“…i comportamenti per lo più sono dettati da interessi divergenti e il conflitto degli interessi vanifica le buone volontà. Credo di comprendere sia il comportamento di don Guido sia quello dei quattro giornalisti, ma ciò non risolve nulla, perchè l’interesse di don Guido – “riportare Telepace a Verona”, cioè recuperarne il carisma e la missione iniziali – confligge con quello dei giornalisti romani: che Telepace, cioè, resti a Roma!”(Luigi Accattoli, blog).
Caro Luigi, mi permetto di riportare la Tua argomentazione per ringraziarTi, anzitutto, ma anche per dissentire.
In una lettera che abbiamo appena ricevuto, Mons. Todeschini ribadisce infatti che Telepace di Roma non intende traslocare o cessare la propria attività come televisione, e neppure come testata, ma che semplicemente “si contrae l’attività giornalistica”, con la conseguente “necessità di cessare i rapporti di lavoro” con noi.
Sì, Luigi, stiamo parlando dell’annuncio ufficiale del nostro licenziamento.
Perdonami dunque se dissento da Te, ma i Tuoi argomenti versano sulla mia ferita di licenziato una goccia dolorosa di politically correct , variante insidiosa del cerchiobottismo, anche se so bene che questo non è certo il Tuo genere. E nemmeno il Tuo intento. Lo spazio quotidiano che ci offri manifesta infatti la Tua simpatia nei nostri confronti.
Il Tuo assunto a mio avviso sconta un peccato originale di interpretazione: che cioè “a monte” della vicenda ci sia uno slancio nostalgico, “La tentazione di tornare a Verona”, come hai titolato qualche giorno fa.
LeggendoTi sembrerebbe che tutto si riconduca, e si riduca, al conflitto tra due “interessi” : spirituale quello di Don Guido, alla ricerca del carisma perduto; terreno e materiale il nostro, in difesa del “posto” di lavoro.
Trovo altresì paradossale che per recuperare il carisma (e perfino la missione) si possa pensare a un trasloco dalle Logge Romane, cornice di sacre e apostoliche benedizioni, ai balconi veronesi, vetrina di amori shakespeariani e profani.
No, Luigi, Don Guido non vuole lasciare Roma. E nemmeno scendere dal satellite.
Nella lettera si legge infatti che l’Associazione Amici di Telepace, “con unica sede in Roma”, ritiene “irrinunciabile” l’impegno satellitare dell’emittente, per onorare “gli accordi esistenti con la Santa Sede”. Pertanto “si rende necessario intervenire riducendo sui costi ed in particolare su quello del lavoro”.
Come vedi, Luigi, Telepace non vuole andare via da Roma. Vuole solo mandare via noi.
Le ragioni sono note. Da due anni le scrivono i giornali e Le gridano i Sindacati: “sistematica violazione delle norme contrattuali, dello Statuto dei lavoratori e delle leggi, in aperto contrasto con la dottrina sociale della Chiesa” (Comunicato dell’Associazione Stampa Romana del 12 aprile 2005).
Il resto è cronaca di questi giorni con la notizia che 4 dipendenti sono iscritti nel registro degli indagati per supposta falsa testimonianza contro una mia collega in una causa di lavoro, come si legge in un articolo pubblicato dall’Espresso di questa settimana, che Vi invito a leggere.
Piero Schiavazzi
Una riga per dire la mia solidarietà ai quattro colleghi.
Altre due per chiarire che se la mia interpretazione è sbagliata, questo è un fatto secondario rispetto a quanto Piero ci annuncia. Luigi
Per Luigi: premesso che sono dalla parte dei 4 colleghi della redazione romana, perchè non chiedere anche un intervento di Don Todeschini? Così, giusto per vedere se e come riesce a giustificare l’ingiustificabile.
Saluti
Dunque l`Associazione Amici Telepace sussiste. A meno che questa associazione sia una mera copertura giuridica per fra l`altro ricevere dei fondi, essa è composta di membri, dunque di persone umane che hanno dovuto approvare la decisione di Don Todeschini, presupposto che sia stato domandato loro di dare il loro avviso.
Mi interesserebbe dunque conoscere le loro motivazioni , i loro argomenti.
Forse fra i lettori di questo blog si trova una persona membro di questa associazione, e sarebbe interessante che essa si esprima…perchè è chiaro che a parte un silenzio che preferisco non interpretare, da parte di Don Todeschini, non avremo nient`altro.
Tutti i miei pensieri di solidarietà vanno verso i giornalisti. Saluti, Luisa
Tutta la mia solidarietà ai quattro giornalisti.
A questo punto sarebbe interessante sentire anche la “campana” di Don Guido…
Saluti MG
Anch’io ero un affezzionato spettatore del tg romano di Telepace e sono sinceramente spiaciuto della sua chiusura. Però però. Una cosa devo pur dirla. E non per girare il coltello nella piaga, sia chiaro.
Ma benedetti figlioli, siete tutti grandi, adulti, vaccinati, professionisti affermati, possibile che siate stati tanto sprovveduti riguardo alle vostre condizioni di lavoro? Ripeto, non lo dico per girare il coltello nella piaga, ma ogni volta resto stupito (e non sono facile agli stupori) al vedere la leggerezza con cui vengono trattate certe questioni. La motivazione, certo, è sempre nobile: ma cosa vuoi, siamo tra noi, in un certo modo ci si arrangerà… No, no, e poi no. Siccome nessuno (neppure il don Guido Todeschini) è esente dal peccato originale, le cose vanno messe bene in chiaro, soprattutto quando ci sono di mezzo questioni che riguardano i rapporti di lavoro e i quattrini.
Non me ne voglia Angela Ambrogetti (che mi spiace un sacco di non vedere più in video) ma c’è da rimanere allibiti al leggere il suo scritto. Ma come, lavorava a tempo pieno e si faceva pagare part time? Così, sulla fiducia? Ma non esiste. Ripeto: non e-sis-te. Purtroppo è una faciloneria che aleggia da sempre nel mondo cattolico (che credo di conoscere bene) ma così non si va da nessuna parte.
Non vorrei passare per cinico, ma credetemi, le cose stanno così, lo dico per esperienza diretta e indiretta. Detto questo, ovviamente, la mia solidarietà piena ai quattro malcapitati, i quali certo meritavano una sorte migliore.
Ho chiamato don Guido al telefono, presso la redazione di Verona, per chiedergli di rispondere alle critiche che gli vengono mosse dai quattro giornalisti e anche alle vostre domande: mi ha risposto che ha scelto la via del silenzio, non solo verso questo blog, ma verso ogni interpellante. Ha detto ancora che si è impegnato a sopportare le “spine pungenti” che gli arrivano da ogni parte e che lo fa “per il bene di Telepace”. Insistendo io perchè chiarisse la sua posizione, ha detto che si ritrova nella mia “intuizione” che egli voglia far “tornare Telepace a Verona” (vedi titolo del post del 6 ottobre), non nel senso di “abbandonare Roma”, ma nel senso di recuperare lo “spirito originario” dell’emittente.
Di più non ha detto. Luigi
Devo recitare il mea culpa. Ragionando più da giornalista, da lavoratore, non ho esitato a mettere sul banco degli imputati, a giudicarlo e condannarlo, Monsignor Guido Todeschini. Le maestranze, mi sono detto, hanno sempre ragione. Stanotte, seguendo la rubrica “Lettere al Direttore”, mi sono reso conto però di una cosa: i 4 giornalisti di Roma avranno – anzi, hanno – sicuramente ragione (non vedo perchè dovrebbero mentire, e in questo senso pare si stia orientando anche il giudice), ma può bastare questo per cancellare 29 anni di lavoro e di servizio al prossimo di Telepace? Assistendo alla rubrica di cui sopra, ho visto Don Guido impegnarsi, battersi per carcerati, studenti in difficoltà, persone ammalate: per tutti ha chiesto un contributo e una preghiera. Non mi è parso l’uomo freddo, cinico e distaccato che ho sentito descrivere in questi giorni. Per quello che può valere, quindi, mi sono fatto un’idea più chiara e, spero, definitiva: è stato un grande errore sopprimere il Tg romano di Telepace, e ancora peggio è stato mettere praticamente alla porta i 4 bravissimi ed esemplari colleghi vaticanisti, ma ciò non può e non deve farci dimenticare gli sforzi, i sacrifici e le opere di Don Guido per portare la Chiesa nelle nostre case. Con Luigi, che ringrazio per essersi fatto portavoce delle istanze avanzate anche in questo blog, Don Guido ha parlato di spine pungenti. Certo, le sue lo saranno sicuramente, ma anche quelle di Angela Ambrogetti, Piero Schiavazzi e delle altre persone che sono coinvolte in questa vertenza. Quello che voglio dire è che sarebbe bene ricomporre la frattura per evitare il dolore di Don Guido – che non credo goda di ciò che sta avvenendo – e dei lavoratori.
Carissimo Don Guido, da 29 anni Telepace porta la Chiesa in milioni di case; Lei, uomo di Fede, riporti il sereno e il rispetto nelle case dei 4 giornalisti di Roma.
Saluti
Gianluca
Carissimi amici,
sento di portevi tutti chiamae così!
Sono davvero grata di sentire tante opinoni su un evento che mi colpisce personalmente , ma che colpisce anche tenti “utenti” di Telepace.
Siamo stati sprovveduti ad accettare per anni un a situazione non regolare?
Si certamente, ma ci fidavamo di quel sacerdote che “no sembrava tanto cinico ed insesibile” e di quella Associazione “fatta di persone umane”.
Abbiamo sbagliato. E non solo per noi . Abbiamo anche la colpa di non aver reso veramante responsabili di noi i nostri superiori.
Si certo in 16 anni ci siamo lamentati spesso , ma in modo troppo timido.
La nostra colpa maggiore è di aver creduto nel “carisma di Telepace” da diffondere atraverso la nostra professione.
Anche io vorrei sentire cosa ha da dire Don Guido, perchè nenache a noi ha detto nulla di concreto. E mi permetto di dire che è comodo il silenzio. Le spinte pungenti dell’ ingratitudine e della insensibilità alal giustizia sociale di un sacerdote poi ….
I poveri, i prigionieri , i condannati, gli stidenti e i disoccupati! Forse da domani dovrò scrivere a Don Guido nelel lettere ….solo così si prenderà cura di noi.
Per DONMO: accettare pochi soldi a fronte di molto lavoro mi sembrava un modo di non entrare in conflito con Don Guido. Ogni anno gli chiedevo giustizia e mi rispondeva “non posso”. Quando abbiamo iniziato a chidere con decisione, da “professionisti ” il direttore , fondatore, uomo di Dio e di fede , grande sostenitore degli ultimi , ha iniziato le pratiche per buttarci fuori.
Capisce il mio disappunto?
Per Gianluca
Se il dolore è tanto intenso perchè Don Guido si rifiuta di dire la sua? Perchè non ci ha mai voluto incontrare negli ultimi mesi?Perchè si ostina a non voler riconoscere il nostro lavoro (negando la verità anche in tribunale)?
Sono domande che mi faccio da circa 2 anni .
Aiutatemi a trovare la risposta .
Un grazie e un saluto a tutti
Angela Ambrogetti
Grazie, signor Accattoli per aver contattato Don Todeschini.
Se ho ben capito i giornalisti della redazione romana hanno “pervertito” lo spirito originario di Telepace, o almeno se ne sono distanziati.
A questo punto sarebbe interessante sapere in che cosa consiste questo “spirito originario” per sapere se effettivamente i giornalisti se ne sono allontanati.
Io ho visto sempre dei giornalisti seri, competenti, al servizio della voce del Papa, seguendo così l`espresso desiderio di Giovanni Paolo II .
È forse perchè hanno domandato un salario decente che si adegui anche al costo della vita sempre in aumento?
Era chiesto loro di essere sempre e definitivamente sottopagati in virtù dello spirito originario?
La giustizia risponderà a queste domande ed è veramente triste!
Evidentemente non conosciamo i dettagli, ma la realtà è sotto i nostri occhi . Già dall`inizio ho definito il silenzio di Don Todeschini irrespettuoso anche verso di noi ascoltatori, e che finirebbe per vestire gli abiti della vittima incompresa….mi dispiace constatare che non ero molto lontana dalla realtà.
Allora vedi, Gianluca , io non posso più ascoltare Don Todeschini, non lo trovo piu credibile, due pesi, due misure, si dice da noi. Il che non vuol dire che non continui a fare del bene attorno a se.
Ma la sua decisione non sono pronta a digerirla e ciò fino a quando egli avrà il coraggio di prendere la parola e spiegare a quelli che sono stati fedeli alle emissioni da Roma, il perchè della sua brusca decisione!! Saluti, Luisa
Angela (mi mancano davvero tanto i suoi servizi), Luisa, forse mi sono espresso male. Ribadisco il pieno sostegno morale e spirituale ai colleghi vaticanisti della redazione romana di Telepace, sono convinto che i loro diritti siano stati calpestati, auspico che abbiano giustizia e vengano loro riconosciuti i diritti e la dignità che meritano e che si sono guadagnati sul campo. Ritengo discutibile e sbagliato, di conseguenza, il comportamento dell’editore-editore Don Todeschini, ma non riesco a vederlo o a dipingerlo come uno che predica bene e razzola male. Se la missione di Telepace dura da 29 anni, è certamente merito delle maestranze, ma anche di chi ha avuto l’idea, il coraggio e la forza di portarla avanti con il solo aiuto – pare- della generosità dei telespettatori. Anch’io, in questo ambiente infernale e precario che è il giornalismo, soprattutto negli anni di gavetta che grazie a Dio ho superato indenne, ho subito tanti torti: pochi soldi, tanto lavoro, tantissimi sacrifici. Ne ho comunque ricavato un grande accrescimento professionale. Ma questo, me ne rendo conto, è un altro discorso. Quì parliamo di 4 professionisti trattati come non si dovrebbe trattare nessuno. Ma siamo sicuri che noi possiamo trattare Don Todeschini come un negriero e uno sfruttatore? Chi siamo noi per dargli, anche se non esplicitamente, queste etichette? E’ vero, sta sbagliando, e anche di grosso. Ma chi di noi non ha mai offeso il prossimo? Se non sbaglio, è San Paolo a dire che siamo ipocriti, perchè diciamo di amare Dio, che non vediamo, salvo poi calpestare il nostro fratello più vicino, che vediamo. L’impeccabilità è solo di Gesù. Don Guido, come tutti gli uomini, ha sbagliato. Ed è questo che vorrei ben spiegare: prima che direttore-editore-fondatore- di Telepace e sacerdote, è un uomo e come ogni essere vivente talvolta può inciampare nel peccato. Ma non sta a noi giudicarlo come uomo, ma al massimo come operatore dell’informazione (in Italia c’è libertà di critica, no?.
Sappia, però, caro Don Guido, che uno degli insegnamenti che più mi sono rimasti impressi durante l’Università diceva: le attenuanti mitigano la pena ma non la estinguono.
Per favore, se davvero è la persona piena di Fede che appare in TV, metta da parte l’orgoglio e vada incontro a chi l’ha servita fedelmente per così tanti anni.
Vedrà che la sua anima ne gioverà, anche se i bilanci soffriranno un po’.
Scusatemi se insisto….che Don Todeschini si ponesse in vittima l`avevo letto, ma mi era sfuggito che egli lo fa per “il bene di Telepace”! Che Don Todeschini sia muto..almeno per noi… lo abbiamo capito, ma che egli faccia anche prova di cecità e sordità non posso crederlo !
E mi dispiace se si sente ancor più vittima con le mie parole, ma non è possibile che egli non veda, non senta le reazioni e sopratutto che non capisca che non sta certo facendo il bene di Telepace, ma al contrario gli sta recando un danno che non so qualificare.
Mi sembra, ma posso sbagliare, che siamo lontani dalla carità che è amore ! Luisa
L’agenzia Italia ha trasmesso da poco questa notizia:
TELEPACE: MONS. REZZA ABBANDONA EMITTENTE PER SOLIDARIETÀ = (AGI) – CdV, 29 ott. – Mons. Dario Rezza, canonico vaticano e titolare della rubrica ‘Librì di Telepace, ha deciso di concludere la sua collaborazione con l’emittente cattolica ‘che perdurava, ininterrottamente e gratuitamente, da oltre 15 annì. La trasmissione è una di quelle che registrano il maggior gradimento del pubblico e va in onda più sere a settimana, con numerose repliche notturne. ‘Motivo della mia rinuncia – scrive il canonico al direttore dell’emittente, mons. Guido Todeschini – è la decisione di abolire la redazione giornalistica romana dell’emittente, con il conseguente licenziamento dei giornalistì. La sospensione dell’attività giornalistica di Telepace, spiega il prelato nella lettera a mons. Todeschini, rappresenta ‘un provvedimento che pesa drammaticamente sulla vita di persone che da molti anni collaborano con lei e che mi trova solidale con lorò. Secondo mons. Rezza, negli ultimi tempi ‘la conduzione dell’emittente romana ha prodotto tensione e inconvenienti anche gravì che ‘però non vanno assolutamente addebitati a coloro che hanno subito incomprensioni e vessazioni variè. La lettera del canonico contiene anche la richiesta di non trasmettere nemmeno le repliche della sua rubrica. (AGI)
Ecco, credo siano più utili gesti come questo di Monsignor Rezza che non inutili polemiche sulla persona di Don Todeschini. Monsignor Rezza, infatti, dissente dall’editore, schierandosi giustamente dalla parte dei giornalisti, ma si guarda bene dall’emettere sentenze di condanna dal punto di vista umano nei confronti di Don Guido.
Caro Gianluca, grazie per la stima.
Io non mi permetto di condannare nessuno . Figuriamoci…chi è senza peccato… etc!
E il gesto di mons Rezza ( che conosco da nni ) è bellisimmo.
Solo che vedo in Don Guido una chiusura mentale che mi fa capire che diettro non ci sono solo motivi economici, o di “carisma”. ( a Verona tutti prendono ottimi stipendi e hanno contratti in ordine, e noi che abbiamo?)
Vedo un atteggiamento poco trasparente, che copre anche un’ altra persona che “consiglia ” Don Guido. L’ amministratore delegato.
Insomma vedo la volontà di nuocere a noi 4 che abbimo osato chiedere legalità e giustizia.
Non è una condanna . E’ una considerazione.
Sono d’ accordo il confronto è sempre la miglior cosa, ma se l’ altro si rifiuto di parlare e rendere chiare le sua idee come si fa?
Angela
Da Piero Schiavazzi ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, forse mi merito il coltello nella piaga di Don Mo, che fra le righe (e nemmeno più di tanto), invita a non fidarsi mai dei preti. Ma io, caro Don Mo, proprio perché il mio interlocutore era un sacerdote, per anni “ho voluto” fidarmi. Proprio perché Don Guido è un sacerdote (lo dico a Gianluca) e Telepace una costola della Chiesa, abbiamo atteso anni prima di andare all’Ordine dei Giornalisti, al Sindacato e infine in Tribunale.
Il Vangelo infatti ci insegna che se abbiamo qualcosa contro un nostro fratello, prima è opportuno rivolgerci a lui, vis à vis, poi agli uomini provati (leggi “i superiori”), poi alla pubblica piazza (leggi: Sindacato, Ordine dei Giornalisti, Tribunale). E così è stato.
Mercoledì scorso, in Tribunale, chiamato a testimoniare nella causa di Angela Ambrogetti, il giudice mi ha chiesto: “Da quanto tempo la Sua collega chiedeva l’adeguamento del contratto al lavoro effettivamente svolto”.
Ed io ho risposto: “Da almeno 10 anni”. Dpo dieci anni però la mia coscienza non ce la faceva più a vedere le mie colleghe lavorare a tempo pieno (cioè la mia stessa quantità di ore) per la metà del mio stipendio.
Quindi, da una parte, non mi sento colpevole di avere aspettato tanto a fare le mie denunce, caro Don Mo. Ma non mi sento nemmeno colpevole di averle fatte, caro Gianluca.
Don Guido sa quante volte, prima delle ispezioni dell’INPGI e del Ministero del Lavoro, abbiamo cercato di parlare con lui. E quanti tentativi bonari sono stati esperiti, prima di rivolgersi ai tribunali.
Tutto questo è documentato dalla lettera del Sindacato dei Giornalisti, che già due anni fa, nell’autunno 2004, scriveva a Don Guido testualmente: “Si deve solo al dott. Schiavazzi, al suo spiccato sensus ecclesiae, alla sua costante apprensione per le risorse e per l’immagine di Telepace, se fin qui è stato seguito un iter inconsueto per un’organizzazione sindacale”.
Ma c’è di più, Luigi. Il Sindacato, sulla base dei risultati delle ispezioni, ha quantificato in 200.000 euro i miei pregressi (trasferte, festivi, differenze di qualifica).
Ed io ho fatto subito scrivere a Don Guido, già nel mese di maggio, che sono pronto a rinunciarci e a destinarli all’acquisto di nuovi macchinari per Telepace, purché l’emittente non chiuda e regolarizzi, per il futuro, le singole posizioni (bada bene, quando dico di “regolarizzare le posizioni” non chiedo la luna, ma solo l’adeguamento agli stipendi dei giornalisti di Verona, ponendo fine a una discriminazione evidente).
Ma lui non mi ha mai risposto.Tu definiresti una “spina nel fianco” un creditore a cui devi 200.000 euro e che ci rinuncia ?
Angela infine mi ha riferito che Mercoledì, davanti al giudice, Telepace ha reso una testimonianza opposta alla mia. Io ho detto, sotto giuramento, che vedevo Angela lavorare 7 ore al giorno. Telepace invece ha ribadito “4 ore”.
Forse è questa, Luigi, la spina di cui Ti ha parlato e che oggi gli fa male. Piero Schiavazzi
Don Todeschini, prima di essere un sacerdote è un uomo, e come tale responsabile dei suoi atti (non che un sacerdote non debba esserlo, sia chiaro). Chiedergli di parlare, rinviargli come in uno specchio le gravi conseguenze della sua decisione non è mancargli di rispetto è domandargli di assumere publicamente la sua responsabilità di uomo e di sacerdote.
Se egli teneva veramente a mantenere la redazione romana, perchè non ha lanciato un appello, come quelli che lancia regolarmente per carcerati , persone bisognose , casi difficili? Perchè non ne ha parlato ? Perchè non ci ha fatto partecipi della situazione critica? Perchè non ha chiesto il nostro aiuto?
Solo Don Todeschini conosce la risposta a queste domande, io posso solo dedurne che non era sua intenzione “salvare” la redazione vaticana.
E che non fosse ben consigliato lo avevo già intuito.
Buona settimana a tutti, Luisa
Cari Angela, Caro Piero (permettetemi la confidenza, è un po’ perchè sul web usa così, un po’ perchè sono un mezzo collega, un po’ perchè siete entrati tante volte in casa mia) dicevo: ma figuriamoci se invito a non fidarsi mai dei preti. Non sono così sprovveduto da darmi la zappa sui piedi. Proprio perchè vi voglio bene mi sono permesso di scrivere le cose che ho scritto. E ci credo così tanto che le riscriverei. Non c’è assolutamente contraddizione tra il lavorare per una costola della chiesa e l’avere i contratti in ordine. Forse che i giornalisti di Avvenire fanno volontariato? E quelli della San Paolo (realtà che conosco bene) che fanno?
Nella mia diocesi, diverse maestre di asilo hanno fatto causa alle parrocchie e agli istituti di suore per cui lavoravano perchè si faceva figurare che lavoravano part time e invece lo facevano a tempo pieno.La giustificazione era sempre quella: ma cosa vuoi, siamo tra di noi, non faranno mai nulla… Altro che se lo hanno fatto: e centinaia di migliaia di euro sono svaniti. Personalmente sono nauseato di questo andazzo. Se uno l’asilo se lo può permettere lo tiene, se no lo chiude. Ma se assumi qualcuno lo tieno come si deve. Era solo un esempio, ovviamente.
Qui non si tratta di fidarsi o non fidarsi, si tratta di rispetto, quello che vi è stato negato. E mi scuso se le mie parole posso essere sembrate brutali, ma sono cose in cui credo e che sperimento giornalmente.
Comunque, siete professionisti in gamba e la vostra professionalità verrà premiata. Personalmente vi consiglierei di buttarvi sul web, ma non vorrei apparire di parte.
Don Mo ha perfettamente ragione. Una delle (tante) cose belle della chiesa cattolica è che non ha solo il vangelo, ma anche il diritto canonico! Detta così può suonare male, ma se ci pensata è la prova di un mirabile realismo: il vangelo dovrebbe bastare (e avanzare!) per regolare ogni rapporto umano … invece la chiesa ha anche un codice giuridico, fatto di precisi diritti e doveri, che può sembrare, al paragone, angusto e farisaico (così la pensano, temo, tanti buoni credenti). C’è il peccato originale, gli uomini sono quelli che sono e i migliori non fanno eccezione, anzi, come dicevano i latini, “corruptio optimi pessima”. Dunque la cautela del diritto è opportuna, anzi necessaria. La materia del conflitto tra i giornalisti e il loro datore di lavoro esula dal diritto canonico e riguarda la legge civile, ma il problema è lo stesso.
Quanto alla persona di don Todeschini, io non lo conosco perché non seguo abitualmente Telepace e quindi non penso nulla in particolare; in generale, tuttavia, è del tutto possibile che una persona sia ottima per un aspetto, o in certi momenti o in certe dimensioni della vita, e carente (o addirittura pessima) per altri. Il bene che c’è da una parte non giustifica il male che c’è dall’altra, ma vicevera le colpe non annullano i meriti. Vorrei fare un esempio enormemente più sconcertante: p.Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, se sono vere le accuse contro di lui (il processo non c’è stato: ecco che torna il diritto canonico!), ha delle colpe gravissime. Eppure, per quanto ‘paradossale’ questo possa apparire, dalla sua opera sono nati frutti buoni e copiosi.
Angela, per me è già troppa grazia poter interloquire con una professionista del tuo livello, figuriamoci se posso quindi schierarmi contro te e gli altri colleghi coinvolti nella vicenda. Ribadisco che solo uno stolto potrebbe non darvi la sua solidarietà. E ribadisco che l’editore Todeschini si sta comportando in maniera poco corretta e poco cristiana. Ma l’uomo non riesco a giudicarlo, forse perchè non è a me che ha mancato di rispetto. Fatto sta che in questi giorni penso spesso ad un insegnamento di mio padre, che spesso mi ripeteva: “negli ambienti di lavoro sarai fortunato a trovare superiori corretti e rispettosi, e lo stesso varrà per i colleghi, ma mai dei veri amici”. Senza voler dare insegnamenti a nessuno, perchè non ne sono all’altezza, posso solo sperare che Don Todeschini metta da parte il proprio “io”, ricordi di essere un ministro di Dio, un religioso, e che in quanto tale è chiamato a dare speranza e non a toglierla, soprattutto a 4 lavoratori onesti. In ogni uomo, credo ci sia qualcosa di buono. E’ per questo che non mi piace mai metterla sul personale. Ma credo che proprio per questo, se Don Todeschini mi legge, da suo telespettatore, oltre che da giornalista e cristiano, sento di dovergli dire: caro Monsignore, inizi a ragionare più da uomo e meno da editore, provi ad immedesimarsi nelle maestranze, pensi che senza rispetto della dignità umana non c’è neanche rispetto per Dio, perchè l’uomo è fatto a immagine e somiglianza dell’Altissimo.
Don Guido, Piero Schiavazzi rinuncerebbe ad un vero patrimonio per Telepace; Lei perchè non inizia a rinunciare un po’ all’orgoglio tipico degli editori e valorizza ancora di più il patrimonio che anche grazie a noi telespettatori gestisce da così tanti anni?
Un abbraccio fraterno a tutti
Da Elisabetta Mancini, di Telepace, ricevo questo messaggio:
“Carissimo Luigi, ciao a te a a tutti coloro che si stanno “battendo” per e con noi. Al Convegno di Verona ti avevo manifestato la voglia di intervenire ancora sul tuo blog e rieccomi, lo faccio questa mattina, sollecitata emotivamente dalle ultime vicende e dall’ultimo intervento di Piero.
Intervento che naturalmente condivido e confermo, ma vorrei andare oltre, spiegando a tutti quanto sia stato pesante affrontare questo “viaggio dell’assurdo” a Telepace. Eh sì perchè di questo si tratta…un viaggio di lavoro “assurdo”!!
Colpe ne abbiamo avute noi quattro! Forse abbiamo affrontato male questo rapporto lavorativo, forse abbiamo aspettato troppo tempo a rivendicare i più semplici diritti, forse abbiamo atteso troppo tempo nella speranza di veder realizzate le tante, tantissime promesse fatte dall’azienda…
Certo il fatto che mai nessuno dei nostri capi, il Direttore Todeschini in testa – e vi scrivo dei tempi “idilliaci” con l’azienda, quando tutto per loro, e sottolineo per loro, andava bene – ci abbia mai riconosciuto meriti almeno morali, doveva quanto meno farci insospettire…la storia più recente ha svelato i fatti. Ha ragione Angela, forse l’errore è stato fidarsi troppo e il silenzio del Direttore parla chiaro!!! Betta Mancini”.
Un saluto a Gianluca! E un grazie perchè dal dialogo , dal confronto nascono tante idee.
Grazie
Angela
Angela, grazie davvero di cuore a te! Credo di interpretare i sentimenti di tutti i blogger se ti dico che vi siamo vicini e un po’ come il Cireneo vorremmo aiutarvi ad alleggerire il peso della Croce che state portando.
Un abbraccio fraterno
Gianluca
L’agenzia Ansa ha pubblicato questa notizia:
TELEPACE: DIRETTORE CONFERMA LICENZIAMENTI PER RIDURRE COSTI LETTERA ALLA FNSI; 5 ESPOSTI GIORNALISTI E SINDACATO A ORDINE
(ANSA) – ROMA, 31 ott – In una lettera alla Fnsi, in vista del confronto tra le parti in programma la prossima settimana, mons. Guido Todeschini, fondatore e direttore dell’emittente cattolica Telepace, respinge la richiesta di ricollocare i quattro giornalisti della redazione romana licenziati e dichiara l’intento di «essare i rapporti di lavoro attualmente intercorrenti con essi». Intanto, nell’ambito della vertenza, sono cinque gli esposti inviati all’ordine dei Giornalisti di Roma contro l’operato di Todeschini. A seguito della «diminuzione dei ricavi», spiega alla Fnsi il direttore di Telepace, «si rende necessario intervenire riducendo sui costi ed in particolare su quello del lavoro». L’Associazione Amici di Telepace, proprietaria dell’emittente, motiva «la scelta, seppure dolorosa» di intervenire sui costi del lavoro con la necessità di «salvaguardare il progetto e il ruolo di emittente al servizio del Santo Padre e della Chiesa». Telepace assegna infatti priorità economica all’impegno con «il Vaticano, che utilizza il segnale satellitare dell’Associazione romana». Contrariamente a quanto era apparso in un primo momento, Mons. Todeschini precisa inoltre che l’attività giornalistica di Telepace «non cessa», ma «si contrae». Nel palinsesto vengono dunque «eliminati tutti i prodotti giornalistici realizzati dalla redazione, limitando gli interventi giornalistici al Direttore della testata». Per quanto riguarda i cinque esposti all’Ordine del Lazio, il primo è stato presentato dai giornalisti della redazione romana dell’emittente e gli altri quattro dal consigliere nazionale della Fnsi Pierluigi Franz. In essi si fa riferimento a impegni assunti da mons. Todeschini nella sua prima audizione davanti al Consiglio dell’Ordine, il 10 febbraio 2005, contestando delle inadempienze.
Verso le 16 ho letto l’AGI su Telepace.
Ho messo la notizia in pagina, richiamando l’intervista ad Angela. Ed un po’ ho pensato che in fondo questa storia è un poco anche mia.
Con tutta la mia solidarietà.
Come suona sprezzante quel ” eliminati tutti i prodotti giornalistici”. Anche se il termine è corretto, mi fa molta pena che si possa definire così anni di lavoro, passione ,impegno e fedeltà dei giornalisti romani . Senza nemmeno una parola di rammarico, rivolta anche ai telespettatori. E se proprio Telepace doveva fare economie, perchè colpire la redazione romana e non dividere le economie fra tutte le sedi?
Quella spessa cortina di fumo , che è la dichiarazione dell`Associazione , non è sufficiente per nasconderci la realtà di quella che sembra essere l`espressione di un oscuro conflitto di potere.
E una cosa è certa: gli interventi giornalistici del Direttore di Telepace non saranno in grado di rimpiazzare il talento dei giornalisti romani !!!
Don Todeschini trasformato in giornalista…mi fa pensare che ogni tanto si puo comperare 3 prodotti per il prezzo 2…. qui avremo 1 al posto di 4 !!
Certo, una bella e buona economia .
Ancora tutta la mia solidarietà ai giornalisti romani. Che la giustizia faccia il suo lavoro. Saluti, Luisa
Grazie a Toniozzo e a Luisa!
Io ho sempre creduto , come ricorda papa Ratzinger, che la fede è l’ incontro con una persona , Gesù. E so che quell’ incontro non potrà mai deludermi anche se devo attraversare mari e monti …
La Giustizia , ne sono certa, trionferà. Non tanto e non solo quella umana , ma soprattutto quella divina che tutto vede e tutto sa.
Grazia ancora a tutti i blogger e al “padrone di casa”
Angela
Mi sono fatta una riflessione che vi propongo , non dopo aver molto esitato…
Nella lettera in questione si dice che ” l` informazione si contrae” .
Le più belle contrazioni che io conosca , anche se dolorose, sono quelle che permettono alla donna di dare la vita .
Le contrazioni di Telepace avranno servito a espellere 4 giornalisti !
Da una parte la vita, l`inizio di una avventura, dall`altra la fine , con molto dolore di una bella avventura.
Auguro a tutti coloro che soffrono in questo momento difficile della loro vita, di non perdere fiducia, perchè delle volte da un male puo nascere un ancor più grande bene ! … E Angela sono io che la ringrazio , cosiccome i suoi colleghi, per tutti i momenti che abbiamo condiviso attorno alla voce del Papa !!
Salui, Luisa
Per qualche schiarimenti supplementari, potete leggere sul blog di S. Magister l`articolo: “non c`è pace per Telepace”. Edificante! Luisa
Servizio su Telepace, pubblicato da Le Monde il 1° novembre:
LA TELEVISIONE DEL PAPA “LASCIA??? ROMA
Telepace è un canale privato, totalmente indipendente, ma si identifica con l’attività del Capo della Chiesa
Telepace, considerata la televisione ufficiosa del Papa, ha chiuso la redazione di Roma. La decisione è diventata effettiva da un giorno all’altro. Bruscamente, i telespettatori sono stati privati nel mese di ottobre del telegiornale quotidiano, che da 16 anni era dedicato esclusivamente all’attualità vaticana.
Allo stesso modo sono terminati i commenti in diretta delle udienze del Mercoledì in Piazza San Pietro. Dire che l’avvenimento ha provocato un sisma sarebbe esagerato, ma il Vaticano non nasconde il proprio imbarazzo. Telepace è un canale privato, del tutto indipendente, ma si identifica a tal punto con le attività del Capo della Chiesa che il Decano del Corpo Diplomatico, l’Ambasciatore di San Marino Giovanni Galassi, ha manifestato la sua sorpresa alla Segreteria di Stato.
Per quanto piccola, Telepace gode di un prestigio planetario da quando è “salita??? sul satellite, nel 1996. La quasi totalità delle televisioni cattoliche del mondo riprendono le sue immagini e, specialmente, l’appuntamento settimanale realizzato dal giornalista “vedette??? del canale, Piero Schiavazzi, trasmesso ogni Domenica dopo l’Angelus.
Il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, è stato l’ultimo ospite di una serie impressionante di celebrità internazionali. Il vaticanista di Telepace incontrato “faccia a faccia??? più di 150 capi di Stato e governo, così come le personalità più influenti del pianeta.: da Madre Teresa a Nelson Mandela, da Bill Clinton a Mihail Gorbaciov, ma anche Yasser Arafat, Ytzhak Rabin, Shimon Peres, Lech Walesa, senza dimenticare Silvio Berlusconi e i Presidenti della Repubblica Italiana. Il processo di “starizzazione??? di Piero Schiavazzi ha avuto culmine quando un settimanale italiano (Il Corriere 7) l’ha fotografato in compagnia di Yasser Arafat: una pagina doppia dal titolo “Chi è quel tizio con la barba vicino a Schiavazzi ????.
A dimostrazione della notorietà dell’appuntamento domenicale del giornalista: Laura Bush non ha concesso che due interviste in occasione della sua ultima visita a Roma in febbraio, una al canale americano Fox, l’altra a Tepepace. Per la direzione della “televisione del Papa???, la chiusura della redazione romana è “una scelta dolorosa???, resa necessaria dal calo dell’80% delle offerte???, che costituiscono l’unica fonte di finanziamento del canale. Falso, risponde la redazione, per la quale i bilanci sono floridi. Il canale non ha forse appena aperto due uffici permanenti a Gerusalemme e a Fatima ?
La redazione di Verona, sede storica della “televisione del Papa???, non è stata toccata dai tagli di bilancio.
Infatti, secondo i tre giornalisti del notiziario quotidiano, la vera ragione si deve ricercare nel conflitto che li oppone da anni a Don Guido Todeschini, il padrone fondatore di Telepace. Soprannominato “Berlusconi di Dio???, questo sacerdote ha creato il suo canale a Cerna, un paese vicino a Verona, all’epoca dell’esplosione delle televisioni private, nel 1977. Nel 1990 Telepace otteneva una frequenza su Roma. Dal 1996, i programmi di Verona e di Roma sono unificati sul satellite.
Padrone onnipotente, se non diritto divino, Don Guido Todeschini ha sempre fatto il sordo davanti alle richieste dei giornalisti del telegiornale romano per la trasformazione dei loro contratti a tempo parziale in tempo pieno. Piero Schiavazzi, assunto a tempo pieno ma sempre con la qualifica di redattore semplice malgrado la sua notorietà, non rivendica niente per sé. Dopo essersi battuto per la regolarizzazione di un dipendente in nero, confessa il suo “peccato???: “Ho fatto entrare il Sindacato, vale a dire il diavolo, a Telepace???.
Oggi è solidale con i suoi colleghi; e come loro attende che gli venga comunicato il suo licenziamento. Il Vaticano continuerà a offrire gratuitamente le immagini del proprio Centro Televisivo (CTV) a Telepace. La Santa Sede dichiara la propria incompetenza a comporre un conflitto concernente un’impresa privata. La Segreteria di Stato ha anche consigliato agli ambasciatori di guardare ormai “l’antenna di riferimento???, SAT 2000, il canale satellitare creato dalla Chiesa italiana nel 1997, ma rimasto all’ombra di Telepace nonostante i suoi grandi mezzi. Jean-Jacques Bozonnet
Sullo stesso argomento:
http://blog.espressonline.it/weblog/stories.php?topic=03/04/09/3080386
Magari Telepace mandasse in onda le immagini del Papa senza commento!In verità manda esattamente le stesse immagini e gli stessi commenti di sat2000 con la differenza che i vaticanisti sono molto più “invasivi” e non esitano a interrompere musiche sacre,canti introduttivi e addirittura il Papa ogni volta che possono…
Sono al 150% d`accordo con te Maria Grazia!
Preferisco tacere i loro nomi, e prendo il rischio di essere considerata una criticona, ma si direbbe che i commentatori hanno sotto gli occhi le loro schede, e appena la trasmissione commincia si mettono a parlare, come se schiacciassero un bottone, e poi parlano, parlano, parlano, spesso incuranti delle immagini che scorrono sullo schermo, che non hanno nessun bisogno di commenti. Li immagino con i loro occhi fissi sulle loro schede che diventano più importanti della diretta !
Mi ha colpito per es. durante la ritrasmissione della visita di Papa Benedetto alla Lateranense, il cronista invece di commentare quello che succedeva sullo schermo, ci ha abbrevati con i testi di Paolo VI durante la stessa visita e ciò dall`inizio fino alla fine della ritrasmissione, coprendo la voce del Papa, durante i suoi numerosi contatti con le persone accorse. Il silenzio fa così paura a un cronista ?
Eppure le immagini parlavano da sole !
E ciò è ancora più duro da sopportare durante le Liturgie celebrate dal Santo Padre.
Tra niente e troppo c`è forse una via di mezzo , ma non sono giornalista…. è solo una suggestione, un suggerimento. Luisa
Cara Luisa,hai colto nel segno!
Evidentemente ci riferiamo alla stessa persona e abbiamo visto gli stessi servizi.Domani il Papa va alla Gregoriana e sicuramente il commentatore ci delizierà con i discorsi fatti dai predecessori di Ratzinger impedendoci di sentire la voce del Pontefice che,parlando in italiano e non in greco o in tedesco,non ha bisogno di traduzioni.
Il culmine si è realizzato quando il Papa ha incontrato gli studenti nella basilica di San Pietro:il commentatore ha avuto il coraggio di parlare sopra il “Tu es Petrus”.
Per non parlare delle udienze generali dove si sparano numeri a caso:secondo un altro giornalista i fedeli presenti mercoledì scorso(non ieri)erano la metà di quelli reali.Un pò di precisione non guasterebbe…
Cara Maria Grazia, domani mattina sarai presente con me….durante la visita del Papa alla Gregoriana !! E sono sicura che non siamo le sole a desiderare meno parole, al limite una visita così potrebbe passarsi di commentatore !
Se mi legge L.P. , per favore, non ha bisogno di riempire spazi che sono forse vuoti per lei, ma che per noi sono pieni. Qualche indicazione sulla Gregoriana, sulla sua storia forse, ma per carità eviti di coprire la voce di Papa Benedetto , rare sono le occasioni dove possiamo seguirlo nei suoi contatti al di fuori del Vaticano e sopratutto dimentichi un pò le sue schede, ancor di più se è per citare discorsi dei Pontefici precedenti, per semplicemente guardare e ascoltare Benedetto XVI.
La ringrazio, Luisa
L.P. 🙂
A proposito di gente che parla troppo:
NAVARRO: INSEGNERO’ ANTROPOLOGIA E FARO’ COMMENTATORE
A ‘Panorama’: con nuovo pontefice problemi di comunicazione
Città del Vaticano, 2 nov. (Apcom) – Joaquin Navarro-Valls, per oltre 20 anni portavoce del Papa, insegnerà antropologia in una facoltà di Medicina, probabilmente il Campus biomedico dell’Opus Dei, e farà il commentatore di fatti vaticani e di politica internazionale, non necessariamente per il ‘Corriere della Sera’ o per il Tg1. Lo annuncia lo stesso Navarro in una intervista esclusiva a ‘Panorama’, pubblicata sul numero in edicola da domani.
E per la prima volta, lo spagnolo commenta le polemiche seguite al discorso di Benedetto XVI a Ratisbona. Non vuole giudicare il suo successore, padre Federico Lombardi, ma dice che con il nuovo pontefice ci sono problemi di comunicazione. “Sì, ci sono stati diversi problemi da diverse parti, anche con i media, ma non soltanto con essi”, ha detto Navarro al settimanale.
Aspettavo Navarro al varco e infatti non mi ha deluso.Mi auguro che si astenga dal commentare eventi che vedono protagonista Papa Ratzinger.E’ chiaro che non lo sopporta per averlo rimosso.O forse si è trattato di un errore di comunicazione di Navarro a Panorama?
Saluti MG
Maria Grazia lei guarda Navarro-Valls dall’alto in basso: parla troppo, non sopporta, è stato rimosso! Io lo conosco e frequento da 25 anni e non so affatto che sia stato rimosso e che non sopporti papa Benedetto. Anche la frase “aspettavo Navarro-Valls al varco” mi pare fortina. Io non sono del parere che per amore del papa si sia autorizzati a fare polpette di ogni altra persona e questo vale anche per il collega Crippa che strapazza il cardinale Tettamanzi esultando per papa Ratzinger. Il suo attacco all’arcivescovo di Milano è stato lodato nei commenti al post seguente, ma io non mi associo. Non mi associo mai quando si strapazza ingiustamente qualcuno, chiunque sia e chiunque lo faccia. Sono curioso di leggere l’intervista di Navarro-Valls, ma in quello che hanno anticipato le agenzie non trovo ragione di scandalo.
Luigi
Caro Accattoli,chissà come mai tutti sono pronti a prendere le difese del Cardinale Tettamanzi e di Navarro,ma nessuno si è preso la briga e il disturbo di difendere Papa Ratzinger dalle accuse infamanti che gli sono state mosse.
Più che di problema di comunicazione,io parlerei di problema di ricezione da parte dei media.
Condivido l’articolo di Crippa perchè è sotto gli occhi di tutti che il Papa comunica in maniera completamente diversa da altri prelati.Per questo arriva al cuore della gente anche se i media non se ne fanno una ragione.
Quanto a Navarro ho trovato molto sgradevole la sua insinuazione che coinvolge sia Lombardi che Ratzinger.Oggi i giornali titolano:”Per il Papa problemi con i media”,”Dopo di me problemi di comunicazione”…
In questo periodo in cui il Papa viene minacciato di morte non mi sembra il caso di fargli subire “fuoco amico”.
Infine,se qualche giornale critica Tettamanzi,non è il caso di gridare allo scandalo visto che la maggiorparte dei media è protettamanzi e controratzinger.
Saluti MG
Non mi pronuncio sull`intervista di Navarro Vals non avendola ancora letto.
Certo però che, per es. durante la visita di Prodi al Papa mentre il giornalista di CNN stava “strapazzando” Benedetto XVI a profitto di Giovanni Paolo, avrei amato sentire Navarro Vals prendere la parola per moderare i propositi di Vinci. Così non è stato e mi ha stupito. Ma non conosco le regole della diretta televisiva, dunque non voglio emettere un giudizio.
Quanto all`”ingiustamente”, mi sembra che la sua misura è sovente soggettiva, in funzione di quello che io trovo giusto !
Quello che è ingiusto per lei, Signor Accattoli, non lo è sempre per me o per altri. Lei ha trovato ingiusto verso il cardinale Tettamanzi l`articolo precitato, io vi ho letto l`espressione di una opinione forse di parte ma in ogni caso non l `ho letto come un attacco a Tettamanzi. Anzi l`ho trovato molto interessante e istruttivo, e per una volta che si puo leggere un articolo che loda l`agire di Papa Benedetto , non vedo perchè si debba subito tradurlo in un attacco ingiusto verso Tettamanzi ! I giornalisti che sostengono Papa Benedetto sono sufficientemente rari per non scoraggiarli !
Ecco, caro signor Accattoli, questo lungo post perchè mi sono “appigliata” su quel “ingiustamente”….
Ma sicuramente per lei c`è una nozione oggettiva, universale , valevole per tutti, della giustizia, le sarei riconoscente di volerla condividere con noi. Cari saluti, Luisa
Cara Luisa, prendere una frase di Tettamanzi, contrapporgliene un’altra del papa e concludere che l’arcivescovo di Milano è un tipoco esponente dell’ecclesialese, le sembra un buon metodo? Rispettoso di Tettamanzi, dunque giusto? Non le viene il sospetto che si potrebbe prendere un’altra frase meglio suonante del cardinale e una meno felice del papa e rovesciare il gioco?
Cara Maria Grazia, che io condivida la sua valutazione positiva della forza di parola del papa non credo di doverci insistere per mostrarlo: lo vengo facendo sistematicamente nel blog. Ma che la comunicazione del papa sia “completamente diversa” da quella – poniamo – dei cardinali già suoi colleghi semplicemente non è vero. E che si possa prendere Tettamanzi come esempio da mettere in burla ugualmente non è vero. A ognuno il suo.
Ma è appunto quello a cui assisto sistematicamente e cioè prendere frasi ben suonanti ( riprendo la sua espressione) di Pontefici defunti, Cardinali o altri esponenti religiosi o no e contrapporvi frasi del Papa, che non mi permetterei certo di giudicare meno felici,ma che evidentemente suonano meno bene a certe orecchie .
Lo trovo ingiusto ? Lo trovo certamente incorretto, mi sono spesso innervosita ma oggi mi dico che la botte non puo dare che il vino che ha e dunque ho preso le distanze da una lettura troppo emozionale di certi articoli, il che non mi impedisce il discernimento.
Penso sia il gioco della libera espressione, che permette anche a coloro che amano la musica delle parole di Papa Benedetto di esprimersi e poter scrivere un articolo come quello del suo collega Crippa, che ripeto ho letto con interesse.
E se Crippa avesse ragione ? In ogni caso è la sua opinione.
Capisco che per lei, signor Accattoli, non c`è bisogno di attaccare una persona per dire del bene di un`altra e la posso capire.
Papa Benedetto ha subito e continua ancora a subire il giochetto dei confronti, allora se per una volta , vediamo un confronto girare in suo favore, non mi disturba affatto.
Anche se dal fondo del cuore, spero che tutti questi confronti a cui Papa Benedetto è esposto e che personalmente trovo semplicemente inutili, cessino al più presto . Illusa? Forse. Saluti, Luisa
Sì, Luisa, sei un’illusa. Perché questi confronti continueranno.
Mi secca rivangare ancora una volta perché e percome, ne ho già scritto. Ma in questo Paese c’è sempre bisogno di qualcuno da contrapporre.
“A chi somiglia?”, è la prima domanda che nelle grandi famiglie del Sud si pone quando nasce un bambino.
“A chi somiglia?” è la prima domanda che si sono posti i cattolici davanti a Benedetto XVI.
A chi somiglia Benedetto XVI? A Benedetto XVI, punto e basta.
Penso che la circostanza che Papa Benedetto abbia una marcia in più di molti suoi colleghi riguardo alla capacità comunicativa e alla forza della parola sia un dato di fatto e non un’illazione.
Ho sentito molti discorsi a Verona,ma purtroppo devo ammettere che pochi sono riusciti davvero ad entusiasmarmi.Papa Benedetto ha parlato per più di un’ora ma è riuscito a tenermi incollata alla sedia e ho capito ogni concetto.
Per riassumere:Papa Ratzinger sa comunicare anche perchè non annoia.Si capisce che è stato docente per quel suo cambiare tono e timbro di voce nel sottolineare i punti salienti di un discorso.Una voce monocorde non aiuta certo il lavoro del Papa.
Saluti MG
Cara Maria Grazia ho pensato molto a te stamattina…
Mi puoi dire per favore se il Panorama con Navarro Vals è quello con i nordisti in prima pagina ? Sul loro sito non trovo niente e qui non è facile da trovare. Grazie, Luisa
Cara Luisa,anch’io ho pensato molto a te,soprattutto quando il caro L.P. andava avanti come un carro armato impedendoci di sentire anche solo una sola parola degli incontri privati del Papa.
La copertina sui nordisti è del vecchio numero di Panorama.Non è ancora online quello nuovo.Di solito gli articoli sono leggibili via web il mercoledì successivo all’uscita del giornale oppore su dagospia.
Non appena trovo il pezzo lo posto 🙂
Grazie Maria Grazia ! Sai quei giocattoli..anche un carro armato…dove schiacci un bottone e si mette in movimento ? Quanto avrei voluto rischiacciare il bottone perché ogni tanto si fermasse ! Ho l`impressione che L. P. deve avere fatto i suoi studi alla Gregoriana… allora doveva essere molto contento di farci da cicerone, da guida nella sua università!
Un abbraccio, Luisa
Caput mundi kaput
Quante occasioni vengono offerte all’uomo del XXI secolo di essere raggiunto dalla Parola di Dio?
Quante probabilità ha un telespettatore di imbattersi nel Volto di Dio?
Quante possibilità ha un politico di interrogarsi e riflettere sulla politica intesa come “la più alta forma di carità????
Quanti giornalisti hanno voluto, potuto e saputo mettere al servizio della Verità la loro professione?
Quanti Capi di Governo hanno potuto “confrontarsi??? con la Parola di Dio? A quanti di loro è stata offerta la possibilità di una laica “confessione????
Quanti giornalisti hanno intervistato un Santo?
Se da un lato, pormi, oggi, queste domande mi getta nello sconforto come cittadino, come cattolico, come teleutente e, non ultimo, come amico, dall’altro mi offre l’edificante occasione per rileggere le parole che sabato 22 marzo 2003, in occasione del 25° anniversario di fondazione, Sua Santità Giovanni Paolo II indirizzò agli operatori di Telepace: “…questo canale radiotelevisivo, che desidera veicolare il Vangelo della pace sino agli estremi confini del Pianeta…. informa, educa alla fede, incoraggia a sperare, stimola alla solidarietà, diffonde la pace, che scaturisce dall’incontro con Cristo. …. Cari operatori di Telepace, proseguite il vostro cammino con immutato entusiasmo. Un campo apostolico sempre più vasto vi attende. Rimanete fedeli alla vostra missione, proclamando la verità di Dio e dell’uomo. Diffondete nella Chiesa e nel mondo la voce di Cristo e siate vigili sentinelle della sua pace???.
La cancellazione dei servizi giornalistici di Telepace, abbattutasi sulla Redazione Romana dell’emittente, stride pesantemente con queste vibranti e paterne parole di incoraggiamento. Soprattutto, mi impone una lucida e amara considerazione: nel mondo sempre più scristianizzato di oggi, in una società dove la Parola viene sempre più spesso taciuta, derisa e svilita, in una società della comunicazione nella quale la Parola non ha più diritto di parola, spegnere il microfono a chi, con fede, professionalità e coraggio si è fatto umile e vibrante voce a disposizione della Parola stessa, mi sembra non renda un buon servizio alla Buona Notizia. Anzi! E’ il rinnegare le origini di un progetto che, si dice, nacque per “dar voce a chi non ha voce???.
E, di fronte a ciò, come gli amici giornalisti della Redazione Romana di Telepace, ammutolisco.
Appunto!