“Per mio marito. Tua moglie ti ama!! Ritorna“: scritto su un segnale stradale della via Appia Antica, alla confluenza della via di San Sebastiano, nella periferia Sud di Roma. Ricordo che la prima scritta murale da me riportata nel blog il 2 agosto 2006 era simile a questa: “Due parole: Davide parlami…”. Donne che gridano per via.
Tua moglie ti ama – ritorna
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Donne che, spesso e sempre più frequentemente, devono gridare ovunque per essere ascoltate…da tutti, ma in particolar modo dagli uomini, distratti dai loro giochi di guerra, dall’ambizione, dal potere, dalla carriera, dai soldi, dall’apparenza, dall’appartenenza politica – sociale – culturale – religiosa -nazionale. Uomini che hanno perduto la facoltà di “ascoltarsi” , di comprendersi, di amarsi. Uomini che devono essere “macho” altrimenti non ricadono nella categoria. Uomini che, per raggiungere i loro scopi, hanno imparato a “passare” su tutto, incluso i sentimenti e il loro stesso cuore. Uomini che un giorno si accorgeranno – speriamo presto – che le donne sussurrano loro da millenni le modalità per vivere sereni, in pace, in fratellanza e nel rispetto reciproco di tutto e di tutti, mentre si asciugano, sempre più furtive, le lacrime immancabili ogni giorno.
Io non chiederei mai ad un uomo che mi ha abbandonata di tornare. Ma non per orgoglio ferito, non è quello il punto, semplicemente penso non mi abbia mai amata, altrimenti mi sarebbe rimasto accanto, si sarebbe preso cura di me invece….perchè dover supplicare una persona che non mi amerà mai, e costringerlo a soffrire per compiacermi..perché? Non è giusto, se n’è andato? Pace e bene, dammi quello che mi spetta e fai la tua vita! Alla fine penso che siamo tutti un po’ soli, anche le coppie supercollaudate prima o poi sperimentano la solitudine, l’incompatibilità, per quanto la si mascheri dietro lo “stare bene” a tutti i costi! Poi, alla lunga ci si rafforza e si impara a camminare con le proprie gambe. Certo, lo aiuterei se dovesse trovarsi nel bisogno, nell’urgenza, nella malattia, resterà pur sempre una persona con la quale si è condivisa parte della propria vita, e la carità viene innanzi a tutto perché tutto perdona, tutto sopporta, tutto scusa, tutto giustifica, la carità non avrà mai fine…In modo tale che quando verrà ripresentato il film della m vita, non sia mai che si abbiano debiti da dover pagare il conto….
La scritta “Due parole: Davide parlami” non appare necessariamente essere stata scritta dalla moglie di Davide ed indirizzata al di lei marito (mi si perdonerà il linguaggio da “verbale di Questura”): magari, era il padre che invocava la ripresa del dialogo con il figlio, magari era il collaboratore d’ufficio che chiedeva un colloquio al proprio diretto superiore, magari erano due adolescenti (non è neanche detto che fossero di sesso diverso) alle prese con i primi turbamenti dell’età, magari, chissà cos’altro ……………….
Buona domenica !
Roberto 55
E se fosse stato Michelangelo rivolto alla statua del Davide?
Per Clodine
Da Pedro Salinas “La voce a te dovuta ” Poema
Se mi chiamassi, sì,
se mi chiamassi!
io lascerei tutto,
tutto io getterei…
perchè se tu mi chiami
_se mi chiamassi sì se mi chiamassi!
sarà da un miracolo
ignoto, senza vederlo…
(perchè d’un tratto clodine quando hai scritto che non chiederesti mai a uomo che ti ha abbandonata di tornare.. io ho rivisto me stessa. Noi ci somigliamo:
l’ho capito all’improvviso. stesso orgoglio, stessa impulsività,due eterne adolescenti
per questo ci siamo scontrate. non ti chiedo scusa tu non chiedi scusa a me. giusto?
ma ti mando questa poesia….come un tempo, al liceo le mandavo alla compagna con cui mi ero litigata….
Maria Cristina
.
Ora sono tra Clodine e Discepolo come a casa mia.
Versione integrale della poesia di Salinas
Se mi chiamassi sì se mi chiamassi!
io lascerei tutto
tutto io getterei
i prezzi, i cataloghi,
l’azzurro dell’oceano sulle carte,
i giorni e le ,loro notti,
i telegrammi vecchi
e un amore.
Tu, che non sei il mio amore,
se mi chiamassi!
E ancora attendo la tua voce:
giù per i telescopi,
dalla stellaq,
attraverso specchi e gallerie
e anni bisestili
può venire.Non so da dove.
Dal prodigio , sempre.
Perchè se tu m i chiami
-se mi chiam assi , si , se mi chiamassi!-
sarà da un miracolo,
ignoto, senza vederlo,
mai dalle labbra che bacio,
mai dalla voce che dice “Non te ne andare”
Luigi, gli adolescenti, che tu ben conosci nella tua famiglia, possono avere qualsiasi età! 🙂
Bentornata, Maria Cristina: t’aspettavamo.
Domanda per Luigi: riesci già a trascriverci gli estremi dei conti correnti della Caritas su cui poter, da parte nostra, inviare le nostre offerte (od altre, analoghe indicazioni utili) per le popolazioni terremotate del Cile ? Grazie sin d’ora.
Buona domenica pomeriggio a tutti !
Roberto 55
Ed io cara Maria Cristina, amica ritrovata, ti dedico questo inno di Rosa Staffieri…e ti abbraccio con un tenero bacio.
Esulta donna
ma non ornarti
di mimosa.
Essa. come meteora
farinosa e fragile
in breve tempo
putrescente diventa.
La tua fronte inghirlanda
del sempreverde, coriaceo alloro.
Tu opera perfetta
di Dio
tu anelata dagli uomini
per te, i poeti limano il verso
ornandolo di fiori
di erbe e gemme preziose.
Tu incanto e sogno
tu giorno e notte
tu bramata dal lieve pennello
che la tua beltà
sempre tratteggia
mi sto commovendo…mannaggia a me! Forse perché sono contenta…sono veramente contenta. Ciao..ciao..grazie.
Roberto55 si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite Roberto55: si possono inviare offerte con il C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Cile”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
* UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma
Iban: IT 50 H 03002 05206 000011063119
* Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma
Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
* Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma
Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
Sempre per la Caritas verso il Cile, vedi qui: http://www.caritasitaliana.it/home_page/notizie/00001745_27/02/2010___Cile__Caritas_accanto_alla_popolazione_colpita_dal_violentissimo_sisma.html
Grazie, Luigi.
Buona serata a tutti !
Roberto 55
A Principessa: per il suo coraggio, la sua anima amante, il suo sorriso, la sua grandissima forza interiore, il sapersi mettere sempre nuovamente in gioco, ma soprattutto per il dono che mi fa della sua amicizia e vicinanza seppur lontanissima…ecco…viglio dare a lei il mio buongiorno stamane con una carezza unito a questa poesia di Hermann Hesse .
Oh quante volte mi svegliò il pensiero
che or nella notte naviga un veliero
alla ricerca di sponde marine
che la mia brama vorrebbe vicine…
che in uno a tutti sconosciuto sito
arde una rossa aurora boreale…
che un braccio maschil bello, tornito,
brucia d’amor sul candido guanciale…
che un amico a me dato dalla sorte
ghermito è lungi in mar da oscura notte…
che ora la mamma mia, seppur non mi ama,
forse nel sonno per nome mi chiama.
Ti abbraccio forte forte..
Poiché stavolta ci siamo dedicati alla poesia, mi permetto di postare questa, di Eugenio Montale, che trovo molto vicina al mio modo di sentire. Spero vi piaccia.
Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Chissà quali storie sono dietro alla moderna epigrafe della regina viarum. Le donne di questo blog hanno fornito alcune possibili spiegazioni, ma potrebbero esservene delle altre: forse l’uomo che si è allontanato, chissà in che modo, sapeva o immaginava (o immaginava di sapere) che la moglie non l’amava più… Ci sono troppe possibili sfumature e significati nella frase, richiederebbe ben più di una pietra di Rosetta per essere interpretata. Comunque il cuore umano (femminile, ma – più spesso di quanto non si creda – anche maschile) è un mistero insondabile. Mi compiaccio che nella sua ambigua valenza, ma certa dolorosità abbia dato lo spunto per una gara poetica e per un avvicinamento di tante sensibilità.
E’ insondabile l’animo umano, è vero, ma ancor più insondabile è ciò che ci portiamo dentro: voci che sussurrano pensieri, alcuni prendono corpo all’improvviso e popolano la nostra mente di gioia indicibile o …di oscuri, insiegabili presagi, frutto di chissà quale antico retagio che per un istante risale dall’abisso dell’inconscio. E poi, il nostro carattere,la nostra personalità: timida o esuberante, conformato/a all’ambiente entro la quale si forgia, si plasma o si distorce fin dalla più tenera età il nostrio essere profondo. E poi i nostri limiti, che ci sovrastano, come un atleta che tenta di superare con l’asta il punto più alto e cade sempre miseramente! E tutti quei difetti innati, quelle ferite ataviche, primigenie, che abbiamo ereditate dai nostri antenati e dei quali non abbiamo alcuna colpa neppure davanti a Dio, difetti che ci portano a sbagliare continuamente. Questo siamo: anime in un guscio di noce che tenta di restare a galla in questo grande mare della vita, talvolta in bonaccia talaltra ahinoi in piena tempesta! Se non si educa l’anima ad un ascolto cosciente.. si rischia di restare impantanati…
Bella la poesia di Montale Leopoldo…concisa ma, forte! Un saluto a Gerry e alla sua mamma.
Posso essere da meno?
Non credo…e allora per Clo e per tutti gli amici del blog
Voci ansimanti
sguardi traversi
fiori appassiti
entrano
nel nostro corpo
come
frecce appuntite
smettono
di farti sorridere
ma
baci di fine serata
ciclamini appena sbocciati
saluti di gente amica
tutto a un tratto
possono
fare di un pianto
una bella giornata.
Umberto Roffo – Rumore di passi – ed.Memoranda
Colgo l’occasione in questo spazio ancora aperto, e ringrazio il cielo che lo sia, per togliermi una spina dal fianco e dire a Maria Cristina e a tutti i bloggers indistintamente, che, se potessi, concellerei con tutti i mezzi possibili da quei post di febbraio alcune frasi da me usate incautamente.
Forse per il clima carnevalesco,forse perché presa in un momento di umana fragilità -capita a tutti di dire fesserie- ebbene, in quel contesto ebbi a scrivere cose [e lo dico con autentica sincerità del cuore] che mi uscirono dai polpastrelli e dai pensieri con la leggerezza di un Brighella,un Pulcinella, un Balanzone senza riflettere un istante circa l’impatto che avrebbero potuto causare su coloro che avessero letto.
Non ci riflettei se non dopo, quando, da seguenti interventi mi accorsi che erano state prese alla lettera, attribuendo a quelle frasi un’intenzionalità che non era contemplata da me, essendo distante anni e anni luce da quella maschera che mi veniva attribuita. Questo perché lo scrivente -in questo caso io- conoscevo lo spirito che le sottendeva, ma non ho pensato neppure un istante al modo col quale potessero essere lette..
Giustamente, o ingiustamente non so, di fatto vennero usate come clava e fui messa all’angolo assolutamente priva di difese non potendole giustificare in alcun modo razionalmente in quanto, appunto, incaute e facilmente fraintendibili. Di questo principalmente mi scuso con coloro che se ne sentirono scandalizzati, e ammonisco me stessa per non aver abbastanza riflettuto ingenerando un’idea distorta della mia personalità che non mi rappresenta. Ci tenevo a dirlo e a Maria Cristina e a tutti: mi sembrava questa un’occasione da non perdere e un dovere, verso me stessa in primis, che non potevo permettermi di lasciar andare…
saluto tutti e ringrazio, sperando non sia troppo tardi….e che questo messaggio venga letto …
Clodine ho letto e ti ringrazio di quanto hai riconosciuto. Ti faccio anche osservare che era già capitato e penso che ricapiterà. Ma io sono contento di ogni grano di cortesia recuperato e messo in salvo.
Personalmente Luigi so fare memoria di quanto mi accade, non tanto per scusarmi in quanto credo siano sempre due i soggetti in azione, mai uno solo…ma ho il pregio -senza presunzione alcuna- di sapermi fermare un attimino e analizzare con un certo distacco; fa parte di quel processo di maturazione, di “ascensione”, cui ognuno di noi dovrebbe tendere [ cosa non del tutto scontata anche in questo contesto virtuale]. Tuttavia mentirei, a me stessa in primis, se affermassi che qualora mi sentissi attaccata o ferita me ne restassi ieratica, immobile, senza reazione alcuna, questo non posso prometterlo, anche se ci sto lavorando… Vero è.. che spesso mi sono ritrovata nella condizione non tanto di dover difendere me stessa, quanto determinate idee, “convinzioni”, valori…Ma proprio in virtù di un confronto leale, sincero, sono riuscita finanche a rivedere certe mie posizione troppo dogmatiche e a togliere qua e la qualche steccato di troppo, ristabilendo con gli amici un migliore dialogo, ancor più aperto ed equilibrato come è d’uopo sia tra cristiani maturi.