Sono andato al mercato di “Campagna amica” di via di San Teodoro a comprare ravanelli e girando dietro al box delle olive ho visto da una parte l’Arco di Giano e dall’altra il campanile di San Giorgio al Velabro. Di essi continuo a menare meraviglie nel primo commento.
Tra l’arco di Giano e San Giorgio al Velabro
14 Comments
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Roma è così: vai a fare rifornimento dai “Contivatori diretti” per il ritorno dei figli a Natale e dietro al furgone delle centrifughe trovi uno scorcio d’epoche che ti centrifuga de boto. Spostandomi di quindici passi ho poi scorto sui coppi d’un casale le ali d’una Fortuna ch’è sull’Altare della Patria e tra gli aghi d’un pino ho riconosciuto il parafulmine della Torre del Campidoglio, ma non li ho fotografati per non esagerare. Vi lascio con il caro vecchio Giano dalle due facce: “Agli archi quadrifronti battea la luna”.
https://www.google.it/search?q=campagna%20amica%20roma&oq=campagna+amica&aqs=chrome.1.69i57j0l5.25327j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8&npsic=0&rflfq=1&rlha=0&rllag=41899946,12516783,3029&tbm=lcl&rldimm=15258820852708766117&ved=0ahUKEwj5qqSf2ZbYAhWN3KQKHRIzASIQvS4ISDAB&rldoc=1&tbs=lrf:!2m4!1e17!4m2!17m1!1e2!2m1!1e3!3sIAE,lf:1,lf_ui:4#rlfi=hd:;si:15258820852708766117;mv:!1m3!1d29386.242133521537!2d12.509656999999999!3d41.9023794!2m3!1f0!2f0!3f0!3m2!1i840!2i475!4f13.1;tbs:lrf:!2m1!1e3!2m4!1e17!4m2!17m1!1e2!3sIAE,lf:1,lf_ui:4
Se non vado errata siamo nel foro Boario, antico mercato dei buoi fondato nel 496. Non fu facile stabilire il percorso storico del foro Boario e la stessa datazione che sembrerebbe trovare memoria presso scrittori come Festo e Varrone.
Si tratta di una piazza la quale, prima di essere adibita a mercato per la vendita di buoi era un luogo di culto.Lo si evince dalla narrazione di Livio il quale illustra un fatto avvenuto nel Tempio o sacello detto della “Pudicizia Patrizia” (mentre quello della “Pudicitia Plebeia” erasituato sul colle Quirinale). Il racconto liviano illustra un pettegolezzo che decretò l’esclusione dai sacri riti della giovane nobile Virginia, anche se patrizia, colpevole di aver sposato un plebeo.
La testimonianza di questo fatto realmente accaduto è importante ai fini della datazione del foro Boario, la quale data, malgrado il racconto liviano sull’esistenza del suddetto sacello o tempio lo testimoniasse ( quae in Foro Boario est) venne messa in dubbio.
Dubbio fugato da Valerio Massimo che attesta l’esibizione del primo spettacolo di gladiatori dato in quel sito sotto i consoli Appio Claudio e Marco Fulvio nell’anno di Roma 490, data che confermerebbe di fatto l’esistenza del Boario da prima ancora che fosse area sacra la quale aveva collocata al centro un bue di bronzo , (aereum tauri simulacrum) ricordato da Plinio, Tacito, Ovidio che “giustificano” il nome del Foro legandolo al culto del bue: Area, quae posito de bove nomen habet.
C’è da dire che quel simulacro, o statua di bronzo, non fu trasportato in Roma -così almeno testimonia Plinio- se non dopo la conquista della isola di Egina, pertanto già il Foro aveva il nome di Boario da almeno un secolo.
Da non dimenticare il bell’arco con dedica privata agli ” argentarii et negotiantes boari huius loci (“ai banchieri e i commercianti boari di questo luogo”) che gli augusti Settimio Severo e Giulia Domna, Caracalla e Fulvia Plautilla ivi posero proprio accanto alla chiesa odierna di s. Giorgio in Velabro.
Scusate, so che queste storie interessano a pochi, o forse a nessuno, so anche che qualcuno mi taccerà di esser priva di umiltà storica.
Ma sono capitolina e se Accattoli mi provoca, capita che mi lasci facilmente provocare.
Per correttezza:
il primo combattimento gladiatorio testimoniato dai due consoli Appio Claudio (350 a.C. – 271 a.C, console sabino). e Marco Fulvio (… – 121 a.C.) avvenuto nel Boario risale al 264 avanti Cristo. La data di cui sopra ( 490 a.c) si riferisce alla datazione definitiva del sito Boario che era rimasta incerta, e contestata, almeno fino al 490) a.c – questo riporta l’archivio storico della Urbe, ubicato, fino a qualche decennio fa, presso il Portico d’Ottavia, ora non so se venne trasferito ecc…
Ovviamente tutte le date riportare relative a fatti ed eventi risalgono ai secoli avanti Cristo , alla Res Pubblica Populi Romani…eccetto l’arco di Settimio Severo, quello è più recente, si fa per dire, di epoca (ancora) imperiale in quanto dedicato, ormai appurata appunto con certezza la datazione, nel dicembre del 204 d.c., anno della celebrazione dei Ludi saeculares…
490, 264….nessuno si formalizzerà davanti a a un dugent’anni che ballano.
Ma ‘sto “Marco Fulvio (…-121 a.C.)” come poteva essere console con Appio Claudio nel 264, stante che avrebbe dovuto campare come un piccolo Matulasemme capitolino?
🙂 🙂
Se lei leggesse, Cuffini, anziché criticare, capirebbe ciò che ho scritto.
Il dubbio sulla datazione del Boario – perchè di questo si parla- venne fugato da Valerio Massimo la cui testimonianza venne raccolta solo nel 490 avanti Cristo e fu decisiva nello stabilire la data esatta del Boario.
Chi era Valerio Massimo?
Valerio Massimo era uno storico, vissuto nella Urbe dal I secolo a.C fino all’anno 31 dopo Cristo, il quale stabilì, attraverso ricerche storiche, l’esatta cronologia risalendo alle fonti che collocando l’esibizione del primo spettacolo di gladiatori disputato in quel sito in sotto i consoli Appio Claudio e Marco Fulvio vissuti nel 264 avanti cristo .
Pertanto di due consoli, passati a miglior vita da qualche secolo almeno, lasciarono, bontà loro, detta testimonianza, che raccolta da Valerio Massimo, venne confutata nel 490 avanti Cristo e ratificata nel 496, anno in cui venne fondato l’antico mercato dei buoi.
Sono stata chiaro? Spero di si.
A volte capita di impattare in studenti capoccioni, che fanno anche tenerezza alla fine, perché una cosa è essere capoccioni , altra arroganti e in malafede!
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Come, no?
Chiarissima!!!
Clodine-Claudia Leo scrive,
20 dicembre 2017 @ 8:19
….Marco Fulvio (… – 121 a.C.) avvenuto nel Boario risale al 264 avanti Cristo.
Ma quanto lo fai campare, sto ” Marco Fulvio”?!!!!!!!
P.S
Circa il Console Marco Fulvio Flacco si incorre spesso in omonimia, infatti il riferimento alla data …-121 a.C…è attribuito al primo Marco Fulvio Flacco.
Pertanto il nostro Marco Fulvio Flacco fu eletto console con Appio Claudio Caudice nel 264 a.C.
A motivo di ciò chiedo venia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Fulvio_Flacco_(console_125_a.C.)
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Fulvio_Flacco_(console_264_a.C)
per i cultori di wikypedia, a correnti alterne….
Sta scritto: “… con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio. O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”
Matteo capitolo 7, 1-5.
Clodine e Lorenzo, perché non vi scambiate gli indirizzi di e-mail?
Tu, Calò, ti metteresti l’aguzzino in casa? Certamente no.
Vedi, Calò, non c’era bisogno dell’intervento di Cuffini perché mi accorgessi della data,nel rileggere mi accorsi immediatamente e, avessi avuto la possibilità di correggere lo avrei fatto seduta stante. Ma sono comunque molto soddisfatta di conoscere, e far conoscere -a chi interessa ovviamente, a chi non interessa sorvolerà-, fatti ed eventi che pochi sanno, personaggi senza memoria, che i libri di testo non menzionano, che non sono mai entrati nella coscienza collettiva e pertanto dimenticati. Personaggi che neppure Wikipedia è in grado di riportare le date di nascita e morte correttamente tanto sono sbiaditi i ricordi: penso a Claudio il cieco, fratello di Claudio Caudice, o Aurelia Cotta, o Claudia Livilla…
Io conosco le loro storie, e sono felice, e ricca.
Buon proseguimento di giornata
Clodine, alla data non avevo proprio fatto caso. È solo una delle cose poco importanti sulle quali, tuttavia, si costruiscono importanti polemiche, fino a scomodare il Vangelo. Non ci può neppure il Natale.
Fosse per me, polemiche su queste sciocchezze, non se ne farebbero mai, mai di certo tante e tali le cose di gran lunga più importanti, anche i problemi, che la vita ci mette davanti.
Scomodare il Vangelo però, fa sempre bene , ricordare di tanto in tanto i santi precetti fa ancora meglio. Io vivo con il Vangelo nella testa…fa parte di me!
Un caro saluto Calò, auguro un felice Natale a te e alla tua famiglia di vero, vero cuore. Dio ti benedica..Ciao