Tre sono i trionfi della parola “ciao”. Il primo fu nel 1905, quando Alfredo Panzini l’inserì nel “Dizionario moderno delle parole che non si trovano nei dizionari comuni”. Il secondo arrivò nel 1967, quando la Piaggio la scelse per il lancio del mitico motorino. Il terzo è del 21 giugno appena scorso, quando è entrata nella lingua dei Papi, con Francesco che così ha evocato le conversioni forzate del Medioevo: “O ti battezzi o ciao”.
Tre sono i trionfi del “ciao”
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 11 della “Lettura”, il supplemento culturale del Corsera, che sarà in edicola fino a sabato.
Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Per il contesto delle parole del Papa vai al commento seguente.
Il Papa a Napoli. Queste persecuzioni anche noi le abbiamo fatte. Ricordo, nella Chanson de Roland, dopo aver vinto la battaglia, i musulmani erano messi in fila, tutti, davanti alla vasca del battesimo, alla pila battesimale. C’era uno con la spada, lì. E li facevano scegliere: o ti battezzi o ciao! Te ne vai dall’altra parte. O il battesimo o la morte. Noi abbiamo fatto questo.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/06/21/0532/01104.html
Questo è il brano della Chanson – sul finire del poema – citato dal Papa nella lectio napoletana (traduzione di G. L. Passerini):
Accerchiar la cittade ei fa da mille
francesi e i templi di Maometto e tutte
le sinagoghe, e abbatter con le mazze
ferrate idoli e mura, acciò non resti
cosa falsa e malvagia. A Dio servire
vuole Carlo il pietoso; e vuol che tutti
ricevano i Pagani il santo crisma
battesimal da’ suoi vescovi, e quanti
il lavacro ricusano, sian arsi
vivi o appiccati. — Più di cento mila
fur convertiti a la cristiana legge.