittima a favore dei figli avuti dal de cuius in un precedente matrimonio e anche quelli del coniuge (la cui esistenza, incredibilmente, il testo della legge non prevede!). Per fare un esempio: papà ad un certo punto se ne è andato a vivere con il suo ‘amico’, dopo nove anni di convivenza muore, e a me e alla mamma tocca meno di quel che ci sarebbe spettato, perché bisogna fare la parte anche al convivente. Bella difesa degli interessi della famiglia, come “società naturale fondata sul matrimonio”!
Ho fatto l’esempio, un po’ eccentrico, di papà che scappa con l’amico, perché se si trattasse di un’amica, dopo nove anni di convivenza non si vede un solo motivo al mondo per cui papà non avrebbe dovuto chiedere il divorzio e fatto un nuovo matrimonio civile, se per lui quella era una cosa seria.
Il disegno di legge è un vero pasticcio all’italiana in cui rientra tutto e il contrario di tutto.Purtroppo le maglie di questo DDL sono così larghe da consentire più interpretazioni della stessa norma.
Non voglio immaginare a quanti abusi dovremo assistere…
La norma successoria lede,senza alcun dubbio,la quota di legittima dei figli,magari nati da un matrimonio precedente.
La norma sul permesso di soggiorno aprirà un’altra faglia nella legge Bossi-Fini e quella sull’assistenza ospedaliera rischia di discriminare i figli eventualmente in disaccordo con il convivente del genitore.
Per tutelare le unioni di fatto si finisce per togliere alcuni diritti alle famiglie tradizionali,alla faccia della Costituzione.
Poteva andare peggio?Certamente!Per fortuna la tenacia del Papa ha aperto una discussione nella stessa maggioranza di governo.Sta ora al Parlamento prendere una decisione.
Saluti MG
Non discuto ovviamente il principio della famiglia fondata sul Matrimonio e condivivo le preoccupazioni del Papa, ma nell’ormai famoso editoriale di Avvenire del “Non possumus” l’ultima frase mi sembra francamente eccessiva e spropositata, il trovarsi cioè di fronte ad una “indicazione franca e disarmata di uno SPARTIACQUE CHE INEVITABILMENTE PESERA’ SUL FUTURO DELLA POLITICA ITALIANA”.
Nel forum di ieri, ad un lettore Dino Boffo rispondeva che la frase significa “stiano attenti i politici del centrosinistra a non fare scelte legislative che rendano difficile l’ADESIONE IDEALE di cittadini culturalmente e idealmente cattolici”.
Sono d’accordissimo, ma francamente non capisco perchè questo avvertimento non sia mai stato fatto anche ai politici del centrodestra durante la scorsa legislatura: se leggo la “nota dottrinale circa l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” di Ratginger mi è impossibile “aderire idealmente” tanto ad uno quanto all’altro schieramento.
Faccio una domanda diretta a Luigi, che non ha mai nascosto di aver votato centrosinistra alle ultime elezioni: come vive questo avvertimento? Lo trova equilibrato?
Fabrizio
Francamente sono molto perplesso. Non dalla legge, ma da questo fuoco di fila. In nessun modo, ma davvero in nessun modo si può dire che questa proposta di legge parifichi le convivenze al matrimonio. Riconosce un livello diverso, intermedio, di diritti a cui corrisponde un livello diverso, intermedio, di responsabilità. Non si basa in alcun modo sull’ideologia di “gender” o sulla cultura gay, ma semplicemente sul fatto che una convivenza (di qualunque genere, compresa coppia anziana e cugino e cugina) possiede comunque un valore sociale, nettamente diverso e inferiore rispetto a quello del matrimonio ma tuttavia esistente.
Ovviamente poi si può dare una lettura ideologica della legge: uno può vederla come il primo passo verso la legittimazione del matrimonio gay, ma questo nella legge non c’è in nessun modo e in nessun senso. Anzi, se proprio uno dovesse trarre una lezione “etica” da questa legge sarebbe che qualunque-altro-tipo-di-convivenza-NON-ha-la-stessa-dignità-del-matrimonio. Non per nulla le associazioni gay (salvo Grillini che però ormai appartiene completamente al mondo politico) sono piuttosto inviperite. Quasi come i vescovi: e mi è sempre stato insegnato che quando una legge scontenta da una parte e dall’altra, di solito è una buona legge.
Il problema è che questa legge non allarga semplicemente i diritti dei conviventi,ma comprime quelli della famiglia tradizionale(successione,graduatorie delle case popolari,ricongiungimenti familiari,magari reversibilità e TFR).
E’ giusto che la Chiesa metta paletti ben precisi.Ciò che più mi sorprende non è la posizione di “Avvenire” ma del ministro Bindi che,dicendosi dispiaciuta per le critiche,pretenderebbe una sorta di avallo papale,che,ovviamente,non può e non deve arrivare:ciascuno faccia il proprio lavoro.Compito del Papa non è quello di fare il “pappagallo” della politica,ma di indicare un percorso cristiano.Capisco che questo dia molto fastidio,ma è il “lavoro” del Pontefice.
Se poi il politico segue la propria coscienza e non le strategie di partito ha tutta la mia stima.
Saluti MG
Dimenticavo…ma come è saltato in mente ai giornalisti di titolare stamattina “Il Papa contro i DICO”,”Il Papa all’attacco”,”Il Papa scomunica i DICO”?Peccato che ieri il Pontefice abbia parlato all’ambasciatore colombiano e che,in Colombia,si stia pensando ad una legge sui PACS.
Trovo che noi italiani siamo un pò troppo egocentrici…
Maria Grazia, voglio sperare che quando i Vescovi parlano di minaccia alla famiglia non si riferiscano a quote di successione, TFR o graduatarie, ma a qualcosa di molto più sostanziale.
Ma certamente,caro Fabrizio.
Il mio era solo un esempio(in chiave giuridica non etica)per dimostrare che questi DICO intaccano la famiglia tradizionale,intesa come società naturale fondata sul matrimonio 🙂
Vorrei introdurmi, sulla punta dei piedi,in un dibattito che non mi concerne che da lontano.
Penso poter dire , osservando quanto è successo in Francia, Svizzera e altrove, che gli omosessuali sono dietro tutte le battaglie in vista di ottenere pari diritti delle coppie sposate.
A titolo di esempio, qui in Svizzera è entrata in vigore il 1 gennaio 2007, “l`unione domestica registrata di coppie omosessuali “, che conferisce agli omosessuali gli stessi diritti delle coppie sposate, salvo l`adozione e la procreazione assistita.
Agli altri conviventi (concubini) eterosessuali, che reclamavano gli stessi diritti, è stato risposto, che la legge in vigore tutelava già tutti i diritti che essi reclamavano.
Mi sembra, che si stia ingannando gli Italiani , o piuttosto che sia in atto una nuova impresa di disinformazione. Non esistono anche in Italia leggi sufficienti per tutelare i conviventi ? Non sarebbe sufficiente introdurre qualche leggera modificazione nella legge ?
Da un parte non ci si vuole impegnare davanti allo Stato, si vuole restare nell`ambito privato, ma dall`altra si domanda allo Stato di intervenire per proteggere… non vi sembra che vi sia una leggera contraddizione ?
Perchè allora rischiare di creare una forma parallela di unione che imita il matrimonio? Perchè compiere questo primo passo che schiude le porte ad ulteriori riconoscimenti?
Perchè non illudetevi, e non vorrei che si considerasse il mio proposito come l`espressione di una mia omofobia, gli omosessuali continueranno la loro battaglia sino alla vittoria finale! Hanno per questa lotta a loro disposizione, e mi ripeto, tutti i loro potenti e diversi e sottili mezzi di comunicazione .
Ma vorrei pure aggiungere che, con questa eventuale futura legge, si rischia di mandare ai giovani Italiani un messaggio ambiguo. Quando si sa quanta difficoltà provano le nuove generazioni a impegnarsi in un legame duraturo con tutte le responsabilità che ne derivano, sarà tentante per loro di scegliere il DICO con tanti diritti e pochi o niente doveri, al posto del matrimonio.
Scusate la mia intromissione in un dibattito italiano ma sono molto preoccupata da questi continui attacchi alla famiglia ovunque essi si producano !
Cari saluti,Luisa
Faccio notare un altro aspetto della legge che mi pare sia sfuggito finora: in nessun punto, se leggo bene, il testo impone esplicitamente che ciascun convivente conviva solo ed esclusivamente con l’altro soggetto per il quale chiede il riconoscimento. Ciò significa che è possibile che A e B chiedano il riconoscimento della loro convivenza e, separatamente, la chiedano anche A e C, B e C, e così via. L’unico requisito richiesto è che la convivenza sia effettiva e affettiva (se mi passate il gioco di parole). Ma questa non è la via per dare un primo riconoscimento giuridico alla poligamia?
Sono contento del tono pacato degli interventi fin qui emersi, che mi conforta sul bel livello di discussione di questo blog.
Oggi a Bologna un’associazione gay manifesterà CONTRO la nuova proposta di legge. Anche questo dovrebbe farci capire che siamo molto, molto distanti da leggi come quella esistente in Svizzera, e anche dai PACS francesi, per non parlare della legislazione inglese o spagnola.
Da questo punto di vista mi sembra che questa legge metta un serio freno alle pretese gay di parificazone al matrimonio. Nella battaglia culturale, seria e impegnativa, contro la cultura gay e l’ideologia di genere (che non è e non dev’essere confusa con una battaglia “omofobica” contro gli omosessuali in sè) questa legge può essere una preziosa alleata.
In nessun modo questa legge veicola l’idea che la famiglia sia pari ad altri tipi di unione, anzi il principio di fondo è esattamente l’opposto.
A quello che leggo e so, Luisa, in Italia NON esistono leggi nazionali che tutelino i conviventi in quanto tali (non parlo quindi della tutela di coppie conviventi con figli), e se fino ad oggi – per esempio – un ospedale vuole impedire l’accesso del convivente al capezzale di un malato può farlo tranquillamente.
Secondo me questa legge è ben fatta perché riesce a introdurre in modo convincente un livello _intermedio_ di diritti e responsabilità (non “tanti diritti e niente o pochi doveri”, come dice Luisa), che non è mai parificato a quello del matrimonio. Non vedo perché non si possa riconoscere che, se io vado a convivere con un amico, in questa scelta c’è un “plus” di socialità, un mutuo sostegno che si traduce in un vantaggio per la società, che la società può giustamente appoggiare e riconoscere, purché non si vada a ledere le prerogative, molto più elevate, del matrimonio.
Per Fabrizio: è chiaro che l'”attacco” al matrimonio passa anche per successioni, TFR, graduatorie e compagnia bella. Se in questi campi la legge avesse portato a una parificazione rispetto al matrimonio (dando quindi pari diritti in cambio di meno doveri) non sarei stato d’accordo. Ma questo NON avviene, e il testo presenta notevole saggezza ed equilibrio specialmente laddove possa esserci un conflitto con i familiari veri e propri come per le successioni.
Nota anche che, per esempio, nel caso di morte (espianto organi ecc. ecc.) i diritti che spettano ai familiari (genitori ecc.) non passano al convivente se non per esplicita previa decisione dell’altro.
Per Leonardo: secondo questa legge non si può fare parte contemporaneamente di più di una convivenza riconosciuta. Non mi sembra proprio che si offra in nessun modo copertura alla poligamia.
Per MariaGrazia: concordo pienamente che l’estrapolare quattro parole del papa dal discorso all’ambasciatore colombiano e prenderle come intervento nel dibattito italiano sia giornalisticamente scorretto, disdicevole e ridicolo, ed è molto triste vedere molti vaticanisti (non Luigi) compiere quest’operazione, che del resto dura da molti mesi.
Scusa Luca, ma dove trovi nella legge Bindi-Pollastrini questa proibizione? Attento: la legge dice sì che due persone conviventi possono chiedere, con dichiarazioni contestuali, eccetera eccetera, ma non dice da nessuna parte che condizione per poter fare questa richiesta sia non essere già riconosciuti come conviventi con un altro soggetto. Quindi, per essere ancora più chiaro (ma francamente mi pareva chiaro anche prima!): è ovvio che A, B, e C non possono chiedere il riconoscimento di un ménage à trois; quello che dico io è che A e B possono chiedere il riconoscimento di convivenza tra loro e poi chiederne altri, perché nel testo di legge non mi pare che ci sia nessuna proibizione in tal senso. Come me ne sono accorto io, credo che se ne accorga chiunque, quindi la strada per il riconoscimento di convivenze poligamiche è aperta. Cerchiamo di non essere ingenui!
Vorrei suggerire a coloro che praticano il francese di leggere il discorso rivolto oggi dal Santo Padre ai membri dell`Accademia delle scienze morali e politiche di Parigi.
Vi è un passaggio che parla dell`importanza dei messaggi che la nostra società invia ai nostri giovani , esprime esattamente quello che, maldestramente, ho cercato di dire nel mio post precedente.
Un saluto, Luisa
A Fabrizio: non trovo equilibrato l’avvertimento, ma non amo entrare nella materia, che è politica e dunque fortemente conflittuale. A mio parere le indicazioni della Cei dovrebbero restare sul piano valoriale, lasciando ai cristiani comuni il compito di applicarle alle leggi, ai referendum, ai programmi dei partiti. Luigi
Un giovane vaticanista, un ragazzo in gamba che secondo me farà molta strada, mi ha concesso un’intervista sul Papa che potete leggere nella sezione approfondimenti del quotidiano “Petrus” all’indirizzo http://www.papanews.it
Ah, lui si chiama Luigi Accattoli e – scherzi a parte – è stato davvero un onore per me pubblicare una sua intervista.
Chi lo avrebbe mai detto? Credetemi, per un giovane giornalista come me, è davvero un onore!
Grazie di cuore, Luigi!
Luigi, neanche io amo entrare nella materia, l’ho fatto perchè la lettura di Boffo mi ci ha tirato dentro. Il bello di questo blog è qui dentro la fede viene prima della politica, speriamo si continui così.
Concordo con Maria Grazia e Luca sulla forzatura delle parole del Papa all’ambasciatore colombiano, ed in questo purtroppo l’esempio peggiore lo ha dato il titolo di prima pagina del Corriere della Sera: “COPPIE DI FATTO: IL PAPA CONTRO LA LEGGE”. Non ho parole.
Fabrizio
Continuo da sopra: Luigi, sono sicuro che avrà sofferto nel vedere il suo articolo accostato ad un titolo così scorretto, per cui le sono vicino, ricordandomi di tutti le volte che nel mio lavoro ho visto calpestati i miei valori senza poter farci niente, anzi dovendo fare buon viso a cattivo gioco.
Anche stamattina i giornali fanno titoloni e scrivono,in malafede,una colossale bugia e cioè che Ratzinger ieri ha attaccato i DICO.
Basta andare a leggere il discorso all’Accademia della scienza di Parigi(non di Roma!!!!!!!!!!!!!!!!!!)per capire che il Papa non si riferiva certo alle beghe del nostro disastrato Paese.
C’è tanta cattiveria in certi titoli,tanta acredite verso Papa Benedetto,sintomo che siamo di fronte ad un Pontefice che dà “scandalo”,che è segno di contraddizione,che non vive di applausi,un perfetto esecutore del Vangelo delle beatitudini di questa domenica.
Grazie Fabrizio! Questo è un lavoro che immeritatamente ti esalta e ingiustamente ti maltratta. Luigi
Vorrei sottolineare che in questo modo si fa un cattivo servizio non solo al Papa, ma soprattutto ai lettori (che sono quelli che pagano il giornale!) e all’opinione pubblica. Questo è un fatto grave.
Torno sul tema del topic con due battute.
– Vuoi sposarmi?
– Sì.
… nessun Pacs, Dico o cose simili può uguagliare una gioia simile.
Secondo voi, perché oggi i giovani non si sposano, o si sposano con mille precauzioni, cautele e riserve mentali, che non si dovrebbero attagliare alle “giovani generazioni”? Hanno paura? Di cos’hanno paura? Di una società che non dà loro certezze, garanzie? Che non dà loro esempi di rettitudine, di fedeltà, di quella che un tempo si chiamava virtù? Che non li aiuta nella loro paura d’amare, di rimanere “scoperti”, di fare un piccolo-grande salto che è sempre – in qualche misura – un salto nel buio? (Curioso: avevo scritto, inavvertitamente, “un santo nel buio”…). Dov’è finita la sana incoscienza, la voglia di buttarsi, l’entusiasmo, la voglia di assoluti? In quale fango abbiamo fatto precipitare i loro sogni grandi? Chi potrà riprenderli in mano facendoli rinascere da quel fango – ancora una volta?
Te lo dico io, Luca. Perché costa troppo e danno i mutui solo a chi ha un’assunzione a tempo indeterminato.
Se la si pensa così, allora diamo ragione ai pacs e compagnia bella.
Non è “se la si pensa così”, ma è la realtà dei fatti, Luca. Vai a chiedere un mutuo per una casa e poi ne parliamo.
Leggo solo ora un altro titolo del Corriere (di ieri): “Dico, il no di Berlusconi. Nuovo affondo del Papa”.
Secondo l’articolista L’affondo del papa sarebbe contenuto nel discorso
Mi è partito inavvertitamente il post incompleto. Ci riprovo.
Leggo solo ora un altro titolo del Corriere (di ieri): “Dico, il no di Berlusconi. Nuovo affondo del Papa”. (?!?!)
Secondo l’articolista (Fuccaro) l’affondo del papa sarebbe contenuto nel discorso all’Accademia delle scienze morali di Parigi. Ho letto il discorso e io questo affondo ai Dico non l’ho trovato. Credo che la mia unica forma di protesta per questo continuo calpestare le più elementari regole d’informazione sia smettere di acquistare il giornale….
sono convinto che Luigi se ne farà una ragione (ovviamente sto scherzando).
Capisco la tentazione di non comperare più il giornale,e personalmente è quello che io ho scelto di fare per certe testate(?) .
Ma non esiste in Italia sui giornali un angolo dei lettori dove si possono scrivere le proprie reazioni?
Non varrebbe la pena almeno dare questo segnale , che non tutti i lettori sono degli ingenui, passivi che ingoiano tutta cruda l`informazione o piuttosto la desinformazione giornalistica ?
Io leggo i giornali italiani solo on-line e grazie a una carissima amica che mi fa una rivista stampa molto eloquente. Mi succede sovente di essere esterefatta davanti la malafede e la disonestà di certi giornalisti . Una cosa è difendere la propria opinione, un`altra travestire la verità , la realtà dei fatti.
Una delle vittime “privilegiate ” di questo trattamento che non so qualificare, è il Santo Padre. Si direbbe proprio che la sua autorità naturale, la sua fermezza, disturba i piani dei seguaci del pensiero unico !
Saluti, Luisa
A Luisa e fabrizio. A non comprare il giornale ci sto pensando seriamente, ma non credo che lo farò (anche perché non ho in mente un giornale che non abbia gli stessi o altri difetti). Forse bisognerebbe fare uscire… la notizia: “I giornali travisano il pensiero del Papa. – La nuova abitudine dei giornali: si prendono poche parole sparse del Papa e le si applicano ‘a raglio’ all’attualità politica italiana. I giornalisti devono trovare un collegamento a tutti i costi, pena l’emarginazione degli articoli. E quello che non c’è, s’inventa.” E via così. Forse varrebbe la pena di impostarci una piccola contro-campagna mediatica. Almeno ci caviamo una soddisfazione. (Luigi, come me la cavo come titolista?)
Per Tonizzo.
Una casa serve anche per convivere. Quindi non capisco come il problema dei mutui alti possa essere il principale ostacolo che sbarra la strada al matrimonio e indirizza verso la convivenza. E non dirmi che la differenza la fa la stanza dei piccoli! Ho amici carissimi che hanno contratto matrimonio in situazioni lavorative alquanto precarie (anche se, va detto, non senza una forma di sostegno, almeno potenziale, delle famiglie d’origine). Altri amici convivono pur essendo in condizioni molto più floride.
Riconosco che invece un qualche problema lo fanno anche i costi pazzeschi, ma veramente pazzeschi, della cerimonia. Sia perché molti faticano seriamente ad affrontarli, sia perché a parecchi sembrano (e non sbagliano) un inutile insopportabile spreco. Qui purtroppo molte colpe le ha ancora il senso comune: come se a fare il “vero” matrimonio non fosse né la promessa davanti a Dio e alla Chiesa né quella davanti allo Stato, ma la cerimonia in pompa magna. La Chiesa in questo campo non ha colpe (rispetto agli altri “fornitori”, i parroci da un matrimonio ricavano le briciole!!) ma forse non fa (non facciamo) abbastanza per promuovere uno stile più sobrio (eppure l’abbiamo fatto con un buon successo per le comunioni e le cresime…).
In ogni caso, il problema è ANCHE, e MOLTO, di mentalità, e il problema rimane.
Beh sai, Luca, io la mia piccola contro-campagna mediatica ho cercato di farla , scrivendo sul giornale della mia città….mi sono fatta linciare , è pericoloso sporgersi quando si difende il Santo Padre e il suo magistero !
Ho dunque scritto al mio vescovo, chiedendogli ragione del suo silenzio, di fronte ai continui attacchi contro il Santo Padre e la Chiesa cattolica in generale . Mi è stato risposto, attraverso il cancelliere, che la libertà della stampa permette ai giornalisti di scrivere gli articoli che vogliono secondo le loro idee e le loro informazioni anche se lacunari e che è a noi cristiani di reagire se ci sentiamo interpellati da un articolo !!
Il vescovo reagirà solo in caso di ingiuria, calunnia o bugie gravi. Se aveste letto gli articoli sul Papa, avreste potuto constatare che le bugie, la malafede e le contro-verità erano palesi, ma apparentemente non sufficienti per il vescovo !
Se nemmeno il vescovo ha il coraggio di reagire, che cosa possiamo fare noi semplici fedeli?
Da noi non si parla mai del Papa , ma quando se ne parla , sono sempre articoli totalmente orientati in negativo, e ciò è per me , lo confesso, difficilmente sopportabile, sorgente di collera e sofferenza.
Saluti, Luisa
Leonardo scrive, – 8 Febbraio 2007 @ 10:07
“Ti amo, ma non voglio che si sappia” è la massima contraddizione, infatti chi se lo sente dire traduce “ti amo ma mi vergogno di te. Dunque non è vero che ti amo”. La forma pubblica dell’amore è il matrimonio.
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Lo so che è un post vecchio
ma voglio dire la mia che non leggerà nessuno.
Quanta santa ipocrisia in quelle parole.
“Ti amo, ma non voglio che si sappia”
Quanti sono costretti a dirlo….
pur di riuscire a sopravvivere in questa società….
Guardiamoci intorno,
non facciamo come il fariseo ed il pubblicano.
Il fariseo era una brava persona
ma a quanto sembra non ha riscosso la simpatia di Gesù.
saluti
matteo
Matteo ti ho letto anche qui! Grazie della tua riflessione, ricca di misericordia – come sempre – per i tribolati. Ancora un abbraccio. Luigi