Folla in festa e sicurezza vaticana con i giubbotti antiproiettile: sono le prime immagini della presenza del Papa a Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana dove Francesco è arrivato alle 10 e dove questo pomeriggio aprirà la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Primizia giubilare donata ai più poveri. Invocazione della Misericordia su un popolo misero e insanguinato. Seguirò la giornata con le dirette di TV2000 e aggiornerò il racconto via via, con i commenti.
Tremore e festa per il Papa a Bangui
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Programma della giornata
10:00 Arrivo all’Aeroporto Internazionale “M’Poko” di Bangui – Cerimonia di benvenuto
11:00 Visita di Cortesia al Presidente dello Stato di Transizione nel Palazzo Presidenziale “de la Renaissance”
11:30 Incontro con la Classe Dirigente e con il Corpo Diplomatico
12:15 Visita al campo profughi
13:00 Incontro con i Vescovi della Repubblica Centrafricana
16:00 Incontro con le Comunità Evangeliche nella sede della FATEB (Facoltà di teologia evangelica di Bangui)
17:00 Santa Messa nella Cattedrale di Bangui e apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia
19:00 Confessione di alcuni giovani e avvio della Veglia di Preghiera sulla spianata davanti alla Cattedrale
Datemi un paracadute. In aereo il 25 novembre il pilota dell’aereo dell’Alitalia aveva detto al Papa, a proposito dell’incertezza su questa tappa del viaggio: “Faremo tutto il possibile per portarla nella Repubblica Centrafricana”. E Francesco: “Se non ci riuscite almeno datemi un paracadute che ci vado da solo”.
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Vengo nella Repubblica Centrafricana come pellegrino di pace, e mi presento come apostolo di speranza.
Tutti siamo fratelli. Francesco al campo profughi nella parrocchia del St. Sauveur a Bangui. Parole improvvisate: Saluto tutti voi che siete qui. Vi dico che ho letto quello che i bambini avevano scritto [su cartelli]: “pace”, “perdono”, “unità” e tante cose… “amore”. Noi dobbiamo lavorare e pregare e fare di tutto per la pace. Ma la pace senza amore, senza amicizia, senza tolleranza, senza perdono, non è possibile. Ognuno di noi deve fare qualcosa. Io vi auguro, a voi e a tutti i centrafricani, la pace, una grande pace fra voi. Che voi possiate vivere in pace qualunque sia l’etnia, la cultura, la religione, lo stato sociale. Ma tutti in pace! Tutti! Perché tutti siamo fratelli. Mi piacerebbe che tutti dicessimo insieme: “Tutti siamo fratelli”. [La gente ripete: “Tutti siamo fratelli”] Un’altra volta! [“Tutti siamo fratelli”]. E per questo, perché tutti siamo fratelli, vogliamo la pace. E vi darò la benedizione del Signore. Il Signore vi benedica: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E pregate per me! Pregate per me, avete sentito? [“Sì!”]
Bene bene bene.
Così stamane la presidente della Repubblica Centroafricana nel saluto al Papa:
Notre pays, n’a ainsi pas été épargné de vents dévastateurs qui ont semé la désunion et la méfiance jusqu’à la violence entre ceux qui appartiennent à un même socle, à une même nation. Des centrafricains ont infligé des souffrances inqualifiables à d’autres centrafricains.
C’est pour cela qu’il revient aux filles et aux fils de ce pays de reconnaître leurs fautes et demander pardon, un pardon sincère que Votre bénédiction transformera en un nouveau levain pour la reconstruction du pays.
Au nom de toute la classe dirigeante de ce pays mais aussi au nom de tous ceux qui ont contribué de quelque manière que ce soit à sa descente aux enfers, je confesse tout le mal qui a été fait ici au cours de l’histoire et demande pardon du fond de mon cœur.
Très Saint Père,
Nous avons absolument besoin de ce pardon à l’occasion de Votre visite simplement parce que les dernières évolutions de la crise dans notre pays sont apparues comme des abominations commises au nom de la religion par des gens qui se disent des croyants. Or, comment être croyants et détruire des lieux de culte, tuer son prochain, violer, détruire des biens d’autrui et procéder à des violences de toutes sortes?
Nous avons absolument besoin de ce pardon parce que nos cœurs sont endurcis par les forces du Mal. L’amour sincère du prochain nous a quittés et nous sommes désormais ancrés dans l’intolérance, la perte des valeurs et le désordre qui en résulte.
Nous avons besoin de ce pardon pour reprendre le chemin d’une nouvelle spiritualité plus vivante, accueillante et concrète parce que fondée sur l’amour vrai qui contribue à la réalisation et à l’affirmation de notre humanité.
Il Papa ha aperto in questo momento la Porta Santa della cattedrale di Bangui.
Parole del Papa prima dell’apertura della Porta:
Oggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia del Padre. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace! E tutti insieme chiediamo amore e pace. Tutti insieme! (in lingua sango) “Doyé Siriri!” [tutti ripetono: “Doyé Siriri!”). E adesso con questa preghiera incominciano l’Anno Santo: qui, in questa capitale spirituale del mondo, oggi!
Molto bello. Bello il pensiero di Bangui capitale spirituale del mondo
Esperti della misericordia. Omelia della celebrazione nella cattedrale di Bangui: Dopo aver fatto noi stessi l’esperienza del perdono, dobbiamo perdonare. Ecco la nostra vocazione fondamentale: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Una delle esigenze essenziali di questa vocazione alla perfezione è l’amore per i nemici, che premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine. Gesù ha tenuto ad insistere su questo aspetto particolare della testimonianza cristiana (cfr Mt 5,46-47). Gli operatori di evangelizzazione devono dunque essere prima di tutto artigiani del perdono, specialisti della riconciliazione, esperti della misericordia.
Sono emozionato.
OT
Oggi il vescovo Bizzeti ha preso possesso della sua cattedrale a Iskenderun.
Iskender in turco significa ALessandro, la città fu fondata da Alessandro magno.
Auguri e preghiere per il vescovo e tutti i turchi.
Dio è giustizia. Ancora il Papa nell’omelia: Qui come altrove, tanti uomini e donne hanno sete di rispetto, di giustizia, di equità, senza vedere all’orizzonte dei segni positivi. A costoro, Egli viene a fare dono della sua giustizia (cfr Ger 33,15). Viene a fecondare le nostre storie personali e collettive, le nostre speranze deluse e i nostri sterili auspici. E ci manda ad annunciare, soprattutto a coloro che sono oppressi dai potenti di questo mondo, come pure a quanti sono piegati sotto il peso dei loro peccati: «Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra -giustizia» (Ger 33,16). Sì, Dio è Giustizia! Ecco perché noi, cristiani, siamo chiamati ad essere nel mondo gli artigiani di una pace fondata sulla giustizia.
A testa alta. Papa nell’omelia: Dopo aver annunciato ai suoi discepoli i segni terribili che precederanno la sua venuta, Gesù conclude: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28). […] Dio è più potente e più forte di tutto. Questa convinzione dà al credente serenità, coraggio e la forza di perseverare nel bene di fronte alle peggiori avversità. Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore e di pace!
Deponete le armi. Conclusione dell’omelia di Bangui: A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace. Discepoli di Cristo, sacerdoti, religiosi, religiose o laici impegnati in questo Paese dal nome così suggestivo, situato nel cuore dell’Africa e che è chiamato a scoprire il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono, la vostra vocazione è di incarnare il cuore di Dio in mezzo ai vostri concittadini. Voglia il Signore renderci tutti «saldi … e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (1 Ts 3,13). Riconciliazione, perdono, amore e pace! Amen.
Incredibile:
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/il-sito-dei-vescovi-tedeschi-in-africa-fedeli-poveri-e-ignoranti/
Signora Lignani, la situazione vista da un vignettista:
http://ow.ly/VesV5
E’ una vignetta molto eloquente, che dipinge bene la situazione. Mi è piaciuto molto come a Bangui abbiano cantato bene il “Credo” in latino e secondo la melodia gregoriana. Avevano un’ottima pronuncia.
pur essendoci in Africa tantissimi bravi preti, i problemi tra il clero in Africa sono diffusi. Ricordiamo il fenomeno, che approdò in Vaticano perchè denunciato dalle superiore maggiori degli ordini religiosi femminili , delle suore stuprate ripetutatamente da preti perchè ritenute più ” sicure” in un momento di grande diffusione dell’hiv. Ricordo anche un prete senegalese che venne per un periodo di riposo qui in Diocesi il cui lavoro consisteva nel cercare di “recuperare” preti, diventati appunto preti per riscatto sociale, con anche più di un figlio avuto da donne diverse. Da noi un prete in quelle condizioni lascia il sacerdozio, da loro i figli vengono allevati da sorelle e zie varie. Il celibato è problematico, in quanto non avere figli è un disvalore.
Anche da noi tantissimi anni fa era lo stesso: mio padre, figlio di contadini classe 1927 entrò in seminario e rimase sino al diaconato. Quando disse che voleva lasciare perchè preponderante il desiderio di farsi una famiglia cercarono di ricattarlo moralmente facendogli pesare tutto quello avevano speso per la sua educazione, visto che la sua famiglia non era in grado di pagare.
” ‘A gatta, quanno nun pò arrivà ò llardo, dice ca fète.”
(“La gatta, quando non può raggiungere il lardo, dice che puzza.”)
“i problemi tra il clero in Africa sono diffusi”
Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh (Lunghissimo sospiro).
Ci vuole coraggio a dirlo in questi giorni di cui si parla di vatileaks, e dopo che due giorni fa in Africa stessa Francesco ha affermato “anche in Vaticano ci sono casi di corruzione” e solo una settimana fa ha detto “La logica mondana poggia sull’ambizione e sulla competizione, combatte con le armi della paura, del ricatto e della manipolazione delle coscienze” .
Certo capisco la “logica” della signora, negli ultimi suoi commenti ricordo che l’argomento erano le “bandierine” (su faccialibro)…
Ubi
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire
Ubi
I problemi tra il clero sono diffusi ovunque COMPRESA l’Africa. A leggere te sembra che l’Africa sia per quanto riguarda il cattolicesimo il migliore dei mondi. Non è cosi
Picchio
non c’è peggior lardo per chi non ci può arrivare … 🙂
E per certi aspetti in Africa è peggio.
Ubi
Altro che lardo…..un prete nigeriano venti anni fa cercò pure di mettere le mani su mia sorella…. Era ricoverato in ospedale, niente di grave , mia madre disse poveretto è qui da solo senza famiglia, andiamo a trovarlo. Ci andò mio fratello qualche volta, una volta andò mia sorella da sola. Lui girò la chiave nella toppa e le mise le mani addosso, lei si divincolò urlando. Lui la guardò sorpreso: ” perché sei venuta da sola se non vuoi far sesso?” Per lui era normale che se lei era andata da lui voleva dire una sola cosa
Tienitelo il tuo lardo
Che è una sineddoche iperbolica? Interessante la figura retorica per cui a causa di un prete zozzone di vent’anni fa sia guasta tutto il cattolicesimo africano per Picchio (a cui guardacaso capitano tutte e ha un esempio personale e lampante per tutto; ma questo è detto per curiosità, non metto in dubbio la veridicità delle affermazioni altrui).
Di sicuro è una fallacia argomentativa: dicasi “Generalizzazione indebita” …
Su Sky cult sta per iniziare un vecchio film libanese molto bello” caramel” se avete la possibilità guardatelo 🙂
Ubi 1 prete? Hai letto quello che ho scritto alle 20.12 ? No vero?
ho fatto proprio il contrario di una generalizzazione….visto che gli stupri dei preti di cui si è discusso in Vaticano non riguarda certo un caso..
Interessante la logica di Picchio per cui la “generalizzazine” sugli stupri si concentri poi sulla “personalizzazione” nei confronti dei sacerdoti africani con l’episodio che ci racconta…
Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh (ennesimo lunghissimo sospiro)
la logica, la logica …
Grazie Picchio, lo stiamo vedendo tutti e 3 molto carino (ricorda molto il primo Almodovar).
anche girando la frittata mille volte e spostando il problema su di me ( perché su quello che ho scritto riguardo alle denunce di cui si è dovuto occupare il Vaticano si isorvola naturalmente) il fatto che tra il clero africano i problemi siano diffusi rimane.
E chiudo qui luigi, scusa.
Prego sara
Però mi mette tristezza vedere come era una volta il medio oriente e pensare come è ora 🙂
Sono ammirato dalla forza di questo Papa, dal suo coraggio, dall’essere riuscito ad entrare in moschea.
Antonella, sinceramente non mi stupisce l’analisi tedesca sugli africani. Ma non è nulla di nuovo. L’unica idea che può infastidire è un atteggiamento borioso, ma questo lo si trova anche quando un tedesco parla dell’economia italiana.
Quando facevo il chirichetto, nelle solennità c’erano anche i seminaristi alla messa del vescovo: c’erano alcuni seminaristi africani. Da decenni la mia diocesi ospita in seminario alcuni studenti africani che diventeranno sacerdoti da noi, per tornare in Africa. Si diceva che buona parte di quelli che studiavano nei nostri seminari sarebbero diventati vescovi. Visto che non ci si può occupare di tutto, là dove i bisogni primari non sono ancora soddisfatti probabilmente la cultura teologica è l’ultimo problema.